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Autore: Melpomene Black    24/07/2012    4 recensioni
Raccolta sulle morti innocenti di una guerra persa.
Perché le guerre sono tutte perse...
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Prisoners Of War'
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SENSI DI COLPA


Cara Lily, caro James,
non è facile scrivere questa lettera. Non dopo quello che vi ho fatto. Eppure non ho ancora appallottolato la pergamena. Sono qui, con la piuma in mano, a scrivere cose che non sono in grado di dire. Oddio, sono impazzito. Beh, c’era da aspettarselo. Certe volte mi è sembrato di morire. E sarebbe stato meglio, ne sono sicuro.
Smettila, Sir! Torna in te!
Scusate. Quando ho detto che sono impazzito, intendo impazzito davvero.
Che lettera schifosa. Dovrei solo cestinarla, strapparla, bruciarla. Ma non ci riesco. Così come non riesco a scrivere qualcosa di decente.
Già che ci siamo (e già che la lettera è un disastro) vi dico apertamente quello che penso. Sono stato uno stupido. Come ho potuto consigliarvi di nominare Peter Custode Segreto? Se vi avessi ascoltati, se fossi stato io il Custode Segreto, avrebbero dovuto torturarmi fino alla morte per farmi parlare. E a quel punto non avrei potuto dire niente, non vi pare?
Sto giocando alla persona seria, e si vede. Ma il senso di colpa che mi trafigge ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo è vero, reale.
E’ tutta colpa mia, solo colpa mia. Se non fossi stato così stupido forse sareste ancora vivi.
Mi sono proprio meritato quei dodici, lunghissimi anni ad Azkaban. Ma se sono riuscito a fuggire –se sono voluto fuggire- un motivo dovrà pur esserci.
Ucciderò Minus, quello sporco traditore. Il bacio dei Dissennatori non se lo merita nessuno, ma con lui farei un’eccezione. Non ha bisogno di un’anima. Anche se so che se voi foste qui, direste il contrario. Voi siete troppo buoni per augurare il bacio anche al vostro peggior nemico, anche a Minus.
Veglierò su Harry giorno e notte, non permetterò che qualcuno gli faccia del male. E’ una promessa.
Non mi sono mai piaciuti i lunghi addii strazianti. E non so proprio come concludere.
D’altro canto questo non è un addio.
E’ un arrivederci.

Sirius

 

Si chinò sulla terra dura e accarezzò l’incisione scolpita nel marmo. Cercò di trattenere le lacrime, senza riuscirci. Si sentiva terribilmente colpevole… Non solo si sentiva il responsabile della loro morte, ma era anche in ritardo di dodici anni.
Tirò fuori dalla tasca della giacca logora una busta bianca e la depose con delicatezza tra i fili d’erba incolta, nascondendola al meglio.
Si alzò e si sentì vuoto. La gioia apparteneva alla sua vecchia vita, quella che non sarebbe più tornata. Il dolore si era allontanato un po’, senza una spiegazione, senza un perché.
Si sentiva senz’anima.
  
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