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Autore: Moonwicked    25/07/2012    1 recensioni
Cosa succederebbe se i sette peccati capitali fossero impersonati dagli Dei dell'Olimpo? E se qualcuno di misterioso volesse servirsene per distruggere l'umanità? Avarice, Anger, Envy, Sloth, Lust, Gluttony,Vanity... cosa succederebbe se... fossero esiliati sulla Terra, schiavi dei loro peccati?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le nove Muse erano pronte a suonare e cantare; le ancelle a servire il banchetto; Apollo ed Ecate si preparavano rispettivamente a spegnere il Sole e svegliare la Luna; Eolo si accertava che i Venti si placassero per quella importante notte. Tutto doveva essere perfetto. Per l’occasione erano stati chiamati anche Poseidone e Ade, fratelli di Zeus che risiedevano nei Mari e nell’Oltretomba. Tutti gli dei erano stati invitati alla grande festa in onore del dio della folgore e padre di tutti gli dei; persino Persefone era stata autorizzata dal marito Ade a lasciare gli Inferi sebbene sulla Terra fosse ancora inverno, e fu invitata anche la dea della discordia, Eris, di solito ignorata a causa dei disastri e dei litigi di cui era artefice. Insomma, proprio tutti erano riuniti sul monte Olimpo quella notte, dove si respirava un’aria di pace e felicità…
-Ora basta!- si sentì tuonare da una delle stanze -Hai superato il limite Vanity! Questa non te la farò passare liscia!-
-Madre, non vi corrucciate. Arrabbiarsi troppo fa venire le rughe, non lo sapete?-
-Come ti sei permessa di usare tutta la mia polvere?!- urlò ancora una volta Afrodite in preda alla collera.
-Ma per essere più bella ovviamente- rispose la giovane dea con i lunghi capelli color dell’oro e gli occhi azzurri come il cielo.
-Un po’ di quella polvere doveva essere destinata a Zeus ed Era! Questa stessa sera! Che male ho fatto per meritare una figlia così?! APOLLO! Tua figlia ne ha combinata una delle sue!- urlò poi.
-Signora- parlò timidamente un’ancella rivolta a un’altra dea, al piano di sotto -C’è un piccolo problema riguardante Sua figlia...-
-Gluttony?- chiese la donna spaventata -Che ha combinato questa volta? Non dirmi che...-
-Temo di sì maestà- rispose l’ancella timidamente -Da questa parte-
-So la strada per la cucina, grazie cara. Informa Dioniso del problema che si è venuto a creare-
La dea marciò verso la cucina, con la veste bianca che svolazzava nell’aria.
-Gluttony, ragazza mia- disse una volta vista un’innocua ragazza dagli occhi fucsia e i capelli viola lunghi fino alla vita -Questo è il banchetto che dovrebbe essere servito tra poco-
-Madre lo so, io ho provato a trattenermi ma... questi bellissimi chicchi d’uva e questo vino...-
-Demetra, che succede?- chiese un uomo giovane e allegro entrando nella cucina.
-Tua figlia ha di nuovo sabotato un banchetto, caro- rispose la dea incrociando le braccia -E spero proprio che Ebe non ne venga a conoscenza oppure...-
-GLUTTONY!- si sentì urlare una voce femminile dall’altra parte della stanza.
Intanto, in una delle stanze da letto, si stava consumando un’altra tragedia.
-Di nuovo? Con Eracle il figlio di Zeus per giunta! Lust questa volta hai superato davvero ogni limite ed ogni regola! Cosa ti ci vuole per farti stare al tuo posto!?-
-Andiamo signora Era, in fin dei conti non stavamo facendo niente di male...ancora- rispose una giovane dea dagli occhi verde acceso ed elettrico, mentre se ne stava seduta su un largo letto sfatto.
-Tu- disse Era, la madre degli dei, rivolta a un giovane ragazzo muscoloso e mezzo nudo -Vestiti come si addice il buon decoro e raggiungi gli altri di sotto! E dì immediatamente ad Ecate ed Eros di raggiungermi qui. Lust deve pagarla una volta per tutte. E guai a te piccola streghetta se oserai ancora chiamarmi “signora”!-
Il ragazzo corse di fretta fuori dalla stanza, mentre la ragazza sbuffava toccando una ciocca dei suoi lunghissimi capelli neri dai riflessi rossi e ramati. Mentre sorpassava un corridoio, un ennesimo problema faceva trasparire nulla di buono...
-Padre sono presenti tutti, tutti quanti, e non vedo mio fratello da vent’anni! Avete richiamato perfino Eris ed Ade, che male può fare...-
-Anger, non discutere- ribatté Ares irato -Taci e raggiungi gli altri di sotto-
-Non potete mettermi a tacere in questo modo!- ribatté mentre i capelli si arricciavano diventando da rossi a nero pece e gli occhi profondi come il petrolio si socchiudevano -È da anni che non parlate di lui, e pretendo di sapere perché voi e mia madre l’abbiate dimenticato in questo modo!-
-Ti ho ordinato di tacere piccola divinità insignificante!- tuonò Ares infuriato.
La dea tirò fuori la spada come un fulmine e attaccò il dio della guerra, che si difese con le sue armi.
-Hai osato attaccare tuo padre?- urlò adirato.
-Ares, Anger, abbassate i toni- disse una donna venendo avanti con la veste bianca e svolazzante -Non c’è motivo per litigare di nuovo. Avete dato spettacolo anche troppo per i miei gusti in questi giorni-
-Tua figlia è impertinente- ringhiò il dio ritraendo la spada, mentre invece la figlia non lo faceva.
-Ricorda che è anche tua figlia, e ha preso l’impulsività e la stupidità tipici del padre- rifletté Atena fredda -Ma cara, tu devi imparare ad essere saggia...-
-Al diavolo- ribatté Anger dando loro le spalle e allontanandosi.
  
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