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Autore: JayTheMmonster    23/07/2012    2 recensioni
Sebastian prova qualcosa per Kurt, il quale però, non ha occhi che per Blaine...
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Un po' tutti, Will Schuester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sebastian iniziò ad avvicinarsi a Kurt, che tentava di allontanarsi lentamente, per non far infuriare il ragazzo che aveva di fronte.
"Non devi essere spaventato Kurt, non voglio farti del male, voglio renderti felice, Blaine non può farlo." pronunciò la frase con una voce che doveva essere suadente, ma che non lo era per niente, era ripugnante.
"Non è la tua scuola, non è il tuo Glee, non hai il diritto di essere qui. Vattene." Kurt cercava di mantenere la calma, e ci riuscì, finì la frase e gli venne un groppo in gola però. 
Che fine avevano fatto tutti? E' vero che la canzone l'aveva cantata con una base, ma normalmente c'era sempre qualcuno. Perché adesso l'aula era così vuota? 
Riusciva a sentire Sebastian ovunque, la sua presenza. Lo percepiva, e non solo perché lo stesse guardando dritto negli occhi ammiccanti, che avevano un che di folle.
"Oggi ti sei svegliato male, tesoro?" sentendo quell'ultima parola, a Kurt montò la rabbia dentro. 
"Non devi permetterti di chiamarmi così, è chiaro?!" urlò.
Sperò che qualcuno lo avesse sentito in corridoio, ma niente, nessuno era nelle vicinanze.

"Perché mi tratti così? Non capisci quello che provo per te? Io ti voglio, ti desidero." gli disse Sebastian.
"Devi essere mio, tu mi appartieni, io ti appartengo. Noi siamo fatti per stare insieme, non lo capisci Kurt? Non lo capisci?" era fermo, aveva smesso di avvicinarsi.
Kurt provò qualcosa di simile al sollievo vedendo che si era bloccato. Ma partì subito all'attacco.
"Io non sono proprio di nessuno! Se c'è qualcuno che, se così si può dire, mi possiede, beh, quello è Blaine, ma io non sono una sua proprietà, io non sono proprietà di nessuno, tanto meno di qualcuno come te!" quell'ultima parole era carica di disgusto, disprezzo, odio, ribrezzo e molti altri sentimenti negativi. 
Sebastian se ne accorse, e iniziò a camminare verso Kurt.
"Cosa, cosa vuoi fare?" urlò lui. 
"Voglio farti capire quanto io ti voglia Kurt!" era la prima volta che alzava la voce, delle lacrime iniziavano ad accumularsi nei suoi occhi lucidi.
"No! Vattene, vattene!"
Kurt cercò di scappare, ma era inutile, non era con le spalle al muro, però dietro di lui c'erano le varie sedie su cui sedevano i membri del club di canto coreografato. 
Non poteva scappare.
La disperazione si dipinse sul suo volto, mentre lui arretrava e l'usignolo avanzava verso di lui, con le lacrime che gli rigavano il viso.
"Non capisci? Non capisci Kurt?" lo urlava molto forte, era disperato. Il soprano si chiese come facessero a non sentire nulla.
'Aula insonorizzata.' pensò di colpo. Diamine. Era un'aula di musica, era ovvio che intorno si dovesse sentire il meno possibile, altrimenti le lezioni sarebbero state disturbate dalle loro voci.
Certo. Perché al Glee avevano delle voci orribili, no? Musica schifosa, per gli altri studenti del McKinley.

'Non è il momento di pensare a certe cose.' pensò Kurt.
"Tu sarai mio." e mentre lo diceva, Sebastian strinse il polso dell'altro ragazzo nella sua mano talmente forte che Kurt non sentì più il sangue affluirgli alla mano, e urlò.
"Mi fai male, lasciami! Lasciami!" urlò più volte, ma nessuno.
"Non urlare, non urlare, non voglio farti male!" ripeteva lui.
"Beh, notiziona: lo stai facendo!" gli urlò contro Kurt con la voce spezzata dai singhiozzi, che non erano solo per il dolore che provava al polso destro.
Sebastian allentò un po' la presa, e iniziò ad avvicinare la propria testa a quella di colui che aveva di fronte.
Si avvicinò così tanto che le sue labbra sfiorarono le orecchie di Kurt.
"Giuro, non ti farò mai del male, io ti amo." gli sussurrò all'orecchio Sebastian
"NO!" urlò in risposta il soprano, con una voce acutissima, non era spaventato, solo arrabbiato.
"No! Lasciami, lasciami!" continuò, e iniziò a dimenarsi, così Smythe fu costretto a immobilizzargli anche l'altro braccio.
"Fermati, ti farai del male da solo." la sua voce era tornata tranquilla.
"No! Tu stai facendo del male a me! Se è vero quello che hai detto, e provi veramente certe cose per me, beh, ti informo che questo non è il miglior modo per dimostrarlo!" Hummel continuava ad urlare.
Sebastian iniziò ad avvicinare le labbra a quelle di Kurt, un po' per farlo zittire, un po' perché voleva baciarlo veramente.
"No! No!"
Proprio in quel momento si aprì la porta.

"Cosa sta succedendo qui?" Kurt sospirò sentendo il suono di quella voce. Era il signor Schuester. Grazie a Dio.
"Tu... Cosa ci fai qui? E cosa diavolo...?" continuò.
"Professor Schuester! La prego, me lo levi di dosso! La prego!" urlò subito Hummel.
"Tu, tu sei Sebastian Smythe, vero? Non sei di questo Glee Club, e neanche di questa scuola, devo pregarti di andartene."
"E cosa le fa credere che l'ascolterò?" rispose girandosi Sebastian, teneva ancora un polso di Kurt stretto nella sua morsa.
Il signor Schuester andò avanti come se non l'avesse sentito. 
"E, se posso permettermi, tu non sei neanche il ragazzo di Kurt. Devo pregarti, di nuovo, di uscire da quest'aula, e da questa scuola, e non tornarci, a meno che tu non venga invitato." la sua voce era ferma, ma era spaventato per Kurt.
"Mmmh, sa cosa? Non credo che seguirò il suo consiglio."
"Esci subito da qui." era un tono che l'insegnante di spagnolo non aveva usato molte volte nella sua vita. Era freddo e duro, e aveva scandito ogni parola come se ci fosse stato un punto subito dopo ogni termine.
"Vattene, se tornerai, e se ti comporterai ancora così, dovrò chiamare la tua scuola, i tuoi genitori e, forse, la polizia. Esci di qui!" aveva urlato. Lui stesso rimase stupito dal tono che aveva assunto e dal fatto che avesse alzato la voce, capitava veramente poco spesso che lo facesse, di solito era un uomo tranquillo e controllato, ma vedere quel ragazzo che stava facendo quello che stava facendo a Kurt, un suo allievo.

"Esci, vattene, non voglio mai più rivederti!" gli urlò contro Kurt.
Smythe uscì dall'aula, e successivamente dalla scuola.
Schuester corse incontro a Kurt.
"Kurt, Kurt, stai bene? Tutto bene? Che cosa è successo? Kurt!" Kurt gli si attaccò addosso, lo abbraccio e si mise a piangere sulla spalla del suo professore.
Era strano, certo, non provava nulla per quell'uomo, ma stare così era estremamente confortante dopo ciò che era appena successo. 
"Signor... Signor Schuester..." cercò di dire tra un singhiozzo e l'altro. 
"Tranquillo Kurt, raccontami tutto." disse il professore, che era leggermente spiazzato da ciò che era successo. E anche dal fatto di avere un suo alunno abbracciato a lui.
Kurt colse il disagio e si staccò. 
"Signor Schuester, quel, quel ragazzo, è Sebastian Smythe, quello che ha preso il posto di Blaine negli usignoli, e, da poco, ho scoperto di interessargli, solo che, come lei sa, io vivo solo per Blaine, lui è l'unico per me, ma Sebastian ha insistito, e..." scoppiò di nuovo a piangere.
"Tranquillo, tranquillo. Chiamo Blaine."
"No! No, la prego, non deve saperlo, la scongiuro, non dica a nessuno ciò che ha visto e ciò che ha fatto oggi, la prego!" lo implorò Kurt.
"Non ne capisco il motivo, ma ok, resterà tra me e te. Ora va' a casa, dai." disse con tono gentile.

Kurt uscì dalla scuola e andò verso la sua macchina, con il terrore di incontrare di nuovo Sebastian, ma lui non c'era, fortunatamente.
Chiamò Blaine, e gli disse che aveva avuto dei problemi e che non poteva andare con lui al centro commerciale, come avevano deciso di fare.
Salì in macchina, chiuse la portiera e si appoggiò con i pugni al volante.
Poi scoppiò di nuovo a piangere.
Decise che per tirarsi su aveva bisogno di musica. Di buona musica.
Aprì il portaoggetti sotto il cruscotto e scrutò la sua piccola collezione di cd che teneva in macchina, ovviamente erano tutti dischi dei quali possedeva già delle copie identiche a casa, non poteva permettersi che i suoi cd si rovinassero, così ne teneva alcuni di qualità inferiore in macchina.
Li osservò attentamente tutti, la colonna sonora di West Side Story, quella di Wicked, del Mago di Oz, Barbra Streisand, Liza Minelli, Diana Ross e moltissimi altri.
Optò per Wicked, inserì il disco nel lettore e accese la macchina.
La mise in moto e guidò trattenendo le lacrime fino a casa.
Varcò la porta di casa e trovò suo padre ad aspettarlo in cucina.

"Papà, devo parlarti." disse, con la voce più calma che riuscisse a trovare.
"Si, dimmi Kurt. Dimmi pure." disse Burt tranquillo, anche se preoccupato dal tono di voce del figlio.
Gli raccontò tutto quello che era successo, quel giorno e prima. 
Di come il signor Schuester lo aveva protetto, di come si era comportato Smythe, di quello che aveva provato, di quello che aveva passato, di quello che aveva visto.
"Devi promettermi che se chiamerà qualcuno che si chiama Sebastian Smythe riattaccherai, che se la stessa persona si presenterà alla porta, tu non l'aprirai neanche. Promettilo."
"Lo prometto. Niente e nessuno deve fare del male a mio figlio, non lo permetterò. Lo prometto."
Kurt iniziò a salire le scale per arrivare in camera. "Ah, papà?"
"Si, dimmi." rispose il padre.
"Puoi farmi un favore?"
"Tutto quello che vuoi. Non tutto. Quello che posso insomma."
Kurt riuscì anche ad accennare un sorriso vedendo quanto fosse impacciato suo padre.
"Non lasciarmi solo, ho paura di stare da solo in questo momento. Ti prego, non lasciarmi."
"Giuro su me stesso, su questa casa e sulla mia officina che non ti lascierò, se vorrai, dormirò in camera tua, sulla poltrona." diceva sul serio.
"Non ce n'è bisogno, basta che sappia che tu ci sia. Grazie di tutto papà." e con quest'ultima frase, salì in camera sua.
   
 
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