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Autore: shesnameless    23/07/2012    1 recensioni
Spense la sigaretta e guardò il cielo scuro sopra di lei. Le piaceva la notte, la rilassava, la faceva pensare chiaramente. Era tutto così assurdo: si domandò come la vita poteva averle giocato uno scherzo così infame e inaspettato. Beth non era una dal cuore fragile, anzi. D'altronde lei era conosciuta per questo: era 'quella' che non si aspettava mai niente, perchè andava a prendersi sempre cio' che voleva, 'quella' che non diceva mai chi era, 'quella' che camminava sempre a testa alta, 'quella' che diffidava da tutto. Eppure qualcosa era cambiata nella sua vita, una cosa che nemmeno lei si sarebbe aspettata. Ma c'erano riusciti lo stesso dannazione, erano riuscita a stravolgerla. Se lo avrebbe raccontato un'anno prima al suo migliore amico, o al suo fratellastro, le persone più importanti della sua vita, nemmeno loro ci avrebbero creduto. Ormai i giochi erano fatti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Life in a day.





“Così non va bene, non va affatto bene! La colazione devi portarla calda e prima al signor Smith! Non puoi fare tardi, sai che ogni mattina ha una riunione e tu ti ci presenti sempre quando sta iniziando! Credi che non lo sappia?! Credi che io sia stupida eh?!” 
Eccola là, la proprietaria del bar, la signora 'Clement' (che poi di clemente non aveva proprio nulla), una mora mezza rifatta che si credeva dio sceso in  terra, perché gestiva lo 'Starbucks' di Los Angeles. E che sarà mai?' pensavo sempre io. Era la mia padrona, e si, mi stava rimproverando come al solito. Volevo tapparle la bocca con un cactus.
La ignorai. Quello che riuscivo a sentire era solo 'Blah Blah Blah'. Intanto mi impegnavo a pulire il bancone. Quanto fiato sprecato.
Mi si parò davanti. “Mi stai ascoltando signorina?”
Alzai lo sguardo “Che c'è?!” 
“Non accetterò più questo tuo comportamento infantile e stupido. Se lavori, lavori per bene."
“Non è colpa mia se l'ufficio si trova dall'altra parte della città!” dissi esasperata.
“Potresti anche arrivare in orario la mattina!” era incorreggibile quella donna.
“Per 5 minuti di ritardo non muore nessuno, chi cazzo si presenta qui alle 8?!” dissi arrogante mentre la fissavo con cattiveria.
“Niall non sarà in orario la mattina, ma almeno è scattante quando gli dico di fare una cosa” fece altezzosa lei per poi guardasi le unghie ricostruite. 
Odiavo quel tipo di persone: avevano tutto, potevano tutto, erano arroganti ed egoiste. Pensavano solo all'apparire, e non alle cose concrete della vita. 'Che vita sprecata' pensai. Per non aggiungere che ce l'ha sepre avuta con me, non ci ho mai dato peso, ma non ce la facevo più adesso.
“Senti sai che ti dico?" Alzai di un'ottava la voce "Appena trovo un cesso di lavoro che soddisfi le mie esigenze e mi dia soddisfazioni me ne vado da qua, sono stufa.” mi levai il grembiulino e lo appoggiai sopra un tavolo a caso. Me ne andai sbattendo la porta d'entrata attirando l'attenzione dei clienti.

Cazzo se era pesante quella donna, non potevi tardare di due minuti che subito ti aspettava là per attaccarti come un cane rabbioso. Odiavo essere comandata. Poi non ero una che ti stava ad ascoltare in silenzio, se ti dovevo mandare a quel paese lo facevo subito, senza ripensamenti.
Mi sedetti sulla panchina lì vicino e mi accesi una sigaretta. Aspirai profondamente e incominciai a pensare. Non meritavo quella sgridata. Quella papera non mi avrebbe mai scoraggiato, non l'avrebbe fatto nessuno. Volevo andarmene da lì. Quanto avrei voluto avere quel colloquio..
Sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla.
“Allora?”
“Allora cosa Niall?” sputai velenosa.
“Ti sei calmata?” mi domandò con un'aria da cretino.
Non risposi, ero nervosa, lo sapeva bene. Volevo solo finirmi quel dannato pacchetto di sigarette in pace.
Si sedette vicino a me “Lo sai com'è fatta, lasciala perdere, e poi quel vecchietto del signor Smith ti adora, anche se gli porti la colazione 10 minuti più tardi.” continuò e sorrise.
Sorrisi anche io. Quel vecchietto mi adorava era vero. Era un grande imprenditore della California, direttore di una ricca azienda di moda gestita dai figli. Erano circa 3 mesi che gli portavo la colazione e mi è stato da subito simpatico. Quando andavo da lui addirittura mi faceva entrare nella stanza delle riunioni, e si vantava con i suoi colleghi che nessuna ragazza è stata così gentile nei suoi confronti. Gentile io? Nah, però con quello Smith tiravo fuori una  gentilezza mai avuta; forse perché i vecchietti mi facevano una grande tenerezza, ed era anche per questo che mi innervosivo quando quella civetta mi rimproverava.
“Vuole solo trovare un pretesto per sbarazzarsi di me” dissi semplicemente.
“Dai, non fare così, e poi oggi hai il colloquio con quello della gelateria..” disse facendo il vago.
Un momento. Avevo sentito male. Mi strozzai quasi con il fumo. “cc-cosa?”
“Alle 3.” disse con nonchalance mentre si stirava con le braccia in aria e sbadigliava.
Non potevo crederci, avevo ancora quel colloquio, quindi avrei potuto ancora farcela.
Avevo gli occhi lucidi. “Oh Niall! Sei stato tu a convincerlo non è vero?” Iniziai ad abbracciarlo e a dargli bacetti sulle guancie.
“Uhp, solo un po'..” disse impacciato mentre ricambiava l'abbraccio.
“Ti sarò riconoscente per tutta la vita, voglio andarmene da qui il prima possibile” dissi tutta febbricitante. Mi sarei presa quel dannato lavoro e avrei mandato a quel paese quella papera. 
“Hey bambolina, aspetta” -mi frenò lui- “prima ci parli, cioè discorso maturo da persona civile e adulta, poi se ti prende lavori e non farai mai tardi, cioè ti alzerai prima e sarai a lavoro in perfetto orario, chiaro? Non farmi fare brutte figure, mi sono impegnato per farti avere questo benedetto colloquio.” era serio.
“Che c'è? Hai venduto il tuo corpo a qualche sconosciuto Horan?” domandai divertita.
“AH AH, divertente beth. Mi raccomando.” 
“Ma ccerto dolce muffin imbottito.” dissi io tutta smielosa mentre ero ancora abbracciata a lui e mi finivo la sigaretta.
“Non sto scherzando.” mi guardò negli occhi.
Tirai fuori il fumo “Oddio ho capito Niall, che palle che fai.” sbuffai e lanciai con un gesto secco il mozzicone.
"e poi rilassati, andrà.. tutto liscio come l'olio." dissi con un tono autoconvincente.
Sorrise, e mi strinse a se “So che ce la farai, devi solo prenderti le tue responsabilità.”
“Prenderò le mie responsabilità.” affermai decisa mentre poggiavo la testa sulla sua spalla.
“Così mi piace la mia bad girl.” mi schioccò un veloce bacio sulla guancia.
Sorrisi “Non chiamarmi in quel modo.” 
“Ma tu sei la mia bad girl!” allargò le braccia con fare ovvio.
Scossi la testa, infondo aveva ragione. Ero la ribelle Elizabeth Richards, che si ubriacava e che amava i tatuaggi. Che paura.
Rimanemmo così per 10 minuti ad osservare la vita della caotica Los Angeles davanti a noi. Quando staccavamo dal lavoro facevamo sempre quello: guardavamo LA in tutta la sua bellezza, si era bellissima. Era pomeriggio e il cielo era di un azzurro intenso, un aereo passava tra le nuvole... mi ricordai una cosa.
“Oddio horan, come faccio a venire all'aeroporto con te se vado al colloquio?” Non gli avevo detto di si, ma solo 'ci penserò' quindi più si che no, quindi per lui era un 'si' assicurato. Però mi dispiaceva, Niall era così contento che lo accompagnassi, sapevo che ci teneva tanto, ma mi ero dimenticata anche di questo.
“Tranquilla Beth, vado solo non ti preoccupare.” disse sorridendomi.
“Sicuro?” 
“Si davvero, fai questo colloquio e punto.” Mh, un po' ci era rimasto male lo sapevo, ma non potevo rimandare quel colloquio, dovevo andarci o avrei perso la mia opportunità.
“Ok, andiamo a casa, per oggi abbiamo finito tarzan.” 
Presi la macchina e lo riaccompagnai a casa sua. 

Casa di Horan era a 5 minuti dal bar, abitavamo vicini, solo che la sua stava dall'altro lato della strada. Arrivati, decisi di salire anche io.
Juliet non era ancora tornata dall'università. Già lei andava all'università, scelta saggia e più che comprensibile se volevi crearti un futuro. Voleva diventare medico e si stava impegnando davvero molto, aveva quasi finito gli esami. Era una ragazza con la testa sulle spalle e poi era un'amica d'oro, sempre pronta a darti consigli: paziente, premurosa, responsabile, c'era sempre. Insomma il mio opposto. Era perfetta per Niall.
Ero partita con lei quando arrivammo qui, non conoscevamo nessuno e la cosa ci elettrizzava. In quel periodo anche Juliet voleva essere un irresponsabile, ci stavamo dando alla pazza gioia con festini, ragazzi, mare. Come si dice: giovani ed irresponsabili. Ma poi è arrivato Horan e tanti cari saluti al bel divertimento sfrenato. Lei ha messo la testa a posto, e io sono rimasta l'irresponsabile.
Non feci in tempo ad aprire la porta che già mi buttai a peso morto sull'enorme divano bianco in salotto. “Niall, Juliet a che ora ritorna?” Sbadigliai.
“Credo tra pochi minuti.” rispose mentre si sdraiava vicino a me. Chiuse gli occhi. Era stanchissimo in confronto a me, si era pulito tutta la cucina da solo, povero ciccio. 
Avevo ancora una buona mezz'ora di riposo, amavo quel divano, ci facevo certe dormite... “Te l'ho detto mai che amo il tuo divano?” chiesi sorniona.
“Tutte le volte che ti ci butti sopra..” non finii la frase che aprirono la porta. 
“Aiutatemi sono carica di busteeeeeee!” un urlo.
Ci voltammo e trovammo vicino all'ingresso la mia migliore amica. Juliet. Fisico magrolino capelli biondi e lunghi, occhi azzurri, una bambolina di porcellana rispetto a me.
Io e Niall ci guardammo in faccia interrogativi, stava sulla porta stracarica di buste della spesa.  A quel cretino gli brillavano gli occhi, mi misi a ridere schiaffeggiandomi la faccia arresa.
“Che fate li impalati idioti, AIUTATEMI!” disse mentre cercava di non far cadere le buste. Ecco la piccola Juliet vicina ad una crisi di nervi. 
“Non ci penso proprio, mi sto rilassando. Horan vai tu, fai il fidanzatino premuroso su.” mi accoccolai meglio sul divano.
Niall sbuffò “Devo proprio?” chiese con aria supplichevole a Juliet.
“HORAN. QUI. SUBITO.” urlò lei.
Sbarrò gli occhi “Ok, OK, ma che avete tutte il ciclo oggi?” corse da lei.
Scoppiai a ridere, Juliet lo guardava malissimo. Presero tutte le buste e le portarono in cucina. 
Rimasta da sola nel salotto vidi un vaso rosso pieno di gardenie sul tavolino. Come un flash mi si ripresentò in mente quello strano sogno.
Rabbrividì, Bleah, principi e principesse, peggio dei cartoni della Disney. Il bello era che anche io ero una principessa.
L'unica cosa accettabile è stato quel ragazzo, il primo, no vabbe anche il secondo non era male... AH! non ricordavo i loro volti, giusto. 
Scacciai quei pensieri e accesi il televisore su un discovery channel, era meglio non pensarci.  Stavano trasmettendo un documentario sulle foche che mangiavano i pinguini per nutrirsi. Rimasi scandalizzata.
“Coffè Coffè Coffe per la signorina Beth” Niall fece il suo ingresso canticchiando.
"TARZAAAAAN GUARDA COSA STANNO FACENDO!" indicai paurosa la scena tragica nel televisore.
Niall fece una 'O' muta con la bocca "MA-MA-SONO DEI MOSTRI! NON POSSONO UCCIDERE QUEI INNOCENTI PINGUINI!"
"TARZAN FONDIAMO UN CLUB IN ONORE DEI PINGUINI!" suggerii.
"DACCORDO SCIMMIA." fece finta di asciugarsi una lacrima e mi diede il cinque.
 Mi rizzai con la schiena e presi la tazzina. Lo guardai con aria innocente “Sei troppo gentile, guarda che divento dolce anche io poi.” sbattevo le ciglia ritmicamente. 
Si girò verso di me ridendo “Non ci credo nemmeno se mi paghi”.


“Però!” dissi io guardando sorpresa tutta quella roba sul tavolino. C'era roba di ogni tipo: cioccolata, coca cola, pane, zucchero, caramelle, patatine, pop corn, gelato, biscotti, merendine.. 
Era Juliet che faceva la spesa a casa. lo riteneva stressante, perché ogni volta si caricava come una mula. Povera, aveva tutto il mio sostegno morale.
“Si è tanta, ma ho dovuto farlo, questo cannibale mi ha svuotato il frigo.” disse mentre guarda Niall di sottecchi.
Mi girai verso di lui “Dovresti contenerti maialino Horan.” dissi io facendo la finta acida.
“Non ci posso fare niente se ho fame.” rispose con aria da saputello.
Trattenni una risata. Possibile che avesse sempre fame? Ah giusto lui era Niall Horan. "Beth, josh mi detto che tra 2 settimane c'è la festa in spiaggia che facciamo ogni anno, ti ricordi no?"
"Si, mi ricordo." risposi scocciata. Pensava davvero che mi dimenticassi di tutto?
"Ecco bene, dobbiamo organizzarci per i preparativi, INSIEME." sottolineò.
"Ma certo horan, quando mai ti ho lasciato solo con i preparativi?" chiesi retorica mentre finivo di rimettere a posto la spesa.
Fece finta di pensarci "Emh.. aspetta... TUTTE LE VOLTE."
"C'era stato quasi sempre un imprevisto." risposi vaga.
"SI CERTO, mi lasciavi l'ultimo giorno come un coglione da solo, io che mi ammazzavo, mentre TU stavi con i ragazzi."
Trattenni una risata, era vero. Gli davo buca per stare con i bei fighi invitati e me la svignavo. Si lo so, ero pessima. 
"... mh dai quest'anno ti do la mia parola."
Mi guardò meravigliato "Davvero?" 
"Si zuccone, prepareremo tutto insieme: chiameremo il DJ, ordineremo cibo e bevande, e metteremo apposto la sala e potr..."
Si illuminò in volto "Il mio amico che verrà oggi è un dj, magari posso chiederglielo!"
Rimasi sorpresa "ma chi Kamikaze?"
"Eddai beth" mi riprese.
"Okok, chiama chi ti pare, hai anche qualche amico canterino? Così suona piano bar." non trattenni la risata e mi segui anche lui.
"Senite, perché non potremmo cercare di avere un'estate normale invece?" domandò Juliet di punto in bianco.
CHE? CHE COSA HA DETTO?
"Cioè?" chiesi io confusa dalla domanda.
"Magari rimandare questa festa e fare qualcosa di nuovo, ecco." 
Io e Niall la guardammo in faccia sconvolti. Quella festa era un rituale, si DOVEVA fare ogni anno, come buon inizio dell'estate. Ci saremmo sentiti male tutti senza.
"Perché?" chiese Niall.
Intanto girai intorno al tavolo per prendere una sigaretta dalla borsa e mi avviai vicino alla finestra che si affacciava sulla strada.
Si rivolse a lui "Beh, sai com'è, io vorrei andare al mare, abbronzarmi, stare con te, non voglio recuperare Beth mezza ubriaca per la città." 
Ecco la solita ramanzina. 
Alzai un sopracciglio "oh è grazie tante, ci sono anche io qua." risposi acida con la sigaretta in bocca.
"Io ho un progetto, non so tu cosa ne pensi: cenetta romantica io e te soli soletti.." continuò lei come se non avessi detto niente tirando a se Niall guardandolo con uno sguardo da gatta morta.
Diabete a mille. Ho bisogno di insulina. "Oh ma per favore, Horan mandala al diavolo." dissi schifata.
"Dai ammmore, ti preeego." lo supplicò lei.
Niall intanto sembrava sperduto, poi mi guardò. Con lo sguardo gli feci capire che era 'no' n.o. no. 
"Amore un'altra sera ok?" chiese affettuoso lui baciandola sulla bocca. GO HORAN GO.
"Uffa che palle io volevo stare con te, non ti sentirai solo?"
"Beh no, ci andrò con Beth." CIUCCIATI IL CALZINO.
Storse la bocca "Ci vai con questa stronza?"
"Senti Juliet perché non vai a fare in culo?" chiesi con finto sarcasmo.
Mi lanciò uno sguardo assassino. Finalmente mi ha cagata.
"Ok,Ok, calmiamoci ragazze, non dovresti andartene tu?” horan.
“Mi stai cacciando?” chiesi acida.
“Stupida, devi andare lì non ti sto cacciando.”
“Horan caro, dillo se vuoi rimanere solo con Juliet a fare porcate, non mi scandalizzo mica.” dissi sorridendo maliziosa guardando la reazione di Juliet.
Lei si fermò a guardarmi stupita “Ma sei scema?”
Scoppiai a ridere "E voi siete due cretini.” li indicai.
“Juliet non la capirò mai la tua amica.” disse più a se stesso che a lei.
Parlando del più e del meno era passata già una buona mezz'ora “Vado a holliwood, non mi cercate, cià.” 
“Dove vai?” mi chiese Juliet.
“Al colloquio con quello della gelateria nuova.”  era meglio Holliwood.
“Ah quella in centro.. ” 
“Ci sei già andata?” 
“Si ci sono passata per prendere il treno, è davvero carina, scommetto che avrà successo qui.”
“Mh capito, vado adesso, ci vediamo domani.” mi avvicinai a lei e le schioccai un bacio sulla guancia, per poi darlo anche al mio migliore amico.
“In bocca al lupo scema!” mi urlò lei mentre mi avviavo frettolosa all'uscita.
Mi seguii Niall dietro la porta “Mi raccomando Richards: se non ti prendi questo lavoro ti strappo i capelli.” disse tutto emozionato con aria sognante.
Mi misi a ridere, sicuramente stava già immaginando la scena.
“Tu non toccherai mai i miei capelli.” dissi orgogliosa mentre me li lisciavo con una mano.
“Te li staccherò tutti.” lo guardai storto.
Scesi le scale e lui come risposta mi mandò un bacio volante.
Arrivata di sotto presi la mia mini e sfrecciai verso il centro.
 

Ero un po' nervosa, dovevo ammetterlo, ma questo era dovuto dal fatto che comunque facevo sempre delle dolci e carine figure di merda durante i colloqui di lavoro. 
PER ESEMPIO: un giorno quando ne feci uno per un ristorante rovesciai un'aragosta sopra la testa di un signore... brutti momenti. Ma questa era una gelateria quindi no problem, no? Al massimo avrei schiacciato un cono su qualche testa.
In radio intanto trasmettevano “Payphone” dei Maroon 5, amavo quella canzone, mi calmò un po' e iniziai a canticchiarla.
Scattò il rosso,mi fermai.
C'era traffico, merda merda merda. 
La gelateria dalle indicazioni di Niall si trovata 'quasi' nel centro di Los Angeles, si affacciava più verso il mare, ma comunque era vicina agli altri locali. Sapevo come arrivarci, conoscevo LA a memoria, ma di questo passo sarei arrivata in ritardo anche per uno stupido colloquio, perfetto. 
Intorno a me si svolgeva la solita vita californiana: gente che pattinava, gente che andava al cinema, gente che slinguazzava sulle panchine, e poi la stragrande maggioranza andava in spiaggia, a godersi quel ben di dio che solo la California poteva riservarci. Quasi quasi li stavo invidiando, mi ricordava tanto me e juliet due anni fa.. IDEA: avrei chiesto a quei due smielati se saremmo potuti andare al mare un giorno di questi. 
Intanto per favorire il mio sistema nervoso le macchine dietro di me suonavano i clacson in continuazione. "Porca puttana che si suonano? Non vedono che è rosso?!" Sbraidai da sola. Sarei uscita da quella macchina e avrei spaccato a tutti il cofano con un martello. Si ero molto paziente. 
Squillò il cellulare.
"Ringraziate il tizio che chiama che vi ha salvato il culo." 
Sconosciuto.
Adesso anche i numeri sconosciuti rompevano le palle? Risposi lo stesso.
“Pronto?”
“Richards, sei molto sexy con quei pantaloncini, sai? Esci con me stasera?” era lui. 
Sorrisi “Riconoscerei la tua voce anche se cambiassi sesso, Liam.” risposi ovvia.
“Aaaah ma così non vale, ormai lo sai che solo io posso farti questi scherzi è normale che non ci caschi”
“Infatti cambia copione, e comunque come sai che indosso i pantaloncini?” wow, era un mago sapeva che portavo davvero i pantaloncini.
“Ho tirato a caso..”
Aggrottai le sopracciglia “Dovrei crederci?”
“..boh fai te.”
"Idiota.” 

“Sei sempre più dolce”
“Lo so” dissi convinta.
Soffocò una risata “Allora non sono bravo con le sorprese, eh?”
“Direi che fai cagare i piccioni stitici.” 
“Ti sorprenderò.”
“Vedremo.”
“Vedremo.”
Scattò il verde, meglio riattaccare, con la fortuna che avevo mi avrebbero fatto un multa.
“Senti mr. simpaticone, ora devo riattaccare ci sentiamo dopo, ok?”
“Ok cacca, non dimenticarti di me.” disse tutto dispiaciuto.
“Sai che non potrei mai amore mio.” avevo un tono da presa per culo.
“Non sfottere Beth.”
“Ciao cazzonee.”
Riattaccai.
Sorrisi al pensiero di Liam. Liam era.. Liam. Non potevi descriverlo, non c'erano parole per lui. Lui era tutto. Era il mio sole. Sorrisi al quel pensiero e ripartii più sicura di me.
Arrivai e parcheggiai. Scesa dalla macchina vidi l'insegna 'Yogurtaland'.



vlvl

MA SALVE GENTE *-*
Ieri avete visto i tca? Noi si, ci siamo addormentate alle 5, però n'è valsa la pena, sono stati belli quest'anno, poi i ragazzi hanno vinto *u* *balla la conga*
(non vi diciamo cosa abbiamo fatto quando è partito il loro video, è meglio.)
MA, ecco il nuovo capito! 'era ora' direte, ma questi giorni è stato il nostro compleanno, e abbiamo avuto parecchi impegni. CHIEDIAMO PERDONO çç
ALLOOOORA, che ve ne pare? Beth ha ancora il colloquio per il lavoro alla gelateria, evvai. Così avrà ancora una possibilità. Lei è un caso perso, si è capito, però speriamo bene lol
*E' arrivata una telefonata da Liaaaaaaam* -mute come una tomba- u.u
Comunque ringraziamo le persone che hanno recensito e messo la storia tra le seguite. #muchlove
Vogliamo sapere i vostri pareri, quindi 
recensite recensite recensite :3
Al prossimo capitolo pipol (tra pochi giorni promesso) <3
  
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