Matsuri sudava.
Percepiva la
potenza dell’Ichibi, che
contrastava enormemente con la dolcezza del chakra del bambino. Il demone
voleva uscire, per fortuna non era al massimo delle sue forze.
Riuscì a reggere
un paio d’ore o poco più. La vista di quel piccolo cucciolo che dormiva sereno
le faceva battere forte il cuore.
Chissà se adesso Gaara dormiva così, dopo aver svolto le sue
mansioni di Kazekage.
Matsuri capì che era arrivata al limite. Decise di
svegliarlo.
<< Gaara >>.
Il bimbo dormiva
sereno.
<< Gaara svegliati >>.
Continuava a non
sentirla.
<< Gaara…
>>.
Gelò: non aveva
previsto che il bambino potesse avere il sonno pesante, nonostante non fosse
abituato a dormire.
Alzò la voce.
<< Gaara,
svegliati, svegliati! >>.
Matsuri percepì una strana scossa, come qualcosa
che strisciava sulle sue braccia.
<< Gaara!
>>.
Il bambino aprì
gli occhi.
E non vi era
alcuna traccia di color acquamarina.
<< Kazekage?
>>
Il ragazzo si alzò
dal letto, sudava freddo nonostante la temperatura bassa del deserto di notte.
<< State
bene? >> chiese baki preoccupato.
<< Si, dimmi
>>.
<< La
ragazza, la spia, si chiama Aioko, è una kunoichi specializzata nella manipolazione
dello spazio-tempo >>.
<< Continua
>>.
<< Forse
abbiamo trovato il modo di farla parlare, meglio se assiste anche lei >>.
<< Arrivo
subito >>.
Tanto non
riusciva a dormire.
Matsuri si svegliò in una camera d’ospedale.
<< Che cosa
succede? >>.
<<
Buongiorno >>.
Matsuri riconobbe la dottoressa Aky,
la sua sensei nelle
arti mediche, molto più giovane di come era solita vederla.
<< Salve
>>.
<< Come si
sente? >>.
Le venne da
ridere, non avrebbe mai pensato che la dottoressa Aky-samachan com’era solita chiamarla, le avrebbe
mai dato del “lei”.
<< Sto bene…
che è successo? >>.
La ninja-medico
rimase in silenzio per qualche istante.
<< Ecco…
l’abbiamo trovata vicino l’oasi… stava per essere strangolata… >>
Le venne un flash
e si rizzò a sedere di scatto.
<<
Dov’è Gaara? >>.
La dottoressa le
tappò la bocca.
<< Qui non
si è soliti parlare del figlio del Kazekage, chiaro? >>.
“Qui non si è
soliti”
Parole che si
userebbero con uno straniero.
Aky aveva intuito qualcosa.
<< Lei sa
che non sono… insomma… >>.
<< Si, non
sei una ninja di Suna >>.
<< Perché
non mi ha denunciata? >>.
<< Primo
porti il coprifronte di
Suna. Secondo perché hai una foto della mia adorata amica Mekumi…
>>.
<< /E’ mia
madre Aky/ >>.
<< E’
difficile da spiegare… ma posso assicurarle che non sono qui con cattive
intenzioni >>.
<< Lo so
>>.
Matsuri alzò lo sguardo.
<< Te lo
leggo negli occhi… Ascolta: per fortuna il tuo coprifronte ti ha salvata da eventuali controlli
spiacevoli, ho detto che sei una mia allieva >>.
<< La
ringrazio >>.
<< Ma
attenta, qui non ammettiamo spie >>.
<< Non si
preoccupi >>.
<< Bene, sei
ancora in convalescenza, le ferite e gli ematomi sono ancora freschi >>.
<< Quando
potrò essere dimessa? >>.
<< Domani
mattina, sei stata fortunata >>.
<< La
ragazza è del villaggio della clessidra, si trova nella terra di confine tra
Iwa e Suna >>.
<< Perché
hanno attaccato? >>.
<< Volevano
impossessarsi del progetto delle catapulte, a quanto pare questi nuovi
strumenti sono in grado di ostacolare anche le arti illusorie grazie a delle
gemme speciali >>.
<< Ho
capito, è stata lei a parlare? >>.
<< No è
stato il suo capo, ma a quanto pare è lei quella che ha più informazioni
>>.
<< Voglio
sapere se le autorità del villaggio della clessidra sono collegati con loro, e
voglio sapere se lei è collegata con la scomparsa di Matsuri >>.
<< Signorsì
>>.