Pov Bella
«Merda, merda, merda, MERDA!».
Mmmh, forse raccontare tutto agli altri – soprattutto ad Emmett – non era stata
una buona idea.
Mi abbassai di scatto, facendo appena in tempo a schivare l’armadio che mi era stato
lanciato. Volò sopra la mia testa, infrangendo la grande vetrata e cadendo nel
giardino, a metri di distanza.
No, non era stata per nulla una buona
idea.
«Emmett, caro, cerca di ragionare. È tutto okay», intervenne la madre.
«No che non è tutto okay, maledizione! Quel porco, quel bastardo schifoso di Royce…».
Rosalie si avvicinò a lui con le mani alzate, come a mostrare di essere
innocua. «Tesoro, non mi importa più nulla di quello che ha fatto Royce. Qui si parla del piccolo», mormorò, accarezzandosi
con dolcezza la pancia piatta.
Faceva una stranissima impressione vedere Rosalie così. Non avevo mai realmente
pensato a lei come una vera madre.
Però, adesso che sapevo, vederla così materna mi sembrava una cosa
normalissima. Era come se Rosalie fosse nata per essere una madre.
Emmett, comunque, era di un opinione diversa. «Ma Rosalie, come puoi amarlo?! Come puoi voler bene al figlio
di un…».
«Emmett, Emmett. Ssh». Lo abbracciò. «Lui non ha colpa. Lui sarebbe tuo figlio, non quello di Royce. Lo sai anche te».
Le scoccò un’occhiata arcigna, riflettendo sulle parole della moglie.
Biascicando delle scuse, infine, si dileguò dalla stanza.
«E incredibilmente si arriva alla seconda distruzione totale del salotto in un
giorno solo. Alla terza un peluche in omaggio!», scimmiottò sarcasticamente
Jasper, buttando fuori tutta la tensione accumulata negli istanti prima.
Osservai stancamente il resto della famiglia – esclusa Rosalie, che era sparita
di nuovo e Carlisle, che aveva abbassato lo sguardo rispettoso nei confronti
del mio stato d’animo – avvicinarsi a me, in cerca di notizie in più.
«Non so nient’altro, lo giuro», mormorai, turbata. «Ed ora come ora, tormentare
Rose mi sembra la cosa peggiore da fare. Diamole tempo, a lei ed a Emmett. Ne
hanno bisogno».
Il tempo passava, i giorni volavano e né Emmett né Rosalie si facevano vedere
più di tanto. Non li avevo mai visti insieme, si rivolgevano semplicemente
alcune occhiate incuriosite. Si vedeva chiaramente, tuttavia, la desolazione
nei loro volti. Erano confusi, si notava, ma nessuno dei due sembrava voler
abbandonare la propria posizione. Io, dal mio canto, non sapevo a chi dare
ragione.
Un giorno, mentre Edward ed io leggevamo un libro alla piccola Renesmee, lui
ebbe una strana reazione.
«Basta», mormorò, interrompendo a metà una frase.
«Edward?», lo chiamai, stringendo il corpicino addormentato di mia figlia.
Sotto i miei occhi incuriositi, Edward si alzò dalla poltrona del nostro
salottino e infilò un cappotto pesante.
«Torno subito, lo giuro. Non seguirmi, ho bisogno di scambiare due chiacchere».
«E con chi?», mormorai, ma si era già fiondato fuori dalla porta. Lo osservai
rabbrividire sotto la neve e correre verso casa Cullen, chiedendomi cosa mai
avesse in mente.
Pov Emmett
Toc toc.
«Chi è?», mugolai, benché sapessi già chi c’era dietro la porta.
«Il lupo mangia frutta».
Divertente, pensai, sperando che
Edward non avesse uno dei suoi lampi di genialità vampiresca proprio in quel
momento.
Lasciai che entrasse nella stanza senza commentare lo stato in cui l’avevo
ridotta: vestiti stracciati ovunque, mobili a gambe all’aria, fogli
stropicciati per terra. Si sedette semplicemente al mio fianco, sul pavimento,
rimanendo in silenzio per un po’.
«Anch’io la pensavo allo stesso modo», disse dopo un po’.
«Cosa?».
Edward sospirò. «Renesmee. Tu eri dalla parte di Bella, ricordi? Eppure,
adesso…».
Lo fissai di sottecchi, fulminandolo con uno sguardo. «Tu non sei uno
stupratore, Edward. Non sei un bastardo come lo era Royce,
è per questo che ero dalla parte di Bella, tu…».
«Io sono un mostro peggiore, Emmett. Ho ucciso dozzine di persone innocenti,
eppure…». Ignorò la smorfia di disapprovazione che mi era apparsa sul viso a
sentire la parola “innocenti”, continuando il suo discorso. «Eppure – e anche
tu ne sei testimone – Renesmee è la bambina più pura, dolce e innocua che
esista al mondo».
«Ma…».
«Niente ma, Emmett. Non vedi? Renesmee è come lei. Come Bella. È perfetta, è
deliziosamente dolce. Fa’ come vuoi, credi quello che vuoi credere: anche se io
fossi la meravigliosa persona di cui ti parli, è proprio ciò che ti voglio
dimostrare. Ciò che i bambini sono è ciò che i genitori gli danno. E prima o
poi ci arriverai anche tu: io lo so già, e so già che farai la scelta giusta.
Che sarai un ottimo padre, e che tu e Rosalie, da perfetta coppia che siete,
avrete un figlio meraviglioso. Me lo sento, Emmett. Me lo sento».
Ero commosso. Ascoltai le sue parole prendendo lentamente la certezza di ciò
che aveva detto e di ciò che avevo fatto, arrabbiandomi sempre di più con me
stesso.
Rosalie… Rosalie ha un cuore enorme,
realizzai, in collera. E io non l’ho mai
notato. Non avevo mai capito ciò che davvero intendeva, se solo fossi stato più
attento… se solo…
«Grazie», mormorai, e lo abbracciai forte.
Angolo Autrice
Oddio, sono pessima. Non
aggiorno da tantissimo e l’unica cosa che riesco a partorire è un capitolo
scritto malissimo, corto e vuoto. Non potete capire quanto mi rincresce.
Però, eccoci qua. Emmett ha finalmente preso una scelta, e questo lo potete capire
anche voi. La domanda è: lascerà che Rosalie divenga umana per avere il piccino
ma rimarrà vampiro, o si farà trasformare anche lui?
Uhm, vi lascio rimuginare sopra ciò :)
Intanto, volevo farvi vedere questa fanart
meravigliosa che ho trovato in giro.
Non è meravigliosa? Quando l’ho vista ho pensato “Okay, l’hanno fatta per me”.
Fatemi pensare se il capitolo vi è piaciuto, eh :)
A presto – si spera -,
WaryJMS
[Qui l'immagine: http://oi46.tinypic.com/28i5dnl.jpg]