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Autore: truelena    09/02/2007    7 recensioni
“Ah e lo sai un’altra cosa? Se solo tu non fossi così presuntuoso e così preso da te stesso forse potresti avere una persona vicino, una ragazza che ti tenga la mano nei corridoi e che ti faccia sospirare per un bacio. Una ragazza a cui porteresti un mazzo di margherite colte di nascosto nel parco, una ragazza per cui metteresti la testa apposto e una ragazza con cui fare passeggiate notturne a cavallo della scopa. Una ragazza con cui guardare la prima neve e festeggiare la coppa di Quiddich. Una ragazza il cui pensiero di andarci a letto è così maledettamente lontano da avere paura come se fosse la prima volta. Una ragazza che ti faccia battere il cuore e avere le farfalle nello stomaco.”
La storia è ferma ormai da qualche mese e visto che non riesco ad andare avanti, proverò a tornare indietro. La sto riscrivendo interamente e non so quanto ci impiegherò, perciò vi chiedo di avere pazienza e anche un pò di fiducia, perchè prima o poi la finirò - la trama di base sarà sempre la stessa, anche se cambieranno un pò di cose. Ci rileggeremo presto, sperando che la nuova versione vi piacerà come la precedente, se non di più.
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mille e una notte più una

Mille e una notte più una


Nel precedente capitolo:

“So che rischi per l’Esercitazione.”

“Sono problemi miei, va bene? Non ti immischiare”, Lily diede le spalle a James, che con uno scatto gli afferrò il braccio costringendola a voltarsi.

“Tu lo supererai, d’accordo?” il suo sguardo fissò quello smeraldino di lei, “non permetto a nessuno di farmi fallire.”

Lily trasalì alle sue parole.

Non sapeva come, ma quella testa di rapa era riuscito a trovare un modo per non farla sentire in colpa; aveva messo su un piano diverso tutta la faccenda.

“Cosa vuoi in cambio?”

“Ci sarebbe una cosa…”

“Prima che la tua mente perversa partorisca qualcosa di illegale, io non accetterò la tua richiesta d’uscire sabato prossimo con te”, compiaciuta aspettò la sua prossima mossa, stringendo a se i libri.

“Va bene”, si limitò a rispondere pacato lui.

“Come sarebbe a dire va bene?!”

“Perché non sarò io a chiederti di uscire”, mormorò, cercando di nascondere un sorriso di vittoria, che premeva per uscire.

“E chi lo farà, allora?”

“Lo farai tu.”


-Sarò tra te e una piovra gigante-


“Che strano senso dell’umorismo che hai, Potter!” Lily cercò di mascherare una risata mettendosi una mano davanti, mentre James la guardava con cipiglio severo, “perché stavi scherzando, non è vero? Lo sai benissimo che io non uscirei con te nemmeno se…

… dovessi scegliere fra te e una piovra gigante, lo so”, concluse James a malincuore, soffocando quel ricordo.

“Veramente stavo per dire “nemmeno se fossi sotto la maledizione Imperius”, ma riconosco che la tua frase sia più appropriata.”

James represse un gemito.

“Ti lascio libera scelta”, alzò la mano a livello della testa, e con non curanza si sistemò gli occhiali sul naso.

A quel gesto Lily stava per aprire bocca, ma quando vide la mano di James non scompigliare i capelli, bensì dirigersi da un’altra parte, la richiuse interdetta. Strinse i tomi che portava e le sue dita sentirono la loro rigida rilegatura in pelle, domandandosi che cosa provasse in quel momento James; perché quel che sentiva lei – e ne era sicura – era la cosa più lontana da essa.

“Che c’è?” domandò Lily, dopo una decina di secondi in cui si erano limitati a squadrarsi.

“Sto aspettando.”

“Cosa esattamente?”

“Che il Nottetempo dell’una mi passi a prendere, Lily”, disse canzonatorio James, interrogandosi se la sua intelligenza andasse ad intermittenza come le luci che decorano gli alberi di Natale, “che tu mi chieda di uscire, ecco cosa sto aspettando.”

“Ma io non ho intenzione di farlo.”

“Ho la netta sensazione che non ci muoveremo da qui per molto tempo”, mormorò lui, rivolto più a se stesso, che alla ragazza. In questo periodo aveva avuto modo di conoscerla senza limitarsi al solo contatto visivo, e sapeva quanto potesse rivelarsi testarda; ma allo stesso tempo sapeva riconoscere quanto lo fosse anche lui. Più di una volta si ritrovò il suo sguardo omicida, che lo pugnalava ogni volta che la fissava: è maledettamente bella, anche quando si impunta e vuole fare la preziosa a tutti i costi, anche quando sa riconoscere una sconfitta, ma vuole solo prendere tempo per ammetterlo il più tardi possibile. E visto che di James Potter si poteva dire tutto, tranne che non fosse un gentiluomo, le concesse qualche minuto per riflettere.

Tre, due, uno…

“Domani e dopodomani va bene per te?” sbottò infine la ragazza.

“Per fare cosa?

“Credevo che la tua intenzione fosse di salvaguardare la mia media scolastica”, tubò Lily, domandandosi se l’intelligenza di James non iniziasse nel preciso momento in cui saliva su una scopa.

“Certo, ma non ho bisogno di ulteriori incontri con te, per questo”, ammise James, pentendosene puntualmente due secondi dopo averlo pronunciato: avrebbe potuto passare del tempo aggiuntivo con lei, sfruttando la situazione a suo vantaggio, ma ormai era troppo tardi. Se ci fosse stato Sirius, gli avrebbe sicuramente detto che si stava rammollendo, anche se una vocina interiore gli suggeriva di non esagerare.

“Non ti chiederò che cosa hai in mente, così non potrò rifiutare.”

“Prenderò quest’ultima frase come un segno di fiducia nei miei confronti”, dal modo strafottente con cui lo disse, Lily non capì che James stava dicendo sul serio, e ne fu segretamente compiaciuto, “concordato questo punto, che ne pensi ora di invitar-”

Ma prima che James potesse finire la frase, con cui voleva sottolineare che avrebbe gradito una vera e propria dichiarazione con tanto di inginocchiamento e occhi languidi, Lily aveva esclamato “torna a riscuotere a lavoro finito” e si era incamminata verso il castello.

***

I giorni che dividevano quel 30 novembre 1976 trascorsero tranquillamente per alcuni, ma per altri in preda all’ansia. A sorpresa di Alice, la sua amica si era dimostrata molto superiore alla situazione, e aveva deciso di ritornare alla sua vecchia quotidianità, che prevedeva ai primi punti della scaletta delle priorità, essere una buona prefetto e avvantaggiarsi con i compiti almeno una settimana prima. Lily aveva giustificato questo comportamento, dicendo che se prendeva l’esame con tranquillità, avrebbe avuto più possibilità di superarlo. La stessa calma faceva da padrona anche su James, che aveva calcolato nei minimi dettagli il suo piano, preparato a tavolino con l’aiuto di Sirius, Remus e Peter, che però non condividevano la sua idea.

“Non ne vale la pena”, aveva esclamato una volta Sirius, nell’intento di farlo tornare in sè, ma James aveva concluso il discorso dicendo che un vero malandrino non si sarebbe mai tirato indietro, e con estrema riluttanza, Sirius si ritrovò a dargli ragione.

“Lo fai solo perché così hai una buona ragione per uscire con la Evans”, Remus aveva cercato di allontanare la questione dell’orgoglio da malandrino, ma anche lì James aveva archiviato il discorso annunciando che l’idea dello scambio era stata di Lily, e che lui si era solamente limitato a tenere fede ai patti.

“E se ti scoprono?” la mattina dell’esame finale dell’Esercitazione di Volo, Peter si era accomodato su una delle poltrone della Sala Comune e aveva aspettato pazientemente che James finisse di scrivere su una pergamena piegata accidentalmente ai bordi.

“Non lo faranno”, convenne il Cercatore, per poi alzarsi e scomparire nel passaggio che aveva aperto la Signora Grassa. Peter si alzò velocemente e lo rincorse.

“Però mettendo il caso, che cosa farai?” il ragazzo minuto aveva provato ad arginare il problema, pensando di fargli ammettere da solo la pericolosità dell’idea.

“Naturalmente mi prenderò tutta la colpa”, James si limitava a rispondere con poca attenzione, mentre continuava a camminare prima per il corridoio e poi su una scala.

“E se non ti credessero? E se vieni espulso?” Peter prese fiato e velocemente esclamò. “E se cacciassero anche Lily?”

Qualcosa si mosse nello stomaco di James, perché lentamente spostò il suo sguardo sul ragazzo di fronte, dove si vedeva chiaramente che dire quell’ultima frase gli era costato tanto. Aprì la porta delle guferia e dopo essersi procurato una civetta, legò la pergamena alla zampa dell’animale e lo sistemò al davanzale della finestra in attesa che prendesse il volo.

“Nessuno viene espulso”, disse James con lo sguardo fisso sulla civetta.

“Hagrid è stato espulso”, ammise con voce piccola Peter.

“Ma non possono con lei, Codaliscia, è la migliore del nostro anno”, sentenziò infine, anche se non ne era sicuro del tutto. L’immagine di Lily Evans con in mano una valigia stava prendendo pericolosamente vita nella sua mente.

“Spero che tu abbia ragione”, Peter mise le mani in tasca e sgusciò fuori in colpa.

Lo scricchiolio della porta fece dedurre a James che era rimasto solo e senza pensarci si protese verso l’animale per afferrarlo, ma egli, forse spaventato dal movimento istintivo, aveva spiccato il volo oltre la finestra e la sua mano.

Nel frattempo Peter era tornato nella stanza dei Grifondoro, e aveva raccontato nel dettaglio della sua conversazione agli altri, che ammisero contemporaneamente che se Godric Grifondoro fosse veramente esistito, era il momento di farsi ricordare con un miracolo.

***

Molti studenti del sesto anno decisero di non fare colazione quella mattina, motivando il fatto che restare leggeri era un buon proposito per la riuscita dell’esame: di questi faceva parte Lily Evans, che sedeva accanto ad Alice in Sala Grande.

“Soffro il mal di volo”, si scusò la rossa.

“Come hai intenzione di comandare la scopa, se sei senza forze?”

In realtà non lo sapeva neanche lei, visto che James non le aveva detto niente in proposito: avevano evitato di parlarsi per il resto dei giorni, perché James temeva che il loro inusuale relazionarsi ad ogni angolo del castello per rifinire i dettagli, avrebbe insospettito qualcuno. A quel punto Lily aveva avanzato l’ipotesi che il mondo non girasse intorno a loro due, ma prima che lui potesse aggiungere che avrebbe dovuto, si era fermata e gli aveva dato ragione. Dalle mille finestre che illuminavano quell’enorme stanza, spuntarono i soliti gufi che portavano la posta della mattina, e con grande sorpresa di Lily, una civetta atterrò proprio davanti al suo piatto vuoto.

“Chi ti scrive?” domandò Alice.

La ragazza sciolse il laccio intorno alla pergamena e dopo averla sfilata, la civetta volò via.

“Non ne ho idea”, non c’era nessun mittente e con curiosità lesse:


Sarò tra te e una piovra gigante


Prima che Lily potesse formulare una domanda, il professor Silente si era alzato per annunciare l’inizio degli esami di volo e gli interessati si avviarono verso il campo di Quidditch; ad aspettarli c’era il professor Rodulphus che stava sistemando gli ultimi dettagli con la bacchetta, e con poche parole spiegò in che cosa consisteva.

“Mi sono permesso di fare qualche incantesimo con l’approvazione di Madama Bumb”, la quale acconsentì con i suoi occhi gialli da falco. “Uno per volta dovrete svolgere un percorso, che consiste nell’attraversare tutti e dieci gli anelli di fuoco, colpire con la bacchetta cinque gnomi nascosti personalmente nel campo e fare lo slalom dei bastoni al centro” ad ogni punto il professore aveva alzato la bacchetta e con un lampo giallo erano apparsi prima gli anelli in aria, poi si erano formate per terra delle buche, simbolo che gli gnomi si stavano dando da fare e infine dieci bastoni crebbero come alberi. “Il tutto naturalmente a cavallo della scopa, mentre cercate di evitare i miei incantesimi.”

Gli studenti rimasero spiazzati dal discorso del professore e si limitarono ad annuire angosciati, mentre egli tastò le tasche del suo mantello, in cerca del suo taccuino: una volta trovato lo sfogliò e chiamò a gran voce “Alyett Laurie”. La ragazza in questione mandò giù un’eccessiva dose di saliva, rischiando di strozzarsi, e dopo aver afferrato la sua scopa si avvicinò alla linea che Madame Bumb aveva appena tracciato.

Lily stava cominciando a preoccuparsi, sia per la prova che per l’assenza di James, e aveva cercato di chiedere informazione a Remus, il quale rispose che non sapeva dove fosse; il fatto che avesse aggiunto “anzi dovresti dirmelo te”, la fece seriamente andare in paranoia, visto che erano giorni che non parlava con lui.

Vuoi vedere che…

Si bloccò di colpo ripensando alla lettera. La persona che l’aveva scritta o aveva origliato alla loro conversazione o era la stessa persona che aveva pronunciato quella frase, visto che non era di uso comune fra gli studenti di Hogwarts fare dei paragoni del genere. Ma un altro problema era il significato del messaggio, che per adesso ignorava.

Il professore fischiò, dando inizio all’esame. La prima ragazza attraversò nove anelli di fuoco, riuscì a colpire tre gnomi, ma quando stava per evitare una Schiantesimo del professore, aveva perso il controllo della scopa e aveva cozzato contro un palo. Era rimasta in bilico e con molta fatica era riuscita a rimettersi in sella per completare l’ultima parte del percorso con qualche difficoltà.

“Black Sirius”, gridò l’uomo dai lineamenti duri, e una seconda volta uno studente si ritrovò a schivare incantesimi del professore e colpire gnomi che spuntavano nel campo da gioco. Sirius se la cavò bene, anche se si dimenticò l’ultimo palo, e con grande scalpore tornò sulla terra ferma.

Il tempo passava, ma James continuava a non arrivare, finché il nome di Lily non ruppe le sue ultime speranze.

“Evans Lily.”

Salutò con un sorriso tirato Alice e dopo esser salita sopra la scopa, aspettò il fischio che avrebbe dato inizio al suo esame. Aveva le mani sudate, mentre i piedi poggiavano saldamente a terra, con la vana fiducia di restarci ancora per molto. In un vortice di pensieri che prevedevano la delusione nei riguardi di James, la sua stupida ingenuità e il primo Troll che avrebbe preso, sentì distintamente il suono che annunciava la sua prova: con un salto impacciato spiccò il volo e si ritrovò all’altezza del primo anello; strinse le gambe al manico, e mosse il suo corpo in avanti, per…

Qualcosa di vivo aveva sfiorato la sua mano, e poco dopo aveva sentito pronunciare dall’aria queste parole:

“Sono qui, non ti girare”, la voce di James arrivò alle sue spalle, ma Lily non potè controllare esattamente da dove. Lentamente sciolse la mano destra dalla forte presa sulla scopa, e la portò dietro, urtando la soffice stoffa del Mantello dell’Invisibilità.

“Potter?”

“No, il mago Zurlì! Certo che sono io”, sottolineò la frase urtandogli di proposito la schiena, “Pensavi che ti avessi abbandonato?”

In risposta Lily si appiattì sul manico, per far capire a James che poteva prendere possesso della scopa, ma quando tastò davanti a se, non trovò le sue dita.

“Dieci secondi? Solo dieci che sei in aria, e già chiedi aiuto. Io avrei aspettato almeno fino a quindici”, rispose James, immaginandosi la domanda che non era uscita dalle labbra di Lily. La ragazza fece per ribattere, ma qualcosa (ovvero un pizzico sul braccio) gli fece capire che era meglio – per una volta – seguire le sue ragioni. La scopa cominciò a muoversi sotto la guida di Lily verso il primo anello, che al suo passaggio scomparì; piano, piano sparirono anche i rimanenti, e Lily si protese in basso, cominciando a colpire uno gnomo che aveva appena mostrato la testa bitorzoluta dalla terra. Appena colpito il primo, ne spuntò un secondo e grazie alla sua bravura in Incantesimi non ebbe problemi: sentiva la presa di James sul suo bacino, e questo da una parte la rassicurava. Il senso di colpa, però spuntò a breve, quando stava cominciando a divincolarsi dagli sprazzi di luci della bacchetta del professore: si fermò di botto raccogliendo ordinatamente i suoi pensieri che correvano impazziti, come se fossero tanti Boccini d’Oro. Guardando dritto davanti a se incontrò il Lago Nero che in quell’ora brillava sotto la luce del sole, e riflettè sul fatto che stava facendo ciò che aveva sempre detestato.

Barare.

Lily Evans era da sempre stata quella ragazza che non faceva copiare i compiti, per il semplice fatto che era sbagliato, colei che era diventata Prefetto perché si era guadagnata la fiducia degli adulti… e ora stava facendo qualcosa contro la sua natura. Si sentì improvvisamente fuori posto.

“Che cosa c’è?” sussurrò James, avvicinandosi a Lily che si era fermata.

“Scendi.”

“Come?!”

“Ho detto scendi”, ripetè con più forza.

“Ma come faccio?”

“Smaterializzati, buttati… fa come vuoi”, Lily aveva appena individuato un nuovo incantesimo, e lo aveva ampiamente evitato virando a destra.

“Ma non so ancora Smaterializzarmi! Senza contare che ad Hogwarts non si può”, nella voce si percepiva distintamente un tono di preoccupazione: se Lily stava dicendo sul serio, era meglio che trovasse una buona soluzione, prima di ritrovarsi scaraventato a forza per terra.

“Hai ragione, scusami”, Lily stava entrando nel panico, ma James no: aveva sentito nettamente quel “scusami” scelto a caso, nella miriade di sostantivi di cui era propagatrice Lily Evans. Si era sentito di colpo più leggero, e si ritrovò a stringere le mani intorno al corpo della ragazza senza con più nulla da dire…

Petrificus Totalus!

Un lampo di luce saettò verso di loro, ma Lily lo intercettò all’ultimo, e con pressione riuscì a schivarlo: questo la riscosse improvvisamente, e cominciò a zigzagare tra i pali, e dopo aver evitato un ultimo “Expelliarmus!” del professore era riuscita a tornare al punto di partenza. Alice gridò, seguita a ruota da Remus e Peter, mentre Sirius si limitò a mormorare un fioco “Evviva!”, il professore segnò qualcosa sul block-notes e subito dopo chiamò “Lupin Remus”.

La ragazza salutò il Prefetto, e si allontanò a cavallo della scopa, per permettere a James di scendere indisturbato e di svolgere il proprio esame. Si voltò verso di lui, ridendo:

“Non posso credere che sono nuovamente con i piedi per terra”, Lily si passò una mano sulla fronte mentre con entrambe le gambe toccava terra, e poi aggiunse divertita, “in tutti i sensi.”

Aspettò paziente che James rivelasse la sua presenza togliendosi il Mantello che rende invisibili.

“Ora puoi svelarti”, ma non rispose nessuno, “Potter, non sei spiritoso!”

Accompagnò la frase allungando la mano per individuarlo dietro di lei, ma non incontrò niente di solido. Scese dalla scopa nervosa e cominciò a chiamarlo, a cercarlo, ma non lo trovò da nessuna parte. Le mani le salirono nei capelli, senza sapere cosa fare, poi venne raggiunta da Sirius, che aveva tutt’altre intenzioni:

“Evans, spero che il giro turistico ti sia piaciuto”, disse canzonatorio il ragazzo.

“Non c’è più!” non le importava di dare l’impressione di un’invasata, e infatti il comportamento fece intuire qualcosa al ragazzo, che cambiò tono.

“Cosa dici?”

“James, era qui dietro di me, non c’è più ora!”

“Come sarebbe a dire? Vedrai che starà facendo uno dei suoi soliti scherzi”, lo sguardo della ragazza gli fece intendere che non era stato abbastanza convincente, “oppure è andato a prepararsi.”

Questo la rincuorò, anche se il fatto che non l’aveva salutata le pesò abbastanza, ed entrambi tornarono al campo. Ma quando il professore esclamò “Potter James”, nessuno rispose all’appello. Lily incontrò lo sguardo di Sirius, e subito dopo sentì il suo braccio stretto sul suo.

“Dov’è?”

“Non lo so… Ahia, mi fai male”, aggiunse, quando la stretta del ragazzo si fece più forte.

“Dobbiamo trovarlo”, mollò il braccio di Lily, e si allontanò seguito da Remus e Peter, che cercavano spiegazioni.

Alla fine dell’esame, il professore disse che i risultati li avrebbero trovato la sera stessa, e tutti si allontanarono, chi con il cuore più leggero e chi con la consapevolezza di dover ripetere l’esame. E infine c’era chi semplicemente era rimasto.

“Dove stavate l’ultima volta che ti ha parlato?”

Sirius, Remus, Peter e Lily avevano convenuto che il loro amico in comune, doveva essere stato colpito da un incantesimo del professore, ed essendo sotto il Mantello dell’Invisibilità, non potevano vederlo. Sirius volle controllare anche in aria, e quindi montò a cavallo della sua scopa, mentre gli altri tre si erano divisi il campo. Gli gnomi che erano rimasti, non rendevano la ricerca facile, e nemmeno le imprecazioni di Sirius, che puntualmente esclamava in vicinanza di Lily. Quest’ultima era davvero mortificata, e stava calcolando mentalmente quanto mancasse alla fine della giornata, dove sarebbe stato impossibile continuare per l’assenza della luce. All’improvviso però inciampò su qualcosa, e cadendo si portò dietro il Mantello, che rivelò la presenza immobile di James.

“E’ qui! E’ QUI!” urlò agli altri, poi vide lo sguardo di James saettare da una parte all’altra, “Finite Incantatem!” e prima che James potesse dire qualcosa, si ritrovò la chioma rossa della ragazza ad accarezzargli il collo, “mi dispiace, non mi sono accorta di nulla…”

“Se per avere un abbraccio da te, dovevo rompermi quasi l’osso del collo, lo avrei fatto prima”, disse scherzosamente James.

Lily sciolse l’abbraccio, e stava per dire qualcosa, quando Remus e Peter corsero verso di loro, mentre Sirius scese in picchiata e abbracciò stretto il suo migliore amico.

“Ehi, ehi… sto bene”, James stava per alzarsi, quando la caviglia gli cedette, “forse non troppo.”

Aiutato dai Malandrini venne sollevato da terra e trasportato in infermeria, dove dovettero spiegare a Madama Chips che James si era rotto la gamba mentre scendeva le scale, e non perché fosse caduto da almeno quindici metri d’altezza.

***

“Non pensarci nemmeno, le contusioni che porti mi fanno solo immaginare che razza di volo hai fatto”, esclamò Madama Chips, quando James le chiese gentilmente se poteva uscire. “Passerai l’intera notte qui, e se non vuoi saltare l’uscita di domani, ragazzo mio, ti consiglierei di startene lontano dalle rampe per un po’!”

Sirius rideva sguaiatamente alle spalle della donna, mentre Remus informava che il professore Rodulphus aveva creduto alla versione di James, e quindi poteva svolgere l’esame quando si sarebbe stabilizzato del tutto.

“No, quindi non domani”, lo aveva rassicurato Remus quando James era diventato paonazzo, “ti ha dato la possibilità di uscire, anche se non te la meriteresti.”

“Grazie Lunastorta!”

Passarono il resto della giornata insieme; Sirius dopo averlo strillato svariate volte, cominciò a giocare a scacchi magici con lui; Peter saltava felice ai lati del letto; Remus invece era il più preoccupato, probabilmente in previsione della trasformazione della notte.

“Hai ragione!” esclamò James, quando Remus aveva condiviso con i suoi amici i suoi pensieri, “non potrò esserci!”

Stava per dire “neanche questa volta”, ma riuscì a trattenersi. Per un po’ provò a convincerli che sarebbe riuscito a diventare Ramoso, ma alla fine dovette desistere all’evidenza di una contusione al braccio sinistro e una brutta frattura alla gamba destra. Verso sera, i tre se ne andarono lasciandolo da solo nella stanza, visto che i lettini era tutti vuoti. Era veramente difficile girarsi nel letto con un dolore lancinante all’altezza della caviglia e del polso, e con grande sforzo cercò di trovare una posizione, senza però riuscire a prendere sonno. Non avrebbe saputo dire quanto tempo trascorse in compagnia dei suoi pensieri, e quando finalmente sentì entrare qualcuno la luna tondeggiante era già brillante nel cielo. Forse se fingeva di dormire, Madame Chips non gli avrebbe dato quella medicina aspra, ma con orrore sentì che la donna in questione si era appena seduta vicino al suo letto.

“Dormi, Potter?”

La voce non era esattamente quella che si era aspettato, ma questo non gli dispiacque per niente. Lily Evans aveva eluso la sorveglianza notturna, per andare in infermeria.

Per andare a trovare proprio lui, James Potter.

“Perché mi devi ancora spiegare quella cosa della piovra gigante.”


Ed eccoci alle solite note di fine capitolo:

non vorrei dire niente, per lasciarvi il tempo di assodare il capitolo senza troppe informazioni, ma ho così tante cosa da dire, che dovrete sorbirmi ancora per un po’.

Prima di tutto vorrei far notare la velocità con cui questa volta ho aggiornato, per una volta che succede permettetemelo^^

Non ho idea a quanti di voi piacerà questo capitolo, perché finalmente qui si è mosso qualcosa, e dopo ben nove capitoli di eterni battibecchi, sono riuscita a farli calmare. Li avete sopportati così tanto questi due testoni, ma ancora non c’è stato ombra di un bacio e ho paura di star tirando questa storia troppo per le lunghe. Però qui c’è stato un abbraccio, e visto che stiamo parlando di James e Lily, è come se si fossero appena sposati e avessero messo al mondo un’intera squadra di calcio. Quindi spero mi capiate quando vi dico che qualcosa di più ora non ci può essere, e che con saranno molto vicini intendessi lo spazio minimo che condividono su un manico di legno. Ma nel prossimo capitolo si parlerà di questo fatidico bacio, promesso.

Ah un’altra cosa: nello scorso capitolo ho aggiunto una frase, è tutto scritto alla fine.

Per il resto spero che vi abbia incuriosito almeno un po’.

Ringraziamenti:

Nel capitolo precedente ho dimenticato di ringraziare Anda, Juls, Spongy, TomteNadia e Jane Gallagher che hanno commentato Né carne né pesce. Grazie, grazie, grazie!

E ora passiamo a questo capitolo:

PiperHG: ti ringrazio moltissimo per aver lasciato anche qui una tua recensione, non puoi immaginare quanto mi faccia piacere sapere che la storia ti sta appassionando. Lieta che Lily ti sia piaciuta, adoro renderla così combattiva e determinata. Visto che questa volta non ci ho messo molto? Un grosso bacio!

Jane Gallagher: cara, tu mi rendi così felice con le tue recensioni, che insieme alla tua storia, sono davvero la mia pillola del buon umore. Ci tengo tantissimo ai particolari che sembrano messi lì per puro diletto, ma che unite fra loro raccontano delle verità autonome: un piccolo gesto, come può esserlo un semplice saluto con la mano, che fa capire a James di non essere più ignorato. Questa parte mi ha creato dei problemi nella prima stesura, perché come hai detto te, è altamente improbabile che dopo sei anni, James e Lily si trasformino in amici per la pelle, e ho cercato di non contraddirmi, scrivendo di una Lily, che sì è consapevole dell’esistenza di James, ma che non si fida ancora del tutto, visto che addirittura finge di aver finito un compito. Per la battuta di Sirius, non ti preoccupare, già gongola nel sapere che a qualcuno è piaciuta, sai quanto può risultare egocentrico il nostro ragazzo XDDD parlando nel dettaglio di James e Lily (perché io non lo faccio mai abbastanza -.-“), anche qui non posso non quotarti: James che non ci pensa due volte ad inventarsi su due piedi una stupida scusa per salvare la faccia a Lily, e non lo fa per un qualche senso di colpa, o per l'aspirazione a farsi bello ai suoi occhi, o per manie di protagonismo, lo fa perché in quel momento se lo sente. E’ proprio come hai scritto te, perché Lily non riesce a giustificare il comportamento di James, perché non è abituata a vederlo in questa luce. Questo perché da una parte non gliene da modo, ma dall’altra pensa che non è tutto oro ciò che luccica. Felicissima che ti sia piaciuta la parte finale, e per chiarire dove abbia trovato la sicurezza per sparare quella frase finale, ti dico che come per il compito ha reagito d’istinto. Ha visto come stavano andando le cose, e ha cambiato strategia, lasciando interdetta Lily. James finalmente ha capito che per zittire Lily, deve giocare con l’effetto sorpresa, solo così lei non può pensare e crogiolarsi nei suoi soliti schemi mentali. E se a Lily basta questo per restare piacevolmente stupita, a me bastano le tu recensioni. Grazie di cuore.

Venus: finalmente siamo riuscite a sentirci per poco, non sai che gioia! Appena sistemi con msn e co. Fammi sapere, e come al solito ti ringrazio per la costanza! Ti abbraccio forte forte.

Mary Cry: se ti dico che mi esce naturale mi credi? XDDD a parte gli scherzi, l’ultima scena l’avevo in mente da tantissimo, e sinceramente non vedevo l’ora di usarla. Per il resto sono tutte idee che mi vengono appena appoggio la testa sul cuscino, e quindi in uno stato di dormiveglia tragico post-giornata infernale. Mi fa tanto piacere che tu abbia apprezzato, un bacione.

Juls: se la tua recensione è un trattato, è uno dei più belli che io abbia mai letto *.* grazie, grazie, grazie, senza contare la continuità con cui ad ogni aggiornamento recensisci. La tua prima osservazione mi sembra perfetta, cioè che la situazione si è capovolta, e puoi ben vederlo anche in questo capitolo, perché chi dirige il gioco adesso è James, anche se lascia credere a Lily che sia il contrario. Ormai lui ha dato un nome alle sue emozioni, e non le mostra del tutto, solo perché non vuole una delusione. Essendo perspicace, continua a crederci, ma non è così stupido da ammetterlo in sua presenza: ha pur sempre un orgoglio e un amico che si chiama Sirius! Ma questo non gli vieta di migliorarsi agli occhi di Lily, come per la questione del compito, e quindi hai preso in pieno il punto, perché lui lo ha fatto solo per lei (e continuerà a farlo, vedrai, vedrai XD). E sono strafelice se il cambiamento non sia stato troppo avventato e che quindi ti sia piaciuto. Io adoro il personaggio di James, perché dietro quell’aria da fighetto c’è altro, ci sono altri mille perché che non tutti si soffermano a rispondere, e mi piace dargli una rivincita. Mi sono resa conto che ho dato molto più spazio a lui che a Lily, e sinceramente non me lo spiego, visto che essendo una ragazza dovrebbe essere più alla mia portata; ma sto cercando di inserire di più anche lei, cercando di non fermarmi all’impressioni di James, che la vedono distante e sicura di se stessa, ma a quelle più implicite, come l’insicurezza. E leggere nella tua recensione che queste sensazioni ti siano arrivate, per me è motivo di compiacimento assoluto! Mentre per quanto riguarda il carattere psicologico/introspettivo mi togli un grosso macigno dalla coscienza: ho sempre la netta sensazione di dilungarmi troppo nei pensieri, rischiando non solo di far perdere a voi il filo conduttore, ma anche a me. Perciò ogni tanto debbo tagliare, purtroppo. Se per impegno parli delle notti insonni a cercare di reprimere il cervello che continua a partorire idee su idee, senza la minima intenzione di spengersi, beh direi molto XDDD il problema è che quando mi fisso, non riesco a schiodarmi dal computer, poi quando è sera e devo spengere, ecco la lucina e comincio a scrivere di gran carriera. Direi che l’impegno ci sia, dai XD però visto che questa volta sono stata imperveloce? Spero che la qualità però non ne abbia risentito. Comunque ti capisco benissimo parlando di lentezza di aggiornamenti, io sono stata fortunata che questa settimana sono stata a casa, altrimenti ci avrei messo molto di più. E poi, mica possiamo aspettarci che l’ispirazione sia sempre presente, no? Se vuoi te la passo, perché ci hai lasciato (un’altra volta, mannaggia a te!) in un punto che non può aspettare ancora. Grazie per la premura che mi stai dimostrando, e grazie per avermi fatto sapere ciò che pensi così nel dettaglio. Un bacione.

  
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