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Autore: iacomary97    27/07/2012    3 recensioni
Conteggio Parole: 37000 Capitoli: 15 (+ epilogo)
Cosa succede quando Lassiter scopre la verita'? Cosa fara'? Questa storia si basa dopo la sesta stagione di Psych. NON CI SONO SPOILER DELLA 7 STAGIONE, sono solo mie speculazioni su cosa potrebbe succedere. Ho inserito anche altri personaggi della serie Lie To ME.
AVVERTIMENTO: E' SCRITTO IN POV
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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A/N: Mi sono accorta che non ho quasi mai dato informazioni di tempo. C’ho messo molto per scrivere proprio per questo. Mi sono andata a rileggere i capitoli ed appuntata gli orari… Uno delle difficoltà del pov è questo, la linea temporale. Molti fatti succedono anche in contemporanea… Per non parlare nemmeno dei fusorari e del fatto che Shawn è in un aereo xD. A parte questo, BUONA LETTURA

Per alcune domande, ho deciso di mettere alcune note alla fine della pagina per spiegare meglio quello che succede. Sia per i NON-FAN di Psych e sia per i NON-FAN di Lie To Me. Se volete che spieghi altro in futuro inviatemi anche una mail sul profilo.

 

Capitolo 9 – Ricerche, Attese e Desideri

 

 

--- LIGHTMAN POV ---

Un’ ora e mezza prima…

 

Non ero riuscito a trovare l’anello. Decisi di arrendermi. Il giorno successivo appena avrei potuto, sarei andato a farmelo rifare. Fortunatamente avevano il progetto 3D dell’anello sul PC e quindi sarebbero riusciti a portarmene uno nuovo in meno di una settimana. Mi sedetti sul mio divanetto e decisi di riposarmi un po’.

Guardai l’orologio… Erano le 18.

Mi ricordai che la giornata non era ancora finita.

Chiamai Anna rimanendo steso.

 

Dopo un po’ si aprì la porta.

- Di cosa ha bisogno?-

- Quando arriva il signor Spencer?-

- Shawn? -

- Si lui. – Addirittura ora che lo chiamavano tutti per nome, nessuno lo riconosceva più dal cognome.

O almeno era così per la maggior parte dei dipendenti.

- Beh abbiamo ricevuto una chiamata dal suo capo e ci ha detto che sarebbe partito a momenti. Il viaggio dovrebbe durare dalle 5 alle 7 ore… Non sappiamo che volo ha preso… se il diretto o quello con scali. -

 

Ci sarebbe voluto molto. Davvero molto.

 

- Sappiamo anche che ha preso una camera in un hotel qui vicino. Dovrebbe venire domani verso le 11:30.-

Non avevamo tempo da perdere e sarebbe venuto alle 11?!

- Alle 11?! Non può venire prima? Abbiamo una marea di cose da fare!-

- Non può. Lui non si alza mai prima delle 10.- E con questo uscì dalla porta.

- Ma…- Dissi io ma non mi sentì.

 

Adesso si curavano più di lui che dei nostri affari… Possibile che aveva una così grande abilità nel farsi degli amici che riusciva anche non essendo presente??

 

Uscì fuori dalla porta.

Dovevo vederlo con i miei occhi.

 

Decisi di andare nella sala video per continuare a vedere i filmati che non avevo visto.

Prima però dissi ad una collaboratrice di invitare Carlton Lassiter a prendere una stanza in un hotel vicino.

Prima di lasciarla andare ebbi un idea. Le dissi di mandare Locker a farlo al posto suo tra una mezz’ora. Sarebbe stato divertente guardarli.

Così avremmo lasciato per un'altra ora il detective nella stanza da solo…

Sarebbe stato molto MOLTO furioso.

Ritornai un attimo dentro per prendere il mio portatile (per vedere la scena) e mi affrettai a posizionarmi nella sala video.

Così avrei avuto anche una mezz’ora per vedermi i video.

 

 

--- JULIET POV ---

Tempo attuale (16:30 Los Angeles; 19:30 Washington DC)

 

Ero tagliata fuori.

Non sapendo cosa fare inevitabilmente tornai a pensare cosa sarebbe successo se avessi risposto qualcosa.

Sicuramente, anche se gli avessi risposto male, non avrebbe accettato questo lavoro. Probabilmente avrebbe pensato che era solamente una mia rabbia passeggera e sarebbe rimasto a fianco a me… continuando a corteggiarmi per avermi indietro. Forse saremmo tornati insieme dopo una o due settimane e saremmo stati ancora più vicini di sempre.

Sarebbe stato bello vederlo in azione ora che sapevo che era frutto delle sue capacità e non dei suoi presunti “poteri sensitivi”. Avrei potuto chiedergli come riusciva a farlo e forse mi avrebbe dato anche alcune lezioni, per migliorare ulteriormente…

Più pensavo e più riflettevo a quante volte si era dimostrato brillante, e in effetti incredibile ai miei occhi.

Più riflettevo e più la lunga e interminabile lista di domande da poi proporre a Shawn aumentava.

Sempre se fossi riuscita a riaverlo indietro. Sempre se fossi riuscita a riabbracciarlo sano e salvo.

 

Ancora l’immagine di lui e Gus legati alle sedie mi ritornava  a comporsi davanti gli occhi. Tutte quelle siringhe e utensili sul tavolo di quel pazzo…

 

Tolsi questo incubo dalla mia testa e continuai a pensare a come sapere la sua destinazione.

 

Ad un certo punto mi venne in mente una cosa. Fino a quel momento l’idea di chiamare il padre o Gus non mi era nemmeno passata nelle testa. Loro due sapevano benissimo della bugia, ed ora anche con il padre aveva un bel rapporto… o almeno lo stava diventando.

Decisi di chiamare prima Henry. Sicuramente Gus sapeva dove era andato ma prima di andare a recuperarlo volevo sapere come stava il padre. Non ho parlato con nessuno dei tre dopo il mio litigio con Shawn…

 

Presi il telefono e digitai il numero.

 

--- LIGHTMAN POV ---

 

Andai nell’atrio.

I due stavano ancora lottando. Non potevo perdermi la scena. Quella del cubo era stata davvero uno spasso. Questa si prospettava anche meglio.

 

- Non posso crederci! – Continuò a camminare a passo svelto verso l’uscita.

- Lassiter io… -

- Se avessi giurisdizione ti avrei già arrestato da un pezzo! –

- Ma che ho fatto? – Lassiter si girò verso di lui. – E’ stato lei a chiederci aiuto. –

- Aiutare??  Questo è ostacolare un indagine di polizia. Anzi, molte indagini. Ma lo sai quanto siamo pieni di lavoro in questi giorni? –

 

“Prima di Shawn come avranno fatto a risolvere i casi, allora?” sentì bisbigliare.

Lui loa sentì.

 

- Non c’entra niente il suo aiuto. Il lavoro è solo … come triplicato. Non credevo ci sarebbe voluto tutto questo tempo.  Devo ritornare in California… mi chiamerete quando sarà tutto risolto. –

 

- Aspetti! – Gillian intervenne nel discorso. Il divertimento sarebbe finito a breve.

- Ho parlato con il suo capo. Adesso, la vostra stazione di polizia è così libera di ogni impegno che metà del dipartimento è andato ad aiutare i feriti di un incidente stradale e l’altra metà si è presa uno o due giorni liberi.

- Non è possibile. –

- Beh… diciamo che c’è stato un… amichevole aiuto esterno. –

 

Lassiter guardò in basso. Sembrava deluso.

Si girò verso Locker, lo guardò male e se ne andò.

- E ora cosa ho fatto? – Locker alzò le spalle.

Lassiter non rispose, ma in compenso sveltì il passo e uscì dalla stanza.

 

 

- Però è stato divertente! – Dissi io.

Gillian mi si avvicinò.

- Ma sai una cosa? –

- Cosa? –

- Vi assomigliate tu e Shawn. Con un'unica differenza. Lui sembra che sia cambiato parecchio nel tempo. Tu invece sei sempre il solito. –

La punzecchiai con un – E ti dispiace, cara? –

- No. – Mi diede un bacetto veloce. – Per nulla al mondo. – Mi lanciò un occhiolino, e si diresse verso il suo ufficio.

 

 

--- SHAWN POV ---

“Vi preghiamo di slacciarvi le cinture e scendere. Ultimo avvertimento. Questa è l’ultima fermata. Washington DC. Vi preghiamo di scendere in fretta.”

 

Ero confuso e sollevato… Non riuscivo a credere che ero già arrivato. Presi la mia giacca e iniziai a camminare contento verso l’uscita.

Notai che la porta del bagno era aperta, entrai e mi guardai allo specchio. I miei capelli erano perfetti, come sempre. La cosa era molto strana… ero sicuro che erano giorni che non li pettinavo come si deve. Contento dei miei capelli continuai a camminare.

 

Avevo altro a cui pensare…

 

Un'altra cosa strana era che sull’aereo c’ero rimasto solo io.

Arrivai all’uscita e trovai una ragazza molto carina ad aspettarmi. Era una delle hostess. Aveva uno sguardo indecifrabile ed con le mani mi fece segno di sbrigarmi. Con una mano teneva un microfono. Era stata lei a darmi l’ultimo avvertimento. 

 

- Signore è rimasto solo lei. Si affretti ad uscire. Dobbiamo riportare l’aereo nell’hangar.  – La signorina mi lanciò un sorriso raggiante.

Facendo lo stesso, iniziai a scendere le scale.

 

Arrivato a terra rientrai nell’aeroporto. Qua si che c’era molta gente, ma la maggior parte stava ritornando da un altro volo. Mi affrettai ad arrivare al ritiro bagagli. La mia borsa non era sul tapis roulant. Forse l’avevano già portato negli oggetti smarriti. Mi girai intorno per cercare il deposito quando la vidi.

 

Era li, di fianco a me e non l’avevo vista… Come avevo fatto a non vederla.

Io, poi!

Non riuscivo a parlare, avevo la gola secca…

- Ju… Jules, - Iniziai ma mi bloccò subito.

- Lascia parlare me. – Si avvicinò. – Per favore. –

Lentamente portò la mano destra sulla mia guancia e con il pollice delicatamente disegnò dei cerchi.

Il suo tocco era delicato e mi mancava, mi mancava il suo tocco, la sua presenza vicino a me.

Mi mancava il suo sguardo.

I suoi meravigliosi occhi azzurri mi fissavano dolcemente, e mi sentì felice, come a casa.

- Mi dispiace. – Riiniziò – Mi dispiace di non averti fermato. Di non averti detto niente. Ero arrabbiata per la bugia, delusa per avermela tenuta nascosta, sorpresa perché ti credevo ormai davvero un sensitivo, ma anche curiosa. Volevo farti così tante domande, così tante cose che non sapevo da dove cominciare. –

 

Fece un altro passo avanti.

 

- Mi sei mancato. Mi manchi.- Portò il suo braccio sinistro dietro la mia schiena e mi avvicinò ancora di più. I nostri visi erano a pochi centimetri di distanza.

 

- Jules… -

- Mi dispiace per tutto quello che è successo. Avrei voluto essere più comprensiva… Avrei almeno dovuto cercare di chiamarti, di… di farti spiegare… -

Si avvicinò ancora ed ora le nostre labbra si sfioravano mentre lei parlava.

- Mi mancavi. Mi faceva male sapere che non eri con me… che non potevo farmi proteggere. Mi mancava la sensazione di essere protetta, amata, speciale. E il fatto che non potevo difenderti nemmeno io… -

In quel momento chiusi le distanze e la baciai.

 

Ero felice.

Finalmente eravamo ancora insieme.

 

Per tutto quel bacio lasciai le braccia inutili sui miei fianchi. Lei allontanò il viso per prendere fiato. Poi le avvolsi le mie braccia intorno a lei e la ribaciai.

Dopo pochi secondi però si ristaccò. Avevo esagerato? Ero andato troppo veloce.

Aprì gli occhi, per leggere il suo viso quando vidi che non era lei ad allontanarsi ma era Declan[1]  che la stava tirando via da me!

- Declan! Che diavolo fai! -

Tolsi un braccio intorno a lei e cercai di spingerlo indietro.

- E levati! –

Usò anche più forza e incominciò ad urlare.

- Lascia! Smettila! Fermati! –

- Ehi! Le fai male! –

Lei era immobile… come spaventata.

 

Sbattei le palpebre e le riaprì, e rialzai lo sguardo verso Declan.

 

Mi ritrovai la faccia del grassone a pochi centimetri dal mio naso.

- Ahhhhh! –

Andai all’indietro e sentì il divestimento dello schienale della poltrona.

Ero ancora nell’aereo, e quello era un sogno. Bello, ma un sogno. Ed era finito. Ma era tutto così dettagliato… tutto così reale.

- Shawn, grazie al cielo sei sveglio. Pensavo ti volessi suicidare con quel cuscino! –

Io? Suicidarmi? Non lo farei mai. Per nulla al mondo, e poi quale cuscino.

Abbassai lo sguardo. In effetti ne stavo stringendo forte uno posizionato in verticale.

- Da dove esce fuori? –

Lo dicevo più che altro a me stesso, ma il tipo mi rispose.

- Quello? Me lo hai preso mezz’ora fa. Sembravi ancora più contento nel sonno e te l’ho lascato… -

- Grazie Declan. – Ero preso ancora dal sogno.

- Non mi chiamo Declan. Non ti ho ancora detto il mio nome. – Mi diede la sua mano, la strinsi. – Il mio nome è Randal ma puoi chiamarmi Randy.
- Piacere Rand… - Sul serio?! – … Randy. -

- Ok… Comunque… quanto manca? – adesso arriviamo alla 2 sosta. Scenderò lì. A te ne mancano altre 2, poi arrivi. Mentre dormivi ho fatto un po’ di calcoli. Quando arriverai li sarà buio. Tra le 22 e 23. Hai già prenotato? –

- Lo ha già fatto il mio capo. Il volo invece con la carta di credito di un mio amico. La mia avevo scordato di ricaricarla. –   

 

 

--- JULIET POV ---

 

Chiusi il telefono. Anche il padre non sentiva il figlio da giorni. Ero molto felice che stava bene, e lo sentì contento nel sapere che stavo cercando Shawn.

Ripresi il telefono e composi il numero di Gus.

 

 

 

Il numero era occupato. Avrei richiamato più tardi ma dopo alcuni minuti arrivò Buzz.

- C’è Gus che vuole parlarti. E’ sulla linea 3. –

 

- Gus! Ho cercato di chiamarti ma la linea era occupata. –

- Strano. – Ci fu un attimo di silenzio – Anche io ti ho chiamato prima. Forse ci siamo interrotti la linea da soli. –

Aveva ragione. Raramente ci chiamavamo e se succedeva dovevamo parlare di qualcosa che era successo a Shawn o che stava per fare.

- Sta bene! –

- Si, Gus. Ma devo sapere dove doveva andare di preciso. La Chief[2] Vick mi ha detto che sarebbe andato o a St. Louis e a Denver… ma…-

- Ma non ci sono… mi stai dicendo che lo ha mandato in missione? –

- Così dice. – Presi fiato. – Mi dispiace per quel che è successo Gus… e… non credo riesco a lasciarlo andare da solo li. Mi devi aiutare a sapere dove è diretto. Sarebbe d’aiuto sapere che aereo ha preso. –

- E’ per questo che ti ho chiamato. –

 

- Cosa? –

- Mi ha di nuovo rubato la duplica della mia carta di credito.-

- La duplica? –

- Si, la carta di riserva.-

- E perché? –

- Me la prende sempre e una volta me l’ha quasi persa. E’ stato difficile e lungo il procedimento per riavere indietro una nuova. Comunque so che ha preso un volo ma non so i dettagli. Su questa nuova carta si possono fare degli acquisti nascosti. In qualche modo avrà scoperto la mia nuova password e avrà attivato questa opzione. Se entri nel mio profilo sicuramente riesci a vedere che volo ha preso. –

- Dammi un paio di minuti. Ti chiamo dopo. –

 

--- --- --- ---

 

- Pronto Gus! –

- Ti sento. –

- Bene. Sono riuscita ad avere l’informazione. Il volo è il 4869 diretto a Washington DC ma con 3 fermate, e due delle quali proprio quelle due città. –

- Cerca di chiamarlo. Io vado all’aeroporto a chiedere. -

 

 

 

 

 

A/N: Spero vi sia piaciuto. ----  Recensite :D  ---- Qui sotto la spiegazione del titolo per chi non avesse capito.

Ricerche: dell’anello; della reale posizione di Shawn.

Attese: l’attesa dell’arrivo di Shawn a destinazione; L’attesa da parte di Shawn di una chiamata di Jules.
Desideri: Desiderio di Shawn nel riavere Jules di nuovo al suo fianco, (e viceversa); Desiderio di svegliarsi senza spaventi o dolori (xD cit. capitolo precedente).

 

 

__________________________________________________________________________________

[1]= Declan Rand (Prima apparizione 5x08), versione molto più ricca e responsabile di Shawn. Esperto di psicologia collabora con la polizia e in questo modo conosce Juliet. Hanno una breve relazione grazie al quale (ma anche grazie ad aver sentito una conversazione tra Shawn e Gus) Jules scopre dei sentimenti che Shawn prova per lei. Mentre Juliet si sta per preparare per un viaggio ad Amalfi con Declan, ha una discussione con Juliet nel quale lui le dice di vivere e ricordare ogni vero momento di quel viaggio. In quel momento lei capisce Shawn quanto tiene alla sua felicità e si lascia andare baciandolo.

[2]=Per chi non lo sapesse è un altro modo per chiamare un superiore. Sinonimo di Comandante o capo (“Capo” che ho usato sempre per almeno i primi capitoli. Non volevo usare “Chief” dato che è una parola straniera, ma per me è più naturale chiamarla Chief Vick)

   
 
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