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Autore: SamanthaMcQueen    23/07/2012    11 recensioni
La mia prima storia Larry.
Spero vi piaccia. :)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10.

Everything I need is you.

 

Quella sera, quando tornai a casa, come bella sorpresina mi ritrovai un cespuglio biondo rintanato sul divano del mio salotto, circondato da due pazze elettrizzate.
Fissai la scena un attimo, in silenzio, con loro tre che mi fissavano. Alla fine, disgraziatamente, mi decisi a parlare.
-Mamma, Gemma… Niall. Sono tornato.-
Niall fu l’unico che provò almeno a salutare, le altre due manco mi guardarono. Aveva tutta l’attenzione puntata contro, quel povero ragazzo, non sapeva a cosa stava andando incontro.
-Ciao Harry, ho accompagnato a casa Gemma, poi tua madre mi ha visto e mi ha invitato ad entrare e… hai una bella casa.- cominciò lui gentilmente, con quel sorrisone che sembrava non volesse mai sparire dal suo viso.
A guardarlo così, sembrava il ragazzo perfetto, sempre sorridente, composto, educato, e aveva un modo di fare piuttosto.. perfettino. Sicuramente mia madre già lo amava, bastava vedere come lo guardava.
Sospirai sommessamente, andando verso la cucina.
-Che mangiamo sta sera?- Dissi, stanco. Non sapevo se fosse stato il viaggio, o quello che avevo scoperto, ma mi sentivo senza forze, mi girava la testa.
Mia madre sbucò da dietro alla porta, aprendomi il forno. Aveva fatto la pizza.
I miei occhi diventarono due cuoricini giganti, tipo quelli dei cartoni animati, e quasi mi gettai sulla teglia come se volessi farci il bagno dentro. Mia mamma però richiuse il forno in fretta, lasciando così che quel buonissimo profumo svanisse.
Sbuffai appena e poi corsi in bagno a lavarmi le mani, era praticamente ora di cena.
Tornai in salone a preparare la tavola, a causa di quel biondino che aveva imbambolato quelle due, e poi ci sedemmo tutti insieme a tavola.
Continuava a girarmi la testa, forse non era per il viaggio, forse era perché non avevo mangiato praticamente nulla quel giorno, non avevo fame, ero agitato.
Quando iniziò la cena, notai qualcosa che mi fece sorridere. Proprio di fronte a me, invece che due persone, c’erano due animali imbufaliti che si avventavano sul piatto e spazzavano via tutto quello che gli capitasse sotto al naso.
Gemma e Niall in effetti su quello sembravano affiatati. E dire che mi sembrava un ragazzo così timido.. ma quando gli mettevi davanti del cibo, diventava un cannibale. Io e mamma restammo tutta la serata a fissarli, io ridendo come un idiota, lei a fantasticare su chissà che cosa.
Beh, alla fine non erano così male insieme, in qualcosa erano simili.
La serata passò in fretta, imparai a conoscere meglio quel ragazzino timido, e in fondo era dolce come pochi, l’avevo giudicato male solo a causa di una foto, ero stato avventato. E che foto. Io non riuscivo bene a concentrarmi su di loro, continuavo ad avere caldo, e mi facevano male le tempie.
Barcollando un po’ mi diressi verso la mia camera, continuava a girarmi la testa, forse era la stanchezza.
-Dove pensi di andare tu?- mi bloccò mia madre prima che salissi le scale, e io mi voltai a guardarla scocciato. Mi sembrava già piuttosto indaffarata a torturare Niall, cosa voleva da me?
-In camera, dove se no?-
-Resta qua a farci compagnia, Niall non conosce nessuno qui, sarebbe carino se tu ci facessi amicizia.- continuò lei speranzosa.
-Mamma, non mi sento bene ora, scusami.- Mi voltai senza darle la possibilità di rispondere, e la sentii voltarsi per tornare da dove era venuta.
Mi aggrappai al corrimano della scala ed iniziai a salire. Non riuscivo a vedere bene, e poi mi sentivo bollente.
Una volta arrivato in camera non ci pensai due volte, mi levai tutto quello che avevo addosso e mi buttai sul letto sfinito, sentendo la pelle che bruciava.
Cercai di dormire ma con scarsi risultati, continuavo a sudare, mi sentivo debole. Passarono diversi minuti, un’ora, due. Sentii la porta aprirsi e Niall che se ne andava, sentivo risate, sospiri, mia sorella che correva in camera sua per scappare a mia madre. Che bambine.
Mi ci volle un po’, ma alla fine chiusi gli occhi abbandonandomi completamente al sonno, sfinito e provato.
Quando finalmente riuscivo a riposare un po’, ecco che qualcosa, un suono, mi fece aprire gli occhi di colpo; il cellulare.
Mi passai una mano sugli occhi, sbadigliando forse un po’ troppo forte, e mi misi seduto con non poca difficoltà, afferrando l’apparecchio elettronico e portandomelo all’orecchio.
-Pronto?- Cercai di dire, sperando di avere una voce sveglia.
-Harry, sei tu?- Sobbalzai nel sentire la sua voce, per poi sorridere.
-Non so, con questo numero chi pensavi che fossi?-
Una risata. Quanto mi era mancata quella risata, per pochi giorni che non l’avevo sentita.
-Scusa, è che..- iniziò lui con il suo solito tono torvo.
-Mi manchi.- mi limitai a dire io, deciso. Non sentendo una risposta, continuai. –Ci vediamo sotto.-
Senza lasciarlo rispondere, attaccai di fretta, sapevo che mi avrebbe detto di no e non volevo.
Feci per alzarmi, ma mi mancò l’equilibrio e caddi a terra.
La testa, mi girava la testa, non riuscivo a stare bene in piedi. Ma che diavolo?!
Tenendomi al bracciolo del letto mi tirai in piedi, e restai un attimo immobile per ritrovare l’equilibrio. Accesi la luce e mi infilai i pantaloni della tuta, controllando l’ora prima di uscire. Le 4:00?! Quell’idiota, solo lui poteva chiamarmi a certe ore.
Mi passai una mano sulla fronte per scostarmi una ciocca di capelli dal viso, che si era attaccata a causa del sudore, ero bollente.
Feci attenzione a non svegliare nessuno, e sgattaiolai fuori di casa in tutta fretta.
Con mia grande sorpresa me lo ritrovai subito sotto casa, che trafficava con il cellulare in mano, la testa china, seduto sui grandini davanti all’entrata.
Non appena si accorse della mia presenza scattò in piedi, riponendo il telefono in tasca, iniziando a scrutarmi. Io avanzai verso di lui, arrivandogli davanti a pochi centimetri, iniziando a fissarlo a sua volta. Dovevo guardarlo negli occhi, per capire.
Non appena incrociai lo sguardo con il suo, mi intristii. Erano degli occhi stanchi, tormentati, sfiniti.
-Allora, cosa succede Zayn? Perché non fai altro che evitarmi?- Iniziai ad accusarlo. E cosa potevo fare? Abbracciarlo e scordare tutto? Era il mio migliore amico e di punto in bianco aveva iniziato a far finta che non esistessi, e non avevo fatto nulla per meritarmi quello, ne ero sicuro.
-Harry, è un momento difficile… mi dispiace.-
Se continuava a guardarmi con quegli occhi però, non andava bene. Mi scioglievo quando faceva così, si vedeva che era pentito.
-Dimmi almeno perché. Cosa ho fatto?-
-Niente.- Stringeva i pugni, era strano.
-Pensi davvero che ti creda? Non sono un idiota, Zayn dimmelo.- rimarcai il concetto, sperando che capisse quanto fossi arrabbiato e quanto volevo che mi dicesse la verità. Ma lui non parlava, si limitava a guardarmi, quasi furioso. –Perché mi guardi così? Sono io quello che dovrebbe essere arrabbiato, non tu. Sono rimasto da solo, sai che ho bisogno di te, anche per me è stato un momento difficile, ma tu non c’eri e io..-.
Un dito. Mi fermò posandomi un dito sulle labbra. Posò una mano sulla mia spalla, avvicinandosi pericolosamente a me. Iniziai a spaventarmi, ero confuso. Il suo dito si spostò dalla mia bocca, ma non riuscii a parlare. La sua mano sinistra iniziò ad accarezzarmi il viso, e non potei fare a meno di arrossire. Il modo in cui mi toccava e mi guardava.. era diverso, in un certo senso, mi intimidiva.
Eppure non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo, come se una qualche forza nei suoi occhi li tenesse incatenati ai miei.
Quando però iniziò ad avvicinare il viso al mio, un po’ troppo vicino, iniziai a capire. Forse non volevo, forse mi stavo sbagliando ma..
Arretrai in fretta, di scatto, avendo paura di quello che poteva fare, quello che mi sembrava stesse per fare.
Da quell’istante non capii più nulla. Quello scatto che avevo fatto era stato troppo, sentii le vertigini, le tempie scoppiare, e non vidi più nulla.
 
Il momento in cui mi svegliai, una luce forte mi accecò gli occhi. Li aprii a fatica, cercando di capire dove fossi. Okay, era la mia camera senza dubbio.
Che ci facevo in camera mia? Non ero con Zayn? Zayn.. oddio Zayn.
Mi tirai su di scatto, ricordandomi di colpo cos’era successo. Stavo con Zayn in cortile, stavamo parlando, poi lui si era avvicinato e io.. ero svenuto. Che idiota.
-Allora, come ti senti?- Sentendo una voce accanto a me mi voltai a vedere chi fosse, e trovai Zayn che mi guardava, preoccupato.
Sbattei un attimo gli occhi, guardandomi meglio intorno. C’era anche mia madre, anche lei con uno sguardo triste.
-Cos’è successo?- Chiesi leggermente confuso, e ancora un po’ stordito.
-Tesoro, sei caldissimo, torna a stenderti, hai la febbre. Possibile che non te ne sia accorto?- disse mia madre di fretta, intimandomi a stendermi buttandomi sul materasso.
Iniziai a lamentarmi come un bambino, mi sentivo decisamente meglio, anche se la pelle bruciava ancora, come il sangue nelle vene.
Mia mamma iniziò a medicarmi, a passarmi le bende sulla fronte, e mi diede anche una sottospecie di medicina che puzzava di fango, che schifo.
La mia attenzione però passò sul moro che mi guardava sollevato, quando qualcosa nella sua tasca squillò. Non ci mise nemmeno due secondi a rispondere, in fretta.
-Ah, Liam.. aspetta.- disse lui, per poi alzarsi ed uscire dalla stanza.
Alzai lo sguardo a fissare la sveglia, erano le 8:00 del mattino. Che voleva Liam da Zayn alle 8 di mattina? Di sabato, poi, non c’era nemmeno scuola oggi.
Volevo andare ad origliare attaccato alla porta, ma mia madre, come prima, non me lo permise, iper protettiva come suo solito.
Quando tornò aveva un’aria strana.
-Signora Styles, Hazza. Scusate, ho un impegno importante, devo proprio uscire.- Si limitò a bofonchiare lui di fretta.
Mia madre gli rivolse un saluto sorridendogli, per poi correre a cambiare l’acqua della bacinella in bagno. Io gli sorrisi, per poi fargli cenno di avvicinarsi.
Quando arrivò abbastanza vicino, lo tirai per un braccio, facendolo arrivare alla mia altezza.
-Appena sto meglio ne riparliamo, ok?- lui fece un ‘sì’ con la testa, così mi allungai a dargli un bacio sulla guancia. –ci si sente.-
Lui si tirò su in piedi di fretta, probabilmente si vergognava a fare quelle cose. In fondo era Zayn Malik lui, non era il tipo da queste cose sdolcinate. Anche se.. ultimamente si stava mostrando un po’ troppo per quello che era.
Si voltò e corse fuori dalla stanza, scendendo le scale e richiudendo la porta delicatamente, come al solito. Sospirai e mi ributtai giù, attendendo mia madre tornare dal bagno.


 

Louis Tomlinson.


 

-Grazie Niall, ci sentiamo più tardi.- Spensi il cellulare, buttandolo nei sedili posteriori ed uscii dall’auto, arrivato a destinazione, finalmente.
Con la mia solita eleganza che sapevo poteva far stendere qualsiasi ragazza ai miei piedi, mi infilai gli occhiali da sole, guardandomi intorno circospetto, per poi avviarmi verso quel vialetto.
Dovevo essere deciso, come al solito, anche se in realtà ero un tantino nervoso, e non capivo il perché. Da quando Eleanor mi aveva lasciato, non c’era stato nessuno che fosse riuscito di nuovo a farmi battere il cuore, nessuno. D’altro canto, non lasciavo nemmeno che qualcuno si avvicinasse a me più del dovuto. Ero stanco di soffrire, di sentirmi preso in giro, raggirato. Era il mio momento per divertirmi, ora. Per far provare a tutti come mi ero sentito, per far capire agli altri cosa si prova nell’amare qualcuno per poi rimanerne delusi immensamente.
Da quel giorno infatti non c’era stato momento in cui non mi fossi divertito, quanti cuori avevo spezzato, distrutto, devastato. Mi divertivo a giocare con i sentimenti delle persone, ad usarle per i miei scopi personali. Non mi importava nemmeno che fossero uomini o donne, se vedevo che qualcuno era interessato a me, non perdevo tempo nel conquistarlo, e poi stravolgerlo completamente.
Dovevo ammettere però che Harry Styles era diverso dagli altri che avevo conosciuto. Non era di certo il primo ragazzo che mi ero accalappiato, ormai avevo anche una certa esperienza in campo maschile, ma lui aveva qualcosa di diverso, mi attirava. Non facevo altro che pensare alla prossima mossa da fare nei suoi confronti, quasi ossessivamente.
Mi divertiva e mi attraeva allo stesso tempo.
Avevo pensato di ignorarlo dopo un po’, dato lo strano effetto che riusciva a farmi, ma non ne ero capace. Dovevo averlo, doveva essere mio, poi me ne sarei andato, non avrei lasciato il mio cuore affezionarsi, ma dovevo sentirlo mio.
Ed ecco il motivo per cui ero lì. Quasi a farlo apposta, Niall si era interessato alla sorella di Harry, e in men che non si dica si era già trovato a casa loro, il che era un bene, così avevo finalmente il loro indirizzo che Lottie non voleva darmi, e avevo anche l’occasione per conquistarlo.
Infatti Niall mi aveva appena avvisato che il povero ragazzo aveva la febbre, e non poteva venire a scuola. In effetti mi stavo chiedendo perché erano giorni che non venisse, era già venerdì, era passata quasi una settimana e non l’avevo visto nemmeno una volta.
Visto che a quanto pare si era quasi del tutto ripreso, avevo deciso di fargli una sorpresina.
Avevo scelto il momento perfetto. Non avevo bene idea del motivo, visto che il biondo odiava quando mi comportavo in quel modo e tentava sempre di fermarmi, ma quel giorno aveva attirato fuori di casa sia Gemma che sua madre, con la scusa di portarle in un bel posto, e mi aveva lasciato il via libera in casa.
In effetti era troppo bizzarro… che pensasse seriamente che quel ragazzo fosse diverso? Che se ne fosse accorto anche lui? Bah, alla fine non faceva molta differenza, l’importante ora era essere perfetto come sempre, e farlo mio. Non avevo mai desiderato tanto una ‘preda’ come lui, e la caccia era durata anche troppo.
Bussai alla porta, aspettando pazientemente che arrivasse ad aprire.
Quando la porta si spalancò, sorrisi soddisfatto, ottenendo la reazione che speravo. Il riccio di fronte a me era sbiancato, e mi fissava quasi avesse paura che me lo mangiassi. In effetti, non era totalmente sbagliata come idea.
Lo squadrai da testa a piedi, notando che senza l’uniforme scolastica era ancora più perfetto del solito. Pantaloni della tuta larghi e maglietta aderente che scolpiva ogni muscolo del suo corpo.
-Beh, non mi fai entrare?- dissi risolutamente, sorridendo beffardo.
Sapevo bene come mi ero comportato la settimana precedente a scuola, ero stato stupido. Non sapevo perché mi fossi lasciato trasportare in quel modo, perché ero stato così dolce, ma poco importava, meglio così. Forse in quel modo me l’ero lavorato per bene, forse ora si fidava di più, avevo un’occasione in più da sfruttare.
Il riccio fece una smorfia che non riuscii bene ad interpretare, per poi scansarsi appena per lasciarmi entrare.
Iniziai a studiare la casa, era piuttosto piccola. O forse per i miei standard era piccola, ma la trovavo piuttosto accogliente. Feci un giro per le stanze del primo piano, senza chiedere il permesso, tanto non parlava, per cui.
Quando arrivai al salotto, scivolai fino al divano, sedendomi comodamente sopra, mettendomi in una posa non poco provocante.
Harry i raggiunse in fretta, sedendosi accanto a me, anche se per i miei gusti era un po’ troppo lontano, si teneva a distanza di sicurezza. Guardarlo mi faceva sorridere, era tenero. Teneva le mani sulle ginocchia, tremava appena, e si mordeva il labbro insistentemente, particolare che avevo notato quasi subito in lui, lo faceva quando era agitato.
-Allora dimmi, come ti senti? So che avevi la febbre alta.- Lo vidi sobbalzare, forse preso in contropiede.
-Si, sto meglio, sono andato al porto l’altro giorno e ho preso un po’ troppo vento.- Parlò finalmente lui.
-Ah sì? Beh, siamo a Londra, non in Australia, dovevi immaginare che potevi prenderti qualcosa.- iniziai a sogghignare, proprio per non scoppiargli a ridere in faccia.
-Non importa, quel giorno ho scoperto un sacco di cose interessanti, ne è valsa la pena.- disse lui guardandomi intensamente. Il suo sguardo era cambiato, era più deciso, diverso da prima.
Eppure non doveva essere così, doveva avere paura di me, non essere così deciso.
Così, decisi di affrettarmi, volevo fare le cose con calma, ma se continuava a guardarmi così avrebbe finito per farmi impazzire.
Iniziai a spostarmi verso di lui lentamente, sempre più vicino, notando la sua espressione cambiare di nuovo. Sorrisi compiaciuto, posando una mano sulla sua coscia.
-E dimmi.. cosa hai scoperto di tanto interessante?-
Lo sentii irrigidirsi, non riuscivo a smettere di sorridere, quasi ridevo.
Anche io mi sentivo in un certo senso teso, ero leggermente confuso dalla sua vicinanza, era colpa dei suoi occhi. Mi stregavano, era più forte di me.
Iniziai ad avvicinarmi sempre di più al suo viso, notando che continuava ad indietreggiare, fino a che purtroppo non riuscì più a proseguire, così iniziò a scendere, a sdraiarsi pur di allontanarsi da me.
-Dovremmo parlare di una cosa che..- provò a dire lui, balbettando, ma lo fermai.
-Sei crudele.- Azzardai io, posando una mano sulla sua guancia.
Ormai l’avevo in pugno, eravamo praticamente stesi sul divano, e lui non aveva la forza per mandarmi via, sapevo quanto mi desiderava.
Mi stesi totalmente su di lui, fissandolo un attimo negli occhi.
La mia mano scese, dalla sua guancia al suo collo, per poi arrivare alla fine della sua t-shirt, per infilarvi una mano sotto, sentendo la sua pelle bollente, i suoi pettorali perfetti, accarezzandoli.
Con l’altra mano scesi ancora, posandola sulla sua intimità coperta dallo spesso tessuto della tuta.
Riuscivo a sentirlo lo stesso, quanto mi desiderasse, era già in tiro. La cosa mi fece sorridere non poco, ed iniziai a mordergli le labbra, voglioso.
Era mio, ormai era mio, non volevo altro.
Quando portai le mie dita a giocare con l’elastico dei suoi pantaloni, iniziai a sentirlo gemere, ansimare. Probabilmente era la sua prima volta, almeno con un ragazzo, con il faccino ed il fisico che si ritrovava doveva essere un vero play boy.
Era tutto perfetto, tra poco sarebbe stato mio, e poi avrei potuto distruggerlo, come sempre d’altro canto, come con chiunque. Sarebbe stato un bene anche per me, in fondo era solo quello, che volevo, volevo averlo e nient’altro, se ci avessi impiegato altro tempo, avrei finito con l’affezionarmi, me lo sentivo.
Portai una mano sotto i suoi pantaloni, pronto a levarglieli quando quel momento perfetto fu totalmente rovinato.
Il campanello suonò, ed il riccio sembrò riprendere di colpo conoscenza, come se si fosse appena svegliato, e mi allontanò bruscamente da lui.
Che delusione, e dire che l’avevo in pugno. Svogliatamente mi scansai, alzandomi e andando verso la porta.
-Dove vai?!- mi urlò il moro.
-A sculacciare chi ci ha disturbati, dove sennò?- dissi io, facendogli l’occhiolino. Lui mi guardò irritato, anzi furioso, forse si era appena reso conto di cosa stavo per fargli?
Lo ignorai e svolazzai fino all’entrata, trovandomi davanti il guastafeste per eccellenza.
Sembrava avesse un radar quel ragazzo, ogni volta che stavo accanto ad Hazza sbucava fuori.
-Zayn.- Dissi alzando spallucce, sorridente, trovandomi davanti quel meraviglioso ragazzo che mi fissava con aria sconvolta.
Eh sì, quel pomeriggio stava prendendo una piega imprevista, accidenti a lui.
 
 













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I’m bacccccck!! Lol
Scusatemi ragazze, ho tardato non so quanti giorni ad aggiornare, anzi, spero che mi pubblichi il capitolo perché qua internet fa cacare i cani. T_T
Anyway, ho lasciato parlare un po’ anche Louis, che dite? Avevo pensato di far parlare solo Harry, ma penso che per voi sarebbe noioso, quindi ho deciso che prossimamente darò spazio anche gli altri personaggi, ma Hazza spiccherà sempre di più, eh. e.e
Ah, beh, sapete come la penso, ma lo dico comunque: QUESTO CAPITOLO FA VENIRE LA DISSENTERIA :’D ma okay, facciamo finta che sia bellissimo. Non lo rileggo nemmeno, altrimenti lo cancello vah.
Avviso che sono al mare, la connessione non va un caiser (se non si era giù capito lol) quindi ho più tempo per scrivere suvvia, anche se non sono quasi mai in casa, ma in questi giorni fa brutto, per cui.. u.u Ah, e scusate non riesco a rispondere alle vostre recensioni, appena mi va la connessione decentemente risponderò! Ç_ Ç
Beh, smetto di annoiarvi, altrimenti lo spazio autrice diventa più lungo del capitolo stesso, lol, anche se questo è il più lungo che abbia mai scritto, per cui u_u.
E… niente, scappo perché sono di fretta, scusatemi ancora per il ritardo, prometto che al prossimo ci metterò meno di una settimana ad aggiornarlo! ç_ç
Al prossimo capitolo!
°Sam.

  
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