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Autore: Ele05    24/07/2012    6 recensioni
Will è un amante dell'arte, si preoccupa sempre per i suoi ragazzi, che ha accolto nella propria vita. Questa è la storia delle New Directions, che durante il loro tour incontrano difficoltà, scoprono sentimenti e conoscono un gruppo di ragazzi fuori dal normale. Gli Warblers.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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This is not a Circus, It's a Golden Cage.
 
Prologo
 
 
 
Alla mia anima gemella, 
che c'è sempre stata,
che spero sempre ci sarà, 
e che non smetterà mai di stupirmi.
Ti voglio bene.
 
 

 
 
William Shuester era un uomo semplice, amava lavorare, e amava l'arte, in ogni sua forma. 
Il destino putroppo aveva fatto in modo che lui non riuscisse ad avere però ciò a cui ambiva di più. 
Una famiglia da cui tornare la sera, con cui parlare delle propri giornate. 
Per questo motivo infatti passava la maggior parte del suo tempo al bar, a sorseggiare birra con quelli che più vicino a degli amici erano per lui, ma che di sicuro, non avrebbero mai rimpiazzato la sua piccola voragine interna.



 
Quello che non ho ancora detto, è che nel bar che frequentava, c'era una stanza secondaria, di cui solo i più fidati erano a conoscenza, e lui, dato che passava tutte le sere lì, era uno dei pochi "eletti". Quindi una volta a settimana, lui e gli altri si ritrovavano lì a giocare a carte, spesso scommettendo molto più di quello che avevano in tasca, sperando che la dea bendata baciasse uno di loro. 




 
Quel giorno Will era stremato, in fabbrica, oltre che a lavorare, aveva litigato con un suo collega, perchè maltrattava un ragazzo, solo perchè era gay. Per lui non c'era nulla di male, insomma. Lui pensava che fosse giusto che ognuno si esprimesse, e quindi spesso si batteva anche per i diritti di persone che non erano lui. Alla fine, anche se si nascondeva tutte le notti in uno squallido bar, e beveva molto, era un uomo di gran cuore, ed era innegabile. Comunque era serata poker, e chi era lui per non presentarsi? Insomma, controvoglia ci andò, e puntò tutto il suo stipendio. Non si aspettava che quella fosse la sua serata, infatti due birre dopo essersi seduto, aveva vinto quello che di solito guadagnava in tre anni di lavoro.
Avrebbe finalmente lasciato quel lavoro che tanto odiava.


 
Stava tornando a casa, William, quando vide quello che non si sarebbe aspettato. 

 
Un bambino, sui quattro anni più o meno, che giocava per strada. Era il più bello che avesse mai visto, alto per la sue tenera età, biondo scuro, con degli occhi molto particolari, che sembravano verdi, poi azzurri, poi ancora grigi. Il bambino era magro, ma si vedeva che era in salute. Era vestito solo con una tutina per dormire, ed era sicuro che a quell'ora avrebbe iniziato a sentire freddo. Per essere così piccino, sembrava forte, coraggioso, saggio quasi, e questo proprio non riusciva a capirlo Shuester.




 
In nemmeno tre secondi Will era vicino al bimbo, che stava ancora giocando, ma che adesso si poteva notare aveva gli occhi arrossati, forse per via della stanchezza, ma di sicuro aveva anche pianto. 
"Mi chiamo William" non si accorse nemmeno di pronunciare quelle parole, ma ci mise tutta la dolcezza che aveva.
"Il mio nome è Kurt. Sei simpatico!" Will si era quasi sciolto a quelle parole. Aveva dimenticato la purezza dei bambini, e ogni volta ne rimaneva colpito.
"Come mai sei qui da solo Kurt?"
Al momento Will non capì che quella domanda scatenava un uragano dentro il bambino, ma sapeva che doveva chiederlo.
"Mi hanno lasciato qui i miei 'cari' genitori. Mi avevano detto che si andava al parco, e invece non lo hanno fatto."
"Come mai? Li hai fatti arrabbiare?"
"Prima era tutto perfetto, ma poi.. Io stavo giocando con Leo al parco, e quando mia madre ha visto che ci stavamo abbracciando sono cambiati, mi hanno cominciato a trattare molto, molto male."
Il bimbo stava per piangere, e a dir la verità, anche Shuester, che disse
"Era un amico speciale?" Lui sapeva già la risposta. Ma non voleva credere che i suoi genitori lo avessero abbandonato per quel motivo.
"L'unico che volessi avere" 
Ok Will stava per sentirsi male, odiava quel genere di persone, e non si poteva lasciare per la strada un bambino così piccino. Nemmeno se fosse stato brutto. E di sicuro non per questi futili motivi.
"Vorresti venire da me? Sarò buono e gentile, non ti farò mai mancare nulla."
Kurt si era messo a piangere, probabilmente dalla felicità, e aveva annuito, tra i singhiozzi. Ringraziandomi.
 






 
***





 
In quegli anni, in cui Kurt si dimostrò un figlio dolce e premuroso, si dimostrò anche un grande cantante e ballerino.
Nel suo giardino, aveva messo dei trapezi, e all'età di otto anni lui sapeva già fare moltissime acrobazie. E fu proprio lui, con la sua passione e la voglia di viaggiare e scoprire il mondo che disse:
"Will, perchè non mettiamo su un circo?" e di solito le persone non danno retta ai bamabini di otto anni che ti chiedono di lasciare tutto per mettersi "all'avventura" ma quella era sempre stata la sua passione, trovare ragazzi con talenti che nemmeno loro sapevano di avere, e faglieli mettere a frutto.
Quindi non dico che Will abbia detto subito sì, ma di sicuro iniziò a pensare all'idea che non fosse poi una totale stronzata.





 
***
 





Finalmente William, dopo anni, decise.
Non era mai stato più sicuro di nulla. 
Adesso c'era solo un'altra tappa da fare.
L'orfanotrofio.
Will voleva i ragazzi più grandi, così che avessero la stessa età di Kurt. E li trovò, eccome se li trovò!
In quell'orfanotrofio lui trovò un gruppo di ragazzi di 15 anni, era un gruppo molto affiatato, e cantavano, e ballavano, esprimevano.. Gioia.


 
Nel gruppo c'erano cinque ragazzi. Uno era davvero molto alto, sembrava si fosse appena svegliato dall'espressione che aveva, ma aveva una grande, grande voce. Si chiamava Finn. Poi c'era Sam, un ragazzino biondo, forse troppo, che aveva una grande bocca da cui uscivano imitazioni perfette e grandi battute. Stavano giocando con Puck e Artie, il primo alto, con una pettinatura parecchio strana, ma con un sorriso sereno sulle labbra, il secondo invece, era su una sedia a rotelle, ma sorrideva, e cantava benissimo. E infine, al centro, c'era Mike, che stava ballando su una melodia che sentiva nel cuore, e lo stava facendo benissimo.


 
Lì con loro, c'erano delle ragazze, erano divise in piccoli gruppi, c'era un gruppo da tre, formato da due biondine e una moretta, loro si chiamavano Brittany, Quinn e Santana. Tra loro si chiamavano la 'Dannata Trinità', a quanto pare, loro avevano fatto davvero di tutto insieme, dal nascere, fino all'essere abbandonate lì, ma erano felici, perchè sapevano che ci sarebbero sempre state l'una per l'altra. Accanto a loro c'erano due ragazzine, una robusta, e molto, molto socievole, che si chiamava Mercedes. Lei amava il suo nome, proprio perchè era così particolare, e con lei, che rideva, c'era Tina, una ragazzina orientale con delle ciocche blu, lei sembrava timida, ma per chi la conosceva bene, non lo era. Aveva solo paura di soffrire di nuovo.
In tutto questo, mentre Will li osservava, Kurt si era avvicinato a loro, e aveva cominciato a parlare con una ragazzina con il nasone, la frangetta, e l'espressione di chi sa di essere fuori posto.
Kurt conosceva quell'espressione, ce l'aveva sempre, prima di incontrare Will.




 
In pochissimo tempo Kurt era già amico di tutte le ragazze, e pure dei ragazzi. Kurt aveva paura all'inizio, pensava che lo potessero giudicare, invece, l'unico commento fu di Puck, che gli dissse 
"Hey amico! Ma come fai a stare in quei pantaloni così stretti?" Scatenando le risate generali.
Poteva essere se stesso, ed era una cosa, che fino a poco tempo fa si sarebbe solo sognato. 
E Will era sicuro. Non avrebbe desiderato un cast migliore per la sua avventura. 


 
 
***
 
Aveva appena firmato le carte per prendere i ragazzi, e Kurt aveva iniziato ad organizzare una festa per l'arrivo dei nuovi amici.
Era esaltatissimo, e nulla lo avrebbe calmato finchè non avessero varcato quella porta, e avesse detto loro cosa avrebbero fatto. 



 
Intanto, anche loro erano felici, perchè non solo sarebbero usciti da quel posto grigio, ma sarebbero anche stati tutti insieme. La loro gioia era incintenibile, sapevano che Will era un uomo gentile, che Kurt era dolce e loro pensavano che non sarebbe potuta andargli meglio. 



 
William stava preparando il pullmino, dove sarebbero montati tutti i suoi nuovi compagni di avventura, ed era raggiante, continuava a cantare, e vedeva che anche Kurt provava le stesse cose.
 



Erano tornati a casa, adesso tutto quello squadrone era sazio, grazie alla grande cena di benvenuto preparata da Kurt, ed erano tutti attenti a quello che Shue stava per dire.
"Vi piace il circo?" Chiese lui, tutti all'inizio lo guardarono un pò straniti, e vedendo che tutti annuivano felici disse
"Perfetto, perché saremo NOI, il circo!" Loro non ci volevano credere. Pensavano di impazzire.
Potevano esprimersi, diventare famosi, e tutto questo essendo anche pagati! Dire che avevano accettato è un eufemismo. 
Erano letteralmente saltati tra le braccia di Will e di Kurt, che adesso sorridevano felici, e non vedevano l'ora di cominciare questa nuova, e sicuramente emozionante avventura.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
_____________________________
 
Note:
Ok, come prologo fa schifo. Ma mi piaceva l'idea di qualcosa di parecchio diverso. Adesso voglio far vivere un pò di avventure alle ND, e lasciare che gli Warblers arrivino al momento giusto, non so se con questo prologo vi ho convinti a restare, ma di sicuro mi piacerebbe tanto esserci riuscita :) Quindi nulla, alla prossima!
 
 
P.S. Grazie mille alla mia anima gemella, che corregge tutto quello che la mia mente malata scrive. Ti meriti un'altra standing ovation!
  
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