Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: Camiwosh    25/07/2012    1 recensioni
era rimasta pietrificata da quelle parole.
"ti amo."
Le rimbombava nella testa da ore.
Lo sognava, lo voleva, da sempre. Amava il fatto essere stata scelta proprio da lui, e non solo per il suo futuro lavoro, ma amava anche essere stata scelta per essere la sua compagna per la vita intera, in poche parole amava lui, da tutta la vita.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Girò l’angolo con la macchina quando si accorse che c’era del traffico, non gli diede tanto peso dato che New York è sempre trafficata. Era un traffico diverso però, uno di quei traffici dove si cammina. Andando avanti con la macchina si accorse di una folla davanti ad un teatro.
Ci sarà uno spettacolo importante.” pensò.
Solo che essendo una di quelle che è curiosa fracica, decise di accostare, di parcheggiare e spengere il motore. Con l’amica, dopo essersi sistemata e ritruccata nonostante la pioggia, si diresse verso la folla. Notò delle urla che pian piano si facevano più forti, cartelloni scritti e ragazze con una maglietta con qualcuno stampato sopra. “Allora c’è qualche cantante.” riformulò.
Man mano che si avvicinava sentiva urlare un solo nome che lei conosceva benissimo, il nome di colui che le aveva fatto capire la parola idolo, colui che l’aveva salvata, colui che le aveva rubato il cuore solamente con la voce.
Justin, Justin, Justin, Justin.”
Il cuore cominciò a batterle fortissimo, talmente forte che cominciò a sudare. Cercò di trovare uno spazio dove guardarlo e trovò uno spazietto davanti nel quale si mise con la sua amica che urlava il nome del cantante.
Un ammasso di Beliebers nell’intento di farsi ascoltare da lui, Justin Bieber.
Una domanda le sorse spontanea, perché era dentro un teatro?
Nessun cartellone, volantino o quant’altro annunciavano un concerto, un meet&greet, una qualsiasi cosa riguardante Justin.
Non ebbe il tempo di cercare una risposta che ci fu un insieme di urla più forte del previsto, provò ad immaginare.
Era uscito dall’edificio, bello come sempre.
Ah quanto era bello, ed era il più coglione di tutti.
Era cresciuto ed era cambiato tantissimo, non solo dal punto di vista fisico, ma la sua voce cazzo.
Era un timbro così marcato, profondo e maledettamente sexy.
Urlò anche lei, ed aveva la sensazione che il cuore le sarebbe scoppiato a momenti data la forza con cui usava la sua voce.
Lui uscì sorridendo e si avvicinò alla massa di ragazze per qualche autografo e qualche foto, quando ad un certo punto si avvicinò a lei e Bella.
Cominciò a tremare e ad avere la vista appannata, non capiva da cosa ma quando si sentì il viso bagnato capì che stava piangendo.
Lui la guardò sorridendo e con la mano le sfiorò il viso asciugandolo dalle lacrime, che sicuramente erano di gioia.
Camille prese il telefono tremando e scattarono una foto, lui le risorrise e la abbracciò.
La abbracciò
La abbracciò fortissimo, lei riusciva a sentire il suo profumo.
Era buonissimo.
La mora cominciò a tremare ancora di più, lui si allontanò per andare in macchina e Camille riuscì a malapena a urlargli:
Grazie di tutto Bieber.”
Lui le si rigirò di scatto, le sorrise ancora una volta e le rispose:
Grazie a te, bellezza.”
Bellezza.
L’aveva definita bella.
Camille rimase talmente tanto tempo a sorridergli che le sembrava di aver preso una paresi al viso.
Lo vide allontanarsi verso la sua Range Rover nera.
Salì in macchina e prima di partire urlò un “vi amo beliebers”.
Quanto era dolce il suo idolo.
Partì e le tutte le ragazze che erano li cominciarono ad andare via, ad andare a casa o in giro, ovviamente tutte con gli occhi gonfi dal pianto.
Rimasero lei e Bella davanti a quel teatro vuoto, sia dentro che fuori.
Guardando per terra ripianse insieme alla migliore amica, quando un volantino colse la sua attenzione.
Nei giorni 29-30 Aprile e 01 Marzo, alle 15:30 al teatro Radio City Music Hall, si svolgeranno le audizioni per scegliere 5 ballerine che faranno parte del corpo di ballo di Justin Bieber.”
No.
Non ci voleva credere.
Aveva davanti il suo sogno, quello che voleva fare da sempre.
Ballare nel corpo di ballo di un cantante.
E che cantante.
Il suo cantante.
Justin Bieber.
Si girò incredula alla sua migliore amica:
Bella cazzo questa è la mia occasione, la nostra occasione! E domani è anche il mio compleanno!
Si soffermò sul ‘nostra’ , sottolineandolo con il tono della voce.
Il primo Marzo sarebbe stato il compleanno di Camille, avrebbe compiuto finalmente diciotto anni, anche se per lei era già diciottenne. Come tutte le persone che aspettano il proprio compleanno lei era entusiasta di fare una grande festa, ma la madre glielo aveva impedito dicendole che non c’era tempo per organizzare una grande festa, anche se di tempo ce n’era ed anche tanto. Non le capiva le persone così.
Cam, è davvero il nostro sogno, domani noi ci saremo e spaccheremo i culi a tutti, dobbiamo farlo. Oggi prepareremo una coreografia da presentare insieme domani. Ci stai?
Ovvio che ci sto, Bella!
Saltando dalla gioia si recarono in macchina e chiamarono la madre di Isabelle, Kathy, per avvisarla che la figlia avrebbe dormito da Camille e che l’indomani avrebbero avuto da fare tutto il giorno.
Appena arrivarono a casa diedero la notizia dei provini del giorno dopo e si recarono direttamente nella sala da ballo che Camille si era fatta fare accanto al garage.
Era piena di specchi a muro e sbarre, quadri che raffiguravano ballerine, e poi delle punte di gesso appese al muro rosa confetto.
Uno stereo nero con dei particolari rosa e delle casse enormi con un sound perfetto. Era una vera e propria sala da ballo.
Si misero sedute per terra sul parquet a decidere insieme le canzoni da ballare per il provino del giorno dopo.
Io porterei All Around The World da ballare, magari è qualche punto in più per noi e poi abbiamo già la coreografia.” Disse Bella.
No, io no, mi sa troppo di lecchinaggio, insomma sembra fatto apposta, e poi voglio avere una coreografia del tutto diversa per quest’evento, io opterei per Where Have You Been. Possiamo prendere qualche passo dal video e aggiungere nostri passi.
si hai ragione, per me va bene, però vorrei fare un mix, che ne pensi?” ribatté Bella.
Ottimo, allora Where Have You Been con?..
Potremmo mixarla con I Can’t Only Imagine di David Guetta?
Si ti prego amo quella canzone!” disse Camille entusiasta.
Ok facciamo subito il mix e poi mettiamoci al lavoro.
Presero il pc di Camille e cominciarono a mixare quelle due canzoni.
Secondo me domani, dopo la nostra coreografia, ci faranno improvvisare qualcosa.”  Disse sicura Camille.
Non saprei, secondo me no, so solo che se lo faranno non avrò una mente pronta ad inventarmi dei passi!
E continuando a ridere come matte finirono il loro capolavoro.
No vabbè, siamo due genie, senti che mix che abbiamo fatto!” concluse Bella.
Porca vacca davvero!” rispose Camille.
Ora però andiamo a metterci una coreografia sopra, insomma diamoci da fare.
Si alzarono e misero la musica, cominciarono a improvvisarci qualcosa sopra, ognuna per conto suo a creare un insieme di passi che andassero bene, che avrebbero potuto incantare le persone che il giorno dopo le avrebbero giudicate.
Camille si bloccò un attimo e si fissò allo specchio, guardando la sua immagine.
Cam, tutto apposto? C’è qualcosa che non va?” le disse Bella preoccupata.
Isa, domani è primo Marzo.”  Ribatté seria Camille.
Si è il tuo compleanno, me lo ricordo, perché?
No, non hai capito. Domani è primo Marzo.” Insisté la mora.
Cam, mi prendi per il culo?
La mora staccò lo sguardo dallo specchio per metterlo negli occhi della bionda, per far si che lei capisse.
Chi è nato il primo Marzo, Bella?
Oddio sicura di non avere la febbre, o qualcosa del genere? Sei nata tu il primo Marzo cazzo, scendi sulla terra Camille, noi siamo tutti qui!
E la mora ridendo le sbuffò:
Cazzo ma non ci arrivi? E’ nato Justin in primo Marzo, e noi domani lo vedremo. Dopo questa posso anche andare a morire.
La bionda sbiancò e si sentì stupida per non averlo pensato prima.
Porca puttana hai ragione.
Non insultarmi zoccola!” Camille sapeva sempre come sdrammatizzare.
Ora quella che mi insulta sei tu, baldracca di una Camille!
Ma vaffanculo cogliona!
E ridendo si abbracciarono fortissimo.
Bella, domani è nostra occasione per sfondare, io non voglio perderla.
Non la perderemo, stanne certa.
Si staccarono e si sorrisero.
Ah quanto si volevano bene quelle due, solo Dio lo sapeva.
Fecero presente l’una all’altra la coreografia creata da ognuna, la modificarono ed usarono passi inventati da entrambe le ragazze, aggiungendo quelli di Rihanna, la provarono tante volte per poi finirla.
E perfetta.” Disse la mora. “proprio come la volevo io.
hai ragione, Cam.
 Il tempo passò così in fretta che non si accorsero di aver passato cinque ore a provare, non se ne accorsero dato che erano abituate a lunghe ore di lezioni.
Corsero di sopra, nella camera della mora e si buttarono sul letto matrimoniale.
Opterei di farci una doccia, puzziamo di cane bagnato.” Propose la bionda.
Mh, hai ragione, preferisci il bagno fuori o questo il camera mia?” ribatté la mora.
Quello fuori, è viola ed io amo il viola
Ok intanto vai, sai bene che sta accanto alla camera dei miei, ti porto la roba io.
ok, sei un tesoro Cam.
La casa di Camille era grande, molto grande.
Vantava di una villa, ovviamente nelle periferie della città.
Aveva tre piani, più il garage, la sala da ballo, un enorme giardino con una piscina grandissima che circondava un sottoscala enorme dove avevano creato un bar per farsi dei drink, mangiare e quant’altro durante una delle tante feste in piscina che si organizzavano, davanti al bancone erano installate delle sedie tonde ricoperte di pelle nera.
Si, era ricca la mora. Ma non era una bimba viziata o una figlia di papà, era generosa e amava condividere ciò che era suo con i suoi amici più cari. Quando usciva fuori la parola “festa” lei era la prima ad invitare tutti a casa sua e a far si che ognuno si sentisse a casa propria, ogni persona che entrava, per lei, non doveva neanche dire un “posso fare” oppure un “che potrei”, tutti dovevano sentirsi come se fossero a casa propria. Ed i genitori erano contenti che la figlia fosse così.
Aveva la madre avvocato ed il padre ragioniere, poi un fratello che aveva deciso di andare con la compagna ad abitare in Italia, a Roma, dato che la compagna era romana. Quando Josh andò ad abitare in Italia con la ragazza Alessandra, per Camille fu un brutto colpo. Il fratello era tutto per lei e non accettava il trasferimento. Sapeva che prima o poi sarebbe accaduto, dato che lui aveva 24 anni e si sarebbe fidanzato e forse anche sposato. Ormai erano due anni che il fratello era a Roma, quindi ci aveva fatto l’abitudine.
 
- - - - - - - - - - - - - -
 
Il giorno dopo si svegliarono tardi, dato che la sera prima l’avevano passata a cazzeggiare, a guardare film ed a mangiare schifezze. Avevano fatto le 7 di mattina. Si alzarono alle 14:00.
porca troia.” Disse la mora con voce impastata.
Per la fretta di svegliare la migliore amica inciampò a terra e dopo essere caduta si ricordò che la notte prima la bionda era caduta dal letto e realizzò che era inciampata proprio su di lei.
che cazzo fai Cam, ho sonno dai.
La mora si rialzò e scoprì la bionda, che nella notte si era portata via la coperta.
No no svegliati abbiamo un’ora e mezza per prepararci ed essere li, porco mondo sono le due del pomeriggio Bella, alzati!” le urlò.
La bionda si alzò di scatto e cominciò a correre preoccupata per la stanza.
Cazzo, cazzo, cazzo oddio sbrighiamoci!
ti presto io la tuta e stai calma ma sbrigati senza urlare bionda!
Si lavarono a turno e in fretta si vestirono e truccarono.
Salirono nella macchina e con una corsa contro il tempo arrivarono con mezz’ora di anticipo. Andarono da Starbucks a fare colazione in fretta, per poi andare al teatro e ritrovarsi in fila con dei numeri attaccati alla maglietta.
Cam io ho il numero 68, tu che numero hai?
Si girò lentamente e guardò in faccia Camille, che la vide sbiancata e le rise in faccia.
io..io ho il 69.” La mora provò un imbarazzo assurdo ad avere quel numero addosso che guardò con gli occhi sbarrati dalla vergogna ed il viso rosso l’amica che rideva di cuore a gran voce, con uno sguardo per dirle “ma la vuoi smettere di ridere?” e la bionda si fermò e le sussurrò all’orecchio “scusa, ma fa ridere la tua faccia.”
La mora, però, non immaginava che quel numero che aveva addosso le avrebbe portato fortuna, e non solo per il provino.
 
 
Hey beliebers :).
Ecco il secondo capitolo, ci ho messo un po’ di più a farlo, ma ci ho messo il cuore. La protagonista mi rispecchia nel carattere, e nella statura ho messo anche qualcosa di mio, ma l’ho descritta come vorrei essere io veramente.
Purtroppo nessuno è perfetto ma esistono le Fan Fiction per descrivere ciò che vorresti essere davvero, o no?
Per adesso nessuno ha ancora recensito la mia storia, mi dispiace davvero tanto sapere che forse non è piaciuta, ma accetto anche commenti negativi, anzi sono i benvenuti dato che con quelli e con i vostri consigli potrei migliorare. Quindi non preoccupatevi e non fatevi scrupoli, se c’è qualcosa che non va meglio parlare che tacere. Poi ovvio, le recensioni positive sono accettate, e a me farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Scusate se insisto ma ci tengo davvero çwç
#muchlove.
PS: @camiwosh su twitter :)
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: Camiwosh