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Autore: Forge    26/07/2012    1 recensioni
Beh dunque, questa è una storia che sto scrivendo. Aiutatemi a migliorarla con le recensioni, mi raccomando!
Per Ealy è la vigilia del suo compleanno. Presto conoscerà la sua natura e ciò la spaventa. Fortunatamente ha accanto a sè Max e Altair i suoi migliori amici. Ma il male sta arrivando...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ealy, tu sei un mago.-
Cos’era, un sogno?
Probabilmente.
-Ealy…-
Ora si sarebbe svegliata e sarebbe cominciato un altro giorno.
Un altro tipico giorno della sua tipica vita nel suo tipico villaggio.
Eppure… Questo sogno sembrava così… reale.
-Ealy cara, questo non è un sogno.- cercò di scuoterla suo nonno.
-Questa è la tipica frase che diresti se fossimo in un sogno!-
Suo nonno rise. Era la sua solita risata roca, che ricordava lo scoppiettio del fuoco nel camino. Bastò questo a farla tornare alla realtà.
-Ealy, tu sei un mago.- ritentò Noce.
-Corteccia! Ma allora è vero…-
-Si, Ealy, è vero. Questa è la tua bacchetta.-
Ealy allungò la mano senza timore e la prese in mano.
-Betulla…- mormorò.
-Ovviamente.- sorrise Noce.


-SSSSSSSSSSHHHHHHHHH!- urlò a bassa voce Altair. –Penso stia arrivando… ECCOLA, ECCOLA, ECCOLA!-
In un battito d’ali erano tutti al loro posto, con il sorriso sulle labbra e una terribile curiosità che lacerava il loro animo.
Ealy entrò di soppiatto nella stanza, cercando di evitare di urlare a squarciagola la novità, e si avvicinò all’amica.
-Altair, Altair, io…Devo parlarti. Vieni.- tentò di mantenere un tono grave.
Dal canto suo Altair finse di svegliarsi di soprassalto e intontita seguì l’amica fuori dalla porta.
Appena uscirono sentì l’assalto sfrenato di William e Maximus che si avventavano simultaneamente contro la porta. Altair si maledisse mentalmente per non aver insegnato loro come muoversi con delicatezza.
-Dunque, presumo che tu abbia un motivo valido per svegliarmi nel cuore della notte e trascinarmi all’intern…-
-Sono un mago.- la interruppe senza mezzi termini Al.
L’amica le saltò addosso, facendole quasi perdere l’equilibrio, urlando dalla gioia.
-Zitta, zitta!- cercò di contenerla Ealy, ma senza troppa convinzione, dato che stava urlando anche lei.
-LO SAPEVO, AL, LO SAPEVO!- Altair non poteva frenare la sua felicità.
Una volta che entrambe avevano ritrovato il contegno e dopo un lungo abbraccio, si sedettero su uno scalino.
-Avevo così paura di non essere un mago, Altair. Era un’idea fissa, anche se insensata, tutte le mattine nell’ultimo periodo mi alzavo inquieta e… Non avevo quasi le forze per andare avanti.- si sfogò Al- Sapevo che tu e Max avevate i poteri. Lo sapevo perfettamente, anche se voi non mi avete detto nulla, perché non potevate, certo, ma io lo sapevo. Avevate una strana luce negli occhi… E sai, per la prima volta mi sono sentita completamente sola.-
-Oh, Ealy… Avresti dovuto parlarmene.-
-Certo che avrei dovuto, certo. Ma non ci riuscivo. Pensavo che se l’avessi detto, che se avessi formulato a voce alta quel pensiero… Poi si sarebbe avverato. Corteccia, Altair, ero così spaventata! Voi avevate questa nuova bella cosa nella vostra vita, un motivo in più per stare uniti… E io ero divorata dall’angoscia, dai sensi di colpa, dalla paura…-
-Al, tu lo sai vero che se non fossi stata un mago saremmo rimasti amici comunque?-
-Non ne sono così sicura…-
-Dubiti della nostra amicizia?- le chiese Altair addolorata.
-Certo che no! Dubito di me stessa. Non mi sarei mai perdonata di non essere un mago, mi conosci. Mi sarei isolata da voi, non saremmo mai stati quello che siamo oggi.- disse Ealy poggiando il capo sulla spalla dell’amica.
-Al, non potrei mai fare a meno di te.-
-E io di te. La nostra amicizia in fondo è tutto quello che abbiamo, no? Intendo… Hai presente quella roba strana che studiano quei poveracci delle terre lontane?-
-La filosofia intendi?-
-Si, quella. Ho letto un libro a riguardo ed è una cosa bizzarra. Bizzarra, ma affascinante, devo ammettere. In quel libro un uomo diceva che questo momento non tornerà mai più. Non importa quello che accadrà in futuro, ma non potremo mai rivivere questo momento. Perché il tempo è inesorabile e passa senza che noi facciamo nulla per fermarlo. Ma vedi, Altair, la nostra amicizia è intoccabile dal tempo. Lui passa, ma non può fare niente di niente contro il nostro legame. E’ un po’… E’ un po’ come la pioggia che bagna i fiori. Più la pioggia bagna i fiori, più quelli crescono. Più il tempo passa, più noi coltiviamo la nostra amicizia!-
-E se arriva un temporale?-
-Beh… Forse il temporale spazza via il fiore, ma il seme è sempre al sicuro all’interno del terreno e il fiore è pronto a rinascere!- concluse soddisfatta.
-Quindi diciamo che la nostra amicizia sarà eterna fino a quando un uragano o una tempesta o una tromba d’aria non si abbatteranno contro di noi e sradicheranno il seme.-
-Perché quest’aria pessimistica?- domandò quella contrariata.
-Me l’hai spiegato tu,- cominciò Altair soddisfatta- è sempre meglio aspettarsi il peggio dalle cose. Perché così quando il peggio si rivela reale non si hanno delusioni, ma al contrario, se la previsione si rivela errata, si è ancora più felici.-
-Si, ma io lo dicevo riguardo ai voti a scuola o alle cotte o alle banalità di tutti i giorni…-
-Dettagli.- terminò Altair stritolando la sua migliore amica in un nuovo abbraccio.


A una porta e qualche libro di distanza William e Maximus fingevano di dormire. Appena sentirono le due ragazze allontanarsi si alzarono velocemente e corsero contro la porta.
-Fai piano!- disse uno all’altro.
-Fai piano anche tu!- rispose di rimando l’altro all’uno.
Con gli occhi che sguizzavano da un oggetto all’altro della stanza e l’orecchio ben piazzato sulla porta, a captare ogni singolo rumore, cercavano di origliare la conversazione.
-Tu senti qualcosa?- -Io no, tu?-
-No- disse scuotendo la testa.
D’un tratto un urlo improvviso li colse di sorpresa, Maximus sbattè violentemente la testa contro la porta, mentre William cadde a terra sconvolto.
-Cos’era?- chiese Will da terra.
Un sorriso comparve sul volto di Max.
-E’ un mago! E’ un mago!- urlò il biondo dando una mano al ragazzo per rialzarsi. Subito i due si abbracciarono dandosi una pacca sulla spalla e cominciarono a ballare a braccetto per tutta la stanza.
Dopo un giro completo si resero conto di quello che stavano facendo.
E si ricordarono che erano uomini.
Recuperando il contegno si guardarono negli occhi ridenti, si strinsero la mano e tornarono a dormire con un peso in meno sul cuore.

  
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