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Autore: Mitsuki91    27/07/2012    7 recensioni
Seguito de: "Il gioco degli inafferrabili"
Siamo al quinto anno di Tom ad Hogwarts, ed una buffa ragazzina che non fa mai quello che Tom si aspetta gli ha già sconvolto l'esistenza: Tom ha trovato l'amore, o almeno quello che crede sia amore, ed Eva è al settimo cielo. Le vacanze invernali stanno però finendo, e presto gli studenti verranno a sapere di loro...
Nel frattempo Tom è ossessionato dal suo passato, le sue ricerche finora si sono rilevate infruttuose: riuscirà insieme ad Eva a scoprire le sue origini?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Tom O. Riddle
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'Non tutto il male viene per nuocere'
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Eccomi con il prossimo capitolo! =D
So che sembra non c’entrare niente… Però volevo scriverlo u.u e alla fine rispunterà fuori la sua utilità, eheh XD
Bene, ringrazio infinitamente chi mi segue/preferisce/ricorda e chi recensisce *--*
Ma io vi adoro *--*
Buona lettura! =D


Un mostro?

Tom ed Eva avevano finito presto di mangiare, e stavano per uscire dalla Sala Grande quando Malfoy richiamò il ragazzo.
“Ti aspetto, vai pure.” disse Eva. Tom, scocciato, tornò indietro verso il tavolo delle Serpi.
La ragazza si sentiva osservata, così uscì dalla Sala e si avvicinò alla scalinata per aspettare il suo ragazzo. Ad un certo punto le parve di sentire un rumore strano, come un gatto che graffia la porta. Incuriosita, Eva si spostò a sinistra, seguendo quel rumore, a cui si erano aggiunti schiocchi e versi strani. Entrò in una piccola aula dove c’erano solo tre banchi e un armadio. Era proprio da quest’ultimo che veniva lo strano rumore, e in aggiunta tremava tutto.
Eva si chiese cosa mai potesse essere. Valutò i rumori e il tremolio: un molliccio forse? In questo caso cosa avrebbe dovuto fare? Tirò fuori la bacchetta e valutò le alternative. Aveva imparato l’anno scorso ad affrontare i mollicci, non era nulla di che, almeno in teoria. Cos’era la formula? Riddikulus? Bene, se la ricordava. Che forma avrebbe preso il molliccio?
Se doveva pensare alla sua grande paura, la prima cosa che le veniva in mente era l’oscurità. Ma come ci si poteva trasformare in oscurità? Combatterla sarebbe stato semplice, sarebbe bastato accendere una luce, ma l’ipotesi le sembrava poco probabile. Una paura più concreta?
Ragni, erano certamente i ragni. Eva era aracnofobica fin da quando poteva ricordare. Ok, e ora come si rende ridicolo un ragno? Pensò a diverse possibilità. Alla fine optò per intrappolarlo nella sua stessa tela, e farlo rotolare. Bene, era fattibile. Si concentrò sull’immagine e poi, con un sospiro, aprì la porta dell’armadio con un semplice alohomora.
Un ragno in effetti uscì, ma era poco più grande di un pallone. Certo, bastava per far morire di paura Eva, ma si era aspettata qualcosa di più spettacolare a dir la verità.
“Riddikulus!” urlò, mentre il ragno si guardava intorno, come stupito della sua stessa libertà.
Non successe assolutamente nulla. Eva corrugò la fronte, e iniziò a sudare freddo. Come era possibile?
“RIDDIKULUS!” ripeté, ma niente. Ora il ragno sembrava essersi accorto di essere finalmente libero, e prese a zampettare verso di lei.
Eva si sentì impallidire dalla paura. Ma che voleva quel coso?! Levò la bacchetta, pronta a schiantarlo, quando…
“NO! NON CI FARE DEL MALE!”
Un ragazzo a dir poco enorme entrò nell’aula e si avvicinò al ragno, prendendoselo in spalla. Eva lo riconobbe istintivamente come Rubeus Hagrid: e dopotutto chi non lo conosceva, con la sua stazza?
“Ma che… Che è?” chiese Eva, con un filo di voce, mentre Hagrid si girava a guardarla.
“E’ un’acromantula.” rispose una voce fredda alle sue spalle.
Eva si girò e vide Tom, che squadrava con rabbia mista a disgusto il loro compagno.
“E’ un animale pericoloso, tanto da essere classificato Creatura non Commerciabile di classe B. Come mai te ne porti appresso uno, Hagrid?”
Il ragazzone si guardò intorno nervosamente.
“Io… Io l’ho trovato, ecco… Non potevo abbandonarlo, era piccolo! Sarebbe morto di fame!” cercò di protestare, arrossendo.
“Tu hai trovato per caso una Creatura non Commerciabile di classe B?” chiese Tom, pesantemente sarcastico, alzando un sopracciglio.
“Sì, io… Ho trovato l’uovo….”
“Lo sai vero che devo denunciarti al preside Dippet?”
Hagrid sbiancò.
“No, per favore! Lui non è pericoloso! Non fa niente, lo giuro!”
“Stava per attaccare Eva.”
C’era tanto gelo in quelle parole che ad Eva vennero i brividi, mentre lo sguardo di Tom sprizzava lampi. Non l’aveva mai visto così arrabbiato.
“Lui si difende e basta! Lei gli stava puntando la bacchetta! Ti prego, è buono, e…”
“Non importa Tom.” disse Eva, avvicinandosi al ragazzo e poggiandogli una mano sul braccio. Tom era decisamente stupito.
“Non importa? Ma se stai ancora tremando di paura?”
“Sono aracnofobica, ed è un mio limite, non è di certo colpa di… Del ragno. Comunque lascia stare, basterà che Hagrid gli trovi un posto più sicuro no? Lo farai, vero?” l’ultima frase era diretta al ragazzo che continuava a tenere il ragno in spalla.
“Sì, io… Certo, lo farò…” rispose lui, tirando un enorme sospiro di sollievo.
“Dai… Andiamo Tom…” lo spinse Eva.
“Stai attento Hagrid. Se vedrò in giro anche solo mezza zampa farò rapporto: è una promessa.” disse Tom, prima che Eva riuscì a trascinarlo fuori.
Qualche rampa di scale più sopra il ragazzo si decise a chiedere: “Come mai non me l’hai fatto denunciare?! Un acromantula nel castello… E’ pericolosa!”
Eva si fermò in mezzo al corridoio, e lo guardò con uno strano sorriso triste.
“Tom, Hagrid ha appena perso suo padre.”
“E allora?”
“E allora è solo al mondo! Non puoi biasimarlo se cerca un po’ di compagnia, anche se indubbiamente sarebbe stato meglio un gatto, o un gufo. Probabilmente quel ragno è l’unica cosa cara che ha: se lo denunciassi non solo dovrebbe separarsene, ma comprometteresti in modo irrimediabile i suoi studi. Vuoi davvero condannarlo in questo modo? Non ha più nessuno a cui appoggiarsi, come credi che farebbe a tirare avanti?”
Tom abbassò la testa, riflettendo.
“Forse hai ragione. Sta fatto che lo faccio solo per te: ricordatelo. E non scherzavo quando gli ho detto che alla prossima l’avrei denunciato.”
Eva sorrise.
“Non te ne preoccupare più, adesso. Allora, vediamo o no questa Stanza delle Necessità?”
   
 
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