Anime & Manga > Naruto
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Autore: Aoimoku_kitsune    23/07/2012    7 recensioni
Guardò come la montagna cedette sopra alle loro teste e franare.
La pioggia era incessante e si abbatteva sulla terra furiosa.
Sentì le urla dei suoi sottoposti e dei ninja della sabbia, poi il buio lo inghiottì.
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Sasuke sbatté i palmi della mano sulla scrivania di Tsunade.
-Cosa significa che la squadra di Naruto è dispersa!
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-Dovresti riposarti..
-Ha paura che il mio kunai si spunti.?!?
Domandò voltandosi fronteggiando il suo ex maestro.
Lo sentì sospirare.
-Il tuo kunai sta sempre più diventando affilato e non si sta solo portando via le vite dei nemici.
Rispose calmo Kakashi.
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-.. Che c’e! perché ridi?
Sasuke si voltò, con un sorriso, verso Naruto.
Erano seduti su di una coperta bianca e insieme, fianco a fianco guardavano il tramonto.
-Non riesco proprio ad immaginarti con il becco!
Rispose asciugandosi una lacrima per le troppe risate.
-Allora immagina di volare più in alto nel cielo con me..
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la serie
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Bhe! oggi è il compleanno di Sasuke, da quello che ho capito, e mi sono armata anch'io di carta e penna (Dita e tastiera) e mi sono messa a lavoro.
E' tremendamente fluff e OOC, ma mi è venuta così e non saprei proprio cosa e dove cambiare. A me piace, un pochino ma è abbastanza carina e spero che l'amiate come ho fatto io.
La tecnina, l'unica che ci sarà, non so se era stata inventata per quello scopo, perciò chiudiamo un occhio, umh!!? XD
Naa... non aggiungo altro, a parte che mi fanno male le gambe per aver fatto un giro completo, di sei ore e 12km, della valle di Pejo. L'unica cosa che mi dava la forza di continuare, era che verso la penultima tappa c'era la crostata e, dio sa quanto ami la crostata. L'unico dolce che mangio, oltre la nutella. Dire che ne è valsa la pena, è ammettere poco. Era buonissimaaaa... *çç*

-____________-

-Chichi… Chichi…
Naruto spalancò gli occhi all’improvviso, sobbalzando leggermente nel letto, quando Itachi cominciò a strillargli nell’orecchio.
Assonnato e stanco si voltò verso il bambino che, sorridente, lo guardava appeso alle coperte.
-Itachi… cosa?!
Mormorò, non riuscendo a formulare altro.
Itachi si arrampicò sul letto, attento a non gravare col peso su Naruto e si mise seduto dalla parte di Sasuke, vuota.
-Oggi sai che giorno è?
Domandò, felice, sapendo già la risposta.
Naruto si alzò a fatica a sedere e le coperte gli scivolarono via dal corpo racchiuso in uno yukata scuro.
Si grattò il capo e si strofinò gli occhi, riportando la sua attenzione sul figlio.
Scosse il capo, dispiaciuto quando sul viso infantile di Itachi nacque un broncio.
-Come non lo sai…
Urlò, spalancando gli occhi chiari, incredulo.
-… oggi è il compleanno di Otoo-San.

Sasuke sospirò, alzando il capo verso il cielo nuvoloso e i suoi occhi neri si oscurarono di malinconia e tristezza.
Era da cinque mesi lontano dalla sua famiglia, ed era una settimana che non aveva notizie più da Naruto.
L’ultima volta che Naruto gli aveva scritto, aveva accennato a un male e poi aveva aggiunto che a Itachi mancava tanto e non faceva altro che chiedere quando sarebbe tornato.
Sarebbe dovuto rientrare tre giorni fa, e aveva calcolato di passare il suo compleanno con Naruto e Itachi, ma il ninja traditore gli aveva scombussolato i piani.
Sospirò pesantemente, guardando con occhi indifferenti e carichi di odio, il corpo del ninja traditore riverso in una pozza di sangue.
Si voltò, quando cominciò a sentire le prime gocce d’acqua, e si diresse verso l’accampamento, il punto di ritrovo, ma prima lanciò un razzo in cielo, per la posizione del morto.

Naruto ansimò stancamente, quando dovette calarsi per afferrare una ciotola.
-I dolci a tuo padre, non piacciono.
Mormorò divertito Naruto, strizzando gli occhi quando un crampo allo stomaco lo colpì all’improvviso.
Respirò a fondo, poggiando una mano sul grembo e poi si voltò verso Itachi che lo guardava attento, con gli occhi curiosi, seduto sulla sedia.
-… e cosa facciamo? Per il compleanno ci vogliono la torta e le candeline.
Naruto annuì, pensoso, poggiando la ciotola sulla tavola, accanto al bambino.
-Allora gli faremo una torta salata.
Gli occhi di Itachi brillarono contenti ed entusiasti.
-Sì, sì… così Otoo-San avrà la sua torta… ma…
Guardò Naruto corrucciando le sopracciglia.
-Come si fa la torta salata?
Naruto allungò una mano verso il capo di Itachi, scompigliandogli i capelli.
-Ti affido una missione…
Mormorò Naruto, sorridendo, e il bambino lo ascoltò attento.
-… dovrai andare a chiamare Sakura chan…
-Corro!
Strillò, balzando con un salto giù dalla sedia e fiondandosi verso l’uscita.
-Mi raccomando…
-Sì, sì… non preoccuparti Chichi.
Lo sentì ribattere dal giardino Naruto, mentre sprofondava sul divano, ansimante e sfinito.
Non andava per niente bene.

Itachi corse veloce per il distretto Uchiha, uscendone e poi percorse le strade di Konoha come una scheggia, arrivando con il fiatone davanti ad una villa grande.
Riprese fiato e poi aprì il cancello di legno, correndo verso la porta e bussò frenetico.
Aspettò che qualcuno gli venisse ad aprire e all’improvviso sentì dei passi pesanti e una voce di donna.
La porta si aprì e Sakura si mostrò al piccolo Itachi.
La ragazza spalancò appena gli occhi, guardando sorpreso il bambino che la fissava di rimando, in silenzio.
-Itachi, cosa ci fai qui, da solo? Sei di nuovo scappato?
Domandò preoccupata.
Itachi scosse il capo velocemente, afferrando la ragazza per mano e trascinandola fuori casa.
-Chichi mi ha chiesto di chiamarti, è la mia missione.
Disse, fiero e orgoglioso di sé.
Sakura sembrò allarmata sentendo quelle parole e s’inginocchiò davanti al bambino.
-Naruto sta bene? È successo qualcosa?
Itachi sembrò confuso e scosse il capo, guardando spaventata la ragazza.
-Chichi sta bene, perché dici questo.
Mormorò con voce bassa.
Sakura sospirò sollevata e si alzò quando alle sue spalle comparse Sai, con in braccio una bambina di due anni.
La bambina guardò con i suoi occhi verdi Itachi, e lo indicò con una mano.
Sai sorrise appena.
-Saluta Itachi, Midori.
La bambina guardò Sai e poi si voltò verso Itachi e ridacchiando contenta agitò la mano frenetica, mormorando il nome di Itachi.
Il moro arrossì appena, abbassando il capo e salutò anche lui.
Poi si voltò verso Sakura.
-Vieni, vieni?
Sai guardò la moglie in cerca di risposte e Sakura gli si avvicinò.
-Naruto ha bisogno un attimo di me, guardi tu Midori?
-Certo, ma sta bene?
Domandò apprensivo e preoccupato.
Sakura annuì, schioccando un bacio alla figlia sul capo nero e uno al marito.

Sakura entrò nella villa e Itachi sparì in salotto.
Sfilandosi i sandali, camminò scalza verso il salotto, affacciandosi e spalancando gli occhi.
-Naruto…
Urlò sorpresa.
-Dovresti stare a letto, e non alzato.
Continuò arrabbiata.
Naruto la salutò, forzando un sorriso.
-Lo so, ma oggi è il compleanno di Sasuke e Itachi gli voleva fare una torta.
Mormorò dal divano, fissando in pena Sakura che si avvicinò, inginocchiandosi davanti al ragazzo, appoggiandosi sopra alle sue cosce.
-Come va? Sei pallido.
Naruto spostò appena lo sguardo e si strofinò gli occhi.
-Sto male. Quando Itachi è venuto a chiamarti ho vomitato ancora e non riesco a rimanere in piedi.
Ammise.
Sul volto di Sakura comparì un’espressione preoccupata.
-Hai preso le medicine?
Naruto annuì.
Le mani della ragazza si fermarono sullo stomaco di Naruto e fece fluire del chakra curativo su di esse, alleviando il dolore di Naruto, e facendogli prendere un po’ di colorito.
-Ti preparo una tisana e poi fila a letto.
Naruto la guardò grata e dispiaciuto.
-Itachi ci rimarrebbe male…
Sakura sospirò.
-Faccio tutto io, tu rimani sul divano steso e mi dici cosa devo fare, ok? Non voglio che ti sforzi inutilmente e poi…
Finito, la ragazza si avvicinò di più a Naruto, attenta a non farsi sentire dal bambino che frenetico, girava per la cucina.
-Ma Sasuke kun arriva oggi?
Naruto scosse il capo, guardando di sfuggita Itachi.
-Doveva, ma la missione è stata più lunga del previsto. Tsunade ha detto che forse arriva tra una settimana.
Sussurrò, triste.
-Ma Itachi…
-Mi inventerò una scusa domani mattina. Gli dirò che Sasuke è venuto ma poi è dovuto andarsene di nuovo.
Sakura annuì e si alzò.
-Mmm… ok. Dai, dimmi che devo fare.
Sorrise.

Ormai la sera era scesa, e Sasuke, seduto su un tronco, accanto al fuoco, sbuffò spazientito, buttando un ramo nel fuoco, fissandolo bruciare.
Sarebbero partiti domani mattina, ma quanto avrebbe voluto correre adesso verso il villaggio.
Era preoccupato per Naruto, triste per avere deluso suo figlio e arrabbiato con se stesso per averci messo troppo tempo a trovare quel ninja.
Dietro di lui, i ragazzi che lo avevano accompagnato, stavano festeggiando la vittoria e la buona riuscita della missione.
Un ragazzo si avvicinò a lui, sedendosi accanto.
-Uchiha San, non si unisce a noi?
Domandò, fissando il capo del team.
Sasuke non spostò lo sguardo dal fuoco, e le lingue rosse si rispecchiarono nei suoi occhi.
-Non sono dell’umore giusto.
Sibilò, atono.
Il ragazzo si strinse nelle spalle, voltando il capo verso il falò.
-Auguri.
Mormorò poco dopo.
Sasuke si drizzò, fissandolo dall’alto e alzando un sopracciglio.
Il ragazzo si ritrovò a deglutire.
-Oggi… è il suo compleanno e avevo pensato di augurarle gli anni.
Ridacchiò nervoso, grattandosi il capo.
Lo sguardo di Sasuke si assottigliò e poi mugugnò qualcosa, ritornando nella posizione di prima.
Rimasero in silenzio, a lungo, finché il ninja di Konoha non ricominciò a parlare.
-Sa, io facevo parte delle guardie del corpo di Minato Sama, il padre di Naruto San.
Sasuke si fece attento.
-… Yondaime ci insegnò una tecnica, Hiraishin no Jutsu, casomai dovessimo salvare gente nel minor tempo possibile… so che vorrebbe passare il suo compleanno con la sua famiglia…
Continuò e si voltò appena verso il moro.
-… e so che Naruto San è stato colto da un malore. Se vuole, potremmo, io, e gli atri, trasportarla a Konoha. Porteremo noi il corpo all’Hokage e non penso che se la sentirà se lei non ci fosse al ritorno.
Non gli domandò che cosa ne pensasse, perché aveva notato lo sguardo nero accendersi di gioia.

Sakura aprì il forno, sfornando la torta salata e la depositò sul tavolo, sotto lo sguardo attento di Itachi.
Naruto, dal divano, si alzò a fatica, coperto dalla una trapunta di lana in luglio, e si diresse verso la cucina.
Si sedette davanti a Sakura e guardò la torta.
-Grazie Sakura chan… ti sono debitore.
Mormorò con voce bassa.
Sakura sorrise, scuotendo la chioma rosa.
-Naaa… l’ho fatto con piacere. Devo andare da Midori.
Disse sovrappensiero, guardando l’orario.
Naruto annuì, ringraziandola ancora.
-Se ti senti ancora male, chiamami, ok?
-Lo farò, grazie ancora.

Soli, Naruto guardò come Itachi decorò la torta salta con la saccapoche piena di ricotta, usandola come panna montata, decorò alla ben meglio la torta salata, usando i pomodorini come ciliegie.
-Bravissimo. Otoo-San sarà contentissimo quando la vedrà.
Itachi sorrise radioso, posando la roba sul lavello e guardò compiaciuto la torta.
-Ora aspettiamo Otoo-San.
Disse convinto.
Naruto storse il naso.
-Andiamo a dormire. Quando Otoo-San viene, ci sveglie. Andiamo a riposare.
Itachi scosse il capo, puntellandosi sulla sedia.
-No, voglio aspettare Otoo-San.
Naruto sospirò pesantemente, alzandosi.
-Andiamo almeno sul divano.
Itachi lo guardò e poi annuì, prendendo la mano di Naruto e sedendosi sul divano grande.
Itachi accese la tv, mettendo un cartone animato e poi si voltò verso Naruto che si era appoggiato con il capo sul bracciolo e si era accucciato su se stesso.
-Chichi?!
Chiamò il bimbo.
-Mnn…
Mormorò il biondo, aprendo una palpebra.
-Stai bene?
Le labbra di Naruto si tirarono in un sorriso.
-Si, sto bene. Sono solo stanco.
Sussurrò.
Il bambino si arrampicò, stendendosi accanto al padre.
-E’ per colpa mia se stai male… se non avessi voluto un f…
Naruto lo fermò prima che potesse finire, abbracciandolo stretto.
-Che dice. Non è colpa tua.
-Ma…
-Shh… questo è il mio regalo per Otoo-San. Anche lui lo voleva tanto. È il mio regalo per voi due, e ora zitto…
Lo ammonì dolcemente.
-… che ho sonno.

Il teletrasporto, o qualunque cosa fosse, fu un sucessone e Sasuke si ritrovò alle porte di Konoha verso le undici di sera.
Ringraziò i compagni d’armi con un gesto veloce del capo e corse all’ interno del villaggio, mentre piccole gocce d’acqua s’infrangevano sul capo, appiattendogli i capelli neri.
Passando per i tetti del villaggio, prese la strada per la residenza Uchiha e quando arrivò, prese fiato, aprendo la porta silenziosamente.
Posò lo zaino della missione, la sacca delle armi e si sfilò i sandali bagnati e il copri fronte, e s’incamminò nel corridoio, verso la stanza da letto, ma quando passò davanti al salotto, intravide la luce fioca della tv silenziosa e si affacciò, rimanendo interdetto a guardare Naruto dormire sul divano, abbracciare stretto il piccolo Itachi.
Sul tavolo basso del salotto, spiccava una torta e quando si avvicinò, un sorriso nacque sulle labbra di Sasuke quando lesse la frase scritta con la panna.

Buon compleanno Otoo-San.
 
Lo avevano aspettato in piedi.
S’inginocchiò davanti alla sua famiglia e scoccò un bacio a Itachi, per poi poggiare le sue labbra su quelle del suo mate.
Naruto mugugnò, le palpebre vibrarono e poi aprì stancamente gli occhi, guardando confuso Sasuke.
Prima che mettesse a fuoco l’immagine, passò del tempo ma quando riconobbe quegli occhi neri e il viso amato del giovane, spalancò gli occhi.
-Suke?
Il moro annuì e Naruto si alzò faticosamente a sedere.
Itachi si strinse nel corpo di Naruto, mugugnando.
-Quando… quando sei arrivato?
Domandò sorpreso e felice.
-Pochi minuti fa.
Rispose semplicemente Sasuke, avvicinandosi a Naruto, afferrandolo per i capelli e tirarlo verso di se.
-Mi sei mancato.
Sussurrò a fior di labbra il biondo, socchiudendo gli occhi e lasciandosi baciare da Sasuke, ricambiando con lo stesso fervore.
Staccandosi, annaspò aria e deglutì e Sasuke si accorse della stanchezza di Naruto e del suo pallore.
-Come stai?
Domandò leggermente in panico Sasuke.
-Bene…
Sorrise Naruto, mentre si abbassava verso Itachi.
-… è arrivato Otoo-San, Itachi… su svegliati.
Mormorò e il bambino cambiò posizione, strofinandosi gli occhi e poi puntò le iridi velate dal sonno verso Sasuke che sorrise mite, aprendo le braccia e Itachi gli si fiondò addosso.
-Otoo-San… mi sei mancato tanto…
Strillò, strofinando il capo nel collo del padre che lo strinse a se, poggiando il mento sulla testa mora del figlio.
-Anche tu, Itachi.
Rispose calmo e sereno, ma con una nota dolce nella voce.
Naruto sorrise spensierato, sfilando i piedi dalla coperta, poggiandoli sul tatami freddo.
-Bhe, allora festeggiamo il compleanno di Otoo-San.
Itachi annuì, ridacchiando e si sedette in mezzo alle gambe di Sasuke, mentre quest’ultimo fissava Naruto tagliare la torta.
Fece una piccola smorfia, pensando che avrebbe dovuto mangiare qualcosa di dolce, quando aveva fame, ma Naruto lo guardò ghignando.
-E’ una torta salta, teme. L’ha fatta Itachi e Sakura chan.
Disse, porgendogli una fetta.
Sasuke chinò il capo, sorridendo e ringraziò Naruto con lo sguardo, assaggiando la torta che trovò squisita.
-Com’è?!
Domandò esitante Itachi, fissando con occhi grandi Sasuke.
-E’ buona. Bravo.
Il bimbo sembrò così felice, che Sasuke avrebbe dovuto ringraziare a modo i suoi compagni di team per avergli fatto quel bellissimo regalo per il suo compleanno.
Itachi si alzò di scatto, andando verso Naruto, sbattendo i piedi nudi sul pavimento di legno.
-Dai… dai… digli del regalo.
Naruto chinò il capo e annuì, mentre Sasuke guardava il compagno curioso e sorpreso.
Naruto sospirò divertito e poi con calma si alzò, facendo cadere dal corpo la coperta e Sasuke spalancò gli occhi, fissando la sporgete pancia di Naruto.
-Era questo il mio malessere.
Spiegò Naruto, accarezzandosi il ventre gonfio.
-Non volevo dirtelo per lettera, così ho aspettato che tu ritornassi.
Sasuke non riuscì a esprimersi, se non sbattere le palpebre e aprire le labbra due o tre volte.
Deglutì, posando quello che rimaneva della fetta di torta sul tavolo e si alzò per andare incontro a Naruto.
Lo abbracciò in silenzio, sprofondando con il capo nel collo del giovane.
-Questo è il regalo più bello che potessi farmi.
Sussurrò sulla sua pelle, mentre Itachi li guardava felice.




   
 
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