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Autore: ashley_    22/07/2012    1 recensioni
Ero innamorata anche della pioggia che ormai non mi infastidiva neanche più. Ero innamorata di tutto lì, sembrava di essere in una fiaba.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre odiato il suono della mia sveglia, ma quella mattina era diverso, quella mattina era quasi orecchiabile, non mi infastidiva affatto. Dovevo alzarmi, ero in Inghilterra.
Dormivamo nella camera matrimoniale e il letto era così soffice che facevi fatica ad alzarti. L’entusiasmo, però, superava di gran lunga la stanchezza, così pian piano mi sedetti su di un lato del letto. Mi guardai in torno, caspita, era vero. Ero davvero lì.
Bea era già in cucina, stava preparando la colazione, me ne accorsi dall’odore di caffè che inondò la casa. Avevamo pensato, per prima cosa, di portare in valigia una piccola scorta di caffè per la mattina. Certe abitudini non si abbandonano, neanche in viaggio. Mi decisi a togliermi definitivamente le coperte dalle gambe, e dei brividi attraversarono tutto il mio corpo. Era giugno, ma sembrava fosse novembre. Mi incamminai verso la cucina e per il corridoio notai che c’era una foto alla parete, era mia nonna. Dio, com’era giovane e bella. Le somigliavo, un po’.
“Buongiorno, alla buon ora!” disse ironicamente Bea.
“Buongiorno, ma non iniziare a parlare con il tono di mia madre” risposi, sarcastica. Ridemmo entrambe. Bevemmo il nostro caffè con molta calma e chiacchierammo un po’ , erano solo le nove del mattino e noi eravamo in vacanza. “Ti immagini se li incontri, Tay?” mi stava prendendo in giro. “Senti Bea, non iniziare a farmi fare film inutili, Londra è enorme e loro non sono liberi come lo siamo noi, è impossibile incontrarli, perciò evita di ricordarmelo!” Forse ero stata esagerata, ma toccare quell’argomento mi infastidiva seriamente. Ero nella loro stessa città, ma avevo lo 0,01% di probabilità di incontrarli e anche se poteva sembrar stupido, mi faceva star male. Sarebbe stato sicuramente meglio se fossero stati in tour, almeno mi sarei messa con l’anima davvero in pace, ma avevo letto da qualche parte che erano tornati a Londra per rilassarsi un po’. “Okay, stai tranquilla. Era solo per dire. Non è mica impossibile.” Rispose lei. Rimasi in silenzio, ma il mio viso parlò da solo.
Rientrammo in stanza per prendere le nostre cose, ci dividemmo nei due bagni e ci lavammo velocemente. Indossai un jeans, una t-shirt e una felpa. Presi una borsa e ci infilai dentro: l’ i-pod, la reflex, il cellulare il portafogli, tante altre cose inutili e le chiavi della mia nuova casa. Eravamo entrambe pronte. Ma non avevamo pensato ad una cosa: dove cavolo stavamo andando? Avevo il numero del taxi del giorno precedente, quello che c’aveva portate dall’aeroporto fin lì, lo estrassi dalla borsa, presi il cellulare e chiamai.
Aspettammo quasi mezz’ora prima che arrivasse a prenderci. Gli dissi semplicemente di portarci in centro, non sapevo dove altro poter andare. 
  
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