Fanfic su attori > Orlando Bloom
Segui la storia  |       
Autore: Moon    23/05/2004    2 recensioni
Un giovane e famoso attore all’apice del successo si ritrova per uno strano caso a dover vivere una vita “normale”… Disgraziatamente resterà però pienamente consapevole di ciò che era prima di ritrovarsi in questo incubo! Inoltre a complicare le cose nella sua “nuova vita” si alterneranno due ragazze che sono esattamente agli antipodi… aggiungendo confusione alla confusione e…
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia è stata scritta per divertimento

Piccola nota:  GRAZIE a Roy,  Serena e alla Mandy per essere state così carine da lasciare un commento. Grazie ragazze è molto bello sapere che seguite la storia e che vi piace! ^_^  naturalmente grazie anche chi legge in generale un baciotto a tutti.

Buona lettura^^

 

 

 

 

 

CAPITOLO 11

Un dono speciale: L'arte di non capire niente!

 

 

Chastity non credeva alle proprie orecchie. Quando Orlando, la sera prima l'aveva chiamata pregandola di vederlo perché aveva da dirle una cosa estremamente importante, le era preso un colpo. Inspiegabilmente i suoi battiti cardiaci erano aumentati martellandole in petto con impeto incontrollabile.

Tutto ciò perché lo aveva sentito così agitato, tanto che aveva creduto, aveva sperato, che ciò che lui voleva dirle riguardasse loro due. Era un'idea sballata, probabilmente assurda, ma lei non aveva potuto fare a meno di cullarsi su quel filo di speranza. Così per tutta la giornata seguente, in preda a quel piacevole stato confusionale che ti fa camminare su quella famosa nuvoletta rosa tipica delle persone innamorate, aveva fluttuato canticchiando e sorridendo inebetita e sempre più persa.

Forse ha capito! Aveva cominciato a ripetersi. Forse anche lui prova qualcosa per me e se ne è reso conto! Aveva concluso felice e rincretinita per questa specie di scoperta che aveva creduto di aver fatto. Per tutto il santo giorno era stata in trepida attesa dell'ora in cui l'avrebbe visto e che probabilmente avrebbe segnato l'inizio del suo sogno nascosto.

 

Ma la realtà era stata decisamente impietosa con lei: amara, cruda e tristemente contraria a tutte le sue rosee ed avventate previsioni.

 

Orlando, qualche giorno prima, dopo aver deciso di parlare con Chastity per chiederle il famoso consiglio, s'era fortuitamente imbattuto in Heather.

Se metti un fiammifero vicino alla benzina, è chiaro che l'unico risultato possibile è che il tutto prenda fuoco.

Praticamente era proprio quello che era accaduto.

Per una serie di coincidenze, o forse erano solo casualità prestabilite? La ragazza lo aveva fermato all'uscita dal lavoro mentre lui si era fermato in un negozio ad acquistare del vino da portare ai ragazzi, per farsi perdonare le sue numerose smusate degli ultimi tempi. Heather aveva fatto le sue solite mossette di prassi, e Orlando aveva fatto i soliti dinieghi, anche quelli sempre di prassi. Finito il siparietto sempre abbastanza ripetitivo e anche molto stupido, lei s'era lanciata e s’era giocata il jolly. Il tutto per tutto, il classico:  o la và o la spacca e a sorpresa lo aveva invitato a casa sua per un ‘the’. Aveva buttato lì, non senza una studiata malizia e una serie di ammiccamenti molto chiari, che i suoi erano via per una settimana e che lei si sentiva tanto sola. Orlando aveva tergiversato per qualche minuto e poi aveva finito per accettare. La cosa aveva preso subito una piega molto chiara ed inconfondibile. Non erano arrivati neanche in casa che erano già abbastanza su di giri: già per le scale scelte a sfavore dell'ascensore, le loro mani avevano praticamente palpato tutto ciò che di palpabile ci può essere in un corpo e ovviamente per consentire ciò, anche i loro vestiti erano abbastanza sbottonati. Non si erano detti molto, ma del resto c'era ben poco da dire, erano i fatti che parlavano decisamente chiaro. Entrambi avevano una solo una gran fretta di concludere e così avevano finito con il fare sesso direttamente in sala, la prima stanza subito dopo la porta d'ingresso, e lo avevano fatto, senza tante cerimonie, sull'elegante tappeto di persiano che la madre di Heather aveva comprato sei anni prima in uno dei tanti viaggi fatti con il marito. Era stata una cosa solamente fisica e molto fine a sé stessa, un puro sfogo  e niente di più per lui, una specie di vittoria di Pirro per lei. Il tutto era stato consumato assai alla svelta e senza troppe smancerie, lasciandosi dietro un sottile senso d'insoddisfazione mentale che soprattutto aveva colpito Orlando lasciandolo completamente stranito.

Alla fine, seminudo su quel costosissimo tappeto, dentro quell'elegantissimo appartamento di cui non aveva neanche fatto in tempo a capire lo stile d'arredamento, fissava il soffitto respirando a fatica dopo aver consumato un amplesso con una smania che andava placata, ma che in realtà non si era placata affatto. Evidentemente non era quel tipo di smania che lo tormentava e che lo aveva tormentato in tutti quei giorni.

Aveva preso una sonora cantonata. 

Heather, subito appena concluso l'atto, era andata immediatamente in bagno a rimettersi a posto come gli aveva detto poco prima di costringerlo ad un gesto d'intimità forzata: un bacio; di cui lui avrebbe fatto volentieri a meno, ma che nonostante tutto non si sentì di rifiutarle. Non appena il suo respiro era tornato ad essere regolare si era alzato e si era rivestito andandosene via di corsa, come se scappando avesse potuto in qualche modo cancellare quello che era appena successo.

Tutte le sue congetture fatte sulla vendetta sul bisogno di farsi una sana scopata erano andate a farsi benedire. Non si sentiva affatto meglio di prima, anzi se era possibile si sentiva addirittura peggio. Era smarrito e decisamente fuori fase, ci doveva essere un dannato perché a quello stato mentale che lo attanagliava come una morsa, ma ancora non riusciva proprio neanche ad intravederlo. Aveva vagato un po’ senza meta perdendo tempo senza aver voglia di far niente, né di rientrare a casa, ma neanche di girellare a vuoto.

Aveva bisogno di parlare con qualcuno e naturalmente l'unica persona con cui si rese conto di poterlo fare era sempre  e solo lei: Chastity.

Ma non in quel momento, non subito dopo quello che era accaduto. Aveva per lo meno bisogno di dormirci sopra, così era entrato in una cabina e l'aveva chiamata. Era in un totale stato confusionale che non si rese neanche conto di ciò che le stava dicendo. Per fortuna e come sempre lei era stata estremamente disponibile e così avevano fissato per vedersi l'indomani sera a fine turno a Piccadilly Circus davanti alla gelateria Hadgenz Frost.

 

Erano proprio lì, dentro la gelateria, di fronte a due coppe di gelato vaniglia e caramello, quando lui inconsapevole della tremenda pugnalata che le stava infliggendo stava parlando a raffica della sera precedente.

“E questo e quanto” aveva appena concluso Orlando ricominciando però subito a parlare “La cosa che proprio però non mi torna è perché mi sento così. Insomma dovrei essere contento è quello che volevo!” aveva concluso perplesso.

Chastity lo guardava come si potrebbe guardare un dolce nel forno, che invece di lievitare s'affloscia malamente diventando una massa informe, e sbruciacchiata.

Era delusa.

Lui aveva notato che lo stava guardando in modo strano e le disse “Allora non dici niente? Io mi sono sfogato perché sei l'unica persona amica che conosco che è intelligente e riflessiva, forse mi puoi aiutare a capire che cosa mi prende”.

Chastity da delusa diventò arrabbiata, non le importava niente di tutti quei complimenti, non le importava che lui la considerasse intelligente e riflessiva, l'unica cosa  che le importava, lui non l'aveva proprio detta. Era arrivato e le aveva spiattellato con abbastanza dovizia di particolari, adducendo la scusante che erano tutti e due adulti e vaccinati, di come finalmente si era portato a letto la bella figa recalcitrante, lasciandola di sasso. Sinceramente lei  avrebbe avuto solo una gran voglia di spiaccicargli quel gelato che aveva smesso di mangiare, su quella faccia da innocentino semi depresso che stava indossando per l'occasione: Sì me la sono fatta ma non è poi stato un granché!

“Non capisco esattamente che cosa ti aspetti che dica” gli aveva detto tagliente.

Lui era a disagio quella reazione lo aveva colto di sorpresa.

“Ma non lo so…” aveva cominciato a dire grattandosi distrattamente una guancia “Magari… mi aspettavo un po’ di conforto”.

“Conforto?” aveva chiesto lei decisamente adirata. “Ma per chi mi hai preso per tua madre?” aveva concluso la ragazza spiazzandolo definitivamente.

“No, che centra! Ma…” aveva detto lui incerto poi le aveva chiesto “Perché reagisci così scusa?”.

“Perché ti credevo diverso, speciale! Invece sei come tutti gli altri, sembri in un modo, ma poi basta un bella bambolina disponibile e ti perdi, mandando tutto a puttane!” aveva risposto Chastity alterata.

Poi si era alzata.

Lui aveva abbozzato un sorriso colpevole ritornando subito serio, caspita se aveva ragione! Aveva fatto una cazzata enorme, ma ovviamente non aveva affatto afferrato il reale motivo della reazione della ragazza. Pensava semplicemente che da amica lo rimproverasse di avere fatto una cosa senza senso che ora lo faceva solo sentire un perfetto imbecille.

Si era alzato anche lui di scatto.

“Hai ragione! Sono stato così stupido da non voler capire che era uno sbaglio. Credo di essermi appena reso conto che forse sei davvero la migliore amica che potessi incontrare, un vero dono per me!” aveva detto con spontanea sincerità.

Lei lo aveva guardato con gli occhi velati di tristezza mista a quella rabbia che proprio non riusciva a dominare.

“No Orlando, tu non hai proprio capito un cazzo! E sai che c'è di nuovo? Vedi di andare a rifarti fottere!” aveva concluso prendendo di corsa le scale.

Lui era rimasto un attimo frastornato. Quella risposta sì, che proprio non l'aveva capita. Fu solo un attimo e le corse dietro, ma fu fermato per pagare i gelati, si frugò in tasca e non aveva spiccioli, così dovette aspettare che gli facessero il resto al pezzo da venti che aveva dato al cassiere, poi finalmente corse fuori. Dette una rapida occhiata alla piazza ma di Chastity nessuna traccia. Prese a correre verso la fermata della metropolitana, una volta arrivato all'imboccatura face gli scalini a due a due. Corse come un forsennato giù per la scala mobile, spintonando e dribblando le persone che se ne stavano tranquillamente ferme lasciandosi portare giù. Qualcuno protestò dandogli del maleducato, ma lui non se ne curò, doveva arrivare alla fermata il prima possibile. Quando finalmente ci arrivò, lei non c'era più. Rimase fermo con le mani poggiate sulle ginocchia e il fiatone, dire che era confuso era davvero un eufemismo.

Aspettò un’ora e così, quando fu certo che lei fosse a casa, la chiamò. Le rispose sua madre che lo pregò gentilmente di non richiamare perché sua figlia non aveva intenzione di parlare con lui.

Rimase molto male, riagganciò lentamente la cornetta uscì dalla cabina e andò verso Burton Street.

Una volta arrivato a casa si distese sul letto incrociando le mani dietro la testa e si mise immobile a fissare il soffitto. Fece un sorriso che assomigliava molto ad una smorfia e convenne che ultimamente aveva iniziato un nuovo tipo sport: la maratona d'osservazione muri.

Sospirava, era depresso.

Tutto andava storto, quella vita non accennava a finire, la sua vera vita gli sembrava ormai un ricordo sbiadito, si sentiva abbandonato, ma soprattutto la reazione di Chastity lo aveva colpito più duramente del previsto. Era chiaro che ce l'avesse con lui e che non volesse sentirlo, ma perché proprio non lo capiva. Capiva molto bene invece che lui non era tanto disposto a perdere la sua amicizia, era il suo punto fermo, la sua ancora di salvezza, senza di lei si sentiva come un  naufrago nel bel mezzo di una tempesta. La sua sincerità, la sua spontaneità e i suoi sorrisi erano le cose più belle di quegli ultimi tre mesi infernali.

Ad un tratto s'impose di darsi una scrollata.

La stava veramente facendo troppo tragica, si stava comportando come se non avesse avuto alcuna possibilità di poter recuperare il suo rapporto con Chastity, stava davvero cadendo nel patetico. Avrebbe lasciato passare un paio di giorni e l'avrebbe richiamata, le avrebbe riparlato e tutto sarebbe tornato  a posto.

Erano amici, e si sa, a volte gli amici discutono, non si capiscono, ma poi basta      berci su una bella birra insieme e tutto si risolve.        

Questione di tempo, pensò, il tempo aggiusta tutto, continuò a dirsi e piano piano le palpebre gli si fecero pesanti, gli occhi gli si chiusero e cadde in un sonno profondo.

Vinto dallo stress e dalla stanchezza si era addormentato sull'onda del suo solito ottimismo che gli aveva preso il sopravvento.

L'unica cosa certa di quella serata confusionaria era una sola: Orlando non aveva capito proprio niente!

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Orlando Bloom / Vai alla pagina dell'autore: Moon