Videogiochi > Resident Evil
Segui la storia  |       
Autore: lancil90    23/07/2012    3 recensioni
Tutto cominciò in un normalissimo giorno di Settembre, un giorno come un altro a Stone Ville. Poi in una città vicina, Raccoon City, si verificò un grave incidente: un'arma biologica creata della "Umbrella Inc.", il Virus- T, si diffuse nella tranquilla cittadina di Raccon City, distruggendone quasi tutta la popolazione. Il letale Virus-T, però, si propagò ben oltre i confini di Racoon City. Anche la cittadina di Stone Ville, infatti, sarà testimone dei terribili eventi che hanno portato alla distruzione della vicina Raccoon City.
Riusciranno i pochi superstiti a sopravvivere?
Staying Alive!
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Resident Evil: Stone Ville Chronicles
 
 
Prologo - Una giornata come un'altra...
 
Una metropolitana sfrecciava decisa verso la stazione di Stone Ville. Le dieci carrozze della Raccoon City Line attraversavano rapide una vasta radura divisa a metà dal tracciato dei binari. In lontananza svettavano alte nel cielo le Arkley Mountains, ricoperte interamente da fitte foreste abitate da alti e robusti alberi secolari che sembravano custodire segreti che non potevano essere rivelati. Segreti oscuri che restavano celati nel fitto delle loro chiome. Ai piedi dei monti, scorreva pigro uno dei numerosi affluenti del fiume Circular che da nord scendeva verso sud attraversando la città di Raccoon City. Sulle sue sponde erano solito radunarsi numerosi pescatori che, armati di canna da pesca, trascorrevano weekend spensierati mettendo da parte le fatiche della settimana appena trascorsa. In alto un bellissimo cielo autunnale, sormontato qua e la da qualche candida nuvola bianca, era limpido e sereno, e sembrava fare da cornice ad un paesaggio di una bellezza selvaggia. Una bellezza che niente e nessuno poteva intaccare.
La metropolitana continuava spedita il suo viaggio e presto sarebbe arrivata a destinazione e ci sarebbe arrivata per l'ennesima volta, come aveva fatto quotidianamente per anni. Il tutto si sarebbe svolto come al solito. Una classica giornata di inizio autunno. 
Una giornata come un'altra....
 
"Prossima fermata: Stone Ville Station".
 
 
John Allen si svegliò di soprassalto guardandosi intorno spaventato. Era ancora nella metropolitana. Si mise composto cercando di calmarsi mentre con il dorso della mano si asciugava un rivolo di saliva, colatogli dalle labbra mentre era addormentato. 
La testa gli scoppiava e gli occhi gli bruciavano. Si girò verso il finestrino e vi si specchiò. La sua faccia era in uno stato pessimo: il viso pallido e imperlato dal sudore, gli occhi scavati e rossi. Faceva davvero paura. Una ragazza bionda, seduta di fronte a lui, lo osservava sospettosa con un misto di timore e disgusto, mentre ascoltava la musica dal suo walkman. 
"Tutta colpa di questo stramaledetto lavoro!" - pensò - "Non ce la faccio più! Non vedo l'ora di arrivare a casa e riabbracciare Donna e la piccola Sue." 
John Allen viveva da cinque anni nel centro di Stone Ville, dopo aver vissuto per anni a Raccoon City. Quando Susan "Sue" Allen era nata, lui e Donna avevano deciso di trasferirsi e andare a vivere in una cittadina più piccola. Anche John, come la metà di Raccoon City, era da anni un dipendente dell'Umbrella Corporation. Nonostante il suo trasferimento a Stone Ville non fosse stato accettato, John non si era mai lamentato del suo lavoro. Da qualche tempo erano stati richiesti turni più lunghi, che lentamente lo stavano debilitando. Non sapeva per quanto tempo avrebbe retto quei ritmi. E poi non voleva trascorrere tutta la giornata in un ufficio quanto, invece, poteva stare a casa con la sua famiglia.
Un brivido gli percorse la schiena. Aveva freddo, tanto freddo. Si testò la fronte e sentì che era bollente. 
"Dannazione, la febbre è proprio quello che ci voleva!" - pensò asciugandosi il sudore. La ragazza bionda, masticando una gomma, gli domandò: "Va tutto bene? Sta male per caso?"
"Si, si. Va tutti bene, non si preoccupi." - rispose John con fatica. In realtà non stava affatto bene. Sentiva il suo cuore pulsare più forte e un dolore lancinante allo stomaco. Stava male, troppo male. Ma a breve sarebbe arrivato a casa e Donna si sarebbe preso cura di lui.
Guardò fuori sconsolato e vide in lontananza le prime abitazioni di Stone Ville, ma questo non lo fece sentire meglio, anzi. Si rese conto che non riusciva più ad essere lucido e che non riusciva a tenere gli occhi aperti. Stava ardendo da dentro. Appoggiò la testa al seggiolino e chiuse gli occhi. 
I suoi pensieri tornarono alla giornata trascorsa. Aveva salutato la famiglia e si era recato a lavoro. Che fosse una giornata no lo aveva intuito subito dato che prima un maledetto piccione gli aveva cagato sulla giacca, poi la sua segretaria, Betty Jones, gli aveva versato il caffè sui pantaloni. La ragazza si era più volte scusata ma lui l'avrebbe voluta uccidere comunque per la sua inettitudine. Aveva i nervi a pezzi e la lunga giornata di lavoro non prometteva bene. Per finire, poco prima di uscire dall'ufficio, accade il peggio. Era andato al bagno per una pisciata e cosa trova? Un topo grosso quasi quanto un gatto! I suoi luridi occhietti neri gli misero un fifa tremenda addosso. Prese una mazza di scopa e cominciò a colpirlo. Il topo squittiva cercando di evitare i colpi ma alla fine venne colpito e cadde a terra stramazzato. John si avvicinò al topo e si chinò guardando il suo sporco nemico appena abbattuto. Ma improvvisamente, con un ultimo sforzo, l'orrendo roditore schizzò all'attacco addentando il polso dell'impiegato che urlando se lo staccò di dosso e con un colpo secco, gli schiacciò la testa sotto un piede. Ripresosi dallo spavento, era sceso giù rapido, dall'edificio cercando di riprendersi. Era da quel momento, si! Da quel momento aveva iniziato a sentirsi male! 
Si sbottonò lentamente il polsino e si guardo l'interno polso, cercando di non mostrare quello che voleva vedere alla ragazza bionda che continuava imperterrita a fissarlo. Guardò il polso e sgomento rimase disgustato. Una profonda ferita tra il rosso e il giallastro scavava il polso di John, una ferita grondante di sangue e pus e dell'odore nauseabondo. Come aveva fatto a non accorgersene prima? Credeva forse che la camicia avesse impedito ai denti del ratto di lacerare la sua carne? Il cuore batteva sempre più e il dolore allo stomaco era lancinante. La ragazza bionda, visibilmente preoccupata, sussurrò qualcosa nell'orecchio del suo vicino, che si protese verso John e disse:"Signore lei sta male, ha bisogno di aiuto! Sta perdendo sangue dal polso!"
"Mi lasci stare!" - urlò John, con voce rauca. La gente nella metropolitana si voltarono a guardarlo sbigottiti. John si alzò in piedi barcollando come un ubriaco. Le persone si spostarono impaurite. 
"Stia calmo, si sieda e andrà tutto bene." - mormorò una voce.
"Non dargli confidenza Dan, è un pazzo non vedi" - esclamò una voce femminile impaurita.
John si appoggiò alle porte cercando di restare lucido, ma un fuoco dall'interno lo stava consumando, lo stava facendo ammattire. La vista stava scomparendo, anche l'olfatto. Le voci e i suoni attorno a lui lentamente si affievolirono, segno che anche l'udito era andato. Provò a muovere qualche passo ma le gambe lo tradirono e cadde a terra bocconi. La gente gridò spaventata. Una piccola folla si radunò attorno a lui cercando di aiutarlo ma ormai era tardi. Troppo tardi. Adesso non sentiva più niente. Non provava più, né caldo, né freddo, né gioia, né dolore...anche Donna e la piccola Sue erano soltanto dei ricordi confusi. Adesso, il quarantacinquenne John Allen, impiegato dell'Umbrella Corporation, avevo solo un bisogno. Un bisogno primordiale e incontrollabile...aveva bisogni di sfamarsi! 
Il collo della giovane ragazza bionda, protesa su di lui, sarebbe stato un buon spuntino. Volevo così tanto aiutarlo, adesso lo avrebbe fatto. Scattò in avanti a affondò i denti nel collo della ragazza che urlò per il dolore così come la gente nella metropolitana urlò per il terrore. Ma nulla importava adesso, non ora che il dolce carne sanguinolenta stava inebriando il suo palato. Il pranzo era iniziato.
 
Stone Ville - 28 Settembre 1998.
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Resident Evil / Vai alla pagina dell'autore: lancil90