26/07/2012
2 recensioniIO NON SONO UN SERPEVERDE
Misurava la stanza a grandi passi e guardava davanti a se nervosamente.
Afferrò un ritaglio di giornale posato sul letto e lo lesse avidamente.
Si appoggiò inavvertitamente alla porta socchiusa, la quale si aprì, facendolo cadere all’indietro.
Si alzò in piedi imprecando e si ritrovò davanti a una porta chiusa da anni. Subito balzarono agli occhi le lettere dorate incise nel legno. “Sirius”.
Strinse il pezzo di carta che aveva ancora in mano. –Abbiamo commesso entrambi degli errori.- mormorò. –Ma ora sono pronto a rimediare.-
Per un attimo fu assalito dal desiderio di entrare nella stanza del fratello, poi ci ripensò.
-Kreacher! Potresti venire?- urlò.
L’elfo domestico comparve davanti a lui con un sonoro crac e si inchinò.
-Kreacher, devi accompagnarmi nel posto in cui ti ha portato il Signore Oscuro.-
-Ai suoi ordini padron Regulus.- mormorò spaventato. Ricordava alla perfezione il dolore intenso provato nella caverna vicino al mare.
-Un’ultima cosa prima di andare. Nessuno deve sapere quello che succederà, soprattutto gli altri membri della famiglia. Chiaro?-
-Si, padron Regulus.-
Regulus girò su se stesso e si Materializzò davanti a una galleria. Kreacher lo guidò nella caverna, fino alla barca.
Attraversarono il lago verde lentamente.
Il mago fu scosso da un brivido. –Lumos!-
La luce bluastra illuminò la superficie dell’acqua. Una mano inerte, coperta di sangue.
Distolse lo sguardo e cercò di concentrarsi sulla sua missione.
La barca toccò l’isolotto e i due scesero.
-Kreacher, ascoltami attentamente. Ora io berrò la pozione contenuta in quel bacile. Se dovessi smettere, obbligami a finirla. A tutti i costi.- Estrasse dalla tasca un medaglione. –Dentro il bacile c’è un medaglione. Sostituiscilo con questo e distruggilo. Poi torna immediatamente a casa. Ricorda, nessuno deve sapere. Sei pronto?-
Kreacher annuì.
Regulus deglutì e si avvicinò al bacile. Sapeva a cosa andava incontro e non voleva tirarsi indietro.
Bevve tre sorsi della pozione e si piegò in due dal dolore. Tuttavia continuò imperterrito a bere, goccia dopo goccia, sorso dopo sorso.
Si stese a terra. Si sentiva bruciare dentro, le viscere si contorcevano.
Provò un’irrefrenabile sete, a cui cercò invano di resistere.
Strisciò fino al lago.
Sfiorò l’acqua con le labbra.
Due paia di mani affondarono le unghie affilate nelle sue braccia. Un dolore acuto e silenzioso.
E mentre gli Inferi lo trascinavano giù, nel lago profondo, pensò “Io non sono un Serpeverde.”
Non ebbe il tempo di chiedersi il perché di quell’affermazione.
Seppe solo che, mentre andava incontro alla morte, si sentiva un vero Grifondoro.
Hello...
Ciao a tutti! Forse avrei dovuto scrivere qualcosa alla fine del capitolo precedente, e mi dispiace non averlo fatto. Ma ora sono qui, con il secondo capitolo.
L'idea di questa raccolta è stata molto spontanea. E poi è la mia prima raccolta su Harry Potter. Siate clementi...
Spero che vi piaccia e che lasciate una recensione.
A presto con il terzo capitolo.
Goodbye!
Cuore Solitario