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Autore: TheOnlyWay    24/07/2012    12 recensioni
Il matrimonio. Terribile, vero? Già, ma non ditelo a Leighton, costretta a fare da damigella d’onore a sua sorella Giselle. Potreste parlarne con Niall, invece, che è assolutamente entusiasta di essere il testimone dello sposo. Aggiungeteci un Harry Styles posato e affascinante, un Louis dedito più che mai alle sue bretelle e una migliore amica non troppo intelligente ma sincera. Il risultato? Tra discorsi, lancio del bouquet e balli è ancora tutto da vedere.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

“Fai schifo come psicologo. Te l’hanno mai detto?”
 


«Tesoro, sei sicura di stare bene?» mamma mi posa una mano sulla testa, preoccupata. La situazione è piuttosto tragica. Sono tre giorni che non esco di casa, tutto per evitare di incrociare Harry anche solo per sbaglio.
Ho detto a Niall di avere la febbre altissima e di sentirmi “in fin di vita”, l’ho supplicato di occuparsi dell’acquisto della pittura per casa di Giselle e poi ho spento il telefono. Ho avuto tempo per riflettere. E tre giorni sono tanti. Sono ben settantadue ore. E settantadue ore sono tantissime. E sono sufficienti per prendere una decisione intelligente.
Forse sono sufficienti per voi, ma non per me. No, non sono giunta a nessuna conclusione.
Perché? Perché ho pensato per settantadue ore al bacio di Harry e a quanto avrei voluto baciarlo ancora.
Così, come una stupida, non ho fatto altro se non crogiolarmi nell’autocommiserazione e nella consapevolezza di quanto io stessa sia una povera deficiente pentita.
«Si, mamma. Sto alla grande.» farfuglio, nascondendo la testa sotto il cuscino. Dio, se sei da qualche parte, fai cadere un fulmine sulla mia testa e risparmiami tutti questi pensieri. Non li sopporto. Perché non posso continuare a leggere Jane Eyre come tutti i sabati? Non che io abbia letto solo Jane Eyre, sia chiaro. Preferisco di gran lunga Orgoglio e Pregiudizio.
«C’è qualcuno, non è così?» domanda, curiosa come al solito.
Scuoto la testa. «Nessuno. Non c’è proprio nessuno.» borbotto.
«Perciò cosa dovrei dire al giovanotto che ti aspetta in salotto?» ridacchia, divertita. Oh, ma che bello avere una madre che mi prende per il culo. Davvero, è così emozionante che mi viene da piangere.
Sbuffo, poi con la delicatezza di un panzer mi alzo dal letto e mi trascino in salotto dove, effettivamente, c’è un giovanotto. Ed è l’ultimo giovanotto che vorrei vedere.
«Cosa fai, qui?» domando, un po’ rigida. Cielo, Leighton, datti una calmata. Sembra che ti abbiano appena infilato un bastone su per il… calmati.
«Ti porto a fare colazione.»
«Ho già mangiato.»
«Muoviti. Ti do dieci minuti per vestirti, oppure ti porto fuori in pigiama.» minaccia, tranquillo. Lo guardo male – molto male. Così tanto che avrebbe dovuto prendere fuoco – e me ne torno in camera. Afferro le Superga, un paio di jeans e una maglietta verde acido, poi mi chiudo in bagno. Quando ne esco, esattamente otto minuti dopo, Harry sta parlando con mamma.
Colgo appena la sua risatina divertita, prima di afferrare Harry per la manica della felpa bianca che indossa e costringerlo ad alzarsi.
«Ciao, mamma.» saluto, scontrosa.
«Arrivederci, signora. È stato un piacere, conoscerla.» saluta Harry, con un sorriso mozzafiato. Mamma ride.
«Anche per me, caro. Torna presto a trovarci.» cinguetta. Ecco, sapete che farà adesso? Chiamerà Janine. E sapete cosa farà Janine? Lo dirà a Bridget. E allora sarà la mia fine, lo sento.
Quando rimaniamo soli, mollo la felpa di Harry come se scottasse e gli scocco un’occhiataccia.
«Si può sapere cos’hai in mente?» gli domando, stizzita. Arrossisco un po’, perché guardarlo mi fa tornare in mente che mi ha baciato. E che mi è pure piaciuto.
«Voglio darti la possibilità di innamorarti.» ribatte, tranquillo. Ma si è bevuto il cervello? Cos’ha questo ragazzo che non và? E perché deve accanirsi proprio con me? Non ce l’ha un hobby? Che ne so, ittica, paracadutismo, snorkeling, trekking, c’è una così vasta scelta.
«Non mi interessa innamorarmi, Harry. Dico davvero.»
«Lo so. Ed è qui che ti sbagli. Sono sicuro che se trovassi quello giusto ti ricrederesti.»
«Sei davvero così presuntuoso?»
«Si. E tu sei davvero così cinica?»
«Si.»
Restiamo per un po’ in silenzio, poi lo guardo di sottecchi, provando a concentrarmi su qualcosa che non siano le sue labbra.
È bello, Harry. Ha le ciglia lunghe, non tanto scure, e gli occhi più belli che abbia mai visto. E poi è alto, più di un metro e ottanta, credo. Ha le spalle larghe, i fianchi stretti e le mani eleganti. Mi piacciono le sue mani. Mi piace anche come si veste. E mi piacciono i suoi capelli.
Merda. Mi piace Harry.
«Ho una teoria.» dice, mentre camminiamo verso la caffetteria in centro. Intanto, mi prende  per mano, con una naturalezza che mi lascia assolutamente disarmata. Non trovo neanche la forza di separarmi, così lascio che intrecci le nostre dita e mi accosto un po’ di più.
Tra le altre cose, mi rendo anche conto di avere un comportamento un po’ ambiguo. Non posso volergli stare lontana e poi permettergli di avvicinarsi così tanto. Non è giusto, e mi confonde le idee.
«Non credo di volerla sentire.» confesso, sincera. Ho idea che quello che dirà non mi piacerà per niente. Sembra sapermi leggere fin troppo bene. E a me non piace sentirmi vulnerabile. Non mi piace affatto.
«D’accordo, allora. Parliamo di qualcos’altro. Qual è il tuo libro preferito?» domanda, inaspettatamente.
Ci penso su per qualche secondo.
«Orgoglio e Pregiudizio, credo.»
Harry si gratta il mento pensieroso. «Colore?»
«Verde. Tu?»
«Blu. Compleanno?»
«24 Ottobre. Il tuo?» «1 Febbraio. Animale preferito?» «Lupo. Il tuo?» «Gatto.»
«Ma i gatti sono stronzi!» protesto, sconvolta. Lo sanno tutti, che sono voltafaccia, acidi e scontrosi.
«Ognuno ha i suoi gusti.» replica, per niente offeso. Andiamo avanti così per circa mezz’ora, ossia il tempo necessario affinché si liberi un tavolo nella caffetteria, poi Harry interrompe l’interrogatorio e sorride.
«Visto? Ora ci conosciamo.» afferma, come se fosse una cosa normale. Questo ragazzo non sta a posto con il cervello, dico sul serio. Eppure, i suoi occhi sono così sinceri che non posso fare a meno di annuire e sorridere.
«Coraggio. Dimmi la tua teoria. So che non vedi l’ora.» borbotto, sconfitta.
«Hai paura di soffrire, Leighton. Perché tuo padre ti ha abbandonato – anche se io non la vedo proprio così – e temi che se ti lasciassi andare al punto da affidarti completamente a qualcuno, prima o poi anche questo qualcuno ti abbandonerà.» spiega, prima di addentare il suo muffin al cioccolato. Io mi limito a guardare la mia tazza di caffè con aria assente.
Ha perfettamente ragione, ma non posso dirlo ad alta voce. Fa troppo male, ammetterlo.
Si, è vero. Mio padre mi ha ferita in maniera indelebile e, seppure tenti spesso di ritrovare un rapporto, sono io a spingerlo lontano, perché sono terrorizzata dall’idea di farlo rientrare nella mia vita. Cosa succederebbe, se decidesse di abbandonarmi di nuovo? Non voglio soffrire. Questo è quanto. Ed anche Harry mi farebbe soffrire, se mi innamorassi di lui.
Tra tre settimane tornerà a Londra. Ed io rimarrò qui, a Mullingar. L’insuccesso è assicurato.
Poi sento il suo braccio circondarmi le spalle con delicatezza e con una dolcezza disarmante. In breve, mi ritrovo stretta in un abbraccio per niente malizioso.
«Perdonami. Non volevo farti piangere.» mormora, passandomi una mano sulla guancia.
Cosa? Piangere?
No! Cioè, non volevo piangere, davvero. Non me ne sono neanche resa conto. Oh, ma perché devo sempre fare ‘ste figure di merda? Dai, dì la verità, ce l’hai con me? Perché lo capirei, se fosse così. Ho smesso di andare in chiesa la domenica già da un bel pezzo, perciò è comprensibile che tu ce l’abbia con me. Però farmi piangere davanti ad Harry è stato proprio un colpo basso, scusa se mi permetto.
Scuoto la testa con rassegnazione e tiro su col naso. Femminile, vero?
«Deve essermi entrato qualcosa nell’occhio.» farfuglio, sorridendo debolmente ad Harry, che annuisce.
«Già. Forse un po’ di umanità. Sai, ce l’hanno tutti.» sibila. Wow, quanto amo questo sarcasmo da due soldi. È assolutamente divertente. Perciò ridacchio, scettica.
«Ti hanno mai detto che fai schifo, come psicologo?»
Harry scoppia a ridere, poi mi lascia un bacio sulla guancia – inutile dire che rimango decisamente spiazzata – e torna al suo muffin come se niente fosse. È incredibile la capacità che ha di lasciarmi senza parole. Davvero, è così fuori dal comune che resto inebetita ancora per qualche secondo.
Poi, un paio di mani si posizionano sopra i miei occhi, coprendomi la visuale.
«Bridget.» sospiro, rassegnata. La sento ridacchiare, poi la sedia davanti alla mia si sposta e improvvisamente al tavolo siamo in cinque. Niall, Bridget e Louis, che si danno la mano e sono tutti un pucci-pucci. Storco il naso, infastidita, e mi concentro su Niall, che ha uno sbafo di azzurro sulla guancia.
«Hai cominciato a imbiancare?» domando.
«Si. E tu perché hai pianto?» risponde, cambiando completamente argomento.
Fantastico, eccone un altro che si diverte a fare il dottor Freud. Ma io dico, non potrei conoscere persone normali, che non sono intenzionate ad analizzare parola per parola, gesto per gesto, tutto quello che faccio?
«Ha scoperto di essere umana.» rivela Harry, con tranquillità. «C’è rimasta davvero male.»
Lo ammazzo, giuro che lo ammazzo. È così che vuole farmi innamorare? Prendendomi per il culo?
«Tranquilla, tesoro. Quando saprai chi viene a trovarci settimana prossima, tornerai un cubetto di ghiaccio come tuo solito. Ah, Harry, complimenti. Sei il primo che la bacia a sorpresa ed è ancora vivo.» afferma Bridget.
Resisto alla tentazione di rovesciarle il caffè sulla testa, poi, però, mi concentro sulla prima parte della frase.
«Chi?» ho quasi paura di sentire la risposta. «Non lei, ti prego. Tutte, ma non lei.» supplico, incrociando le mani in segno di preghiera.
«Tua madre l’ha detto alla mia. E la mia a me.» visto? Hanno un giro di informazioni incredibile. Forse potremmo aprire un’agenzia investigativa, sono sicura che avremmo successo.
«No. Ti prego. No.»
Colgo a malapena lo sguardo confuso di Harry, perché sono troppo sconvolta dall’orribile notizia. Non è davvero possibile che Giorgia venga qui a Mullingar.
Chi è Giorgia? Giusto, domanda più che lecita. Lasciate che vi spieghi: Giorgia è l’adorabile figlia della sorella di mia madre, Cinzia. Adorabile, ovviamente, và inteso in senso lato, visto che Giorgia è – a mio modesto parere – quanto di più vicino ci sia all’incarnazione del demonio.
Esagerato, dite? Oh, no, niente affatto. Tanto per iniziare è tre anni più grande di me, perciò ha all’incirca ventidue anni. Dico all’incirca perché è ciò che risulta all’anagrafe. In realtà, credo che la sua vera età cerebrale sia pari a quella di un alpaca mezzo morto. Ed è così stronza.
Certo, detto da me risulterà incredibile, ma Giorgia batte in assoluto tutti record di stronzaggine fino ad ora pervenuti.
L’ultima volta che l’ho vista – e che ci ho parlato, in effetti – avevo sedici anni. E mi sconvolse così tanto che decisi di non volerci mai più avere a che fare.
Passo a spiegare: avevo una cotta per un mio compagno di classe. Si chiamava Noah ed era un po’ più intelligente rispetto alla massa di idioti con cui condividevo lo spazio. E poi era carino, con quei capelli biondi e con gli occhi scuri.
Comunque. Giorgia decise che Noah sarebbe stato perfetto, come accompagnatore per il ballo di fine anno e cosa fece? Ovviamente, come succedeva con tutto ciò che desiderava, se lo prese. Poco importava che l’avessi supplicata di lasciarlo in pace. Mi spezzò il cuore. E non andai al ballo.
Be’, naturalmente ora tendo a farla più tragica di quello che fu realmente. Non mi spezzò il cuore, mi fece letteralmente incazzare come una bestia, ma se ne fregò altamente e mi rubò il futuro fidanzato.
Poi, come se non fosse sufficiente, gli rivelò della cotta che avevo nei suoi confronti e Noah, come ogni neandertaliano che si rispetti, scoppiò a ridere e dichiarò di averlo sempre sospettato. Purtroppo, però – cito testuali parole – “non sono interessato alle sedicenni in sovrappeso e con i capelli color carota.”
Ora, parliamoci chiaro: ero un po’ cicciotta, ma niente di così esagerato. E comunque una taglia 46 mi sembra più che dignitosa. E poi, i capelli color carota sono parecchio fighi.
In realtà, sono sicura che la sua fosse tutta una messa in scena per portarsi a letto Giorgia. E ce la fece. Perché mia cugina, oltre ad essere stronza, è anche troia.
Tornando alla realtà, c’è un motivo per cui non la voglio intorno ai piedi: già, avete indovinato. Harry e Niall. E anche Louis e Bridget.
Ogni volta, ogni fottutissima volta che viene a Mullingar, Giorgia cerca di portarmi via tutto ciò che ho di prezioso.
Bridget, prima di tutto. Proverà a togliermi la mia migliore amica, raccontandole cose assurde e facendo di tutto per mettermela contro. Poi, dopo che ci sarà riuscita, gli toglierà Louis.
E poi farà si che Niall si allontani da me. Ed Harry, che forse potrebbe piacermi, sarà così affascinato da lei che si dimenticherà di tutti quei bei discorsetti che mi ha fatto per tuffare la faccia nel reggiseno di Giorgia. Che poi, le sue tette sono pure rifatte, lo sanno tutti.
«Mi rifiuto.» proclamo, sbattendo le mani sul tavolo. Bridget annuisce, complice, il resto dei presenti continua a guardarmi come se fossi una pazza esaurita da ricoverare. Non mi sento di dargli torto, ma non posso certo dirgli che Giorgia è una stronza infame.
Fortuna che ho Bridget.
«Tranquilla, tesoro. Quella stronza non avrà vita facile, questa volta.» commenta, mortalmente seria. E, se devo dire la verità, mi sento un po’ sollevata. Perché quando Bridget decide di rovinare i piani di qualcuno, lo fa come si deve. È davvero brava a rovinare la vita alla gente.
Solo quella di chi se lo merita, naturalmente.
E Giorgia se lo merita.
«Sai anche quanto tempo rimane qui?» chiedo, con il timore di sentire la risposta.
«Tre settimane.» proclama Bridget, tetra.
Oh, ecco. Lo stesso tanto che rimane Harry. Lo sapevo io, che avrebbe portato la sventura.
Ora più che mai, mi rendo conto di quanto sia meglio per me farmi passare la cotta per questo ragazzo. Non avrò nessuna chance, contro Giorgia.
«Non posso stare per tre settimane con lei. Non ce la faccio.» mormoro, sconsolata.
E non posso neanche stare da Bridget, perché lei vive ancora con i suoi genitori e ci sono già le sue tre sorelle. Non è proprio il caso.
«Potresti stare da me.» propone Niall, con un sorriso entusiasta. Louis annuisce, felice ed Harry sussurra un “ottima idea” che mi fa arrossire fino alla radice dei capelli.
Perfetto.
Cosa faccio, ora?



***



Ecco qua il quinto capitolo. Che ve ne pare? Le cose si stanno un pò evolvendo, no? Ancora non so cosa ne verrà fuori, vedremo. Sto ancora riflettendo per bene. In ogni caso, spero che il capitolo via sia piaciuto.
Commentate, se vi và. Per me è molto importante ricevere le vostre opinioni.
Ecco tutto.

Detto questo, vorrei ringraziare di cuore le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo - soprattutto Ale, che legge ogni mia storia - e tutte coloro che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate o che leggono soltanto.
Grazie di cuore.

Con affetto,
Fede.

P.s. Seguitemi su Twitter, sono @FTheOnlyWay
   
 
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