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Autore: Sherazad_93    24/07/2012    2 recensioni
"Non hai che da chiedere..Avanza la tua richiesta! Otterrai il tuo desiderio..IN CAMBIO DEL MIO!!!"
I sibili del Dio delle Tenebre si interruppero quando il giovane si risvegliò da quell'incubo che lo tormentava ormai da dieci anni....La visione di quella ragazza dagli occhi verde mare a lui sconosciuta che gli implorava aiuto..Cosa significava? Perchè proprio lui? Quella ragazza..Chi era? E perchè si sentiva così legato a lei?..
Seguitemi nella mia prima fic..spero che la mia introduzione vi abbia incuriosito..:-) A presto..:-)
Sherazad_93
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Il Cacciatore
Correvano a perdifiato per sfuggire al Male, per essere liberi dalle grinfie di Ahriman. Il cielo era completamente coperto da nuvole nere e il vento scapigliava violentemente i capelli di Dastan e il mantello di Sherazad.
Lei si stava coprendo il volto in modo che i suoi occhi non fossero ricoperti dalla tempesta di sabbia che stava invadendo la Persia.
Lui la trascinava per una mano correndo come un pazzo, col fiato spezzato.
Erano a metà corsa tra il tempio e l’arco della prima grotta, che avrebbe portato al primo Suolo Fertile da risanare quando..la terra cominciò a tremare.
I loro passi non erano più stabili sul terreno e più volte rischiarono di cadere a terra.
Continuavano comunque a correre imperterriti, senza voglia di fermarsi o di arrendersi. Ormai correre era diventato un gesto, un movimento automatico. Non sentivano nemmeno più la stanchezza. La voglia di arrivare al riparo aveva cancellato qualsiasi altro sentimento o impulso fisico doloroso. Le loro menti erano vuote, la testa lavorava solo per continuare a correre.
La terra tremava sempre di più e alle loro spalle vi era il terribile frastuono che creava Ahriman con la sua voce. Con le sue urla. Le sue urla così maligne, così orribili da spezzare il fiato, da togliere il respiro, capaci di suscitare il panico, il sentimento più buio in chi gli sfuggiva.
I cuori di Sherazad e Dastan sussultavano in maniera allarmante ogni volta che Ahriman urlava.
Sembrava si sentisse potente, troppo. Sembrava che pensasse di aver già vinto e che Sherazad correva verso un destino ormai già deciso : la sua fine e l’inizio della rinascita eterna delle Tenebre.
La terra non smetteva di tremare sotto il loro piedi, sembrava non volersi mai fermare.
Ad un tratto, una voragine immensa si aprì sotto i loro piedi, facendoli precipitare nel vuoto.
Non si vedevano nemmeno tra di loro, non percepivano più le pareti, la terra. Percepivano solo il nulla e un senso di morte angosciante.

-E’ finita..-, pensò Sherazad con un senso di impotenza, di arrendevolezza.

Pensava che il male era riuscito a sconfiggerla, a eliminare la Luce e che forse Ormazd, dopo la sua morte sarebbe tornato a pugnalare il fratello e a conficcarlo nuovamente nel suo castigo.
Poi il suo pensiero corse a Dastan, che tanto aveva combattuto quel giorno per aiutarla contro il maledetto Dio delle Tenebre e che adesso, anche lui, sarebbe morto per quell’insulsa battaglia. Per quella battaglia che altre volte, dopo di loro, sarebbe rinata in un ciclo che mai si sarebbe concluso.
Ci sarebbe sempre stato qualcuno che, preso dalla disperazione, si sarebbe rivolto ad Ahriman, che lo avrebbe nuovamente liberato.
Ci sarebbe sempre stato qualcuno che lo avrebbe sconfitto e sarebbe morto per riportare la pace.
Sherazad chiuse gli occhi. Dentro sentì un tremito disperato.
La sensazione che provò fu terribile e le ricordò il momento peggiore della sua vita.
Le tornò nel cuore quel dolore che nessuna cura avrebbe mai potuto guarire.
La morte dei suoi genitori.
La percezione del nulla. Sì, quella sensazione le ricordò quel momento in cui non versò nemmeno una lacrima di disperazione. Le versò dopo.
Poi improvvisamente un tonfo sordo. Si preparò ad atterrare,stupita.
C’era un po’ di luce che la aiutò ad intravedere un Dastan ferito e spaventato steso a terra.
Distese lievemente le braccia per preparare il suo atterraggio e così arrivò a terra.
Non si fece male, sentiva solo la roccia pungerle un po’ le mani.
Si alzò e guardò Dastan a terra. Davanti a lui solo una parete di roccia.
Non pensò a guardare ciò che aveva alle spalle.
Corse subito ad aiutare il suo compagno di “avventura”. Era sdraiato con le mani ai lati della testa,la bocca semiaperta e gli occhi incredibilmente sgranati.
Respirava a fatica e Sherazad capì che si era davvero indebolito, che non si aspettava di trovare un terreno dopo la sua caduta. Non era preparato e così piombò di peso sulla roccia appuntita e male levigata.
Sherazad pronunciò una formula e improvvisamente strisce di Luce invasero l’intero corpo del giovane a terra.
Riprese a respirare meglio e con regolarità.  Il volto riprese colore e tornò abbronzato.
Riuscì ad alzarsi e guardò Sherazad.
Lei si voltò e vide con stupore, dinnanzi a lei, un corridoio ricco di fiaccole alle pareti.
Le fiamme erano un misto di fuoco e corruzione. Sherazad si avvicinò ad una di esse, alla prima, e cominciò a tossire.
Tornò indietro.

“Lo sapevi?”, chiede Dastan.

“No.”.

Entrambi si guardarono avanti.
Il corridoio di roccia era stato scavato rozzamente. Era stretto e la luce delle lanterne lo rendeva pauroso e spettrale.
Entrambi assunsero un’espressione stupita e spaventata; poi Sherazad chiuse gli occhi.
Gli riaprì in una smorfia corrucciata e si avviò a passo coraggioso nel corridoio.
Dastan aspettò, poi la seguì.
Dopo qualche passo, Sherazad si mise una mano davanti al velo che le copriva la bocca per evitare l’entrata di troppa Corruzione nei polmoni.
Dastan cominciò a tossire, non si era tappato la bocca e comunque non aveva un velo che gli ricopriva il naso o le labbra.
Sherazad aveva il mantello, ma non voleva toglierselo, non voleva scoprirsi il volto.. Non l’aveva mai vista nessuno.
Vide in terra una pietra dai bordi rozzi e appuntiti, la prese.
Tagliò l’angolo del suo mantello.

“Legatelo attorno alla testa, copriti naso e bocca.”.

Dalle mani gli uscirono due serpenti di Luce che illuminarono la stoffa nera.
Dastan se la legò attorno e tornò a respirare aria pura. Il bavaglio pulsava ed era di una Luce azzurra intensa.
La guardò, non si era accorto di quanto era minuta e di quanto fossero nella realtà dolci i suoi occhi.

“Grazie..”, le disse dolcemente.

Lei cambiò totalmente la sua espressione; non doveva affezionarsi o farlo affezionare. Non poteva. Doveva mantenere una certa distanza. Doveva fare in modo che lui non provasse alcun sentimento per lei e anzi, essere felice della sua morte, di essersi liberato un’ingrata. Non ci doveva essere alcun ostacolo alla sua morte. L’albero non doveva essere spezzato nuovamente, come accadde in passato. Nessuno doveva impedire l’uscita del seme di Luce dal suo petto.
Gli occhi le diventarono famelici. Gli volse le spalle e continuò a camminare.

“Affetta da sbalzi d’umore!?”,disse arrabbiato.

Lei strinse i pugni e si sforzò di continuare a camminare senza voltarsi.

“Mi spieghi che ti ho fatto Sherazad, se non aiutarti!?”.

Lei si voltò, aveva gli occhi intrisi di lacrime e uno sguardo che avrebbe potuto spaventare qualsiasi essere vivente, persino Ahriman.
Lei lo sapeva il motivo, sapeva che non voleva avere nessuno accanto o a lei affezionato per non fargli rischiare la vita. Sapeva che non voleva la morte di un altro, come accadde a suo padre. Sapeva che non doveva legarsi a lui, tanto, alla fine, sarebbe morta e avrebbe provocato solo sofferenza.
Lui rimase senza fiato nel vedere quegli occhi profondi e così dolci qualche attimo prima, famelici e ricchi di lacrime amare.
Rimase a bocca aperta.
Lei si rivoltò e cominciò a camminare.
Percepì sempre più un’energia oscura. Seppe di essere vicino a qualche Corrotto. Ma non sapeva che questa volta la missione sarebbe stata totalmente diversa. Sotto terra. Non era consapevole del fatto che i Corrotti si erano riparati dalla forte Luce. Che adesso vivevano nascosti e che la sua missione sarebbe dovuta ricominciare davvero dall’inizio. Perlomeno, in qualche visione, aveva visto, da piccola, i percorsi che doveva compiere. Adesso era tutto differente. Colpa di Ahriman.

“Spero tu sia consapevole che ci stiamo avvicinando ad un Corrotto.”, disse secca.

“Ero consapevole che prima o poi sarebbe successo, ma di certo non lo sento quanto te.”.

“Non so nemmeno quale corrotto sia, non so se sia il primo o l’ultimo. Non so niente. Riparto da
zero.”.

Arrivarono alla fine del corridoio di roccia. Si affacciarono in una grotta della quale non vedevano nemmeno il soffitto.
Sherazad arrivò per prima e si mise a guardare verso l’alto.

“AAAAH!”, e svenne.

“Sherazad!!!!!!!!!!!!!”, e la toccò..e vide le sue stesse cose, i suoi stessi incubi.


 
 
“Non hai che da chiedere..Avanza la tua richiesta!! Otterrai il tuo desiderio..IN CAMBIO DEL MIO!!!!!”.
“Sai bene che cosa voglio.”.
Quegli occhi maledetti. Il padre di Elika, suo nonno.
E poi sua madre, che correva nel buio.
Poi lei che correva nella luce.
“Aiutami..”.
Poi si rimise a correre, voltandosi indietro, come fuggisse da qualcosa.
Poi un grido disperato.
“AIUTAMI!!!”.
Buio. Poi Luce alternarsi alle Tenebre e.. il Cacciatore.
Le immagini del corpo del Cacciatore si alternavano, come se lo volessero presentare.
“BUAHHH!!!!!”. Un urlo famelico e due fauci inumane spalancate.
Poi un dolore fitto al petto, dopo buio totale.



 
 
Sherazad era in ginocchio con la mano stretta al braccio di Dastan. Pareva gli volesse portare via la pelle.
I suoi occhi illuminati da una luce azzurra adesso erano rivolti verso l’alto, spalancati. La bocca aperta era coperta dal velo.
Improvvisamente tornarono verde mare. La testa le girò un attimo e cascò a terra sfatta.

“Sherazad!!!!”. Dastan non capiva cosa avrebbe potuto fare per aiutarla. Le mise una mano dietro la nuca e l’altra gliela portò al viso.

“E’…”.

“Cosa è Sherazad!?”.

“E’…Il..”.

“Il!?”.

“Il …Il Cacciatore.”.

Disse il nome del Cacciatore con un tono calmo ma che lasciava trasparire paura e disperazione.
Dastan non si impaurì, rimase impassibile, provava solo una profonda preoccupazione per Sherazad.
Lei piano piano si rialzò, aiutandosi con le braccia. Dastan la prese per le spalle e la sollevò.

“Io…Io non capisco..”, disse Sherazad.

“Cosa?”

“Io non mi ero mai vista prima nelle visioni. Capisco di aver visto il Cacciatore dato che è a pochi passi da noi..Ma non capisco perché mi sono vista da sola..”.

“Quelli sono i sogni che faccio ogni notte da quando sono bambino Sherazad. Da quando hanno ucciso i miei e i tuoi genitori. Da quando ho otto anni. Per questo penso che Ormazd te li faccia vedere.”, rispose Dastan con un sorriso dolce ma triste.

Lei lo guardò stranita. Poi si voltò e scrutò l’immensa caverna di cui nemmeno vedeva i lati..Sembrava una valle sotterranea.

“Credo si debba cominciare da quella parte..”, consigliò Dastan ad una Sherazad che pareva senza forze.

“Credo di sì..”.

Così Dastan le mise una mano sulla spalla e le andò davanti.

“Da adesso in poi starò avanti io, in modo tale che non rischi di incappare in qualche pericolo. Tu stai dietro, tanto se c’è qualche Soldato di Ahriman alle tue spalle riuscirai a percepirlo.”, affermò serio.

Cominciò a camminare con passo deciso mentre Sherazad stava a guardarlo stupita.
Non aveva voglia di controbattere, in quel momento non aveva le forze di fare nulla.
Attorno a entrambi i lati della parete circolare, c’era una strada di roccia non molto stretta, ma neanche troppo grande.
Loro presero quella a sinistra, o meglio, Dastan si tuffò con sicurezza in quella a sinistra.
La poca luce che c’era era creata dalle molte fiaccole appese alle pareti.
Si vedeva poco e male.
Dastan si interruppe improvvisamente.

“Puoi venire un secondo??”, urlò a Sherazad che era diversi metri più indietro.

Lei cercò di camminare alla svelta.

“Qualcosa ti turba!?”, disse con tono furbo.

“Sempre la solita. Qui la strada si interrompe e cominciamo ad andare verso il basso.. come si fa?”.

“Io non so dove sia il Cacciatore. So solo che quelle strade tutte divise le une dalle altre sono come scivoli. O ti tieni in equilibrio o cadi.”.

“Meno male che ci sei tu a salvarmi allora! Ahahah!”.

Sherazad infuriò. Non fece in tempo a dargli una manata che il giovane era già saltato su uno di quei pezzi di strada e stava già raggiungendo il secondo saltando e urlando come se stesse giocando.
Lei strinse i pugni per l’ennesima volta.

“Grazie per avermi aspettata dopo che sono anche caduta a terra!!”,gli urlò.

La frase spiazzò il ragazzo. Era vero, se ne era completamente dimenticato preso dalla nuova avventura.
Spalancò gli occhi pentito e non saltò alla fine della stretta striscia di roccia, piombò nel vuoto.

“IDIOTA! TE LO AVEVO DETTO!”.

Raccolse tutte le ultime forze che le rimanevano e si tuffò verso Dastan che stava precipitando velocemente.
Lo rimise su di una striscia di roccia e continuarono il percorso assieme.
Le forze, però, vennero meno a Sherazad che cadde e cominciò a scivolare sdraiata.
Dastan la prese al volo.

“Ti tengo io tranquilla!”.

Alla fine di uno scivolo si trovarono davanti ad una porta buia. Erano costretti a tuffarvisi dentro se non volevano morire.

“AAAAH!!”, urlò Dastan.

Atterrò sulle ginocchia ansimante, con Sherazad svenuta tra le braccia.
Era tutto buio lì dentro.

“Dopo tutto questo girare in tondo e saltare mi gira la testa…”.

Poggiò Sherazad  a terra e si sdraiò anche lui.

-Chissà come è senza velo..Chissà se è come nel sogno..-,pensò.

Si rialzò piano e gattonando arrivò a mettere le mani vicino al volto di Sherazad per levarle il velo. Lei spalancò gli occhi.

“COSA PENSI DI FARE!?!?”, e lo scagliò a terra con un pugno di Luce.
Davanti a loro solo un percorso buio.

Ansimava per la rabbia e corse via lungo il percorso buio pesto.

“Volevo solo farti respirare meglio Sherazad!!”.

Lei era già un pezzo avanti. Capiva che da solo non sarebbe potuto tornare indietro e che comunque non si sarebbe arreso e la avrebbe continuata a cercare affrontando qualsiasi Corrotto.
Si fermò e si fece raggiungere. Lui la guardava stupito.

“E adesso? Dove andiamo?”.

La ragazza chiuse gli occhi, si concentrò e pronunciò una formula.
Nella sua mano destra apparve una bolla di Luce e la lanciò.

“Seguiamola.”.

“Ti ho detto che io devo andare davanti, devo proteggerti da ogni pericolo.”.

“Uno di questi sei proprio tu per me a quanto pare.”, gli disse sprezzante.

Lui la guardò malissimo e le passò accanto, cercando di evitare qualsiasi inutile discussione. Sapeva come sarebbe andata a finire.
Cominciò a correre dietro la bolla di Luce. Almeno illuminava anche il corridoio.
Lo spazio era stretto e angusto e faceva mancare l’aria.

“Almeno non c’è Corruzione!”, urlò Dastan con un sorriso sghembo sulle labbra.

Sherazad lo guardava correre e guardava i suoi capelli mori scalati ondeggiare al vento.
Le piaceva. Le piaceva quel suo preoccuparsi di lei ogni attimo. Le piaceva quella furberia che lo caratterizzava. Più ci pensava…più le si spegnava il sorriso sulle labbra. Non doveva, non poteva.

“Quando diamine finisce questa corsa!? Ho caldo!”, si lamentò Dastan.

“Hai finito di lamentarti!? Questo è solo l’inizio!! Più andremo avanti più sarà peggio! Se tutto andrà bene, neanche te li immagini i percorsi che dovremo fare per arrivare all’ultima battaglia contro i Corrotti! E non ti immagini neanche l’ultima battaglia contro Ahriman!!”.

“No, semplicemente non voglio pensarci cara Sherazad! Non so come fai a mantenere tanto la calma! La perdi solo quando si parla o si tratta di me! Ahaha!”.

-Almeno la prende con filosofia, lo invidio per questo-, pensò la giovane.

Dastan si interruppe improvvisamente.

“Non vedo più niente avanti.”.

La bolla di Luce ,dopo qualche tempo, si consumava.
Sherazad si riconcentrò e questa volta le venne più facile, più naturale.
La bolla riapparve e la lanciò alla destra di Dastan che riprese a correre.
Il ragazzo interruppe di nuovo la corsa, stavolta spaventato. Era sotto un arco dal quale proveniva una luce spettrale arancione.

“Sherazad cosa è quell’affare!?”.

Sherazad accorse velocemente. E lo vide. Un Soldato, il secondo.
Era un turbine di Corruzione che, se colpito in tempo, svaniva. In quel caso il Soldato non nasceva.

“ORMAZD!!”, urlò istintivamente e dalla sua mano partì un raggio di Luce.
ll turbine scomparve.

L’urlo rimbombò.
Si affacciò per prima e scoprì di ritrovarsi in una grotta altissima, stavolta con il soffitto visibile ricco di fregi riguardanti Ahriman, caccia e spade.
Era senza fiato.

“Sherazad..”.

Lei non se ne era accorta. Era tutta presa ad osservare quel paesaggio bello, maestoso e terribile.
Solo Dastan se ne era accorto. Stava in piedi su una piazzola, una specie di piccolo promontorio di roccia con un ghigno orribile. Un mostro.

“ATTENTA SHERAZAD!!”.

Fece in tempo a muovere due passi indietro e si ritrovò faccia a faccia con il più sfatto dei Corrotti, il primo di essi…il Cacciatore.
Egli emanò dalla bocca sfatta versi animaleschi, rombanti, mostruosi.

“Beh, non era poi così difficile il percorso! Potevi fare di meglio... Rahìm!!”, gli disse con un sorriso sghembo nascosto dal velo.

Nel sentire il suo nome umano, il Cacciatore andò in bestia.
Cacciò un urlo spaventoso che fece tremare le pareti.
La piazza su cui si trovavano era circolare, formata da cerchi concentrici dipinti di rosso sangue, rosso mattone e marrone scuro con fregi incisi.

“Ma che ti sta dicendo? Come fai a capirlo!?”, disse Dastan avanzando, mettendo da parte la paura.

“Non sono cose che ti riguardano…Dastan.”, gli rispose guardando sprezzante il Cacciatore.

Il Corrotto alzò il braccio che finiva con una spada a tre lame e lo puntò su Sherazad. Era lei il vero obbiettivo.

“NO!!”, urlò lei e si parò con uno scudo di Luce.

Le sue braccia tremavano e Dastan si spaventò.

“LEVALE LE ZAMPE DI DOSSO LURIDO CORROTTO!!!”.

Dastan saltò e raggiunse la schiena dal Corrotto con la spada.
Gli fece un taglio profondo sulla schiena dal quale uscì una quantità notevole di Corruzione.
Entrambi riuscirono ad allontanarsi dal mostro e a riprendere fiato.
Sherazad lo mascherava bene, ma nel suo cuore aleggiava una paura matta e disperata.
Il Cacciatore la sovrastava. Lei era così minuta. Le sue spalle a confronto erano come quelle di un orso anzi, due volte più grandi.
Con una lieve manata sulla spalla, Dastan spinse Sherazad indietro e si piazzò davanti al Corrotto.

“Non la farai franca Cacciatore..  MAI!!!”.

All’urlo del ragazzo il Cacciatore ne cacciò un altro che fece crollare roccia dalle pareti.
Così le lame cominciarono ad intrecciarsi in una danza che presto avrebbe avuto una fine.
Il Cacciatore non era ancora così forte. Non era ancora così imbattibile. Il primo passo per la Luce non era poi così lontano.
Dastan tirava fendenti pesantissimi e graffiava il Corrotto in ogni parte del corpo indebolendolo.
Poi il Cacciatore lo afferrò con l’altro braccio ancora intatto e lo schiaffò a terra con un tonfo sordo. Alzò le lame verso il giovane e cominciò a farle ruotare meccanicamente.

“NO!!!!”, urlò Sherazad accorrendo.

Balzò sul Cacciatore portandosi dietro strisce di Luce.
Cominciò a tirare qualche calcio, qualche pugno di Luce e lo buttò a terra.

“Grazie..”, Dastan era alle sue spalle e le sorrideva.

Lei lo guardò un attimo intensamente.

“Dovere.”, affermò poi secca.

Lui rimase deluso. Avrebbe voluto più complicità in una missione difficile e terribile come quella.

“A noi..Cacciatore.”, riprese.

Il mostro urlò.
Di nuovo Sherazad vide le lame danzare, fiammeggiare nell’aria e sentiva quel rumore metallico che le dava alla testa.
Dastan era abilissimo e saltava agile per sfuggire agli attacchi pericolosi del Cacciatore.
Poi ad un tratto le tre lame riuscirono a spezzare l’unica di Dastan e gli ferirono un braccio, creando un taglio profondo.
Dastan urlò di dolore.
Sherazad guardò intensamente il Cacciatore e di nuovo gli balzò addosso, attaccandolo e facendolo cadere a terra.
Dastan raccolse le forze che gli rimanevano, spiccò un balzo e conficcò la sua mezza lama nel petto del Cacciatore.
Questo indebolito fortemente urlò in modo terribile, si alzò, li guardò con sguardo truce e fuggì.
Si tuffò addosso ad una parete di roccia creando un buco.
Scomparve.

“Se la fa sotto il caro Rahìm..ahah!!”, Dastan rise.

“Non se la fa sotto..tornerà fortissimo.”, rispose Sherazad guardando il foro che il Corrotto aveva creato nella parete di roccia.

“Che ti diceva?”.

Lei tornò normale e cercò di parlare con più tranquillità e sarcasmo possibili.

“Beh, mi ha chiesto se ero pronta all’eterna sconfitta o a morire.. queste cose qua, tipiche di ogni nemico. Scontato. Ha detto anche che era stupito del mio precoce arrivo. Troppo semplice il percorso!”.

Dastan sorrise.
Sherazad si mise all’interno del cerchio centrale della stanza circolare.
Si concentrò. E urlò con tutto il fiato che aveva in gola, sprigionando un’energia immane.

“AAAAAH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”.

Sotto il terreno cominciava a tremare mentre sopra, non visibile ai loro occhi, il terreno tornava ad essere rigoglioso e la vita tornava ad esistere.
Alla fine, cadde a terra senza forze, con le lacrime agli occhi.
Ce l’avevano fatta, il primo passo era stato compiuto.
Dastan accorse.

“Stai bene??”.

“Si..”.

Sherazad si alzò e uscì dal foro che il Cacciatore aveva creato. Si arrampicò su una parete di roccia e salì in superficie. Si guardò attorno e vide la vita. Finalmente. Vita.
Poi rivolse uno sguardo alla sua destra e in lontananza vide ancora morte.
La sua gioia si spezzò all’improvviso sapendo di essere solo all’inizio.
Dastan prese la lama spezzata e salì in superficie prima che il soffitto gli crollasse sulla testa.
Si arrampicò velocemente arrivò, giusto in tempo, in ginocchioni, ai piedi di Sherazad.

“Giusto in tempo!”, disse con sorriso sghembo mentre ricomponeva la spada come fosse un puzzle.

“C’è solo un problema..”, sussurrò triste. Era legatissimo alla sua spada. Sherazad gli vide il sorriso spegnersi sul volto e una vocina le parlò nel cuore.

Andò da lui , gli prese la spada e pronunciò una formula che avvolse le lame e le riunì. Adesso la spada era circondata da un turbine di Luce incessante. Gli guarì anche la profonda ferita sul braccio facendolo sussultare per il dolore.

“Non capisco come fa a continuare a vivere anche se è in mano a te..” ,sussurrò al giovane.

“Cosa?”, chiese lui stupito di ciò che aveva appena visto. Lei aveva appena avuto un gesto carino di sua spontanea volontà verso di lui.Incredibile.

“La Luce. La spada dovrebbe essere più resistente ma la Luce dovrebbe cessare in mano a chi non ha i poteri di Ormazd.”.

“Qui è tutto un mistero Sherazad..Credo..Credo che lo scopriremo solo andando avanti.”. Lui alzò lo sguardo e le sorrise dolce.

Lei voltò le spalle e guardò una parete di roccia che aveva di fronte.
Nuovamente Dastan rimase deluso.
Improvvisamente la parete tremò, e andò disegnandosi nella roccia una piccola porta polverosa che si aprì. In cima ad essa, si accese un cristallo di Luce luminoso.
Si potevano intravedere delle scale buie.

“Si va avanti.”, disse seria Sherazad.

Dastan, mentre continuava ad accarezzare la sua cara spada, la fissò incantato e la vide a andare avanti decisa.
Un attimo solo, poi la seguì..nel buio.




Nota dell'autrice: Sono consapevole di aver descritto un percorso semplice e povero. Purtroppo non sono pratica di descrizioni e più si andrà avanti, più faro del mio meglio :-) Sto reinventando tutte le strade per giungere ai Corrotti e non è semplice lo garantisco :-\. Sono consapevole anche del fatto che inserisco troppe sequenze narrative e faccio parlare poco i personaggi, infatti nei prossimi capitoli li farò parlare più spesso. :-) Sarei contenta di ricevere una vostra recensione per confermare o smentire quello che mi ha detto Yondaime90 nei suoi commenti :-)). Grazie per aver seguito fino a qui la mia Fic spero vi piaccia e vi appassioni davvero! :-DD
Al prossimo capitolo che spero sia meglio di questo :-( :-) ,

Sherazad_93

 
 
 
 
 
 
 
 
  
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