Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: JackPortiero    27/07/2012    0 recensioni
By JackPortiero! Siamo sempre sotto un illusione di quelle alla "Road to Ninja", e Tobi è sempre e cmq Hinata dalla vera realtà! Ma venendo all'introduzione... ecco a voi il primo filone narrativo interamente ambientato nell'arco temporale del manga stesso. E' una Missing Moment, è un Remake introspettivo, la decodificazione in chiave sentimentale del Codice. E' L'ESAME PER CHUNIN. E' NARUHINA PURO. Hinata e Naruto sono entrambi i Jinchuuriki del Kyuubi, e si sono tristemente lasciati ormai da 9/10 mesi, senza essersi mai dati neanche un bacio. Tuttavia, senza mai arrendersi, entrambi lottano per poter un giorno viveve il loro Legame, perchè sia riconosciuto da tutti. E' il loro Nindo, un Sogno che passa necessariamente per il traguardo di chunin. Perchè chunin vuol dire leader, è carisma, significa accettazione. Ma mentre l'iscrizione all'esame per chunin per Naruto risulta scontata, poichè non deve rendere conto a nessuno, per Hinata è diverso... Perchè Hinata è il "Jinchuuriki dal matrimonio combinato", la Hyuga femmina che deve tramandare il byukugan nella sua purezza, senza accampare capricci o esporsi a inutili rischi. Il padre... le permettarà davvero, di iscriversi a quell'esame? E la figlia... anche stavolta obbedirà a lui senza fiatare?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'AMORE IN CODICE'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CHI SONO IO?


Chi è mio padre? Il mio clan? Il Villaggio?
Io voglio sapere tutto, pensarci su per conto mio, e trovare la mia risposta.


*****



"Hinata, non c'è bisogno di sottoporsi a ulteriori sforzi... Non devi dimostrare più nulla a nessuno. Per me è sufficiente..." - stabilì Hiashi, strappando di fronte agli occhi di Hinata la domanda d'ammissione.

Il modo in cui aveva compiuto questo gesto... era stato davvero particolare. Né rabbioso, né sprezzante. Non lasciava in pratica intendere alcun genere di rimprovero, nei confronti della figlia.
Semplicemente... l'aveva fatto in totale tranquillità e noncuranza, come se davvero quel foglietto fosse privo di alcun valore e significato, una volta spiegato al suo successore che la strada era ormai spianata, e che non erano più necessarie a tal proposito ulteriore conferme. In altri termini, il padre fingeva in toto di non conoscere i reali desideri della figlia, e di concederle un favore che avrebbe acchiappato al volo, scaricandola finalmente dell'eccessivo fardello retto finora. Sottostimando così la sua forza d'animo di fronte alle difficoltà, e la dedizione nel riuscire a superarle.

"Ma che... significa? Io... non ho dimostrato ancora nulla. Sono solo all'inizio. Come sarebbe... che non devo dimostrare più niente a nessuno...
Credete davvero, di farmi questo gran regalo? Pensate quindi che tirerò finalmente un sospiro di sollievo? Che recitassi, che non aspettassi altro!?
Che bassa considerazione che avete di me, padre..."

La Hyuga ci cascò, la prima ferita fu convincersi che il genitore non la conosceva assolutamente, che avesse cucito con lei un legame così tremendamente formale, talmente afono da condurlo infine a non capire mai nulla di lei. O forse, più semplicemente, più terra terra, quel legame se l'era sognato, e magari finora a suo padre non doveva essere importato granché di lei, essendo sempre stata per lui una vergogna.

"Per te... è sufficiente... Ma per me... hai mai pensato cos'è sufficiente per me!?"

Nel rimanere imbambolata tra aspre e veloci supposizioni, Hinata si sentì dire qualcos'altro di nuovo. Qualcosa assolutamente privo di senso.
"Ora vai a pure a preparati, stasera ho indetto un festeggiamento in tuo onore..." - si congedò cordialmente il genitore, avviandosi senza rimedio verso un'uscita priva di ritorno.

"Un... festeggiamento? Cosa... cosa si festeggia? Che cos'è l'onore? Di sicuro non l'ipocrisia che mi verrà gettata addosso stasera..."

Era chiaro che era tutto un terribile equivoco. Il padre non poteva di certo leggerla nella mente. Non era con lei tutto il tempo, e a volte era anche a lungo via.
Come poteva dunque conoscere fino in fondo il suo percorso, la sua vera indole, e l'importanza che aveva per lei il test di selezione dei chunin?
Sarebbe bastato spiegarlo... Sarebbe bastato diglielo subito, e tutto si sarebbe aggiustato. Perché se il padre ora avesse attraversato quella porta, non ci sarebbe stata mai più occasione di chiarire la questione, perché sarebbe voluto dire assecondare gli eventi, festeggiare il presente senza poter giustificare futuri capricci, quando invece capriccio alcuno non v'era, a favore di una sottile ma vitale presa di coscienza.

Hinata però, sentiva le gambe paralizzate. Il padre era lontano, stava per varcare quella soglia. Come impedirglielo? Come chiudere quella porta? COME?

"Padre... se ora vi lascio passare per quella porta, io fallisco il mio Nindo... rinuncio a ogni cosa. A ogni onore e dignità per un vile riconoscimento.
E se stasera festeggio, se gioisco l'aver perso il mio Nindo in cambio di un'accettazione di facciata, non avrò mai più il coraggio di guardarti in faccia, Naruto-kun.
Non potete passare... non potete proprio passare per quella porta, padre... Devo chiuderla!... devo chiuderla assolutamente!..."
"...SHINRA..."

"Domani ti spiegherò con calma nei particolari in cosa consiste il tuo ruolo, e cosa comporta." - informò di spalle tardivamente il genitore - "Ma ricordati che il dovere della casata principale è semplicemente quello di preservare e tramandare il byakugan... Mi sembra di esser sempre stato chiaro, su questo punto. Avresti dovuto incominciare a rifletterci."
 
"...TEN..."

"Per compiere il suo dovere, il Souke deve semplicemente sopravvivere. Non è necessario affrontare certi esami, o rischiare la vita in missioni pericolose. Anche se in ogni caso continuerai lo stesso ad allenarti, seppur molto meno di adesso. Ma non è più necessario che pratichi ninjutsu o rafforzi la stamina, è sufficiente che continui a sviluppare i tuoi occhi  fino al massimo livello possibile..."

"...SE..."

"Hinata..." - pensò tra sé e sé Hiashi - "...se perdi il controllo così facilmente, né oggi né mai potrò spiegarti nulla. Dovrò solo chiuderti a chiave davvero... Che sia questo il giorno della fine? L'inizio di tutto?... Probabilmente è oggi che ti ho dovuto sigillare, marchiandoti come la Volpe... Ho fallito; ti ho reso la reietta del Villaggio, ti ho costretto infine a uccidermi... Cosa dovrei fare di diverso, perché ciò..."

"NO!... non posso!! Non posso usare Kurama per me stessa!... come uno strumento per raggiungere Naruto!
La Volontà mia e di Kurama deve essere una sola, e deve essere più forte di coloro che lo tormentano!
Devo prima liberarlo... Se sbaglio e loro vincono, perderò me stessa rischiando di far del male a mio padre!...
Però... io vorrei solo cercare di salvare la mia vita... Non credo di starti usando, Kurama...
Ti prego... aiutami solamente a capire, aiutami a parlare. Aiutami... se lo vuoi anche tu."

"No... non è possibile che sia questo il giorno in cui hai perso il controllo. Sei più forte di così..." - si ricredette mentalmente Hiashi - "...dev'essere stato qualcos'altro. Dev'essere stata..."

"Sopravvivere... Nessuna missione... Come... come sarebbe!?
I miei occhi... devo solo tramandare i miei occhi... Importa solo questo...
Ma cosa vuol dire?... COSA??... Non sarà che.....

"Padre aspettate!... CHE significa!? Io non capisco! Non è affatto chiaro quello che state dicendo!..." - si pronunciò all'improvviso Hinata, spronata da Kurama, iniziando a correre scompostamente, senza nemmeno rendersene conto, in direzione di Hiashi.
"I-io... io... esigo una spiegazione!!" - terminò fuori di sé e con disappunto la ragazza, frapponendosi con decisione tra il genitore e la soglia che avrebbe superato a momenti.

"Tu... esigi!?" - articolò stranamente, ma con profonda severità, il capo-clan degli Hyuga.
"Da quando osi usare quel tono!? E da quando progettavi di mancarmi di rispetto in questo modo?!? FILA via a prepararti, prima che..."
"NOOooooooo!!... Papà devi ascoltarmi!!" - urlò Hinata, in preda alla disperazione - "Io non vengo da nessuna parte stasera, se prima non mi ascolti!!" - scosse compulsivamente la testa, spalancando gli occhi e le braccia più che poteva, quasi minacciosamente, a protezione della sua vita. Dopodiché indietreggiò subito di un passo sconvolta, chiudendosi a riccio tra i sensi di colpa.
"Figlia mia... La tua voce... i tuoi occhi... Cosa hai fatto..." - notò il padre, leggermente scosso. La ragazza iniziò a provare un gran dolore alla testa; si rese conto solo ora di aver ceduto per un attimo il suo posto a Kurama, di averlo probabilmente costretta a parlare al posto suo, e di star quasi per usare il suo potere.

"Questa voce, questa vista... non è la mia... Perdonami, Kurama... alla fine io stavo..."

"Hinata, non devi assecondare quel potere malvagio! Non ci appartiene. Finirà solo per contaminare i tuoi occhi..."

"Malvagio?... Contaminare?... Ma che vuol dire!?... Non hai mai usato queste parole con me... Non mi hai mai parlato così!..."

"Hanno cambiato... Per un attimo non eri tu.... MA TI RENDI CONTO... Ti rendi conto di cosa succederebbe se qualcuno ti vedesse in questo momento!?"

"Cosa... cosa mi succederebbe?..."

Stavolta il padre non stava recitando. Aveva perso la compostezza. Era alterato davvero.
"Io... non lo s-so... Non lo so c-cosa mi abbia preso..." - cercò di scusarsi la piccola Hinata, riuscendo a recuperare totalmente il controllo. Poi però accusò gentilmente:
"Però, sapete..." - sorrise con profonda amarezza - "Pare che questi occhi siano l'unica cosa importate, per voi. L'unico modo perché vi accorgiate di me..."

La figlia sembrava decisamente affranta, e di fronte a una simile dichiarazione, un così sentito timore, il padre non poté che calmarsi, e cambiare empaticamente espressione.
"Perdonami... Pari parecchio turbata..." - commentò distensivo, dopo qualche secondo - "Sembrerebbe davvero una questione importante... Ma sinceramente non capisco cosa non ti sia chiaro."
"Padre, smettetela di prendermi in giro, ve ne prego..." - strinse i pugni la corvina, mantenendo tuttavia un tono molto pacato. L'uomo si fece serio, la stette ad ascoltare.

"I-io... chi sono io?... Cosa mi aspetta?" - c'entrò indiscutibilmente il punto Hinata - "Se continuate a ignorarmi e a non credere in me, ho paura che impazzirò..."
Hiashi osservò con attenzione la figlia squarciare i veli della finzione. Gli aveva appena confessato che non sarebbe stata la verità, ma il protrarsi di questa assurda situazione, a farla un giorno cedere.
"Io... devo far chiarezza d-dentro di me... E' q-questo, è solo questo, non capite?" - confermò debolmente la corvina, ma con fare composto e deciso.
"Vorrei sapere ora, in cosa consiste il mio ruolo. N-non dopo. Voglio sapere tutto, che razza di essere malvagio sono... Posso farcela... è un mio... diritto..."


Hinata aveva decisamente un carattere forte, che andava aldilà d'ogni apparenza. E forse era stata la forza della disperazione, e non Kurama, a farle trovare le parole giuste.
Hiashi invece, l'uomo gelidamente impassibile, si ammutolì. Era all'angolo. Doveva dirle che razza di essere malvagio era.


Calò un terribile silenzio.


*****



Qual è il mio ruolo? Cosa sono questi obblighi?... Io... voglio essere libera!

Non sono più così sicura... di voler essere l'erede del mio clan... di essere riconosciuta così di facciata...
Cos'è tutta questa ipocrisia nei miei confronti? Chi è Kurama? Cos'è questo terribile presentimento!?

Io voglio trovare le mie risposte, per poter decidere cosa fare con la mia testa...
Per poter decidere cosa fare con i miei occhi e questo potere...
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: JackPortiero