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Autore: Christine_Heart    25/07/2012    2 recensioni
Questa piccola idea, è nata come intermezzo tra il secondo e il terzo capitolo della celebre saga!
Le stelle brillavano silenziose nel cielo tranquillo della luna boscosa di Doren, la luna dove si tenevano i corsi di sopravvivenza degli allievi padawan. Paa-soy respingendo un brivido, si coprì meglio col mantello e si appoggiò al costone di roccia che sovrastava un’ampia vallata ai margini della foresta,dove si era fermato per riposare.
Era...

...Perdonate...
...Tutto il resto è storia! ^^
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Mace Windu, Nuovo personaggio, Yoda
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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6° capitolo
L’altro passato


1)
La luce continuava a cambiare d’intensità da quando erano entrati nella sfera.
Æon aveva quasi l’impressione di muoversi tra le stelle rapidamente, molto più che alla velocità wort, la velocità che si raggiungeva per il salto nell’iper-spazio, e la cosa la metteva a disagio.
Sapeva che i grandi incrociatori militari che raggiungevano queste velocità, erano dotati di scudi protettivi d’enorme potenza e in ogni caso a quella velocità anche una minima interferenza poteva causare una catastrofe.
Ricordò di aver sentito di una nave da guerra che, per un guasto al navigatore, all’uscita dall’iper-spazio si era scontrata con una luna, distruggendosi prima di riuscire a comunicare la propria posizione, rendendo impossibile l’invio di soccorsi.
Quando all’accademia, durante una lezione di princîpi di navigazione, fu visionato il giornale di bordo, l’unica trasmissione rimasta anche se molto disturbata, tutta la classe rimase turbata, persino Anakin, tanto che Maestro Staa-cor, dovette sospendere la lezione per illustrare le caratteristiche e la sicurezza dei navigatori d’ultimissima generazione, che faceva impallidire le caratteristiche del primitivo navigatore che aveva causato l’incidente.
Æon si augurò allora di non doversi trovare in quella situazione.
Era sicura di poter far fronte logicamente alla situazione, ma era preoccupata dalle eventuali reazioni di altri, magari terrorizzati.
La parte Meti di sé le infondeva sicurezza interiore, una sicurezza datale dalla capacità di analizzare logicamente gli eventi, ma non tutti avevano queste capacità.
Ricordava, infatti, di avere conosciuto un piccolo Canopiano in vacanza su Ellittos, il quale era terrorizzato dagli insetti, dal buio, dai rumori improvvisi. Forte di quell’esperienza aveva intuito che più persone impaurite, avrebbero potuto fare cose assurde guidate dal panico. Mentre pensava quelle cose, osservava Ybsor, che invece, era perfettamente rilassato.
Se non avesse saputo che quell’organismo era una macchina, si sarebbe detta che si stava godendo il viaggio.
“Viaggio?!”disse ad alta voce Æon
“Cosa?” rispose Ybsor
“Siamo qui dentro da qualche tempo e pare che non succeda niente, ma se invece questa sfera si stia movendo e ci stia portando da qualche parte?”
“...Allora spero che accettino crediti della repubblica come pagamento del biglietto!”
Ybsor aveva ancora le sembianze di Cisco Than, e quella era la risposta che Æon avrebbe ricevuto da suo padre.
“Sai Æon, forse hai ragione. Anche se quasi impercettibile, avverto come una spinta, come se la sfera si muovesse! Credo che sia realmente un mezzo di trasporto, anche se non riesco a spiegarmi come sia possibile che arma primaria, non solo abbia cambiato forma, ma addirittura abbia cambiato funzione.”
“ Da quando mi hai fatto entrare in quella caverna, sono tantissime le cose che non riesco a spiegarmi!”
“Come ti ho detto non ti ho fatto entrare io. Sei arrivata volando e molto più in fretta di me. Sapevo che i maestri Jedi riescono a controllare le cadute quasi al punto di rallentarle, ma addirittura vincere la gravità è un portento che ignoravo.”
Æon non rispose.
Sapeva di non avere simili poteri, e apprendere che Ybsor non era stato il mezzo che l’aveva introdotta nella caverna l’angosciava molto. Eppure aveva sentito distintamente la voce nella sua mente ed era quella di suo padre...
“Già era la sua, non la tua...”
“Cosa?”
Æon fissò il trasmuta senza parlare...comprese che non era in grado di captare i suoi pensieri.
E se quello non fosse stato Ybsor?
Lentamente un lato della sfera si stava aprendo...

2)
Nonostante si trovassero molto all’interno della collina, il calore della superficie continuava a farsi sentire.
Llacer Otua faceva strada, seguito da Mace Windu. Immediatamente dopo c’era il Conestabile Than, mentre Erland Øye poco distante, seguiva il terzetto guardando spesso alle loro spalle.
Aveva ricevuto ordine di controllare che non ci fossero sorprese e di coprire un’eventuale fuga di Mace Windu.
Than sapeva che in caso di pericolo, sarebbe stato meglio non coinvolgere l’ordine Jedi e inoltre Mace avrebbe saputo portare soccorso ad Æon. Arrivarono infine in una stanzetta disadorna, fatta eccezione per un tavolo, un classificatore e un comunicatore, rotto.
Era stato rotto da poco, e si capiva dal fatto che alcuni frammenti erano ancora sul pavimento che era stato ripulito in fretta.
Sopra il muro dietro il comunicatore c’era una macchia, forse provocata dalla rottura di un contenitore con del liquido, ed al centro della macchia, una scalfittura dell’intonaco dimostrava che l’urto era stato violento.
Dietro di quella che sembrava una porta, s’intravedeva una specie di letto in disordine, ai piedi del quale si notava il caricatore di un bacta. Ai due uomini non erano sfuggiti tutti questi particolari, ed Øye si era disposto in modo da controllare la porta, lasciando a Than la libertà di gestire la situazione all’interno dell’alloggio. Il rodiano guardava con aria preoccupata verso la porta sorvegliata da Øye.
Non gli era sfuggita la manovra dei due e temeva che il Jedi fosse un’ostaggio dei due che credeva mandaloriani, o addirittura che fosse un traditore, come Komari Vosa, la malvagia allieva del temibile Darth Tyranus.
Per questo aveva ordinato a Meeko Ghintee di uccidere i tre appena possibile e di distruggere la navetta dopo.
“Pare che dietro quella porta ti diverta molto vero rodiano?”
La voce di Than, risuonò come un tuono nell’alloggio facendo sobbalzare Otua.
“Non...cosa?non capisco!” “avanti! Non vorrai farmi credere che qualche detenuta compiacente, non venga a trovarti ogni tanto nel tuo alloggio.”
“Non sono consentite queste cose”
“Nessuno dice che siano consentite, ma non per questo non è impossibile...o sbaglio?”
Than aveva capito di avere colpito nel segno, ed aveva pronunciato le ultime parole avvicinandosi alla porta dov’era il letto.
Llacer Otua, improvvisamente sembrò rilassato, tanto da abbozzare un sorriso:
“Qualche volta...la solitudine è dura!”
“ E dimmi...sono tutte consenzienti?” Than si sforzava di sembrare calmo.
Quella rivelazione lo preoccupava.
Æon era una bella ragazza ed il rodiano era poco più che un’animale agli occhi dell’uomo, e l’idea che avesse potuto far del male alla figlia lo turbava molto.
Serrò tanto forte i pugni da far sbiancare le nocche guardando con malcelata ostilità Llacer.
Due rapide esplosioni echeggiarono nella stanza...
Windu attivò la spada laser nel momento stesso in cui si voltava di scatto nella direzione da cui erano giunti i colpi. Vedendo Meeko Ghintee puntare nuovamente l’arma, si mosse in direzione dell’ingresso da dove i colpi erano arrivati, ma un improvviso scintillio lo fermò. Con un movimento rapidissimo Than aveva sguainato un’antichissima spada terrestre risalente a migliaia d’anni prima della sua stessa nascita che nascondeva sotto l’ampio mantello, silenziosa e micidiale, ed aveva colpito.
Meeko Ghintee, sentì come un bruciore al ventre, ma non capì di stare morendo fin quando non si guardò ai piedi, dove una pozza di sangue si era formata. Si afflosciò senza un rumore...
Llacer Otua indietreggiava terrorizzato. Aveva notato Meeko che puntava il blaster e si era sentito superiore ai mandaloriani per astuzia, ma non si sarebbe mai aspettata una reazione così rapida.
Non aveva mai visto una spada e non immaginava che qualcuno fosse armato.
Tutti i rilevatori della base, erano programmati per riconoscere un’arma ad energia o un esplosivo, quindi non era scattato nessun’ allarme. Than lo sapeva, e per questo aveva scelto l’antichissima katana risalente al periodo feudale giapponese terrestre. Cisco Than si voltò con una lentezza studiata verso il rodiano avanzando lentamente.
Questo era arrivato alla parete, e non avendo altra via di fuga, continuava a fissare inebetito la sua espressione riflessa dalle pareti circostanti.
Aveva gli occhi sbarrati per il terrore ed il colorito azzurrognolo del viso, si era molto sbiadito.
Il sangue di Meeko era schizzato sul suo volto, e tutti questi elementi davano a Llacer Otua, un’ espressione tra il grottesco e lo spaventoso. “Stai guardando il tuo viso da morto rodiano!” tuonò Than, nel momento stesso in cui gli poggiava la lama al collo facendo una leggera pressione. Otua si sentiva svenire ma il terrore gli impediva di fare qualsiasi movimento.
“Cisco...per favore, lascialo...questo sarebbe un’assassinio!” Mace Windu percepiva le forti emozioni dell’uomo e sentiva che era sul punto di uccidere il rodiano.
Than senza distogliere lo sguardo dal carceriere, e senza allontanare la lama dal suo collo, disse:
“E’ morto quando ha deciso di eliminarci...il fatto che sia ancora in piedi è solo un dettaglio!”
“Cisco, comunque non otterresti nulla in cambio. Lascialo vivere perchè sia giudicato per i suoi crimini e condannato.”
La determinazione del Conestabile si affievolì di poco, ma bastò per fargli abbassare la lama.
Øye intervenne immobilizzando il rodiano con le braccia dietro la schiena.
“Perchè tutto questo?” gli chiese Windu.
Llacer Otua guardava tutti con occhi inespressivi.
Era come inebetito dalla paura, ma comunque riuscì a parlare:
“Ve lo mostro...seguitemi.”
Condusse i tre attraverso un lungo corridoio che scendeva nel sottosuolo.
Esitò fermandosi davanti ad una porta, ed una volta lasciato da Øye, battè velocemente il codice d’accesso.
Øye, stando di fianco al rodiano, aveva notato che aveva serrato gli occhi nel momento stesso in cui batteva l’ultima combinazione del codice...
“Al riparo!” urlò con quanto fiato aveva in corpo lanciandosi contemporaneamente addosso a Llacer Otua.
Un bagliore, illuminò il sotterraneo ed una forte esplosione investì Windu e Than facendoli cadere.

3)
Sembrava un laboratorio, quello che si rivelò all' apertura della sfera...un lungo stanzone con bassi scaffali ed un grosso schermo dai colori cangianti che illuminavano intorno.

4)
Era tutto buio intorno, ed un fastidioso sibilo, dovuto alla reazione delle orecchie all'esplosione, risuonava nella testa di Cisco.
Il sapore del terriccio in bocca era mischiato a quello del sangue.
Cisco conosceva quel sapore, il sapore della battaglia. Impugnando saldamente la katana con una mano e procedendo a tentoni, arrivò alla parete mentre gli occhi pian piano si abituavano all'oscurità, che grazie ad alcune lampade rimaste accese in lontananza nella galleria e col posarsi della polvere, era diventata una forte penombra. Il sibilo dei suoi timpani si stava attenuando e gli parve di sentire un rantolo ai suoi piedi. Øye era disteso sul ventre, coperto di detriti e con una profonda ferita alla base della testa, ma respirava regolarmente ed anche il polso sembrava costante. Windu era già in piedi e si stava ripulendo dal terriccio a poca distanza da Llacer Otua che non sembrava aver subito danni.
"Tutto bene Mace?"
"Si, certo! Come sta Øye?"
Cisco, rinfoderando l'antica spada, si chinò nuovamente sull'amico, scuotendolo piano:
"Erland?"
"Stò bene...la porta...è scappato?"
"No, è lì per terra... "
Cisco si alzò di scatto, si avvicinò al rodiano e dopo averlo afferrato per le spalle, lo scagliò con forza contro l'apertura dove poco prima si trovava la porta.
Otua piombò pesantemente a terra ma subito si ritrovò per aria, come un fuscello in balia dell'uragano.
Cisco Than era infuriato... e lo stava dimostrando!
Colpì due, tre, dieci volte, prima di calmarsi di poco.
Mace Windu aveva cercato coi suoi poteri di fermarlo, ma vista la potente determinazione dell'uomo, forse era solo riuscito ad impedirgli di uccidere il rodiano.
D'improvviso Than smise di accanirsi contro Otua avviandosi a passi incerti verso il fondo della grotta.
Windu si chinò a soccorrere Øye, quando avvertì un tremito nella forza provenire dal fondo della grotta.
Assicuratosi che il pilota stesse bene e che Otua fosse ancora vivo, si avvicinò all'amico che poteva intravedere in piedi al centro di una rientranza.
Quando lo raggiunse lo spettacolo ai suoi occhi aveva dell' incredibile...
Visi scavati, mani protese, occhi infossati di esseri ancora viventi fissavano Cisco che con gli occhi pieni di lacrime delicatamente cullava un fagottino...quello che rimaneva di una bambina piccolissima e denutrita.
Mace si avvicinò e prese a sua volta la piccola che ancora respirava.
Øye spingendo davanti a sè Llacer Otua, si avvicinò barcollando, guardandosi intorno.
Cisco Than si voltò lentissimamente... il suo viso non aveva niente di umano.
Gli occhi inespressivi individuarono Llacer Otua ed il suo odio esplose.
Ad Øye, sembrò di vedere una scena al rallentatore...Than che estraeva la katana mentre si avvicinava e che colpiva prima al ventre con un fendente da un lato all' altro, poi con un'altro di sbieco dall' alto verso il basso ed infine girando su se stesso colpì al collo staccando la testa ad Otua che cadde di lato, senza un suono.
Than, rimasto immobile con la spada tra le mani alzò la testa verso la volta della grotta-prigione ed urlò la sua rabbia e la sua disperazione con quanto fiato aveva nei polmoni.
Dietro di Cisco, Mace Windu ancora con il braccio proteso verso l'amico in un disperato ma tardivo tentativo di fermarlo, guardava la scena sconvolto...si sarebbe comportato diversamente al suo posto?

5)
La squadra di soccorso, stava occupandosi dei prigionieri.
I piccoli, quelli più bisognosi di cure, dopo essere stati visitati dall' unità medica, venivano immediatamente imbarcati sulle navette e trasportati sulla nave ospedale che orbitava attorno a Braz. Praticamente, nessuno di questi era mai stato visitato, e non avevano mai abbandonato la prigione, se non per essere venduti come schiavi da Otua, ad una organizzazione criminale...
Erano figli dei detenuti, e cosa sarebbe stato di loro era ignoto.
Il consiglio aveva dato ordine di chiudere immediatamente la prigione e spostare altrove i detenuti, e per questo, era giunta una legazione del dipartimento legislativo, con una scorta militare, comandata dal pretore Soser, uno dei primi allievi di Than.
Questi però aveva ricevuto anche un 'altro ordine...
Cisco Than si trovava dentro l'alloggio che era stato di Otua.
L'antichissima katana, ripulita dal sangue, era stata riposta con cura nel sageo di antichissimo legno laccato di nero, sul quale era dipinto con rara maestria un' animale fantastico...quello che per gli antichi possessori dell' arma, era un dragone, e Than lo osservava, rapito. "Comandante Than...Signore!" seguì un lungo momento di silenzio, durante il quale il Primo Conestabile, osservò attentamente il giovane che gli era davanti "...Soser...vero?" esclamo lentamente Than, quando fù sicuro di conoscerlo "Sono felice che sia scampato all' attentato, comandante..." Than chiuse gli occhi, inspirando profondamente. "E' qui per me,... vero Soser?"
"Sono profondamente mortificato...davvero... Comandante Than!"
Soser, aveva una protesi oculare che gli aveva restituito la vista, dopo che era stato colpito durante un'imboscata.
Era stato proprio Than che lo aveva soccorso e portato in salvo, caricandoselo sulle spalle e nello stesso tempo, combattendo come un forsennato.
"Nessuno resta indietro" era l'urlo di guerra della sua compagnia, e urlando quel motto, Than lo aveva soccorso quando si accorse che era stato colpito, lo aveva sollevato di peso e portato verso la salvezza. ...Poteva ancora sentire la sua voce che lo incitava a non mollare, quel senso di fiducia che gli trasmetteva il sapere di essere già in salvo col suo comandante...quello che per i soldati era un mito, quel massiccio terrestre, lo stava salvando.
Ricordava questo Soser, ed avrebbe pianto se avesse avuto ancora gli occhi.
Than si alzò, avvicinandosi al giovane ufficiale, e tendendo il possente braccio col quale teneva la spada dinanzi al suo volto, gli porse la katana disse semplicemente:
"Dopo di lei!" Soser, prese l'arma con visibile imbarazzo...cercava le parole adatte, ma Than gli sorrise...
"Andiamo!"
Uscendo dall' alloggio, si voltò verso Windu che era rimasto in disparte nell' alloggio.
"Mace...trova Æon!"
Ed uscì.



Nda
 Eccoci qui…siamo giunti alla “Fine”!
Lo so è quasi da carogna, lasciarvi così, proprio sul più bello!
Lasciarvi nel momento dell’azione, della suspense totale…
…ma non c’è altro.
Purtroppo non va più avanti di così.
E confesso che un po’ mi dispiace. :(
Beh, mi rimane un ultima cosa da dire…
Grazie infinitamente per chi mi ha seguito fino all’ultimo.
Bacio ^3^
Chris




 
  
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