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Autore: JayTheMmonster    21/07/2012    0 recensioni
17 'racconti' non collegati fra loro che parlano di diversi ragazzi e delle loro storie.
Genere: Commedia, Fluff, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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03. Government Hooker

I can be good
(If you just wanna be bad)
I can be cool
(If you just wanna be mad)
I can be anything
I'll be your everything
Just touch me baby
(I don't wanna be sad)

As long as I'm your hooker
(Back up and turn around)
As long as I'm your hooker!
(Put your hands on the ground!)
As long as I'm your hooker
(Back up and turn around)
As long as I'm your hooker!
(Get down!)

Hoo-ooker
(Yeah, You're my hooker)
Hoo-ooker
(Government Hooker)
Hoo-ooker
(Yeah, You're my hooker)
Hoo-ooker
(Government Hooker)

I'm gonna drink my tears tonight
I'm gonna drink my tears and cry
Cuz I know you love me baby
I know you love me baby

I could be girl
(Unless you want to be man)
I could be sex
(Unless you want to hold hands)
I could be anything
I could be everything
( i could i could )
I could be mom
(Unless you want to be dad)
(hello papito)

As long as I'm your hooker
(Back up and turn around)
As long as I'm your hooker!
(Put your hands on the ground!)

As long as I'm you're hooker
(Back up and turn around)
As long as I'm your hooker!
(Get down!)

Hoo-ooker
(Yeah, You're my hooker)
Hoo-ooker
(Government Hooker)
Hoo-ooker
(Yeah, You're my hooker)
Hoo-ooker
(Government Hooker)

Put your hands on me
John F. Kennedy
I'll make you squeal baby
As long as you pay me (AW)

I'm gonna drink my tears tonight
I'm gonna drink my tears and cry
Cause I know you love me baby
I know you love me baby!

Hoo-ooker
(Yeah, You're my hooker)
Hoo-ooker
(Government Hooker)
Hoo-ooker
(Yeah, You're my hooker)
Hoo-ooker
(Government Hooker)

I could be girl
(Unless you want to be man)
I could be sex
(Unless you want to hold hands)
I could be anything
I could be everything
I could be mom
(Unless you want to be dad)

I wanna fuck government hooker

(Back up and turn around)

Stop shitin me government hooker
(Put your hands on the ground!)
I wanna fuck government hooker
(Back up and turn around)
Stop shitn me government hooker
(Get down!)



-Mary-
Questo posto è squallido, mi fa schifo. E' disgustoso.
Tutte queste ragazze... Così... Ah, mi fa schifo il modo in cui si mettono in vendita, mi fa schifo vederle ballare completamente nude per ragazzini arrapati, vecchi bavosi, e mafiosi pieni di soldi. Mi fa schifo.
Quest'odore è nauseante, alcool, fumo e sudore.
Devo uscire di qui, o vomiterò.
"Hey, ragazza, dove credi di andare?" mi prende per un braccio, cercando di bloccarmi.
"Lasciami andare, non sono di tua proprietà come... Quelle." nella mia voce c'è freddezza e disgusto.  Proprio quello che volevo.
Mi libero dalla presa, e scappo, correndo verso una delle porte antincendio del night club.

Perché ci sono andata? Perché?
Quel posto mi faceva schifo prima, e mi fa schifo ora.
Trovo ripugnante che degli uomini con soldi ovunque paghino delle ragazze per avere favori sessuali, o solo per guardarle.
Trovo ripugnante che degli uomini facciano roba simile e basta, che abbiano o meno i soldi.
E trovo ripugnante che delle ragazze si prestino a fare ciò, per cento dollari o meno.

Corro verso casa mia, apro la porta e la richiudo in mezzo secondo, poi accendo la luce, e mi accascio a terra, con la schiena appoggiata al muro.
"E' stato lo spettacolo più disgustoso che abbia mai visto." esprimo i miei pensieri ad alta voce, sapendo che c'è solo un dolce gatto nero che può sentirmi.
"Hey, ciao John, vieni qui." gli dico, con voce dolce.
Il felino dagli occhi azzurri mi si posa in grembo, ed inizio ad accarezzarlo.
"Vieni, tesoro, ti porto a letto." e mi dirigo verso un'ampia camera da letto arredata modernamente.
"Ah, devo dire che è stato proprio un affare questo appartamento." devo smetterla di parlare da sola. O al gatto.
Mi addormento, con John fra le mie braccia, voglio solo dimenticare quello che ho visto.

"Aaaah, John, John, piantala, ahahahahah." il gatto color della notte mi sta leccando la faccia, normalmente lo fanno i cani. Strano gatto.
"Hai fame, eh?" mi alzo dal letto e lo porto in cucina, riempiendogli una ciotola di cibo per gatti.
Mi giro ad ammirare il muro principale del salotto. C'è una tv da 40 pollici, attaccata al muro, al centro di un mobile pieno di cd e dvd, la maggior parte riguardano Gaga, ho l'intera discografia.
La parete che le sta a fianco è ricoperta interamente di poster, Gaga, Nicki, Britney, Christina e tante altre, e al centro spicca un calendario del 2012, il calendario di Born This Way.
Mi fermo un minuto in adorazione, pensando quanto tempo abbia impiegato a mettere insieme quel capolavoro.

Controllo il telefono, la segreteria mi comunica che ho ben 10 messaggi.
"Cazzo." impreco.
"Hey, piccola, che fine hai fatto? Non rispondi né a casa né al telefono, ti prego, ho bisogno di parlarti." tutti i messaggi sono più o meno così.
E' lui.
Dio, mi vergogno solo a pensare al ruolo che ho nella sua vita, e non provo più tanto disgusto per le ragazze del night club di ieri notte.
Digito il numero sul tastierino del cordless, mi risponde una voce maschile, seducente, e non poco.
"Hey, aspettavo che mi richiamassi." dice l'uomo dall'altra parte, con un tono che ho già sentito.
"Hey, scusami, ho avuto... Dei problemi. Avevi bisogno?" lo so già che aveva bisogno, pongo la domanda solo per arrivare al dunque senza giri di parole.
"Stasera sei libera?" ecco, come immaginavo.
"Si, solito posto, solita ora?"
"Si, a stasera piccola." e riaggancia.

Passo la giornata ad ascoltare tutti i cd di Gaga, arrivo a Born This Way, e, quando inizia la terza traccia, Government Hooker, non posso fare altro che pensare alla mia situazione.
Mi viene da piangere, perché mi faccio schifo da sola, ma non posso biasimarmi, quello che provo per lui è qualcosa che non provo per nessun altro, è qualcosa di vero e reale.
Le lacrime mi scendono fino in gola, e bruciano.
Termina la canzone e cerco di placare i miei singhiozzi, finisce l'intero album e passo ai successivi, finché non arrivano le nove e mezza e devo prepararmi per uscire.
Vado in camera, apro l'armadio, scelgo un tubino rosso, mi lego i lunghi capelli castani in uno chignon tenuto insieme da una treccia e mi infilo un paio di décolleté rosse laccate, prendo una pochet dorata e ci infilo dentro un accendino, delle sigarette Diana Rosse, le chiavi di casa e quelle dell'auto.
Vado in bagno e mi trucco con del mascara marcato e del rossetto rosso acceso, come il vestito e le scarpe.
Non mi metto il fondotinta, ho la fortuna di avere una pelle quasi perfetta.
Esco di fretta e caccio il rossetto e il mascara nella pochet. E' incredibile, ci sta tutto.

Scendo le scale e corro in auto, una Mustang del 1978, rossa.
Il rosso è il mio colore preferito, e cerco sempre di farlo notare.
Cerco di non correre troppo in strada, dopotutto c'è tempo, l'appuntamento è alle dieci e venti, e sono solo le nove e cinquanta.
Arrivo vicino alla destinazione, e decido che posso prendermi una piccola pausa dalla guida, mancano ancora cinque minuti.
Scendo dall'auto e fumo una sigaretta, per calmarmi, mi risistemo il trucco velocemente e riprendo a guidare.
Arrivo al luogo prestabilito alle dieci e ventotto, dopotutto, una donna può permettersi di arrivare in ritardo.

"Ciao, ti aspettavo." è nell'ombra, sotto un albero.
Quando esce alla luce della luna vedo che è vestito con un completo bianco, dev'essere di Cavalli, ha i folti capelli neri tirati indietro con l'aiuto della brillantina.
E' tremendamente sexy e attraente, pur avendo una decina di anni in più di me, sembra che ne abbia solo tre in più, come se fosse un ventiseienne con una maturità e un fascino adulto come nessun altro.
"Lo so, ora sono qui." gli sorrido timidamente.
"Entriamo?" mi fa cenno, a braccia aperte, di dirigermi verso l'enorme villa.
"Certo." e mi incammino verso di lui, che mi tende il braccio. Io mi ci attacco con eleganza, ed entriamo.

L'ingresso è ampio e ben ammobiliato, porta ad una sala enorme, con un camino di marmo e tre divani ricoperti di velluto rosso, al centro c'è un tappeto persiano enorme su cui è posizionato un tavolino da caffé.
"Siediti, mon amour." adoro quando mi chiama così. Adoro quando parla in francese.
E' nato e viveva in Francia, prima di traferirsi a Beverly Hills, ha dei tratti europei molto calcati, e un accento dannatamente sexy.
"Cosa vuoi?" gli chiedo, non sono fredda o sbrigativa, voglio saperlo veramente.
"Hey, hey, con calma piccola, non voglio qualcosa, voglio te." mi fa arrossire, e lo nota.
Mi si avvicina all'orecchio fino a sfiorarlo con le labbra "Adoro quando arrosisci così, sei così..." e fa un verso con la bocca, qualcosa come 'Mmmh'.
Non riesco più a frenarmi, e lo spingo verso l'altro lato del divano.
"Hey!" dice lui, divertito.
"Hey." sussurro io, stendendomi su di lui e iniziando a baciarlo.

"Woh, woh, con calma piccola, non vuoi andare su?" mi chiede, con quel sorrisetto malizioso.
So cosa significa andare su, king bed con coperte di seta nera, vino rosso e rose.
"Oh" dico con un tono quasi infantile, pensierosa. "La seta è fantastica, ma anche il velluto non scherza... Mmmh, vada per la seta."
Inizia ad alzarsi, allaccia le mie gambe intorno alla sua vita, io mi aggrappo al suo collo, e saliamo le scale baciandoci.
"Mmmmh, seta..." dico, mentre lui mi fa distendere lentamente sulle coperte.
"Dovrebbero chiamarti Eros, sai?" gli dico, in un attimo in cui il mio cervello pensa solo a lui.
"Puoi farlo se vuoi." mi dice, sfoggiando di nuovo quel sorriso ammaliante.
"Preferisco chiamarti Luc."
"Oh, ridillo, mi fai impazzire quando lo dici." risponde lui, e so cosa sta per succedere.

Lo tiro verso di me dal bavero della camicia, e inizio a sbottonargli quel capolavoro azzurro di Cavalli.
"E la giacca?" mi chiede, guardandomi con quegli occhi così simili ai lapislazzuli.
"La giacca è sexy" mi mordo un labbro.
"Sarà difficile togliere la camicia se indosso ancora la giacca, sai, piccola?" cedo, e gli apro quella tre bottoni bianca.
Vedo che la camicia è veramente attillata, e gli fascia il corpo, la cosa lo rende ancora più sexy, prendo la giacca e la lancio verso una sedia, sulla quale atterra.
Lui è in piedi, più o meno, ha le gambe divaricate al bordo del letto, e in mezzo alle sue ci sono le mie.
Lo guardo, di nuovo, me lo sto mangiando con gli occhi, e lui, dal modo in cui mi guarda, è più affamato che mai.
"L'attesa ti fa bene, eh?" lo provoco.
"Mmmh, e fa bene anche a te, mon chéri."
Torno a volgere la mia attenzione alla camicia, e finisco di sbottonargliela.
"Il resto è nei pantaloni, piccola." ammicca.
Non posso resistere.
Gli allento la cintura e tiro fuori la camicia dai pantaloni e gliela tolgo di dosso, lasciando i pettorali e gli addominali scoperti.
Inizia ad ansimare, si toglie i mocassini e io mi tolgo le mie décolleté lanciandole.

"Oh, sei fantastica." mi sussurra piegandosi un po' verso di me.
"Tu non sei da meno." gli dico in risposta.
Inizio ad aprirgli la cerniera dei pantaloni e lui mi prende su, quasi in un abbraccio, tirandomi giù la lampo del tubino.
Torno giù e gli sfilo completamente i pantaloni, lasciandolo in mutande, e lui mi sfila il tubino.
Ora siamo l'uno davanti all'altra, con addosso, entrambi, solo delle mutande, nel mio caso non coprono neanche più di tanto.
Poi lui mi salta addosso, spingendomi sul letto, e me le toglie, io strappo le sue, e restiamo nudi, lui su di me.
Nel momento più importante, inizia a risuonarmi in testa Government Hooker, il testo e la musica, ma io non mi fermo.
Conficco le unghie smaltate nella sua schiena, e lui mugola di piacere.

"Mary, ti amo, je t'aime"
Questa frase mi rimbomba in testa mentre io non dico niente, ma penso solo al sesso, e a lui.
E penso a come mi senta sporca, perché io provo per lui qualcosa che non ho provato mai, ma lui è un uomo sposato, e io non posso.
No, lui non può, non io.
Dopo circa un'ora, ci ritroviamo distrutti, distesi sulla schiena sulle coperte di seta.
"E' stato fantastico."
E' l'ultima cosa che dice, poi inizia a rivestirsi, e io lo fisso mentre si alza. Fisso il suo corpo perfetto come un'ebete, i suoi muscoli, la sua schiena dove sono rimasti i segni del mio smalto.

"Alla prossima."
Fu l'ultima cosa che dissi quella sera, poi rimontai sulla mia Mustang e guidai verso casa.
Per strada, non so come, non ho idea di come successe, incontrai lei.
Incontrai Gaga.

Mi fermai con l'auto, scesi in fretta e le dissi solo "Non ci credo".
Poi scoppiai in lacrime.
Le raccontai della mia vita, le dissi che ero una little monster, mi feci autografare un cd che tenevo in macchina: The Fame Monster.
Mi confortò, mi disse "Hey, hey, non devi piangere, dimmi, tesoro, dimmi, cosa succede?"
Scoppiai in lacrime di nuovo, le raccontai di quella sera, della relazione che avevo con il grande magnate dell'industria, Luc Gavesson, del fatto che fosse sposato e di tutto, insomma.
"Government Hooker" mi disse lei.
"Marilyn e John Kennedy. Sono morti entrambi, ma non per motivi che riguardassero il loro rapporto. Non devi pensare al punto in comune nella loro storia, la morte precoce, devi pensare al resto della canzone. A Marilyn, a quanto soffrisse per colpa di quella relazione. Pensa a lei e decidi, vuoi continuare così con lui? Oppure vuoi che lasci la sua famiglia per te? O, magari, troncare tutto? Devi decidere tu, è una scelta tua, ne va della tua felicità."
Mi prese il mento fra pollice e indice, mi asciugò le lacrime con l'altra mano, mi tirò su la testa, e mi baciò sulla fronte.
"Gaga! Gaga!" iniziai a sentire in lontananza. Paparazzi.
"Paparazzi" disse lei ad alta voce.
"I'm your biggest fan, I'll follow you until you love me." le risposi cantando.
Mi sorrise, e scappò via.
   
 
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