How To Love
Capitolo
1.
Il miracolo della Vita.
Avete
presente il miracolo della vita? Quando un pulcino viene al
mondo… quando la
mamma cagna da alla luce i suoi cuccioli… quando un pinguino
aspetta impaziente
che l’uovo che ha messo al caldo si schiuda…?
Ogni
essere vivente viene messo al mondo da qualcuno, i pulcini hanno le ali
forti
della loro mamma chioccia che li protegge, i cuccioli ciechi hanno i
due
cagnoloni genitori che gli fanno da guardia e il piccolo pinguino
zampettante e
barbellante per il freddo polare ha il suo papà pronto a
riscaldarlo. Io non
avevo nessuno di loro.
Ero un
piccolo pulcino disperso per la fredda Inghilterra,
quell’ottobre, ero un
cagnolino cieco che non sapeva ancora reggersi in piedi, ero un piccolo
pinguino barbellante per il freddo che quella notte portava con se. Ero
stata abbandonata…
Era una fredda notte, anzi, la
più fredda notte di ottobre quando la giovane
Sarah mi trovò davanti al
portone ciliegio dell’orfanotrofio. Sarah e Sandra gestivano
l’orfanotrofio di
Doncaster, Sarah era solo 21enne quando mi
trovò, mentre Sandra era già avanti negli anni.
Non si sapeva chi fosse stato a
lasciarmi lì. Doncaster non era grande, e quindi pensarono
che si trattasse di
una ragazza madre, che non era abbastanza matura per poter mantenere
una
bambina, e per
non infangare il nome della famiglia aveva
deciso di liberarsene. Una
donna vigliacca quanto quello che la mise
incinta, mio padre doveva essere un povero morto di fame, uno stupido
ragazzino
che si divertiva con le ragazze e poi le lasciava, fregandosene di
quello che
le sue azioni conseguivano. Non li conobbi, e mai avrei voluto farlo.
Un piccolo
aquilotto non si separa mai dalla madre finché, con il suo
aiuto, non impara a
volare alto nel cielo, a spiegare le sue ali, batterle a tempo con il
vento e
creare dei gioghi magici con quei volteggi delicati e danzanti che
danno senso
di libertà a chi solo si ritrova a guardare
quell’uccello maestoso
padroneggiare il cielo.
Anche se non era proprio il sogno di ogni bambino,
io stavo bene
nell’orfanotrofio insieme agli altri bimbi. Mi accolsero
subito, come la loro
sorellina. In particolare Annie e Jamie di solo qualche anno
più grandi di me
che volevano scegliere il mio nome. Sandra riportò
l’ordine nella piccola
stanza, perché le piccole litigavano con gli altri per
sceglierlo.
Uno dei bambini, che in quell’ottobre
aveva appena compiuto 9
anni, mi ebbe particolarmente a cuore. Si chiamava Mark. Mi faceva da
fratello
maggiore, e gliene sono tuttora estremamente grata. Nella culla
trovarono un
biberon pieno di latte, ben avvolto nelle coperte, e biglietto scritto
a mano
su una carta rosa. C’era scritto:
‘Eleanor,
16 luglio 1992’ questo significava che quando mi trovarono
avevo già 3 mesi e
mezzo. Almeno quella vigliacca di mia madre aveva avuto
l’accortezza di
allattarmi fino a quando ne avevo avuto il bisogno… Aveva
anche già deciso il
nome, Annie
però insistette per
aggiungere anche il secondo nome: Jane.
Ogni maggio, all’orfanotrofio, venivano
genitori per accogliere in
casa loro alcuni di noi. Io e Annie cercavamo sempre di sfuggire alle
presentazioni, scappavamo sulla collinetta per vedere chi veniva preso
e chi
veniva lasciato. Jamie venne presa subito, non aveva nemmeno 5 anni. Io
e Annie
decidemmo che non ci saremmo fatte adottare da nessuno, io per prima
ero decisa
a farlo. L’anno dopo l’adozione di Jamie, fu il
turno di Mark. Ero sulla
collina quando vidi Mark trascinarsi dietro la sua valigia e andare
incontro al
suo futuro padre. Da una parte ero felice per lui, si meritava una
mamma e un
papà, ma dall’altra parte ero triste
perché mi avrebbe abbandonata, non avrei
avuto più il mio fratellone. Non potevo non salutarlo. Corsi
giù per la collina
fino al casottino, inciampai in un sasso e caddi, rotolai
giù mentre Annie mi
rincorreva preoccupata. Non mi fermai, nonostante fossi caduta, arrivai
ma
troppo tardi, la macchina stava già partendo. Iniziai a
rincorrere la macchina,
ma sia Sarah che Sandra mi supplicarono a gran voce di fermarmi.
Così con gli
occhi pieni di lacrime amare tornai indietro. Non avrei mai
più potuto rivedere
Mark, e non l’avevo nemmeno salutato. Questo mi provocava
tanto, tantissimo
dolore. Un altro anno all’orfanotrofio volò, io
avevo 3 anni mentre Annie 5.
Quell’anno fu il suo turno, mi lasciò come avevano
fatto prima Jamie e poi
Mark.
“Annie mi avevi detto che saremmo rimaste
qui per sempre, io e te”
la implorai, piangendo incessantemente.
“IO VOGLIO UNA MAMMA E UN PAPA’
JANE! NON LO CAPISCI!?” gridò lei
esasperata, piangendo quanto me.
“Ma son-”
“No Jane! Tu non sei la mia mamma! Non
potrai mai esserlo!” mi
spense. Io facevo la mamma e lei la figlia, anche se lei era
più grande di me.
Io ero quella col carattere forte, lei era debole, piangeva sempre: per
un
dispetto di Junior, per aver visto una lucertola, per essere stata
punta da una
zanzara… io dovevo proteggerla. Mi sentivo in dovere. Lei mi
chiamava Jane, non
Eleanor, e fu così che mi salutò, ondeggiando la
mano a destra e a sinistra dai
sedili posteriori di quella Rolls Royce grigia che mai più
avrei dimenticato.
“Ti vorrò sempre bene Jane,
troverai anche tu una mamma e un papà
che ti renderanno felice” mi disse.
Mi limitai a scuotere il capo, stropicciandomi il
naso e
strizzando gli occhi. No non li avrei mai trovati i miei genitori
Annie, la mia
famiglia eravate voi dell’orfanotrofio e lo sareste sempre
stati.
Il maggio successivo, venni scelta io. Tentai di
non andarmene ma
il signor Calder era deciso più che mai ad adottare me e
soltanto me;
Nessun’altro bambino dell’orfanotrofio. Sarah mi
prese in un angolino e mi
supplicò “Eleanor, non potrai rimanere qua in
eterno…”
“Si che posso Sarah, prenderò
il vostro posto e gestirò
l’orfanotrofio, avete bisogno di una mano” ero una
bambina sincera, e come
tutti i bambini dicevo chiaramente tutto quello che pensavo.
“Tesoro…”
iniziò, mentre le si inumidivano gli occhi “vai
col
signor Calder, è la cosa migliore per te. Non puoi
scegliere, è il tuo dovere.
E poi il signor Calder desiderava tanto una bambina…Come te.
Farai felice una
persona, non ti importa di questo?” mi domandò con
qualche lacrima solitaria
che solcava i lineamenti del suo viso.
“Ma io…” cercai di
replicare, ma non sapendo cosa dire, per non
deludere nessuno, andai a preparare la valigia col capo chino, mentre
tutti i
bimbi mi salutavano, contenti per me. Capii che dovevo esserlo anche
io.
Nonostante quella mia voglia di libertà, sapevo che avrei
avuto bisogno di un
papà e di una mamma, è un bisogno naturale. Non
si può scegliere.
Solo ora capisco il perché di quella
lacrima Sarah… Capisco che
anche se mi gridavate dietro che ero una bambina pestifera mi volevate
bene e
me ne avreste sempre voluto. D’altronde è per
quello che mi faceste adottare
dal signor Calder e non da altri sprovveduti. Sappiate che ve ne
vorrò sempre
anche io Sarah e Sandra.
Così salii in macchina, dove trovai una
donna avvenente e con un
viso dolce che mi aspettava; Seduta sul sedile posteriore a braccia
aperte. Era
la signora Calder.
Arrivammo alla casa dei signori Calder e mi fecero entrare… era veramente bella! Grande e accogliente, mi portarono per mano fino a quella che diventò camera mia. Piccola e tutta azzurra. C’era già il lettino sistemato, la scrivania con su una bella lampadina e la seggiola con le ruote, con la quale mi divertivo a correre per tutta la casa, sbattendo a destra e a manca perché non sapevo andare diritta. La signora Calder avrebbe voluto un maschietto, ma dato che gli altri erano tutti troppo grandi, la bambina che si avvicinava di più a un maschietto ero io, vivace, solare… Il signor Calder passava serate intere a parlarmi di quello che lo aveva colpito di me quando mi vide. Mi elogiava sempre. Era proprio come un vero papà. Harold e Julie, i signori Calder, mi trattavano come se fossi la loro bambina naturale. Mi insegnarono ad andare in bicicletta e mi cantavano le canzoncine per farmi addormentare.
Cosa
ne pensate? :D ecco il primo capitolo è un po noioso lo so,
scusatemi ç__ç
I primi saranno un po' tutti così anzi forse peggio
quindi
preparatevi xD poi però si risolverà tuuuttooo :D
don't
worry :) per chi ne avesse voglia può recensire/commentare,
mi
fa taaaaanto felice :) vanno bene anche le critiche, sono pronta ad
accogliere qualsiasi consiglio :)
un bacio
~ xx Gio. ♥