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Autore: LizzieCarter    24/07/2012    3 recensioni
"Si china a terra e raccoglie un libro che ha urtato col piede avvicinandosi al bagagliaio aperto.
 -Un ponte per Terabithia?- chiede, con una sfumatura indecifrabile nel tono divertito [...]; sorride, sembra stia per dire qualcosa, ma poi si limita ad avvicinarsi e a riporre con delicatezza il libro nello scatolone che tengo in mano..."

Un'appassionata di libri in fuga dal passato,
un ragazzo che non è solo un attore famoso,
un giardino sempre misteriosamente fradicio,
una coinquilina stalker,
dei chiassosi polletti,
la storia di un'intrepida panettiera,
una nuova Terabithia...
"- E' meglio...- si schiarisce la voce, lasciandomi le mani per infilarsi un paio di guanti di pelle chiara; - E' meglio se ti tieni bene-.
Annuisco contro la sua spalla, sobbalzo lievemente quando lui toglie il cavalletto e fa partire la moto con un rombo, e poi... poi c'è solo il vento sul mio viso.
Cosa estremamente poetica, non fosse che mi sono mangiata metà dei miei capelli!"

[con illustrazioni all'interno :)]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo ponte per Terabithia'
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E' mattino, e la nemica numero uno di ogni persona non-mattiniera, comunemente detta sveglia, annuncia a squarciagola che il sole è sorto da almeno un paio d'ore.
   Mugugnando come una caffettiera scorbutica, cerco a tentoni il pulsante che farà finire l'agonia, ma ottengo solo di far rotolare qualcosa di sottile giù dal comodino con un debole rumore di plastica contro legno.
La penna.
Finalmente il proposito che mi ha condotta qui, in America, ottiene di farmi alzare: scrivere, devo scrivere.
   Tempo dieci minuti e sono fuori di casa. Sono orgogliosa di me: non credo di aver mai impiegato meno tempo a prepararmi! E' anche vero che praticamente non mi sono truccata, cosa che di solito mi porta via un bel po' di tempo, e che ho messo su a casaccio le prime cose che ho trovato a portata di mano... Be', bisogna dire che è rilassante potersi lasciare un po' andare, qui, perchè si è sicuri di non incontrare anima viva, uscendo!
Mi ci vuole poco a decidere dove stabilire il mio accampamento. Tutto è così pittoresco che non essere ispirati dalla natura circostante sarebbe una bestemmia; inoltre, non sono una grande camminatrice, non ho intenzione di andare lontano, così, appena vedo uno spiazzo di erba asciutta, fresca e all'ombra di un bel pioppo, ci stendo sopra la mia coperta e poso al sicuro sul tessuto pulito lo zainetto con le provviste. Ho evitato apposta di far colazione a casa, sapendo bene dell'appetito che mi prende quando rileggo i miei manoscritti. Ed è proprio quello che inizio a fare: stiracchiandomi sotto il tiepido sole come una lucertola, rileggo un po' di quello che avevo scritto (è un secolo che non riprendo in mano la mia storia!) per ritrovare il filo, spulcio gli appunti con le idee sulla continuazione, e intanto sgranocchio una pescanoce. Finito di leggere, combatto per tenere le redini della storia ben fisse nella mia mente ed osservo il paesaggio in cerca di qualche spunto facendo roteare allegramente la penna tra le dita. Seh, cavolo, come se si potesse prendere spunto dalle formiche che mi passeggiano sulla coperta (che non pensino di entrare nello zaino!)... Il problema, qui, è che è tutto rilassante, sì, ma non c'è un minimo di movimento umano!
Sto giusto dicendomi che forse dovrei provare ad andare a scrivere al caffè in centro paese, che scorgo una figuretta correre lungo il limitare del campo, dalla parte opposta alla mia, e mi auguro che rimanga a correre da quella parte della coltivazione perchè, be', come ho detto prima, io non sono nelle condizioni di incontrare nessuno!
Mi diverto per qualche momento ad osservare la piccola macchia scura correre avanti e indietro, saltellare, allungarsi, piegarsi, stiracchiarsi, fare flessioni e piegamenti, rotolarsi, fare ponti e ruote, verticali e spaccate... No, ok, sto esagerando! Mi corruccio un istante, domandandomi a chi diamine venga voglia di fare tutta quella fatica quando fa così caldo, ma poi mi rimprovero, dicendomi che sono io quella troppo pigra e, a proposito, in un'ora non ho ancora scritto una riga! Passa un po' di tempo e, dopo essermi distratta un paio di volte a controllare che l'omino rimanga dove deve stare (lontano da me!), finalmente riesco a concentrarmi sulla storia tanto da dimenticarmi della sua presenza... Il che, ovviamente, è uno sbaglio: un terribile sbaglio!
   Ho giusto trovato una posizione comoda dopo essermi girata e rigirata per parecchi minuti come un polletto fatto allo spiedo , e mi sto dilettando nel descrivere le peripizie della mia eroina medioevale che, a differenza delle solite storie, si traveste da uomo per diventare non cavaliere, ma apprendista panettiere, quando una voce familiare mi coglie di sorpresa. Mi alzo di colpo a sedere, da stravaccata a pancia in giù che ero, con una gamba abbandonata scomposta sulla coperta e una piegata contro il tronco dell'albero, e allontano lo zaino che avevo tirato sotto il mento a mo' di cuscino per poter scrivere più comodamente. Ma come cavolo si è avvicinato l'omino, senza che l'abbia sentito arrivare? Non può certo avere un passo da ballerina; insomma, è un uomo!
Per un attimo lo guardo aggrottando le sopracciglia, chiedendomi chi diavolo sia e perchè se ne vada in giro senza maglietta, tutto sudato... Insomma, perchè debba mostrare quella sua tartaruga niente male ai quattro venti proprio quando io sono senza trucco, spettinata, stravaccata e... - Oh, ma sei tu!!- esclamo, sorpresa, quando il mio sguardo torna sul suo viso che, in un primo momento, non avevo riconosciuto a causa dell'ombra del cappellino che portava.
- Grace!- anche lui sembra sorpreso di vedermi, e si infila in tutta fretta la canottiera che teneva appoggiata al collo, a mo' di asciugamanino per il sudore, mandandosi di traverso il cappello mentre riemerge dallo scollo con aria vagamente imbarazzata; - Accidenti, devi perdonarmi, sono uno stupido: non ho pensato a portarmi dietro l'ombrello per rendertelo!- scherza, mentre gli tendo il cappellino che era rotolato a terra e lui se lo ri-calca in testa. - Ti sarebbe stato utile: potevi usarlo per ripararti dal sole mentre correvi- lo prendo in giro, facendogli posto sulla coperta -te lo assicuro: fa sudare meno del cappellino!- Lui si guarda un momento la maglietta fradicia, poi annuisce ripetutamente con aria solenne: - Grondo più acqua delle cascate del Niagara - afferma; poi, vedendomi spostare lo zaino sull'erba, domanda - Sicura che vuoi che mi sieda lì? Potebbe essercisi formato un nuovo laghetto, una volta che mi alzo, e ti toccherebbe andarlo a segnalare al cartografo più vicino!-. - Me ne farò una ragione!- sospiro, affranta, mentre si accuccia vicino a me su quel minuscolo fazzoletto di panno che io chiamo "coperta". Per fortuna non è grande e grosso, se no gli sarebbe davvero toccato trasbordare sull'erba e subirsi le angherie delle formiche...! Lo guardo un momento e mi accorgo che, oh, in realtà si è seduto sull'erba!
   -Razza di ingrato!- mi indigno -rifiuti la mia ospitalità?!- Lui ride, senza sembrare impensierito dalla mia faccia offesa, e scaccia amichevolmente una formica che si sta dando alla scalata del suo polpaccio - il suo imponente polpaccio!-.
   Lo guardo un attimo, di sottecchi, e mi chiedo perchè sembri così diverso, vestito sportivo, da quando l'avevo visto tutto elegante ieri sera; forse era "il favore delle tenebre", ma ieri sera sembrava decisamente più alto! Scrollo mentalmente le spalle, rendendomi conto che in realtà non mi importa del fatto che sembri più alto di notte e più basso quando è sudato (insomma, mi basta non sia un vampiro, un aiuto vampiro*, un lupo mannaro o altre robacce sventurate del genere!), oppure che io in questo momento non sia truccata nè pettinata; sono solo contenta di vedere la sua faccia e di poterci parlare!
   -Vieni qui, o ti bagni il sedere!- gli intimo, ma lui, pacifico, risponde - nooo problem: il mio sedere è già tutto bagnato!-. Rimane in silenzio un attimo, impallidisce di botto, forse accorgendosi che quello che ha detto non è proprio cosa di cui essere orgogliosi, poi le sue guance riprendono colore, mentre balbetta -pe-per il sudore, ovviamente! Ma non... non tanto!- Mi sto mordendo furiosamente le labbra per non scoppiare a ridere, ma subito raggelo quando lo sento dire - Oh, e questo cos'è?-. Lo vedo sfilare lentamente un foglio a righe da sotto la coperta (doveva essercisi infilato poco fa mentre riordinavo per far posto a Josh, il furfante!) ed esaminarlo brevemente ma, proprio mentre il suo sguardo si fa interessato e lui lo prende con entrambe le mani per leggere con più attenzione, glielo sfilo dalle grinfie e lo caccio velocemente nello zaino con i suoi compagni. Di fronte al suo sguardo interrogativo rispondo brevemente: - Si chiama pagina 11 e tu non puoi leggerla-.
 
 
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*"Aiuto Vampiro" è il nome in italiano di "Cirque di Freak", un film a cui ha partecipato Josh :)
 
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Ringrazio tantissimo le mie prime lettrici "Heyyouthere" e Rory: grazie per aver recensito, spero di riuscire a mantenere vivo il vostro interesse anche nei prossimi capitoli :D <3!
   
 
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