Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: walking disaster    24/07/2012    4 recensioni
Nella secolare Accademia Red Line, si susseguono le (dis)avventure di un gruppo di ragazzi, studenti, tra i quali Rain e la sua amica Bonney. All'appello non manca nessuno, Rufy, Trafalgar, Zoro, i ragazzi più popolari della scuola. Nami, Robin e Boa tanto belle quanto pericolose. Ed infine Ace, il ragazzo più sfuggente ed insopportabile con cui Rain abbia mai avuto a che fare. Tra feste clandestine, falsi amici, balli in maschere e segreti ce la farà Rain a sopravvivere?
[La notte prima che tutto ciò che conosceva cambiasse, Rain rimase alzata fino a tardi.
E pioveva. Anzi, dire che pioveva era ancora poco. Come ad accogliere la nuova arrivata il cielo ed il mare stavano dando spettacolo. Lampi accecanti seguiti da infiniti tuoni. Il vento ululava e sferzava contro le alte onde rendendo il frastuono ancora più insopportabile.
Rain non capiva come Bonney potesse riposare così beatamente, stretta al suo pupazzo a forma di pollo, al di là del vetro.
La rossa invece, si trovava sul balcone, nel suo pigiama grigio e giallo assaporando il fresco profumo che la tempesta portava con se.
Rain aveva sempre avuto un legame tutto particolare con i temporali, forse perchè quando nacque fuori impazzava una tempesta, dal quale derivava il suo nome. Forse perchè quella sera di un sei mesi fa, la pioggia non voleva saperne di smettere, come a voler coprire le sue lacrime.
E la stessa cosa stava accadendo su quel balcone.]
Dal capitolo II
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Rivelazioni – Confessioni all'ombra del freddo vento!

 

-Rain... dormigliona, è ora di svegliarti, devi sapere una cosa...-
-Lasciala dormire Jewelry, non importa-
-Ma tra poco sarà ora di cena...-

Il sussurrare di due voci a lei note stava delicatamente sgretolando la sfera onirica nella quale si era chiusa, accompagnata dalle parole di Shanks. Nonostante i terribili ricordi che quella chiacchierata aveva riportato a galla, per la prima volta dopo tanto tempo i suoi sogni non furono incubi, ma ricordi sfumati di sorrisi e risa.

-Sono sveglia-

Annunciò con voce flebile, le palpebre ancora calare mentre le mani andava a stringere il copriletto riconosciuto come quello della propria camera. Rigirò il volto, si, anche il cuscino era quello.

-Cosa diavolo ti è successo? Shanks ti ha portata fino qui, mi hai fatto prendere un colpo. Ti ha fatto qualcosa?-

Una cascata di ricordi le piovve addosso ma, neppure lei sapeva spiegare perchè, la cosa non la angosciava. Sentiva di aver fatto la cosa giusta a confidarsi con Shanks, non aveva mai pianto davanti a nessuno, ma lui aveva resto il tutto così facile...

-La punizione è stata molto meglio di quello che pensavo. E no, decisamente non ha alzato un dito su di me.-

Aggiunse per rassicurare l'amica, mano a mano che riprendeva conoscenza tutti i pezzi del puzzle tornavano al loro posto, ed un pensiero la fulminò facendole aprire le iridi di scatto.

-Margaret! Ti prego dimmi che non sono ancora le sei!-
-Sono quasi le otto, ma tranquilla, va bene così-

Rain voltò il capo ed incrociò lo sguardo pacifico di Margaret che la osservava sorridendole. Era seduta su una sedia, sembrava la stessa di sempre, ma Rain scorse in lei un velo di tristezza che le induriva i lineamenti.

-Mi dispiace... davvero, ti avevo promesso che avrei fatto qualcosa.-

Margaret scosse il capo, forse nel tentativo di scacciare la tristezza. Ma Rain la vedeva, era sempre li, in ogni suo sguardo, in ogni suo gesto, la consapevolezza che la sua migliore amica l'aveva tradita. Perchè era certo, che in fin dei conti, non se lo sarebbe mai aspettato.

-Quella serpe si è dichiarata, e noi abbiamo assistito. Ho detto a Margaret di fermarla ma non ha voluto... così ora stanno assieme.-

Rain si mise a sedere, rendendosi conto di essere ancora in divisa e con i capelli spettinati. Si carezzo le gote con l'indice per poi osservarlo. Era nero. Doveva esserle caduto tutto il trucco. Volse uno sguardo al cuscino, anche la federa era sporca di nero. Sospirò.

-Margaret....-
-Fermati Rain, ti prego, va bene così, io sono contenta per lei.-

Rain la guardò negli occhi, tentando di capire cosa pensava davvero, sembrava essere riuscita a celare quel velo di tristezza, pareva davvero contenta per l'amica. Poi ad un certo puntò capì che non le importava come si atteggiava Margaret.

-Smettila di fingere con me, l'affetto che provi per Rufy è sincero perchè lo apprezzi così com'è. Io lo so, che sorridi solo a pensarci, sei l'unica che meriti di essere abbracciata a lui. L'unica che merita di stargli vicino perchè sai come farlo. Rufy è strano, l'ho capito persino io, lui non ti bacerà mai, per lui, stare insieme a te, significherebbe essere spensierati assieme. Durante tutto il giorno giocare, abbuffarsi durante i pasti e di notte raccontarsi le storie dell'orrore. E' questo il suo modo di amare una persona e tu sei davvero la sola che può apprezzare e condividere tutto ciò.-

Margaret deglutì, incapace di rispondere alle parole di Rain, fu quindi Bonney a spezzare il silenzio, poggiandole una mano sulla spalla e rivolgendole un sorriso rincuorante.

-Io lo so che prima o poi tutto andrà al suo posto.-

***

-Se vuoi, Margaret, possiamo vederci dopo cena, puoi stare un po' in camera da noi, tanto la tua stanza è vicina no?-

Le tre ragazze stavano entrando in sala mensa, e subito Rain cercò con o sguardo il suo tavolo, non mancava nessuno all'appello. Ace, Zoro, e Sanji parlavano fra loro, urlando di tanto in tanto, fin dall'ingresso poteva sentire l'argomento della loro discussione, l'uscita di un nuovo film d'azione molto popolare tra i ragazzi. Robin era immersa in una discussione con Usopp, Trafalgar invece stava parlando con Chopper, e sembravano divertirsi un mondo. Nami e Bibi invece si stavano complimentando con Hancock che si teneva stretto Rufy, il quale pensava solo a mangiare l'ottimo arrosto che quella sera le aspettava. Stranamente indossava ancora la sua cravatta e lei il suo fiocco. Si vede che l'imperatrice stava aspettando un'occasione teatrale per lo scambio.

-Veramente, io posso sedermi con voi...-

Proferì timidamente Margaret, rivolgendole un sorriso di scuse per non averglielo rivelato prima. Rain spostò lo sguardo su Bonney, alla ricerca di una conferma. Proprio così, è stata Hancock, dopo la dichiarazione ha detto che non vedeva più motivo di e-straniarla dalla sua vita e che in fondo era sempre stata la sua migliore amica...-

-HANCOCK!-

Successe tutto davvero in un secondo. Probabilmente neppure Rain aveva idea di quello che stava facendo, ma il resto della sala tacque, come sempre quando al tavolo della StrawHat succedeva qualcosa. Perchè lo StrawHat significava Gossip sicuro, se poi di mezzo c'erano le ragazze si poteva sperare in qualcosa di più. Molte mani volarono ai cellulari, ma Rain non se ne curava. Tutti al tavolo si zittirono, Sanji e Robin parvero fulminati dallo stesso pensiero “guai imminenti” mentre Trafalgar sembrava oltremodo eccitato da quell'imprevisto. Ace la fissava di sottecchi, incrociando le braccia al petto e serrando le labbra, non le scolava gli occhi di dosso, come il resto della sala. Hancock si alzò in piedi, con infinito charme ed un sorriso adorabile in viso. Era bellissima, non a caso era stata nominata l'imperatrice, perchè ogni suo gesto trasudava nobiltà.

-Dimmi tesoro, sono tutt'orecchi.-
-Come fai ad essere così viscida?-
-Non capisco, chiunque afferma che la mia pelle è meglio del velluto.-
-Non provare a prendermi in giro. Sto parlando di Margaret, non ti vergogni neanche un po'?-

La indicò, mentre lei alle sue spalle pareva oltremodo terrorizzata dalla piega che gli eventi stavano prendendo, tentò addirittura di calmare Rain, ma quella non stette ad ascoltarla. Hancock ridacchiò e fece la finta tonta, con tono adorabile ed innocente andò a rispondere.

-Non capisco-
-Ah si, non capisci?-

A grandi passi coprì la distanza che la separava dal tavolo, con aria minacciosa. L'intera sala la seguiva con il fiato sospeso.

-Sai solo mettere le mani addosso, rossa?-

Questa volta era stata Bibi a parlare, la quale si era già alzata in piedi, pronta a difendere l'amica.

-Non oggi.-

Con un sorriso prese per il polso Rufy, che nel frattempo aveva continuato a mangiare come se niente fosse.

-Dove andiamo nanetta?-

Domandò incuriosito, afferrando al volo un tozzo di pane e lasciandosi trascinare vicino a Margaret. Ma poi ripensandoci si fermò in mezzo alla sala.

-E' vero che ti sei messo con Hancock?-
-Non lo so, mi ha detto che vuole a mia cravatta e che da oggi non devo guardare nessun'altra ragazza. Quasi mi dimenticavo.-

Come ricordandosi della promessa, si mise le mani sugli occhi e si ficco il panino in bocca.

-Quanto sei sciocco Rufy, Hancock vuole che voi siate come tuo fratello e Bibi-
-Cosaaa? Ma fio non coglio pasfsare la giogrnata appicchiflati.-

Bofonchiò con ancora il panino in bocca.

-Allora guarda lei.-

Rain indicò Margaret con un sorriso che andava da parte a parte.

-Lei non vede l'ora di giocare con te, vuole esplorare l'isola, i mari e mangiare fino a scoppiare con te.-
-RAIN-

Questa volta fu Hancock ad urlare e prese ad avvicinarsi di gran carriera.

-Rufy lei ti ama! Donale la tua cravatta perchè è quella che in fondo stavi aspettan...-

Hancock le fu addosso, scaraventandola al suolo grazie alla sua stazza, giunonica a confronto di quella della rossa.

-Devi smetterla di intrometterti nelle questioni che non ti riguardano mocciosa!-

L'aveva atterrata, con una mano le teneva i capelli inchiodati al suolo, con l'altra le bloccava il braccio destro. Un ginocchio era poggiato sulla sua mano, l'altro fra le sue gambe e i flash scattavano ovunque, nella sala.

-Mi riguarda eccome se centra una mia amica!-

Nonostante il dolore per la botta e la posizione di netto svantaggio rispetto all'imperatrice, Rain non esitava ad ostentare la propria migliore espressione irriverente e quel tono sfacciato che tanto faceva saltare i nervi alle tre api regine.

-Non dire cavolate, la conosci da questa mattina!-
-Già, e tu da una vita, ma questo non ti impedisce di umiliarla.... guardala, Boa, GUARDALA! Si merita davvero quello che le stai facendo?-

SCIAFF
Forte e sibilante, uno schiaffo la colpì in pieno viso, facendole ardere una guancia. Rain scoccò un'occhiata furente all'imperatrice e le ci volle una manciata di secondi per accorgersi che lei aveva ancora entrambe le mani dove erano prima e che, chinata su di lei, con la destra ancora alzata, c'era Margaret.

-Così sei tu che mi umili... Rain-

Non era forte come Bibi, neanche lontanamente, eppure, quello schiaffo le fece più male di quello dell'ape regina; più male di qualsiasi botta avesse mai ricevuto, e rimase senza fiato.

-I..io...-

Non avendo neppure la forza di parlare, trovò solo quella di togliersi Boa Hancock di dosso, che, lei scioccata quanto Rain, non oppose resistenza quando la rossa la scaraventò di lato per procedere di corsa verso l'uscita più vicina. Centinaia di voci, almeno, così tante le parve fossero, chiamarono il suo nome ed altrettante mani si protesero per fermarla. Tra le presenze più importanti, quella di Bonney, che faceva slalom tra i tavoli per restarle dietro.

-Restate tutti fermi!-

Esplose Rain ed inaspettatamente non una mosca si mosse più nella sala alle sue spalle, non poteva vederli, ma non percepiva più alcun movimento, solo voci.

-E zitti!-

Anche quelle cessarono sotto la sua richiesta, lasciandola sola con la sua guancia fiammeggiante per quello schiaffo che aveva colpito molto più a fondo di quanto Margaret stessa potesse immaginare. Corse fuori, spingendo le porte a vetri e ritrovandosi nel giardinetto antecedente la foresta scura. Pioveva nonostante il cielo non fosse nero di nuvoloni, era una pioggia lieve, gentile, come quella della mattina. Pioveva sul bagnato, sul prato ancora fradicio e sulla pelle di Rain, scottata ed umiliata. Perchè era stata lei l'unica ad essere stata realmente derisa quella sera, non Boa, non Margaret, ma lei e forse quel pensiero più di ogni altra cosa la faceva infuriare.

Non si accontentò di prendere a calcio le siepi ed i cespugli del giardinetto, ma li superò a grandi balzi -e scivoloni- dirigendosi a grandi passi verso la foresta. Il terreno era un pantano sconnesso, le radici degli alberi erano nascoste nel fango e la pioggia aveva cancellato ogni segno dei piccoli e sicuri sentieri che la percorrevano. Le fronde degli alberi grondavano acqua a grandi gocce, che picchiavano duro qualunque cosa passasse sotto di loro, Rain soprattutto. Come se non bastasse i grandi arbusti che crescevano da terra diramandosi in migliaia di foglie si rivelarono come lame, che la ferirono ovunque durante la sua folle corsa verso chissà cosa. Probabilmente cercava solo se stessa o forse un modo per essere diversa da come in questi mesi era diventata. Una risposta che ne la pioggia ne le foglie degli alberi le avrebbero dato. In un posto che ormai sembrava diventato uguale a se stesso, non vi era più differenza fra destra sinistra, avanti indietro e nel fondo della foresta persino sopra e sotto sembravano un tutt'uno. Soprattutto quando svieni.

 

***

 

Un braccio che conosceva, un calore delicato e familiare, il cotone fresco, senza alcun profumo particolare, se non di pulito, di una camicia immacolata. Rain aprì gli occhi con il rosso dei suoi capelli davanti o forse... ci mise parecchio a capire che quella che stava guardando era la chioma spettinata di Shanks, non la propria. Non si era mai accorta di quanto fossero... identiche, sia nel colore che nella forma.

-Professore...?-
-Ti aspettavi una tua amica? Spiacente, ma quando sono arrivato in mensa erano ancora tutti zitti ed immobili.-

Rain scosse la testa, palesemente non interessata al discorso. Tutt'attorno aveva smesso di piovere, ma l'aria ed il vento che spirava in ogni direzione, freddo come un gelido abbraccio, promettevano una tempesta da li a poco. La rossa era poggiata alla corteccia di un albero, fradicia, madida di sudore e sporco.

-Rai...-
-No, non dica nulla, voglio tornare a casa... la mia vera casa, non il dormitorio.-

Shanks sospirò e delicatamente le carezzò il viso, togliendole il fango dagli occhi e dalle labbra, le passò la mano tra i capelli, ordinando la frangetta e spostandole le ciocche oltre le orecchie.

-Perchè sono così? Perchè professore?-

Shanks riportò la mano lungo i fianchi, sedendosi con tutta la calma possibile accanto a lei, nel fango. Poggiò la testa sullo stesso tronco che reggeva Rain ed alzò il capo al cielo, o meglio, a quel che doveva esserci oltre le impenetrabili fronde degli alberi.

-Ci sono molte cose che non ti sono mai state dette e io sicuramente non sono la persona adatta per farlo.-
-pro...-

Rain tentò di interromperlo, ma fu a sua volta bloccata da un solenne gesto della mano di Shanks.

-Ma se mi somiglia anche solo per un grammo so che insisteresti fino alla morte per sapere tutto ed ora. Per cui apri bene le orecchie, non sono il tipo che ripete le cose.-

Rain, nonostante fosse ancora stordita ed intorpidita, capi all'istante l'importanza di ciò che stava udendo e comprese che molte delle cose che le stavano per essere rivelate sarebbero servite a fare luce sulle molte ombre che portava con se.

-Vorrei dire di non essere bravo con i discorsi, da essendo professore di letteratura ammetto che la scusa non regge... ma al tempo stesso so anche anche non ami i giri di parole, l'ho capito da come parlavi questa mattina con Margaret, dai bigliettini che le hai scritto.-

-Ma come...-
-Leggo il labiale, e quando tu scrivi, involontariamente muovi le labbra come se stessi pronunciando quello che stai scrivendo.-

Una mezza risata del professore alla quale la rosse si aggiunge solo con un sorriso forzato, è sicura che non è quello il genere di rivelazioni che Shanks ha in serbo quella sera per lei, e non sbaglia.

-Partiamo dall'inizio, com'è giusto che sia... Tu fratello, Alexander...-

Rain ebbe un fremito.

-Lui è nato malato, lo so perchè sono un amico di famiglia, il migliore di tuo padre... lo conosco dai tempi dell'accademia, all'inizio non ci sopportavamo ma con il tempo... siamo diventati inseparabili. Alexander era destinato alla morte sin dal primo istante della sua vita. Ma non lo era come tutti noi lo siamo, mortali, ma con una grande incognita sulla durata della nostra esistenza e sulle cause della nostra morte...-

Si prese un istante per respirare, il rosso e Rain, nonostante le si leggessero sulle labbra le valanghe di domande che tratteneva, non lo interruppe di nuovo.

-Alexander era destinato a morire perchè i geni che aveva in corpo non erano compatibili l'uno con l'altro, i cromosomi di tua madre e di tuo padre si combattevano l'un l'altro. Già la sua nascita fu un miracolo, naturalmente non pensavamo sarebbe potuto sopravvivere per più di qualche anno... nessuno si aspettava che sarebbe restato in vita fino ai ventun anni...-

Rain piangeva, piangeva in modo talmente silenzioso che le sue lacrime sembravano solo altre gocce di pioggia.

-Il dolore per la perdita di un figlio, sarebbe potuta essere bilanciata solo con la nascita di un altro... ma se di nuovo fosse stato concepito dai tuoi genitori, allora, anche lui avrebbe avuto la stessa malattia di Alexnder. Così i tuoi genitori pensarono che non importava di chi fosse realmente figlio, il loro secondo bambino, bastava che lo crescessero loro.-

Rombi e tuoni il lontananza squarciavano il silenzio e Rain desiderava crescessero d'intensità tanto da coprire le parole di Shansk e da farle dimenticare quello che aveva udito fin'ora.

-Chi meglio di un caro vecchio amico di famiglia che mai si era sposato e mai aveva avuto figli per far nascere il loro bambino? Ecco allora che chiesero a me di far nascere il loro secondogenito.-

Silenzio, il silenzio che precede la devastazione.

-Professore, io non ho altri fratelli, oltre ad Alexander.-
-E io non ho altri figli oltre a te, Rain.-

E poi tutto esplode. La pioggia attorno a loro, i lampi sopra a squarciare il cielo, il vento gelido e pungente a congelare ogni respiro.

-Qui piove sempre, papà-

 

 

 

Non voglio neanche pensare quanto tempo è passato dall'ultimo capitolo, ma ho avuto un anno difficile tra scuola ed altri problemi... ora vorrei tornare a pubblicare questa storia, per darle la fine che merita e che da troppo tempo attende. 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: walking disaster