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Autore: tp naori    26/07/2012    0 recensioni
questa è una piccola storiella, già nel mio cassetto dei racconti già da un'po.
questo, è il mio più grande problema. scrivo tanto, e mai pubblico qualcosa qui. perché principalmente, scrivo storie su storie. mai che io mi concentri, solo su una di queste storie. no ne scrivo mille e di più.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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24\11\2012.
 
Non ricordo, molto di ieri sera. Ero ubriaco, questo l’ho capito rileggendo la prima pagina di questo libriccino, che ho trovato sul tavolino, affianco al divano. Anche se, non credo che io abbia bevuto più di un bicchiere di birra. Ora ricordo. Di solito mi sveglio presto, perche faccio il turno di mattino. Di solito però. Perche oggi e l’unico dei miei giorni liberi da lavoratore. Credo che andrò al parco, ho staro rinchiuso in casa a scrivere, a riempire pagine. Ma senza nulla da raccontare diventa impossibile, credo che andò a farmi un giro. Magari schiarisco le idee……..
 
 
Eccomi qui, sono le undici e mezza di mattina. E l’acqua nella pentola sta per bollire, il tempo di scrivere ciò che ho visto al parco. A parte i soliti vecchi seduti sulle panchine, bene attenti a guardare muovi lavori stradali. C’erano un paio di donne che facevano jogging. Anche se manca tanto tempo, dalla prova costume. Comunque queste donne, si davano da fare a correre. Avranno fatto si e no. Venti giri del parco, il che sono grosso modo quasi dieci chilometri. Non male, anche se si sono fermate a prendere fiato un paio di volte. Alcune avevano la mia età. E con fare indugiante guardavano verso di me. Ora io non credo, di essere un figo della madonna. Con un fisico perfetto, più del loro.  Io sono estremamente convinto, che ciò che cattura le donne, in me. Sia il fatto di avere quell’aria trasandata. Poco normale e con problemi a relazionarsi con gli altri. Anche se in fondo e cosi. Ho delle difficoltà a comprendere la gente. E questo non e perche, io non la voglia capire. Questo perche per gli altri, sono sempre stati molto lontani da me. Non ho mai avuto l’occassione di farmi una chiacchierata con qualcuno. Senza che i miei ricordi vengano a galla. Come lo smog che imperversa questa città. Altro appunto. Sbaglio ho i monumenti, stanno assumendo quel tipico colore verde, di aria inquinata. Ricordo ancora quando andavo in campagna. Li l’aria sembrava più fresca. Avvertivo un non so che di sollievo alla gola. Non come qui a Milano, dove sento la gola impastata da qualcosa di melmoso ed insano. Perche vedete io abito a Milano. Nella periferia per l’esattezza. Dove nemmeno i Tram passano, solo i pullman svolgono qualche servizio, ogni due ore per il resto. Siamo, noi abitanti della periferia abbandonati a noi stessi. In qualche modo, ce la siamo cavata. C’e chi a preso la patente per lavoro ho il patentino per il motorino. Ho chi usa i treni, poco puliti con l’odore di piscio dappertutto. Ora devo andare. L’acqua a cominciato a bollire.
 
Siccome, mangio velocemente e voracemente. Sono già qui subito. Non so che farò questo pomeriggio. Quel che so e che mi serve, un pisolino. Avete presente, quelli che si fanno all’asilo. Ecco, la mia mente necessità, di un risposo.
 
Quando mi svegliai. Era pomeriggio tardi, cosi decisi di uscire. Per qualche ora. Non attesi molto, prima di respirare l’aria, poco inquinata di Milano (commento sarcastico, non avrei dovuto). Vagai per la periferia, in posti dove ero cresciuto. Cosi pensai, chissà se i miei genitori, abitassero ancora là. Nel palazzo vecchio, affianco al panettiere Mario. Quando ritrovai la strada, perche vuoi che non mi andava ricordarla. Vuoi che, il mio subconscio, certe volte mi tira certi scherzi. Sta di fatto, che la trovai. Eccola li, la fonte di ogni mia singolare diversità. Forse non e il momento di raccontarlo. Ma fa niente. Questa volta, farà finta di avere coraggio. Quello che mi e mancato sempre. Tutto ebbe inizio. Un quattro marzo di tredici anni fa. Avevo sette anni. E già li le cose, non e che andavano cosi poi tanto bene. Primo perche, ero assolutamente distratto. Il mio cervello, sembrava fregarsene di tutto ciò che mi stava attorno. Secondo, avevo lasciato perdere già da un po’ di tempo. Insomma, mi ero arreso. Perche nessuno prima d’ora, stese dalla mia parte. Tutti. E proprio tutti, davano ragione hai miei insegnanti di un tempo. E quindi con mentalità ristretta, come era di gran moda un tempo. Pretendevano che le cose, s’imparavano a memoria, non importava capire come funzionavano. Bastava solo ripetere a pappagallo, la formuletta. Come uno robot. E per loro andava tutto bene. Certo che, se però eri un indisciplinato come me. Non ti avrebbero perdonato. Qualche volta ho fatto, qualche marachella. Non me ne vanto. Ma proprio non li sopportavo, nessuno di loro. Mi riusciva a capire e quindi, non riusciva a calmarmi. Perche la rabbia, prese posto alla solitudine, che mi attanagliava. Soprattutto perche, nessuno avere niente a che fare con me. Poi perche io credevo, che era questo che mi meritavo. E che in fondo, questo in qualche modo mi avrebbe salvato. Ma iniziai a perdere colpi. Soprattutto perche, mi strapparono il quaderno. Dicendo che scrivevo cosi male, che tanto valeva non leggere quello che scrivevo. Cosi inizio il mio calvario. Ricordo, che camminavo da solo. Su questa strada che stavo guardando. Non mi era difficile immaginare me più piccolo attraversare la strada, magari con le lacrime sul viso.  Perche la maestra mi aveva offeso un’altra volta.  Questo mi porta a parlare della mia infanzia a casa. Come già citato. Nessuno era dalla mia parte. E quindi voleva dire che, i miei genitori appoggiavano in pieno. I metodi alquanto strani dei miei insegnanti. Anche loro ci provarono, mi strapparono i quaderni e mi dissero parole che non sognerei mai di dire ad mio figlio. Eppure io ero cosi, indisciplinato e stupido. Ho con un ritardo. Continuai cosi fino a quando diciottenne. Cambia casa. Mi trovai un lavoro. Per pagare l’affitto e il resto. E da quel giorno, mai nessuno mi venne a trovare. Un po’ come se fossi la macchia nera di quella famiglia. Una cosa che andava cancella e dimenticata. Il che non mi sorprese altrettanto. Ma mi lascia dubbioso. Davvero io sono cosi. Od era solo un immaginazione dei miei genitori ed dei miei insegnati? Forse. Cosi dubitai della mia intelligenza. Cosa che mi risulto, abbastanza facile. Anche perche la mia autostima a quel tempo, era pari a zero. Cosi decisi qualche mese, più tardi. Dalla mia fuga di casa. Di andare da uno che mi  poteva capire. E chi meglio di uno psicologo mi potrà capire? Ne girai tanti prima di trovare, quello che mi potesse aiutare. All’inizio mi disse parlami di te. Io tralascia che vivevo a casa da solo. Però li raccontai tutto il resto, dall’insulti gratis alle pagine strappate ecc… ecc….  cosi il giorno dopo, mi fece fare dei test. E mi racconto subito dopo che io avevo la D.S.A. cioè avevo dei disturbi specifici dell’apprendimento. Il primo sintomo, mi spiego l’uomo era la dislessia. Un disturbo, vero e proprio. Non riuscivo a memorizzare quello che leggevo. Ecco perche quando studiavo a notte fonda. Per poi svegliarmi la mattina successiva non mi ricordavo niente. Collezionando cosi un nuovo bel voto. Salto fuori che ero anche Disgrafico e Discalculico. La Disgrafia, come potete immaginare e un problema della scrittura. Da piccolo, all’asilo i miei compagni erano destrorsi, invece io ero mancino. E per sentirmi come gli altri, cambiai mano. Dalla sinistra passai alla destra. Cosi facendo non migliorai la mia calligrafia. Ma almeno , la mia mente da bambino era già preoccupata di non essere uguale, agli altri. Il che e strano, davvero strano. La Discalcullia invece e uguale alla Dislessia. Solo che trasferita con i numeri. Il mio cervello non e in grado di tenere a mente, un tot di informazioni. senza che questi se le dimentica. Ed in più ho dei problemi. Nel calcolare distanza, velocità e spazio. Il che mi rende difficile. Persino guidare un automobile, non che io non abbia la patente e solo che, odio andare in macchina. Per rischiare di 
ammazzare qualcuno, per un mio errore di valutazione. Eppure non ho nessun problema ad  girare per il centro a piedi e poi. A dirla tutta ci sono sempre i pullman e i mezzi di trasporto. Aspetterò solo la notte. Ma per adesso, un altro giro a piedi non guasterebbe.
 
Non saprai mai, cosa mi e successo. Ho incontrato Nicole. All’inizio ero indeciso, su cosa fare. Andarle a parlare. Si poteva essere un’idea, anche se forse non mi avrebbe conosciuto. Di sicuro, ora so che non sarà mai più sola. L’ho vista, in centro. Passeggiare con due sue amiche, credo. Si parlavano, in modo animato. All’improvviso, Nicole si e allontanata dalle due infuriata “io non ho fatto niente. Non sono stata con il tuo ragazzo ieri!!” aveva detto Nicola allontanandosi, con passo deciso, lontana dalle sue due amiche. Decisi che era troppo instabile, in quel momento. Per ricordasi, qualsiasi figuraccia mia. Cosi mi avvicinai, non appena Nicole si era fermata. Si fermo su di una panchina, vicino alla fermata del Tram. Mi riconobbe subito “forse, tu sei la mia salvezza. Sai?” mi disse Nicole a mo’ di saluto “potrei. Ma ancora non siamo arrivati, ad avere una certa confidenza” risposi io “forse hai ragione” disse Nicole, particolarmente arrabbiata e nervosa. Non sapendo che fare, mi sedetti affianco a lei. Cercandola di calmarla, solo con la mia voce. Speravo che parlandoli, sarebbe tornata calma.
“che e successo?” chiesi io “scusa prima, non avevi detto che non siamo ancora in confidenza”  rispose Nicole con aria sconcertata, dalla mia stupidità di quel momento. Cosa che non mi sorprese, divento molto nervoso se parlo, con qualcuno che mi interessa molto. Il fatto, era che dove recuperare con l’errore fatto “ora credo di aver fatto una figura di merda. Tu che ne dici?” chiesi cercando di sdrammatizzare quel momento. Cosa strana, funziono. Nicole torno a ridere, ed ha rispondermi con altrettanta sincerità “no ho visto e ascoltato di peggio” mi venne spontaneo risponderli cosi “grazie, in effetti le donne fanno la fila per parlami… ok questa era una bugia quanto l’ho era la tua” aggiunsi in un ultimo momento, notando la faccia poco convinta di Nicole. Quindi facevo schifo, ho ero impacciato e sbagliavo troppo. Almeno sapevo su cosa dovevo, migliorare. Ma Nicole mi sorprese dicendo “e chi ti dice che la mia era una bugia” rispose Nicole, il fatto fu che mi aspettavo qualcos’altro. Che ne so. Cose del tipo “sai essere cosi simpatico” oppure cose del tipo “ahahaha divertente”. mi aspettavo di tutto, ma quel commento no. Cioè mi stava dando ragione, su una cosa del tutto non vera. Ma Nicole, non mi conosceva. C’era d’aspettarsi che Nicole. Credeva che io fossi, un casanova con una bella casa. Non poteva in fondo, sapere che io fossi sul l’orlo della pazzia “hai proprio ragione. Ora devo andare, la mia terza amante mi aspetta in centro” risposi io. Ma non mi alzai, sentendo Nicole rispondere “ho dio che bel uomo che sei” con aria , avete presente. L’espressione che si ha, quando sei proprio cotto di una persona? Ecco Nicole, in quel momento aveva la stessa espressione facciale. Il che mi sorprese, ho era una brava attrice o l’ho era veramente “tu scherzi, ma veramente ho un appuntamento” risposi in maniera cosi seria, che sorpresi Nicole. Che ci stese di merda. L’avevo proprio presa alla sprovvista. “sto scherzando” ammisi alzando lo sguardo “sei un ottimo attore allora” rispose Nicole. Io non risposi, mi limitai a fissarmi le unghie, cercando di essere il più possibile fiero di me. Assunsi un atteggiamento altezzoso “ora puoi finirla. Frequentatore di brutti posti” aggiunse Nicole. Tornai a guardarla. E vidi, che non era più tesa come prima. Era rilassata a dirla tutta “senti chi parla. Vogliamo parlare di ieri sera” li rinfacciai io “questo e un colpo basso sai” commento Nicole. Eravamo spalla contro spalla. Ok sto iniziando ad avere atteggiamenti da bambino. Ma non potevo far finta, di non accorgermi che la potevo sfiorare “scusa. Non avrei dovuto” dissi io, per sistemare le cose. Anche se sapevo che Nicole, non stava facendo sul serio “apprezzo sinceramente le tue scuse-menzogne” rispose Nicole sorridendo appena. D’improvviso si alzo un venticello. Ed i suoi capelli mossi, lo notai solo ora. Perche ero tutto preso dalla conversazione da non accorgermi di nulla. I suoi ricci, le cadevano sulle spalle, appena lunghi. Non erano ne corti e ne lunghi. Per la precisione, era la perfetta lunghezza che dovevano avere i capelli. Ho almeno era un mio parere, forse ero cosi cotto di Nicole. Da apprezzarne ogni singola parte. Comunque, sta di fatto non potei non notare. Il fattore bellezza di Nicole, il che era il qualcosa in più. Tanto da renderla perfetta, sotto i miei occhi. Perche e ovvio che non esiste la perfezione, la natura e perfetta. Ma noi umani, non siamo natura. Siamo suoi derivati. e quindi per forza di cose, siamo imperfetti. Stavo parlando dei suoi, capelli e mi sono perso. In un altro discorso. Sta di fatto che i suoi capelli non erano proprio biondi. Erano una sfumatura sul biondo. Non so come descrivere il colore. Comunque Nicole noto, il mio interessamento. Non me lo disse, l’espressione della sua faccia si. Mi lanciai “so che non mi dovrebbe interessare. E non sono un manico, sai non si sa mai.” “perche non vai subito al dunque Michelangelo?” mi domando Nicole, ed aveva ragione. Ci stavo girando attorno “di che colore hai i capelli. Cioè non sono ne biondi e ne castani.” dissi io. Ed il fatto che mi aveva chiamato per nome, mi aveva creato un che di diverso in me “e una sfumatura non naturale. Adoro questo colore” commento alla fine Nicole “quindi e una tinta?” domandai non sapevo, perche in quel momento mi interessavano i suoi capelli. Forse era per il semplice fatto, che più li parlavo e più ne rimanevo estasiato. Lo so non e da persona di vent’anni. Questa e più una reazione da bambino o d’adolescente “si. Non mi piaceva il castano chiaro. E poi adoro il colore biondo” mi spiego Nicole arricciando i suoi capelli con le dita. Ero sul punto di farlo, anche io. Ma mi trattenni dal farlo “a me non mi interessa di che colore uno a i capelli. Basta che mi ci trovo bene a parlarli” risposi io guardandomi attorno. Cosi da non abituarmi al fatto di fissare Nicole, per tanto tempo “sai e la cosa che direi. Ma agli altri non piace che si dica” mi rispose Nicole cercando il mio sguardo. Il che diede alla mia convinzione e autostima una marcia in più. Se mi cercava c’era interesse, da parte sua. Ricambiato con il mio di interesse. Solo che non ho molta esperienza. Con le donne. C’e da immaginarselo, ma per adesso nessuna preoccupazione “quindi tu fai finta di seguire la moda. Ma sotto, sotto non sei cosi. Interessante. Ed e per questo che hai litigato con le tue amiche?” li domandai con un colpo furbo, riportai la conversazione sul motivo. Per il quale Nicole era li, seduta su una panchina della fermata del tram “no e che loro sono delle stronzette. Permalose, pensano che io sia stata con un ragazzo che piace a loro” rispose Nicole riprendendo ad essere nervosa. Lo notai dal fatto che le sua mani si chiusero a pungo “quindi, sono innamorate dello stesso ragazzo. Ma non e stupido, una delle due deve rinunciare a lui. A meno che lui non se ne trova un’altra” ipotizzai, anche se non ero convinto assolutamente della mia ipotesi. Un ragazzo come gli altri si sarebbe portata a letto entrambe. Senza fare nient’altro “sai ragioni benissimo. Ma non come gli altri” disse Nicole. Me lo aspettavo, ma non volevo apparire come gli altri. Davanti a Nicole, sapevo che lei era diversa dalle altre. Quindi anche io dovevo esserlo. Si lo so questo e mentire, subdolamente. E non e belle mentire “si probabilmente si porterà entrambe a letto” aggiunsi io “allora sai come funzionano le cose” rispose Nicole “sono un ragazzo. E normale che io sappia come si comportano gli altri” li spiegai io, con fare evidente “si ma tu non sei come gli altri?” mi chiese Nicole. Ma non era esattamente una domanda. Era più un’affermazione. Nicole lo sapeva che ero diverso dagli altri “si so che un altro, probabilmente ti avrebbe fatto complimenti sui i vestiti. O sul fatto di quanto sei bella. Ma non sarei io. Se ti direi, queste cose cosi banali, che ti posso dire tutti. Io voglio dirti qualcosa che nessun altro ti possa dire” risposi io. Mi diede un bacio sulla guancia. Cosi all’improvviso “credo che tu ci abbia azzeccato, nessuno mi aveva detto quello che tu mi hai appena detto” rispose Nicole “certo che sei proprio cotta di me” scherzai io “ho si certo. Sono cosi innamorata di te che lo griderei al mondo intero” scherzo Nicole, per nulla imbarazzata dalla mia pessima battuta. Ma almeno l’avevo fatta sorridere. Il che era già un traguardo per me. Nicole si avvicino di più. Si appoggio sulla mia spalla e chi fece la fatidica domanda “sai cosa. Ci dovremmo vedere molto più spesso. Mi rilassante parlarti” il che non era una domanda. Era più un test. Quelli che di solito, solo le donne ti sanno fare. Ti metto all’angolo con certe domande a trabocchetto. Tipo ti piace il mio vestito? o cose del genere “non sapevo che la mia voce, aveva un effetto lassativo. Ora si spiega perche mio padre aveva le emorroidi” scherzai io. Nicole mi diede un pugno sul braccio “ok forse hai ragione. Però potevi far finta, che la mia battuta faceva ridere” aggiunsi io, con la conseguenza di ricevere un altro pugno “va bene. Se vuoi parlare con me, non c’e nessun problema. Questo e il mio numero” e cosi dicendo, diedi a Nicole un foglietto con su scritto il mio numero del cellulare. Nicole lo prese, con se. Mettendolo nella tasca dei suoi Jeans aderenti “guarda che ci conto” rispose Nicole, allontanandosi dalla mia spalla. Solo per un momento “aspetterò una tua chiamata, con tanta pazienza. Allora” dissi io. Cercando fino a quanto mi era consentito, di sdrammatizzare “credo, che ti farò attendere molto. Come gli altri” disse Nicole abbassando leggermente la testa, tanto che i capelli li coprirono il  viso “ma se prima mi hai detto, che ero diverso dagli altri” sbottai io. Facendo ridere ancora Nicole “te la prendi troppo sul personale” rispose Nicole. Avevo la sensazione, di essere nel posto giusto. Come se ogni problema mio. Si incastrasse alla perfezione. Trovando cosi la soluzione della mia vita. Mi sentivo contento di vivere. In quel momento. Come se io fossi, nato per questo. Certa gente lo capisce prima. Io ciò messo il mio tempo, ma ci sono arrivato. Ed e stato tremendamente bello scoprirlo “a parte li scherzi. Io ci sono per te, se vuoi semplicemente sfogarti con me. Sappi che io ho le spalle larghe” dissi io, e dissi qualcosa di veramente azzeccato in quel momento. Ho stavo imparando, ad essere un vero uomo. O ci stavo, prendendo la mano. Tutto ciò, mi rassicuro. Cosa che prima non mi succedeva. Quando parlavo, anche con una semplice amica d’infanzia. Tendevo ad diventare nervoso. Cosa che mi porto, a non avere molti contatti. Con il mondo femminile. Tornando al discorso, con Nicole. Reagì stupendosi, del mio gesto di carineria. Forse, Nicole non era abituata “dai non essere cosi stupita. Mi lusinghi” aggiunsi io. Troppo sicuro di me “e che, non sono abituata a tanta gratitudine” rispose Nicole appoggiandosi, di nuovo sulla mia spalla. Il fatto che Nicole, tendeva ad avere un contatto fisico, seppur esile. Mi mando degli input, al cervello. Che non reagì, non era da me. O almeno, la mia etica. Mi disse che non dovevo, per forza cercare il contatto fisico. Già lo faceva lei. E non ne sentivo il bisogno. Anche se ogni parte del mio corpo prendeva fuoco, solo guardando Nicole. Il che era del tutto normale. Sono un maschio. Anche se non e molto poetico. O almeno non rispecchia, il modo in qui vedo io l’amore. Calo il silenzio. Ma non era un silenzio, imbarazzante. Era più un silenzio carico d’emozione. Era come se io e Nicole, stavamo parlando. Anche rimanendo in silenzio. Ed era incredibile “potrei stare cosi per tanto tempo” disse poi Nicole sospirando, aggiungendo una nota di perfezione. Dissi la cosa più stupida da dire, in quel momento. Forse era perche non mi stavo controllando. O forse perche quel contatto. Mi creava pazzia ed inconsapevolezza “allora non andartene mai”. Nicole non disse niente. Ma era consapevole quanto me. Che ogni cosa al suo tempo. E quella perfezione, trovata su di una panchina. Prima o dopo, sarebbe svanita. E come avevamo previsto entrambi. Da lontano arrivo, una delle amiche di Nicole. Solo, che Nicole non la vide “sta arrivando la tua amica” li dissi sussurrandolo all’orecchio. Nicole si alzo dalla mia spalla destra. Per precisione, leggendo quello che ho scritto. Ho scoperto che non avevo precisato un sacco di cose. Ma comunque Nicole si alzo dalla mia spalla. Lo notai in pochi secondi. Nicole aveva pianto. Le sue mani, asciugarono delle lacrime. Non potei fare niente. Solo esserne sorpreso. Come avevo fatto, ad non accorgermene? Cioè Nicole stava piangendo, in silenzio. Come potevo rendermene conto? Sono domande, che spero non mi assilleranno tutta la mia vita. Sta di fatto, che non ero consapevole, di ciò che mi stava attorno. L’amica di Nicole, quando si avvicino abbastanza da vedere, che Nicole stava affianco ad un ragazzo. Ne rimase sorpresa. Rimase pochi secondi abbastanza distante. Come se aspettasse, che Nicole stessa si avvicinasse a lei. Nicole lo intuì al volo. Si alzo dalla panchina, mi diede un piccolo bacio sulla guancia. E mi sussurro all’orecchio, nello stesso momento “grazie per tutto Michelangelo.” io avevo solo il tempo di risponderli cosi “figurati”. aspettai che Nicole, si allontano da me e dalla panchina. E non potei non far altro, che notare. Che aveva proprio un bel fisico. Cosa che mi stupii. Prima, mi accadeva. Di provare interesse, solo per le ragazze con dei bei culi e tette. Si so che questo, non e proprio un bel lessico. Quello che intendevo, che nulla di cui mi piaceva in una ragazza, andava al di là del fisico. Forse sono cambiato? Forse non m’interessa più fare sesso o robe del genere?. O forse amavo tutto di Nicole, ma ero abbastanza stupido da non accorgermene? Probabile. Ma se fosse effettivamente cosi, io saprei apprezzare tutto di Nicole?. Oppure avrei dovuto semplicemente, abbandonare l’idea?… quella sera non ebbi, tanta voglia di uscire. Quindi me ne stesi sdraiato sul divano. A pensare, ed a continuare a scrivere su questo diario. Sperando di non metterci troppa anima. In quello che sto facendo. Rischio di perdere Nicole. Il fatto che m’interessi non mi preoccupa. Saprò al momento giusto, cosa dirle o cosa fare. Se sbaglierò, sarà un altro problema a cui pensare. Ma per adesso non mi preoccupo. Scrivo e basta. Come se questo, in qualche modo. Annullasse tutto il mio passato. Dalle botte, agli schiaffi dati. Dalle ubriacate in solitudine. Alle sigarette fumate, assieme alle bombe. Frequentavo cattiva gente, hai tempi della mia adolescenza. Solo perche ero arrabbiato con il mondo intero. Credevo che questo in qualche modo. Mi avrebbe fato godere appieno la mia vita. Ma la droga e l’alcool, non durano in eterno. La vita invece continua. Come sempre. Spero solo che questo, non venga fuori proprio adesso. Rovinerebbe tutto con Nicole.
Ne sono sicuro.
   
 
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