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Autore: Elbeth    22/07/2012    1 recensioni
Mi sono sempre chiesta chi era Sirius Black e come mai un personaggio così affascinante come lui, non avesse mai avuto nessuna al suo fianco.
Ho liberato la fantasia e questo è il risultato!
Hogwarts, ultimo anno dei Malandrini, nuovi personaggi, nuovi avversari e l'atmosfera cupa dell'inarrestabile ascesa del Signore Oscuro...
Vi giuro solennemente di non avere buone intenzioni!
***
Dal capitolo XVII:
....
Nessuna anteprima.
Stavolta potete solo leggerlo...
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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A chi ha aspettato pazientemente!
Lo so che ho postato in tremendo ritardo...
Grazie!


 

Buon Natale...


Lizzie sfilò i guanti, mentre si accingeva a seguire il padre dentro la lussuosa villa, che era la loro casa. Il viaggio si era svolto nel completo silenzio, anche perché il signor Delaroche era stato immerso nella lettura dei suoi importantissimi documenti.

Come sempre! pensò.

Dulcy era già corsa per le scale a salutare Delly, la loro tata.

Si guardò intorno ansiosa, non riabbracciava Andrè da tre mesi ormai e non aveva ricevuto alcuna lettera da lui, per cui non vedeva l’ora di poterlo incontrare.

Il padre si accorse del suo sguardo insistente all’indirizzo dell’enorme scala d’ingresso.

«Non sperare di vederlo, mia cara… Andrè è fuori per lavoro. Rientrerà tra qualche giorno.»

Non riuscì a nascondere la delusione, nonostante si fosse ripromessa di non mostrarla al padre.

«Ma puoi salutare tua madre, se vuoi. E’ nella sua stanza.»

Madame Delaroche continuava a stare poco bene. Il rientro in Inghilterra non le aveva giovato. Erano cambiate tante cose e la donna, già fragile di suo, sembrava essere crollata improvvisamente.

Lizzie acconsentì con un cenno del capo, facendo un sorriso stentato all’indirizzo del padre. Non erano mai andati d’accordo, ma da quando avevano lasciato la Francia e la posizione del padre era diventata palese a tutti, i loro rapporti si erano pericolosamente incrinati. Erano lontani i tempi in cui credeva il padre un eroe senza macchia e senza paura: la realtà dei fatti si era mostrata in tutta la sua crudezza e per Lizzie era stato un duro colpo. E quando a farne le spese era stato Andrè, il mondo le era crollato addosso. Sua madre non si era più ripresa, mentre lei…

Ho dovuto farlo per forza…

C’era ancora Dulcy e se avesse potuto evitarle quella sofferenza, l’avrebbe fatto!

Sospirò e si avviò verso l’enorme scala, dopo aver lasciato il cappotto al maggiordomo.


 

«Mademoiselle?»

«Si, Charles.»

«C’è una visita per lei e per sua sorella.»

Dulcy la guardò con occhi sorpresi. Entrambe si stavano chiedendo chi potesse essere.

«Il signor Sirius Black, Mademoiselle.»

«Grazie, Charles. Non preparare in salotto, faremo un giro nel giardino d’inverno.»

«Come desidera, Mademoiselle.»

Lizzie sorrise a Dulcy, dopo che il maggiordomo era uscito. Si alzò, si lisciò la gonna e porse la mano a sua sorella.

«Andiamo Dulcy? Il tuo cavaliere ci aspetta!»

«Si, Lizzie. Anche se penso che ormai sia più il tuo cavaliere…»

Lizzie la guardò sorpresa, mentre la sorellina ridacchiava soddisfatta. Qualcosa non le tornava…


 

Fu così che le apparvero. Felici e sorridenti.

Sirius si era sentito gelare il sangue nel mettere piede a casa Delaroche. L’aura di grigiore e la pesantezza del luogo lo avevano investito come un pugno in pieno viso. Era peggio che a casa sua! E questo lo faceva sentire a disagio. Non amava quella sensazione. James non lo aveva accompagnato, questa volta. Avevano concordato che fosse meglio così. D’altronde il padre di Lizzie aveva invitato solo lui e preferivano non mettere in difficoltà la ragazza. Ancora una volta Sirius si fermò a pensare quanto profondamente fossero cambiati i suoi sentimenti su Elisabeth Delaroche. Ancora stentava a crederlo! 

«Ciao Sirius!» la voce melodiosa di lei, lo fece immediatamente sorridere.

«Sirius!!!!» e l’entusiasmo di Dulcy che gli buttò le braccia al collo, sfuggendo al controllo della sorella, lo fece scoppiare a ridere.

«Piano, piano piccola! Così mi soffochi!!!»

«Su, Dulcy… in fondo non lo vedi solo da una settimana!»

«Gelosa, Delaroche?» Elisabeth sorrise alla battuta di Sirius e scosse il capo, abbassando lo sguardo. 

Touché, Delaroche! ma evitò di esternarlo.

«Andiamo in giardino, ti va?» cambiò discorso lei.

«Certo…» continuò a tenere in braccio Dulcy e seguì Lizzie verso la veranda che dava sul giardino d’inverno. La serra era calda ed accogliente, capiva perché Lizzie preferisse quel luogo al resto della casa. Non era soffocante come il resto della villa e lì sembrava pulsare la vita, mentre nel resto della casa…

Aleggia la morte! si sorprese a pensare.

Una volta accomodati al tavolo del giardino, Lizzie fece portare il tè, mentre Dulcinea si allontanò presa dalla voliera delle farfalle, le sue preferite. Erano soli. Provò un leggero imbarazzo ad essere lì. Cosa poteva dirle per giustificare la sua visita?

Dopo un breve silenzio, interrotto dal suono del tè che Elisabeth gli aveva versato nella tazza, prese il coraggio a due mani e le parlò.

«Volevo vedere come stavi...»

Elisabeth arrossì visibilmente, tenendo lo sguardo basso. Sorrise. Lei non si aspettava che fosse così diretto.

«… E dato che mi sono già scusato con te ormai troppe volte sono qui a farti una promessa, Delaroche.»

Il tono serio fece alzare gli occhi stupiti della ragazza su di lui. E toccò a lui arrossire.

«Ma se mi guardi così, il poco di coraggio che ho, svanisce come neve al sole, piccola serpe!»

Si passò nervosamente una mano tra i folti capelli, imbarazzato, abbassando gli occhi a terra.

«Non avrei mai creduto di vedere Sirius Black senza parole!» mormorò lei in tono basso.

Era così dimessa, che quasi non le sembrava lei.

Che anche per lei le cose siano cambiate?

Questo gli diede coraggio. Si posizionò meglio sulla sedia e si sporse verso di lei.

«Non avrei mai immaginato di dirlo, Delaroche. Ma… mi piaci e continuerai a piacermi.»

A quel punto la ragazza, arrossì più che visibilmente.

«In che senso?» era sconcertata. Glielo leggeva in faccia. 

Si innervosì ancora di più.

Possibile che non abbia ancora capito?

«Delaroche di solito sei intelligente…»

 



Sbagliava o Sirius era decisamente imbarazzato?

Lo guardava sempre più stupita. Era già sorpresa di vederlo lì, sorseggiare educatamente il tè a casa sua, a casa di un Mangiamorte! Lui! Ma sentirlo così terribilmente a disagio: non le era mai capitato. E alla fine la sua affermazione, l’aveva definitivamente spiazzata.

Non capiva nulla in questo momento.

«Si, di solito si, ma tu Sirius, hai l’abilità di farmi sentire un’idiota!»

Lo sentì sospirare vistosamente e muoversi come se stesse sui carboni ardenti.

«Facciamo una passeggiata, ti va?»

Ed il grifondoro si alzò senza aspettare risposta.

Elisabeth, suo malgrado lo seguì, non senza aver gettato un’occhiata a Dulcy, che non vista dal ragazzo, le fece l’occhiolino e la salutò rientrando in casa. Lizzie era sempre più confusa. Non basta Black! Ci si mette pure Dulcy ad essere strana!?!

Il ragazzo si muoveva con la sua andatura felpata ed elegante. Doveva ammettere che capiva, perché tante ragazze ad Hogwarts lo trovassero così affascinante. E toccò a lei sospirare.

«Allora, Elisabeth…»

Lui si fermò e si voltò verso di lei, aveva scelto un luogo appartato e lontano da sguardi indiscreti.

«Cosa devo fare per farti capire che sono innamorato di te?»

Una vampata di fuoco le salì alle gote! Tutto si sarebbe immaginato meno che quello!!!


 

«Innanzitutto dovresti chiedere il permesso a me!»

Una voce profonda e decisa li sorprese entrambi. Sussultò e si girò di scatto, esterrefatto quanto lei, verso colui che aveva parlato.

Perché è così turbata?

Non era stata la sua improvvisa dichiarazione a turbarla, ma l’arrivo del ragazzo. Ne era certo!

Era un ragazzo della loro età che non aveva mai visto… I capelli erano bianchi, quasi innaturali, e lo sguardo azzurro era di ghiaccio. Eppure, aveva un fascino particolare, magnetico.

«Prego?» il tono di Sirius era contrariato e sorpreso.

L’altergia del ragazzo, così simile a quella di Elisabeth, ma velata di maggior superbia, lo fece reagire come sempre!

«Dicevo che dovresti chiedermi il permesso prima di rivolgerti a lei così, in mia presenza.»

Ma chi diavolo è questo?

«Andrè… Ti prego» anche il tono supplicante di lei lo colpì, non l’aveva mai sentito! «Sirius non sa neanche chi tu sia…»

«Ah si? Beh, ti conosce proprio bene per uno che dice di essere innamorato di te!» il commento sarcastico lo colpì in pieno petto.

Conosceva così poco di lei, aveva ragione Andrè, chiunque lui fosse!

«Andrè!» questa volta Elisabeth fu più decisa nell’interromperlo.

«E soprattutto perché IO non so chi sia COSTUI?»

Il tono del ragazzo aveva cambiato decisamente registro: era deluso e ferito, mentre lo indicava con disprezzo. E con sua somma sorpresa, Elisabeth abbassò lo sguardo, ferita a sua volta, come se le avessero dato una coltellata in pieno petto. Era la prima volta che la vedeva soffrire così... 

La collera iniziò a montare dentro di lui. E lo fece scattare, ancora una volta.

Sono un idiota! 

La gelosia lo stava accecando!

Ma cosa mi ero messo in testa?

Remus, James, anche Dulcy! Andassero tutti al diavolo: loro ed i loro bei discorsi!

Perché diavolo aveva dato loro retta? Non si era mai sentito così fuori posto, neanche a casa sua!

Strinse i pugni, se il ragazzo fiatava ancora, non avrebbe retto più.

«Perché non c’è niente che tu debba sapere Andrè! NIENTE!»

Le parole di Elisabeth gli piombarono addosso come una doccia fredda. Era la prima volta che la sentiva così furiosa. Lei sempre così compita e controllata. Poi, la sua mente iniziò a collegare ciò che aveva appena detto… E alla fine realizzò.

Indietreggiò ed impallidì, come colpito da uno schiantesimo.

Al diavolo!

Girò i tacchi e senza dire una parola, senza neanche un cenno di saluto, se ne andò.

 


«Sirius, no!»

Andrè le bloccò il braccio e le impedì di corrergli dietro. Sirius non si voltò neanche, continuando ad allontanarsi da lei con passo fiero.

«Andrè, ora basta!»

La voce di Elisabeth era disperata, mentre cercava di divincolarsi dalla sua presa.

«E’ così importante per te? Più importante di me?»

Il tono ferito del ragazzo ebbe il potere di immobilizzarla all’istante.

«Sei sempre il solito, Andrè…»

Lui lentamente la lasciò andare e le sorrise. 

«Ma è per questo che non puoi fare a meno di me…»

E lei non potè fare a meno di sorridergli e di abbracciarlo, con gli occhi pieni di lacrime.

«Perché diavolo sei sparito? Mi sei mancato così tanto…»


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Note il lettori presenti, passati e futuri

Orbene! So di essere in tremendo ritardo, ma a mia discopla vi dico solo che temevo di aver perso sia questo capitolo che il successivo (quindi per il prossimo non dovrete aspettare troppo!) :D

E' stato e sarà un periodo denso, sotto tutti i punti di vista! 
Ma anche se a rilento, vi prometto che finirò quello che ho iniziato: non amo lasciare le cose a metà!

Ringrazio tutti per la pazienza e ringrazio chi in questi mesi ha aggiunto la mia storia tra le preferite/ricordate/lette.
E' anche per voi che non mollo il progetto...

Sirius o Andrè?
A voi la scelta! :)

Baci

El

  
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