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Autore: Hischocolateeyes    22/07/2012    7 recensioni
Ok, non sono per niente brava con le introduzioni, quindi... spero di non fare un colossale fiasco xD. Evelyn, è la protagonista di questa storia. Una ragazza come me e voi, che vive nel 2012, ha i suoi problemi, la sua vita e una colossale ammirazione per Titanic, anzi, un'ossessione per quel film. Questa è lei, con i suoi momenti no, i suoi pianti e le sue gioie. Questa è lei, italiana fino al midollo. Questa è lei che sogna. Questa è lei, che ama. Questa è lei che, a sedici anni suonati, piange ancora per Titanic. Questa è lei, capelli lisci come spaghetti e di un castano chiarissimo, che diventa biondo durante l'estate. Questa è lei, con i suoi occhi nocciola. Questa è lei, nelle sue molteplici imperfezioni. Questa è lei, e credo di aver detto tutto.Oh, dimenticavo: è innamorata di Jack Dawson.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Dawson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'It was only just a dream'
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Capitolo 2: Non sai che fumare fa male?
 
Sorridi. Per la prima volta dopo tanto tempo sorridi. Davvero. Non sono come tutti i sorrisi che hai fatto negli ultimi mesi: falsi, vuoti, per mascherare un dolore che ormai fa parte di te. Questi sono veri, sono voluti e sono sinceri. Hai scoperto che Jack è u burlone, e ama fare scherzi, oltre che disegnare. Americano, è arrivato in Europa cercando fortuna, visto che là i suoi disegni non hanno avuto molto successo. Qui, a quello che dice non sta andando meglio, ma il biglietto del Titanic lo ha vinto con una mano fortunata a poker. Tutte cose che sai già, ma sentirle dire da lui ti emoziona, ti rende vogliosa di sentire qualche altra cosa, qualcosa di nuovo, qualcosa che solo tu puoi conoscere.  Quando ti chiede se hai qualche hobby tu non sai cosa dire: suono il pianoforte? Banale. Tutte le donne suonano il pianoforte. O, almeno, quelle ricche. Gioco a basket? Per essere vero è così, però sai quanto sarebbe strano? Una donna che fa uno sport  dove si corre, si suda e che non è per niente simile alla danza. Anzi, tu detesti la danza. Dal profondo del cuore proprio. Non la puoi vedere. Forse perché ti ricorda tutto quello che non sei: non sei bassa, sei 1 metro e 71 centimetri, ma ti sei sempre vista come una stangona. Oltre al fatto che sei grassa. Cioè, per quanto 60 kg possano essere definiti “taglia di una giovane balenottera”. Ma questo non cambia le cose: hai troppo seno, sei troppo alta e troppo robusta per poter danzare anche se da piccola ti sarebbe piaciuto e ci hai provato. Hai fatto sei mesi, dopo di che hai appeso al muro il body e detto: “Mai più!”
-Non lo so… ehm… uncinetto?-
-Uncinetto?-
Jack ti guarda, cercando di non riderti in faccia. Come ti è venuto in mente? Tu non sai nemmeno come è fatto l’uncinetto. Ma lui non deve per forza saperlo. Ostenti un’espressione spavalda che non ti appartiene, mentre menti. Devi convincere te, prima di lui, se vuoi avere una chance per farla franca.
-Si, uncinetto. Problemi? Hai qualcosa contro l’uncinetto?-
-No, no per carità!- Alza le mani, ridacchiando della tua improvvisa aggressività –Solo… tu non mi sembri il tipo da uncinetto.- Si accende una sigaretta, mettendola in bocca. Nonostante non ti piaccia per niente l’odore del fumo, sei grata che almeno abbia smesso di parlare di uncinetto e di hobby in generale.  Arricci il naso e, inconsapevolmente, fai un passo indietro. Jack se ne accorge e, vedendo che hai girato la testa per evitare il più possibile il fumo, ti chiede:
-Non ti piace il fumo?-
-No.-
-Perché?-
-Perché… perché di no.- Non puoi di certo dirgli che due dei tuoi nonni sono morti a causa di tumori provocati dal fumo, e che nel futuro quel coso, che tanto sembra bello, si rivelerà portatore di tumori, malattie e altre tante care cose.
-Come, perché di no? Non ha senso. Non è una risposta logica.-
-Oh, ma io non sono logica- Non puoi fare a meno di sorridere –Anzi, sono tutta pazza. È solo che.. fumare fa male. Non dirmi che non lo sapevi.-
Lo vedi guardati aggrottando le sopracciglia biondo scuro: non lo sa.
-Fumare crea dipendenza, oltre che portare malattie. Se vuoi te lo dimostro.-
Ti avvicini, prendendogli la sigaretta dalle labbra, sorridendo dolce, prima di avvicinarti alla ringhiera e buttare l’oggetto malefico oltre la balaustra, nell’oceano illuminato dal sole del primo pomeriggio. Appoggi i gomiti alla sbarra, osservando con un ghigno Jack che guarda l’oceano spaesato, come se aspettasse la risalita della sigaretta. Il ghigno pian piano si trasforma in un sorriso sempre più ampio, che fai fatica a trattenere, e poi, appena lo vedi voltarsi verso di te, gli occhi sgranati e le labbra appena aperte e l’espressione di chi ha appena visto un fantasma sul volto ti fanno scoppiare a ridere, tanto che cadi sul ponte, tenendoti la pancia. La sua espressione si trasforma in sdegno:
-Oh, ma guarda te, le signorine d’oggi.- In risposta alzi lo sguardo, trattenendo un secondo le risate. Poi vedi la sua faccia e ricominci, con le lacrime agli occhi. Anche lui si lascia scappare un sorriso, che poi si ingigantisce, quando si china su di te e inizia a farti il solletico. Lì, sul ponte del Titanic, sotto lo sguardo degli altri passeggeri di terza classe che quando vi vedono passano avanti sorridendo leggermente, come se foste una coppia di innamorati. Tu ridi e ti dimeni, tentando di sfuggire alla sua stretta ferrea e alle sue mani che si muovono sui tuoi fianchi e sulla tua pancia non perfetta e questo, che ti era sempre sembrato un problema, adesso passa in secondo piano e non ci pensi. Non pensi al fatto che la maglietta si è sollevata lasciando scoperto un pezzo di pelle, non pensi al fatto che Jack ti è praticamente sdraiato sopra, che siete in una posizione alquanto imbarazzante e non ti rendi conto che ormai sei più rossa in faccia di un pomodoro, un po’ per le risate e un po’ perché i suoi occhi, così brillanti, cristallini e divertiti, ti hanno ipnotizzata e vederlo lì, che ride con te, mentre tu tenti di bloccarlo, ti fa sorridere come una scema, ti imbarazza e ti rende felice, tutto al tempo stesso. Non ti sei mai sentita così, neanche con Francesco, e questo ti spiazza. Ti lascia interdetta, ma adesso non hai tempo per pensare e, comunque, se anche l’avessi, Jack non te lo lascia. Piano il pomeriggio scema, fino a che giunge l’ora di cena e tu e Jack andate a mangiare nella sua cabina, dove lui ti presenta i suoi tre compagni di stanza: due russi* e Fabrizio, con cui non hai ancora avuto il piacere di parlare.
-Quindi… tu ti chiami Evelyn, giusto? Nome strano per un’italiana.-
Sorridi nervosamente a Fabrizio, che intavola una conversazione mentre mangiate un panino.
-Beh, sì… insomma… io sono, ecco… sono nata in Italia, ma i miei genitori hanno origini inglesi, quindi…-
- Oh, così si spiega. Inoltre, io sono italiano, quindi… ehm… cioè… ecco perché mi chiamo Fabrizio.-
-Si, l’avevo intuito.-
Non hai capito molto della sua frase, abbastanza sconclusionata, ma visto che sei riuscita a rispondere, questo non ti preoccupa. Tommy, che vi ha raggiunti, non ha ancora parlato, se non per salutarti e presentarti. È naturale, per te, cercare di introdurlo nella conversazione.
-E tu, Tommy, da dove vieni?-
-Dall’Irlanda, miss Bianchi.-
-Ti prego, chiamami Evelyn o Eve.-
-Ok, Eve.-
-No, no, no. Eve è il mio soprannome,io l’ho inventato, solo io lo posso usare.- Ed ecco che Jack riesce a rovinare il primo tentativo di conversazione tra te e Tommy!
-Jack!- Lo rimproveri, perché non può essere geloso di un soprannome. È impensabile, e abbastanza inquietante. In tutta risposta, lui si avvicina e ti circonda le spalle con un braccio, facendoti appoggiare la testa contro il suo petto.
-Tu sei tutta mia, vero Evelyn?- sussurra, con una voce seducente che ti fa arrossire. Fabrizio e Tommy (i due russi se ne sono andati quando hanno capito che non li avreste ascoltati) guardano Jack scuotendo la testa e il primo gli dà una pacca sulla spalla:
-Andiamo, Jack. Smetti di guardarla come se fosse un dolce alla crema!-
-Oh, beh, se lei fosse un dolce io vorrei assaggiare la crema!- Sorride malandrino, mentre esprimi il tuo disappunto con un sacco di pugni sul petto e un’esclamazione del suo nome, non sapevi che fossero così maniaci nel 1912. Ovviamente, stai cambiando emozioni ogni tre secondi e il tuo volto prova a stare al passo con i tuoi sentimenti. Prima sei arrabbiata, dopo imbarazzata e infine un sacco di altre cose. Poi vedi le sue labbra incurvarsi in un sorriso, alla vista della tue espressioni, i suoi occhi luccicare divertiti e poi iniziare a sghignazzare, contento dello scherzo.
Subito, Tommy e Fabrizio iniziano a ridere anche loro, sinceramente divertiti. Tu biascichi un –Non è divertente, ragazzi!- nemmeno troppo convinto perché due secondi dopo ti stai rotolando anche tu dalle risate. Il biondo saluta i due amici, tu fai lo stesso e un secondo dopo ti ritrovi di nuovo per i corridoi del Titanic, per arrivare all’aria aperta.
Quella sera tu e Jack la passate insieme, sulla poppa della nave. Avete concluso che dormirai con lui, visto che non hai una tua stanza. Veramente, potreste sempre chiedere al signor Andrews se vi è un lenzuolo o qualcosa in più che Jack può usare per non dormire sul pavimento –perché sì, si era offerto di farlo- ma tu ti sei opposta, non vuoi che lui passi le sue ultime notti su un pavimento di legno, perché ancora non sai quanto può durare questo sogno e nemmeno se lui si ricorderà di te, dopo. Non sai niente, ma preghi in silenzio che lui lo faccia, vorresti essere nei suoi ricordi, vorresti, come Rose, essere l’unica per la quale sacrificherebbe la sua vita, anche se tutto questo -Jack e la sua dolcezza e il tuo amore- fa parte solo di un sogno. È la cosa che più desideri e, magari, si avvererà anche questa. Chi lo sa… tu no di certo, Evelyn.
Ignori questi pensieri, continuando a discorrere della nave, della sua bellezza e maestosità, e quasi non senti il rumore frenetico di un paio di tacchi sul legno. Quando te ne accorgi, trascini Jack, all’ombra, in modo da confondersi il più possibile con la notte, perché una Rose Dewitt Bukater, sconvolta, vi è appena passata davanti e si è avvicinata alla ringhiera del Titanic.

Angolo autrice:
allora.. spero vi piaccia, anche se ci ho messo mesi per aggiornare.
tra l'America, l'Inghilterra e la fine della scuola,oltre parecchi altri problemi con gente che pensa che dieci anni di amicizia non siano niente, non ho avuto tempo per aggiornare. Spero mi perdoniate per aver fatto passare due mesi, direi, dall'ultimo capitolo.
Voglio ovviamente ringraziare chi ha recensito, sia questa che l'altra fic ("La tristezza di Evelyn", si sto facendo pubblicità, e allora?). Spero continuate a seguirla, anche se non vi posso promettere aggiornamenti costanti.
bacioni,
Marty
  
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