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Autore: Ce_    23/07/2012    5 recensioni
Sequel di “Ricomincio da Te’’
Questa è la storia della nuova generazione, la storia di un Hogwarts diversa da come ce la ricordiamo, un mondo magico diverso da quello che conosciamo.
Una storia che non si ripete: la storia di una generazione che vive al di fuori della guerra, ma non della sofferenza....una sofferenza diversa, forse più giuista, forse più ''normale'', ma non per questo meno forte.
Quindi, preparatevi ad andare incontro ai pregiudizi, al peso che un cognome, inevitabilmente, si porta dietro, ai fantasmi del passato che tornano, prepotenti, alla paura di non essere all'altezza, di non essere abbastanza bravi.....all'adolescenza.
Ma non ci sarà solo questo.. troverete anche felicità, speranza, amore, gioia di vivere, rivalsa e una grande forza per andare avanti, nonostante tutto e tutti.
Questa è la storia della nuova generazione, ma anche della vecchia, una storia piena di speranza che difficilmente scompare, perchè tutti noi non finiamo mai di sperare.
Spero di avervi incuriosito,
Ce_
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Louis Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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 Every rose has its thorn

Grazie a AleJackson che mi ha aiutato a sviluppare l'idea per la storia di Albus in questo capitolo.
 

''We both lie silently still
In the death of the night
Although we both lie close together
We feel miles apart inside''
Every rose has its thorn, Poison
 

 
Il suono stridulo della sveglia interruppe il suo sonno, si girò dall'altra parte, ignorandola bellamente. Un momento, ma quello non era il suono della sua sveglia, aprì gli occhi frastornato, vide una figura addormentata accanto a lui, ma non riusciva a distinguerla al buio.
Chi diavolo era che metteva la sveglia di domenica mattina?
Poi cominciò a ricordare cosa aveva combinato la sera: era sabato e lui e Scorpius erano andati ad Hogsmeade, ricordò che appena tornati in sala comune dalla cena si erano scolati una bottiglia di Whisky Incendiario, come tutti i sabati da quando erano tornati, gli si era avvicinata Romilda Nott con aria seducente e lui, confuso com'era, aveva accettato tutto quello che lei gli proponeva, e ora, steso sul letto della ragazza, doveva accettare le conseguenze delle sue azioni, oh, certo, che cavolo andava a pensare?  Si parlava di Romilda Nott, con lei non c'erano mai consequenze, si trattava sempre e solo di una notte, al massimo due.
 Romilda Nott era la nave crociera di tutti Serpeverde, ogni essere di sesso maschile era passato almeno una volta nel suo letto e, ovviamente , l'aveva fatto anche Albus, piú di una volta, era quella da una botta e via e Potter non capiva come riuscisse ancora a sopportare quella situazione, le faceva pena e lui, a volte, si sentiva uno schifo ad approfittarsi di lei, ma la sensazione che gli dava era piacevole, ti dava sesso senza ricevere nulla, nessun impegno, tutto quello che un uomo può desiderare, no?
No, Albus continuava a sentirsi uno schifo, mentre tornava nel suo dormitorio, lasciando la ragazza profondamente addormentata, non si sentì nemmeno appagato come succedeva quasi sempre, il sesso non l'aveva accontentato, era come quando mangi il tuo cibo preferito e tutto ad un tratto ti accorgi che non ti piace poi così tanto, ultimamente gli capitava con tutte le ragazze con cui andava a letto, anche l'estate gli era capitato, il problema non era Romilda Nott.
Il problema o era lui o era tutta la popolazione femminile del mondo.
In un certo senso, lui sperava che fosse il secondo.
<< Notte di fuoco con la Nott? >> gli chiese Scorpius con il suo solito ghigno strafottente, appena entrò nel suo dormitorio, erano soli, probabilmente gli altri compagni erano già usciti a godersi la giornata libera
<< Sta zitto! >> rispose acido
<< Oooooh, non è andata bene? >> la vittoria era dipinta sul volto del biondo
<< TACI! >> sputò fuori con rabbia
<< No, ora stai zitto tu e mi ascolti! >> ora Scorpius aveva perso la pazienza e quello non era mai un buon segno << è così che intendi risolvere le cose?Andando a letto con Romilda Nott?  CAZZO ALBUS, ti ha sempre fatto schifo il suo comportamento e di quelli che le vanno dietro e ora mi vieni a dire che sei stato bene? Questo non è il comportamento che avrebbe adottato l'Albus che conosco io, l'Albus che conosco io ci avrebbe riflettuto sopra, avrebbe capito di essere gay, l'avrebbe accettato e sarebbe andato di corsa da Lorcan a dirgli ciò che provava, non sarebbe di certo andato a letto con Romilda Nott! Perché ti vergogni di ciò che sei? Albus, non l'hai mai fatto, hai sempre affrontato tutti a testa alta, hai affrontato la tua famiglia quando sei finito in Serpeverde o quando siamo diventati migliori amici e non ti sei mai vergognato di te stesso, perché stai iniziando proprio ora? Non sei piú tu, Al! >> detto questo, Scorpius uscì dal dormitorio amareggiato, ben sapendo che aveva dato al suo amico molte cose su cui riflettere.
Albus era furioso, come si permetteva Scorpius di dirgli quelle cose? Che ne sapeva lui? Diede un pugno sul muro con rabbia, le nocche scrocchiarono, poi un altro e sentì il sangue sulla mano.
Aveva ragione, era questo che rendeva Albus ancora piú furioso, Malfoy aveva ragione, lui non si era mai nascosto, aveva sempre rispettato tutti, ma non aveva mai pensato che potesse succedere a lui e ora che era successo, aveva paura, una maledetta paura di non essere accettato.
Perché era sempre lui quello diverso? Perché non James, perché non Lily? Perché James non aveva mai problemi di cuore, a quanto ne sapeva lui? Avrebbe deluso i suoi genitori, un'altra volta, di questo era sicuro, la sua famiglia non l'avrebbe accettato.
Diede l'ennesimo pugno contro il muro e senti uno scricchiolio sinistro, si era rotto un dito, come minimo, quel rumore fu come una doccia fredda per lui,  lasciò cadere la mano lungo il corpo, inerme e si diresse verso il bagno per medicarsela, non sarebbe andato in infermeria, troppe spiegazioni.
 Scorpius aveva ragione, non doveva vergognarsi e doveva farsi rispettare, come aveva sempre fatto e doveva cominciare con il parlare  con Lorcan per rivelargli i suoi sentimenti, ne sentiva il bisogno, si sentiva sempre piú attratto dal biondo, era passata una settimana dalla loro ronda e lui aveva cercato di evitarlo, ma ogni volta che lo vedeva sorridere si sentiva felice anche lui e ogni volta che lo vedeva vicino a Fred o a qualcun'altro sentiva una morsa allo stomaco che non lo faceva respirare.
La sua famiglia avrebbe capito e l'avrebbe accettato.
Sarebbe tornato l'Albus che Scorpius conosceva, giurò a se stesso.

* * *

Doveva tornare a casa, non ce la faceva piú a reggere il peso del doppio lavoro, erano un paio d'anni che il ministro le aveva assegnato un posto anche "nell'ufficio per la cooperazione magica internazionale", oltre ad averla promossa nel suo solito "dipartimento per l'applicazione della legge sulla magia".
I turni erano diventati sempre piú pesanti e le responsabilità sempre piú grandi, inoltre, a casa le cose non andavano per il meglio, Ron non c'era mai, sempre impegnato con il suo lavoro, non passavano una giornata insieme da tempi immemori e non facevano l'amore da ancora di piú e lei si sentiva sempre piú sola e sempre piú brutta.
Ron non la voleva piú, pensava spesso, ma poi pensava a Ginny che era nella sua stessa situazione, anzi era messa molto peggio, sembrava che Harry fosse entrato molto emotivamente dentro il caso di stupro che si era verificato meno di una settimana prima, Ginny non riusciva a capire il perché e, sinceramente, neanche lei.
Capiva solo che aveva bisogno di qualcuno che l'amasse e la proteggesse, si sentiva tremendamente sola.
<< Scusi,  c'è l'Auror Bulgaro che vorrebbe parlare con lei per la sicurezza della coppa del mondo di Quidditch >> la segretaria interruppe i suoi pensieri.
Maledetto Quidditch, Hermione l'aveva sempre odiato e di certo la sua idea non sarebbe cambiata ora. Erano giorni che parlava con gli Auror di mezzo mondo magico e quel giorno era toccato alla Spagna e alla Bulgaria, non vedeva l'ora che quello strazio finisse.
<< Fallo entrare >> sentì la donna rivolgersi a qualcuno fuori e dopo pochi istanti un uomo alto, muscoloso e magro allo stesso tempo, il naso aquilino e capelli neri rasati quasi a zero, entrò nel suo ufficio.
<< Viktor! >> esclamò la donna appena riconobbe l'uomo alla porta
<< Hermione! >> finalmente aveva imparato a pronunciare il suo nome, forse aveva studiato l'inglese negli anni del corso auror, alla fine era la lingua parlata nelle conferenze internazionali, era inevitabile che lo imparasse
<< Che piacere! Vieni, siediti... Allora, che mi racconti? >> Hermione cercò di essere il piú cordiale possibile, anche se sentiva una strana sensazione dentro di se, ma non ci fece caso, lo trattò come se fosse un vecchio amico e, in realtà, lo era davvero!
Parlarono di lavoro, dell'aiuto che gli auror bulgari potevano dare per la coppa  del mondo e Hermione si ritrovò attratta dal modo di parlare di Krum, dal suo gesticolare, dal suo buon inglese, dal suo adorabile accento tedesco.. Adorabile? Ma che era fuori di testa? Era solo Viktor. Punto. Niente di adorabile.
<< Hermione mi stai ascoltando? Allora, ti va di andare a bere qualcosa insieme? >> Krum la risvegliò dai suoi pensieri
<< Ehmm.. Andiamo. >> aveva accettato, aveva finito il suo lavoro e aveva accettato.... Ok, ma tanto che succedeva, era solo un amico, solo un amico. Punto.
 
<< Allora, quanto stai? >> gli chiese appena si sedettero ad un tavolino del bar di fronte al ministero
<< Credo un paio di settimane, devo parlare un po' con tutti, tu sei stata la prima, sono arrivato ieri sera.. >> le disse con semplicità, con talmente tanta semplicità che lei si sentì in imbarazzo e non capì il perché << sei sempre piú bella e intelligente >> le parole di Krum le arrivarono dolci alle orecchie , furono come unguento per le sue ferite, era bella, lo aveva appena detto, era bella, allora non stava invecchiando così tanto.
Perché si metteva a pensare a queste cose?A  Hermione Granger non era mai interessato il suo aspetto fisico, era sempre stata una che curava piú la mente che il corpo e ora perché si ritrovava a pensare a questa cose?
<< G-grazie >> abbassò la testa per non far notare il rossore che stava invadendo le sue guance, sembrava un adolescente in preda agli ormoni.
Appena ebbero finito di parlare i due si separarono augurandosi il buon proseguimenti di serata.
Hermione tornò a casa felice, felice come non lo era da un sacco di tempo, o meglio, quella era una felicita diversa da quella che provava negli ultimi anni con i figli, era quella felicita che provava quando stava con Ron, ma non in quel momento, era troppo tempo che non si sentiva così con suo marito, Viktor era stato gentilissimo con lei durante tutto il pomeriggio, si era sentita nuovamente degna di essere corteggiata, proprio come aveva fatto il bulgaro e si sentiva bene, maledettamente bene.
Entrò in casa, si diresse in cucina, non c'era nessuno, solo un misero biglietto sul tavolino

"Sono a lavoro, era urgente!
Non aspettarmi in piedi!
Un bacio, Ron"

Lo lesse ad alta voce e riconobbe la calligrafia disordinata e frettolosa di Ron prima di leggere la firma.
 Un bacio, cosa doveva farsene di un bacio? Lo odiava, lavoro lavoro e lavoro, o almeno, così sperava, non voleva cominciarsi a fare strane idee in testa,voleva credergli. Ma ora era davvero stufa, non ne poteva piú!
<< BASTARDO, LURIDO STRONZO! >> Ginny Weasley in Potter si annunciò in casa con i suoi toni soavi e il viso inondato di lacrime
<< URGENTE? Urgente un corno! Ha un'altra, lo so,me lo sento! >> non le aveva detto nulla di che, ma
Hermione aveva capito, era nella sua stessa situazione, così abbraccio la sua migliore amica, cercando di calmarla e dicendole che forse era davvero una cosa urgente, ma non riusciva a convincere neanche se stessa.
Doveva essere forte, Ginny aveva bisogno di lei, erano due notti che Harry non rientrava per la notte e ora si prospettava la terza e i dubbi erano cominciati, inevitabilmente, a sorgere..
Almeno Ron la notte rientrava.
La strinse di piú a se, mentre crollava tra le sue braccia.
<< Harry non lo farebbe mai >> le sussurrò all'orecchio,ma suonava piú come una stupida scusa.

* * *

 

<< Lì, ti sta guardando! >> erano in sala grande per pranzo, Lily era seduta al tavolo dei Grifondoro, le spalle rivolte a tutte le altre case, Dominique e James  di fronte a lei e Louis alla sua sinistra
<< Chi mi sta guardando? >> sussurrò alla sua migliore amica, facendo in modo che sentisse solo lei
<< Scorpius! Chi altrimenti, Lily? >> rispose lei con fare ovvio, Lily la ignorò bellamente, continuò a mangiare il suo budino e il pranzo dei quattro tornò alla normalità, finche una delle solite scocciatrici non li interruppe.
<< Lou, ci vediamo questa sera? >> Jade Anderson, Tassorosso, sesto anno, due tutte da far paura, un lato B invidiato da tutto il castello e il cranio senza la benché minima traccia di cervello si rivolse al biondo con gli occhi a cuoricino. Quanto tempo era che andava dietro al Weasley, 1 anno, 2, forse 3, si 3 e Louis la usava praticamente come un giocattolo, quando voleva se la portava a letto, quando trovava di meglio la lasciava a secco e Lily non riusciva proprio a spiegarsi come la ragazza riuscisse a reggere quella situazione, come non lo avesse mandato a quel paese già da un bel po'.
Certo, non è che la sopportava più di tanto, anzi, per niente, era solo un oca, ma si diceva che negli ultimi tempi scopava solo con Louis e un motivo doveva pur esserci, no?
<< Sta sera proprio no, Jade.. Ci sentiamo >> la congedò velocemente lui << ho altri programmi, no Jj? >> rivolse un'occhiata eloquente a James che sorrise e Lily sentì Dominique irrigidirsi di fronte a lei, che le prendeva? Lo sapeva bene che quei due andavano ogni sera con una diversa, non era affatto una novità.. Chissà...
 
<< Lily, Lily >> sentì una voce, la sua voce, che la chiamava . Si girò lentamente, cercando di mantenersi calma e se lo trovò davanti a lei, con quei capelli perennemente scopigliati ad arte, la pelle bianchissima e gli occhi azzurro chiaro, a Lily manco il fiato, possibile che le facesse sempre quell'effetto?
<< Cosa vuoi, Malfoy? >> rispose fredda e distaccata, forse molto più di quanto avrebbe voluto, ma era ciò che si meritava quel bastardo.
L'aveva illusa e questo era il prezzo che doveva pagare per averlo fatto.
<< Io volevo parlarti.... Quel giorno non ho avuto il coraggio, ma.. >> si bloccò all'improvviso e si avvicinò al suo viso, qualche altro centimetro e i loro nasi si sarebbero toccati. Era sbagliato. Era un errore. Lily non poteva farlo, non poteva permettergli di illuderla un'altra volta.
Raccolse tutta la forza di volontà che aveva, appoggiò le mani sul suo petto e cercò di spingerlo via, lui si allontanò alla minima pressione, come se non volesse forzarla a fare nulla, come se volesse aspettare i suoi tempi, come se capisse di avere torto e di meritarsi ciò che gli stava facendo, comunque, Lily lo apprezzò molto, le stava dando i suoi spazi e questo per lei era sempre stata una cosa importante, voleva la libertà e Scorpius in quel momento, gliela stava dando. Quello era fondamentale.
<< Fottiti, Malfoy >> le era grata per quel piccolo gesto, ma questo certo non le impediva di provare una grande rabbia nei suoi confronti,  girò i tacchi e tornò sul suo cammino, giurò di aver visto un velo di tristezza negli occhi del Serpeverde,  dietro quella maschera da strafottente e menefreghista che si portava dietro, ma non era possibile.
James aveva ragione, non gliene fregava niente di lei, i Malfoy non esternano i propri sentimenti e Scorpius non era triste, pensò  Lily con convinzione, non sapendo che non c'era nulla di più sbagliato.


 

* * *


Rose Weasley era una ragazza tranquilla, nella norma, ecco.
Rose Weasley amava studiare, non era una secchiona, di quelle che passano la loro intera esistenza sui libri, lei aveva degli amici, una vita al di fuori delle lezioni, insomma, aveva una vita abbastanza normale per un adolescente, semplicemente, amava studiare, non per i voti, quelli sarebbero venuti dopo, le piaceva scoprire cose sempre nuove, le piaceva andare oltre, lei andava sempre oltre.
Rose Weasley aveva un ragazzo.
Era fidanzata da tempi immemori, sempre con lo stesso ragazzo, ovviamente: Lysander Scamandro.
Rose Weasley, ogni tanto, sentiva la voglia di cambiare, ma non ne aveva mai avuto il coraggio, era troppo chiusa nella sua anima da coronero, a volte voleva essere come i cugini, una Grifondoro coraggiosa e maledettamente impulsiva; guardava Lily buttarsi a capofitto in ogni cosa con tutta se stessa, mentre lei non aveva mai avuto il coraggio di lasciarsi andare, prima di fare una cosa calcolava ogni minimo rischio o vantaggio ed era stufa.
Rose Weasley amava Lysander e per questo non aveva mai pensato di lasciarlo. Lys sapeva tutto di lei e lei sapeva tutto di lui e sapevano anche che le loro emozioni erano molto simili, anche Lysander, a volte, si sentiva stretto nelle sue vesti da Corvonero, ma molto meno spesso di lei.
Rose Weasley non ce la faceva piú, però, non poteva certo deludere il padre che l'aveva sempre vista come la bella e responsabile Rose e tanto meno la madre che era così orgogliosa di lei, ma Lily glielo ripeteva sempre:
<< Ehi, tutte le rose hanno le spine, caccia le tue, Rose! >>
 
Rose si alzò dal tavolo della biblioteca e si diresse verso il suo dormitorio, era stanca e non vedeva l'ora di poter riabbracciare il suo Lysander, era finito in punizione con James e Louis, quello sciagurato.
Erano 3 settimane che erano rientrati a scuola e già era finito in punizione, in realtà i due Grifondoro ci erano finiti già la sera che erano arrivati, ma non Lys.
E lei era invidiosa, in un certo senso, si stava buttando, Lys si stava buttando, aveva agito senza pensare,non era la prima volta che lo faceva, e non le importava niente se era finito dalla McGranitt, era contenta per lui e sapeva che prima o poi ci sarebbe riuscita anche lei.
Aveva ragione, la vicinanza ai cugini Weasley lo stava traviando, sorrise al pensiero di quei tre in punizione insieme.
Arrivò al suo dormitorio, poggiò i libri che aveva in mano, si cambiò in fetta, si infilò la camicetta da notte e tornò in sala comune, decisa ad aspettare il suo ragazzo sveglia.
Si allungò sul divano vicino al caminetto, la testa appoggiata sopra al bracciolo blu, e cominciò a leggere un
libro che le aveva regalato Al suo scorso compleanno.
Non capì quanto tempo passò, fatto sta che dopo un po' sentì le palpebre cederle, abbandonò le braccia lungo il corpo, il libro cadde per terra, la bocca si aprì in una piccola smorfia e, con una gamba a penzoloni fuori dal divano, venne presa dal sonno.
Sentì le dolci carezze che qualcuno stava regalando al suo viso struccato, sentì un lieve bacio all'angolo della bocca e due braccia che la sollevavano con delicatezza.
 Sentì i passi di quello che doveva essere di sicuro il suo ragazzo che si dirigevano verso il dormitorio femminile, ma rimase nel dormiveglia, quando finirono di salire le scale, il ragazzo la adagiò sul letto, le diede un bacio sulle labbra come buonanotte e fece per andarsene, ma lei lo trattenne per il polso, aveva bisogno di lui ancora per un po'.
<< Come è andata la punizione? >> biascicò con la voce impastata dal sonno e gli occhi ancora chiusi
<< Bene, ma non serviva aspettarmi sveglia, devi essere stanca >> si sedette sul letto e le accarezzò la
guancia premuroso
<< Infatti, come vedi, non ti ho aspettato sveglia, volevo, ma non ci sono riuscita, scusa >> cercò di scusarsi
<< Sta tranquilla e dormi >> fece di nuovo per andarsene ma fu trattenuto una seconda volta
<< Hai rotto gli schemi, hai infranto le regole, come si fa? >> questa volta Rose aprì gli occhi, la sua fu quasi una preghiera
<< È molto semplice, ti insegnerò io come hanno fatto Jam e Louis  con me, lo faremo insieme, ora dormi, però >> lo disse come se stesse parlando con una bambina, ma in quel momento Rose era  una bambina in cerca di protezione e si sentì rassicurata da quelle parole, il ragazzo le diede un altro bacio e andò via, senza lasciarle il tempo di replicare.
Rose era sicura che Lys avrebbe mantenuto la parola data e sperò tanto che ci sarebbero riusciti insieme, a buttarsi, come mai avevano fatto prima, con questi pensieri si addormentò.

 

<< Salve, sono Rose Weasley e tutte le rose hanno le spine >>
 

 
NDA
Salve!
Allora, come prima cosa, il titolo è una canzone dei Poison e anche la strofa iniziale.
La traduzione della strofa è: siamo stesi in silenzio e immobili/ nel cuore della notte/ sebbene siamo stesi vicini/ dentro ci sentiamo lontani dei miglia.
Credo non ci sia cosa più azzeccata per la situazione di Al, no?
Poi, passando al capitolo:
Al sembra essersi schiarito le idee dopo la notte con Romilda e le parole di Scorpius
Abbiamo conosciuto Rose e Lysander
Lily sembra non voler dare una possibilità a Scorpius
E, bhe, diciamo che i vecchietti sono un po' tutti in crisi, spero che per almeno due di loro le cose si risolveranno al piú presto, ma non lo so...
Ah, e si è fatto rivedere anche Krum.. Chissà cosa combinerà...
Spero che il capitolo vi piaccia.
Ringrazio tutti quelli che mi leggono, che hanno messo la storia nelle preferite/seguite/ricordate e chi recensisce.
-GiulyHermy99  (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa (*_*)
-MartyViola91
-RoseBlack98
-fall_4
-Razorbladekisses
-AleJackson (Grazie!)
Grazie ancora e continuate a seguirmi e a farmi sapere cosa ne pensate!
Un bacione,
Ce_

 

   
 
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