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Autore: Camilla L    22/07/2012    5 recensioni
Mentre non avevo la connessione ad internet non ho perso tempo, nel frattempo ho scritto un po' di cose e tra le altre m'è uscita anche questa: è il seguito di “Io non ho che me stesso e viceversa” e “ Jasper Joshua Cullen” e come quelle FA PARTE DELLA SERIE "IL GIOVANE JASPER"
Qui conosceremo meglio, oltre a Jasper e Rosalie quasi sedicenni, anche alcuni dei personaggi che gravitano intorno a loro...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlisle Cullen, Esme Cullen, Jasper Hale, Rosalie Hale | Coppie: Bella/Jasper, Carlisle/Esme
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il giovane Jasper'
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Madre e figlia

 

Pov Esme

 

Come ogni Sabato sera, da quando non c'è scuola, i miei figli hanno il permesso di stare fuori un po di più e, al contrario di Jasper che è già tornato da tempo e in perfetto orario, sua sorella ha un ritardo di ormai più di mezz'ora. Sembra che le piaccia farmi stare in pensiero quando suo padre è al lavoro o forse è convinta che, dato che non le ho mai detto niente dei suoi ritardi, che non me ne sia mai accorta. All'inizio erano solo pochi minuti, ma ora sta davvero esagerando e se pensa che anche stavolta la passerà liscia si sta sbagliando di grosso. Quando c'è anche Carlisle in casa riesce addirittura ad essere in anticipo, forse io non le faccio così “paura” come suo padre ed è convinta di poter fare ciò che vuole, solo perchè è lui quello che di solito li rimprovera e io quella che li vizia, come dice sempre mio marito. Stasera mia figlia, però, ha davvero superato il limite e saprà cosa vuol dire farmi arrabbiare. Tra l'altro oltre a non essere ancora tornata a casa il suo cellulare non è raggiungibile e questo mi fa stare ancora di più in pena.

Dopo quasi un'ora dall'ora prevista per il suo rientro sento che apre lentamente la porta del garage. Io mi metto in cucina con la luce spenta in modo di coglierla di sorpresa e che sia convinta di averla scampata anche questa volta. Quando è quasi arrivata in cima alle scale accendo di colpo la luce e lei si blocca tra uno scalino e l'altro.

-Rosalie Lilian Cullen...vieni qui...subito!-dico parecchio arrabbiata, ma cercando di non urlare troppo per non svegliare Jasper e tutto il vicinato.

-Ops!-dice solo lei, voltandosi lentamente per scendere.

-Già! Ops!-commento.

-Scusa mamma io...-tenta di dire.

-Scusa mamma niente! Prima delle scuse voglio sapere se almeno ti sei divertita perchè non credo che tu uscirai molto presto!-le comunico.

-Si, ma...-la blocco ancora.

-Ed ora spiegami che gusto ci trovi a prendermi in giro!-le chiedo ancora.

-Ma io non ti sto prendendo in giro!-afferma confusa.

-Ah no? E allora come mai quando c'è anche tuo padre sei più puntuale di un orologio svizzero e quando ci sono solo io sei convinta di fare ciò che vuoi? Oppure credi che non sappia leggere l'ora?-le chiedo.

-Non lo faccio apposta è un caso che io sia sempre in ritardo quando ci sei solo tu!-si giustifica.

-Comunque sia per un po' non lo farai più perchè sei in punizione per tre settimane e consegnami anche il cellulare che, a quanto pare, non ti serve a molto visto che rintracciarti è sempre impossibile!-le comunico.

-Ma...la settimana prossima c'è il ballo!-dice mentre, quasi sconvolta, mi consegna il telefono.

-Mi dispiace, ma dovevi pensarci prima!-dico fredda.

-Ti prego mamma, farò tutto ciò che vorrai! Starò in casa anche tutto il resto dell'estate se vorrai, ma fammi andare al ballo...ti prego!-mi supplica.

-La punizione la decido io non tu, altrimenti a cosa servirebbe e ora fila a dormire che è già tardissimo!-dico ancora parecchio arrabbiata.

-Ma abbiamo anche già preso il vestito!-insiste, aggrappandosi a qualsiasi cosa mi potrebbe far cambiare idea.

-Non mi interessa, troverai sicuramente un'altra occasione in cui indossarlo e smettila di insistere!-le dico bruscamente.

-Come vuoi!-dice, quasi con cattiveria e girandosi per salire in camera sua.

-E vedi di dormire che domattina ti devi alzare presto per darmi una mano in giardino!-aggiungo.

Non mi risponde, ma mentre sale sento che sta iniziando a piangere. So che ci tiene molto a questo ballo e forse ho un po' esagerato con la punizione, ma non è giusto che non segua mai una delle poche che suo padre ed io le abbiamo dato. Carlisle ed io abbiamo deciso di dare fiducia ai nostri figli, visto che sono parecchio maturi per la loro età e, abbiamo deciso di non imporre loro troppe regole visto, tra l'altro, che da bambini ne avranno dovute seguire anche fin troppe. Però su quelle poche non transigiamo e pretendiamo che le seguano sempre.

Quando salgo anch'io al piano di sopra noto che Rosalie è nella sua stanza e, per una sera, ha deciso di non dormire nel secondo letto della stanza di Jasper; è davvero difficile farli dormire separati, credo che sapere che l'altro è nel letto accanto li faccia sentire più protetti e dormire anche più serenamente. E' quasi impossibile avere una vita normale quando si è avuto un'infanzia difficile come la loro e noi stiamo facendo di tutto perchè siano due adolescenti come tutti gli altri in tutto e per tutto. Essere un adolescente come le altre, però, comporta anche andare al ballo e questo non sarebbe stato il primo ballo solo per lei, ma anche per me come sua madre! Spinta da questo pensiero decido di andare a parlare con mia figlia, ora che la rabbia sembra essersi un po' placata.

-Rose, posso?-le chiedo, entrando nella sua stanza.

Entro anche se non ho ricevuto nessuna risposta da parte sua poi, decido di sedermi al suo fianco mentre è distesa sul letto con il viso affondato nel cuscino dove versa fiumi di lacrime.

-Rosalie, ti va di parlare un po' di quello che è appena successo?-le chiedo, cercando di accarezzarle i capelli prima che si alzi e si giri di scatto.

-No! E non mi sembra neanche di averti detto che potessi entrare!-mi dice in malo modo.

-Bene! Ero venuta per fare un compromesso con te, ma se la cosa non ti interessa me ne vado subito!-controbatto severamente, uscendo immediatamente dalla sua stanza.

Forse avrei dovuto aspettarmela una reazione del genere: quale ragazzo vuole parlare con la propria madre subito dopo che gli ha impedito di fare la cosa a cui più teneva al mondo? Probabilmente in questo momento mi sta anche odiando e trovo strano che non me l'abbia fatto presente, non so quante volte l'ho detto io mia madre quando ero una ragazzina e mi proibiva di fare qualcosa che volevo intensamente.

Decido di andarmene a dormire, il giardino domattina non aspetta solo Rosalie, ma anche me.

Dopo circa un'ora che mi giro e mi rigiro nel letto, sento la porta della mia stanza aprirsi lentamente.

-Mamma!-mi chiama sottovoce mia figlia.

-Mamma stai dormendo?-mi chiede subito dopo.

Decido di non risponderle subito, per ripagarla della sua stessa moneta e dopo che ha tentato di chiamarmi un altro paio la sento che sta per lasciare la stanza.

-Rosalie!-la chiamo, mentre sta aprendo la porta.

-Si!-risponde senza girarsi.

-Hai capito cosa si prova a voler parlare con qualcuno che non ti degna neanche di una risposta?-le chiedo.

Vedo che mi fa segno di si col capo, ma ancora rivolta verso la porta.

-Rose, vieni qui! Di cosa mi volevi parlare?-le chiedo, invitandola a sedersi sul letto con me.

Inaspettatamente si volta e corre ad abbracciarmi piangendo.

-Scusa mamma scusa!!! Farò tutto quello che vorrai, ma non odiarmi! Ti scongiuro!-mi supplica tra un singhiozzo e l'altro.

-Ma io non ti odio affatto! Sono solo arrabbiata, alle mamme succede!-le spiego, cercando di calmarla. Nonostante l'arrabbiatura, vederla così mi fa una tenerezza immensa.

-Io non voglio neanche farti arrabbiare, non mi piace! Ho aspettato così tanto per avere una mamma e ora sto rovinando tutto!-mi dice, stringendo coi pugni la maglia del mio pigiama.

-Ma tesoro, non hai rovinato un bel niente! Certo, avrei preferito che tu rispettassi le regole, ma è una cosa normale per una sedicenne fare arrabbiare i propri genitori. Con questo non voglio dire che dovrai farlo spesso, ma sono cose che succedono. Sapessi quante volte faccio arrabbiare, ancora adesso, tua nonna.-dico ancora.

-Ma io...-inizia a dire.

-Ascoltami Rose, quello che è successo stasera tra di noi non è piaciuto a nessuna di noi due, ma questo non cambia il nostro rapporto nemmeno di una virgola, io ti voglio bene esattamente come prima! Io sono la tua mamma e tu sarai sempre la mia bambolina anche quando avrai cinquant'anni e io sarò una vecchia decrepita e, anche ad allora, ti vorrò lo stesso bene che ti voglio ora, anche se litigheremo un giorno si e l'altro pure. So che per te tutto questo può sembrare quasi irreale perchè eri abituata ad essere rimandata in istituto ogni volta che non ti comportavi bene con la tua famiglia affidataria, ma ora non funziona più così. Quello che hai fatto è sbagliato e non mi è piaciuto nemmeno il modo in cui mi hai parlato quando sono venuta in camera tua, ma questo non è un motivo per non volerti più il bene che ti voglio. E poi ho aspettato così tanto per avere i miei cuccioli che non li riporterò di certo indietro perchè hanno scarsa affinità con la puntualità!-le dico, terminando con sorriso e tenendo il suo viso tra le mani in modo che mi guardi negli occhi.

-Ti voglio bene anch'io!-mi dice sussurrando e ancora con le lacrime agli occhi.

-Ora posso spiegarti quella cosa che ti volevo dire prima quando sono venuta nella tua stanza?-le chiedo.

-Ok!-risponde solo.

-Io avrei pensato di darti il permesso di andare al ballo...-dico, prima che mi interrompa.

-Grazie!-dice con un immenso sorriso.

-Aspetta non ho finito! Potrai andare al ballo si, ma solo a quello! Niente parrucchiere o estetista nel pomeriggio e niente feste pre o post ballo! Emmett ti verrà a prendere qui a casa e ti ci riporterà all'orario che tuo padre ed io stabiliremo. Ti può andare come compromesso?-le chiedo.

-Va benissimo!!!-mi dice felicissima.

-Se nemmeno questa volta rispetterai il coprifuoco la tua punizione andrà avanti a tempo indeterminato, finchè lo riterremo necessario.-le dico seria.

-Va bene!-dice solo.

-Però sei isonerata dai lavori di giardinaggio di domattina! S'è fatto troppo tardi per alzarci presto a potare e vangare!-dico, stavolta sorridendo.

-Per fortuna!-commenta.

-Ma solo per domani, non prenderla per un abitudine!-le dico, prima di abbracciarla ancora.

-Ora vado a dormire! Buona notte mamma!-mi dice, mentre siamo ancora strette.

-Non ti va di restare qui con me?-le chiedo, quasi stupendola.

-Certo che mi va!-mi risponde, coricandosi nel lato del letto che di solito occupa suo padre.

Devo ammettere che, a parte la rabbia che provavo fino a qualche minuto fa, il rapporto tra me e mia figlia ha davvero qualcosa di speciale. Quando ero ragazzina e litigavo con mia madre o mi puniva, dopo non ci parlavo per giorni, Rosalie ed io invece stiamo per addormentarci abbracciate. Sia lei che Jasper non sono abituati a venire accettati anche per i loro “difetti”, sono cresciuti con la convinzione che se avessero sbagliato qualcosa o non fossero stati perfetti nessuna famiglia non li avrebbe mai voluti e spero di riuscire a fargli capire presto che non è più così, qui vengono amati anche per le loro piccole imperfezioni che li rendono unici...che li rendono i miei meravigliosi figli!

 

 

 

 

 

Anche questo capitolo, come quello che ho postato qualche ora fa di “Tre vite, un solo destino” non è stato betato, perciò chiudete un occhio (o anche tutti e due qualche volta!!!) davanti alle imperfezioni che sicuramente avrete letto!!!

Baci e spero a presto!!!!

Notte Camilla

   
 
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