Eccomi con il prossimo
capitolo! =D
So che sembra non c’entrare
niente… Però volevo scriverlo u.u e alla fine rispunterà fuori la sua utilità,
eheh XD
Bene, ringrazio
infinitamente chi mi segue/preferisce/ricorda e chi recensisce *--*
Ma io vi adoro *--*
Buona lettura! =D
Un mostro?
Tom
ed Eva avevano finito presto di mangiare, e stavano per uscire dalla Sala
Grande quando Malfoy richiamò il ragazzo.
“Ti
aspetto, vai pure.” disse Eva. Tom, scocciato, tornò indietro verso il tavolo
delle Serpi.
La
ragazza si sentiva osservata, così uscì dalla Sala e si avvicinò alla scalinata
per aspettare il suo ragazzo. Ad un certo punto le parve di sentire un rumore
strano, come un gatto che graffia la porta. Incuriosita, Eva si spostò a
sinistra, seguendo quel rumore, a cui si erano aggiunti schiocchi e versi
strani. Entrò in una piccola aula dove c’erano solo tre banchi e un armadio.
Era proprio da quest’ultimo che veniva lo strano rumore, e in aggiunta tremava
tutto.
Eva
si chiese cosa mai potesse essere. Valutò i rumori e il tremolio: un molliccio
forse? In questo caso cosa avrebbe dovuto fare? Tirò fuori la bacchetta e
valutò le alternative. Aveva imparato l’anno scorso ad affrontare i mollicci,
non era nulla di che, almeno in teoria. Cos’era la formula? Riddikulus? Bene,
se la ricordava. Che forma avrebbe preso il molliccio?
Se
doveva pensare alla sua grande paura, la prima cosa che le veniva in mente era
l’oscurità. Ma come ci si poteva trasformare in oscurità? Combatterla sarebbe
stato semplice, sarebbe bastato accendere una luce, ma l’ipotesi le sembrava
poco probabile. Una paura più concreta?
Ragni,
erano certamente i ragni. Eva era aracnofobica fin da quando poteva ricordare.
Ok, e ora come si rende ridicolo un ragno? Pensò a diverse possibilità. Alla
fine optò per intrappolarlo nella sua stessa tela, e farlo rotolare. Bene, era
fattibile. Si concentrò sull’immagine e poi, con un sospiro, aprì la porta
dell’armadio con un semplice alohomora.
Un
ragno in effetti uscì, ma era poco più grande di un pallone. Certo, bastava per
far morire di paura Eva, ma si era aspettata qualcosa di più spettacolare a dir
la verità.
“Riddikulus!”
urlò, mentre il ragno si guardava intorno, come stupito della sua stessa
libertà.
Non
successe assolutamente nulla. Eva corrugò la fronte, e iniziò a sudare freddo.
Come era possibile?
“RIDDIKULUS!”
ripeté, ma niente. Ora il ragno sembrava essersi accorto di essere finalmente
libero, e prese a zampettare verso di lei.
Eva
si sentì impallidire dalla paura. Ma che voleva quel coso?! Levò la bacchetta,
pronta a schiantarlo, quando…
“NO!
NON CI FARE DEL MALE!”
Un
ragazzo a dir poco enorme entrò nell’aula e si avvicinò al ragno, prendendoselo
in spalla. Eva lo riconobbe istintivamente come Rubeus Hagrid: e dopotutto chi
non lo conosceva, con la sua stazza?
“Ma
che… Che è?” chiese Eva, con un filo di voce, mentre Hagrid si girava a
guardarla.
“E’
un’acromantula.” rispose una voce fredda alle sue spalle.
Eva
si girò e vide Tom, che squadrava con rabbia mista a disgusto il loro compagno.
“E’
un animale pericoloso, tanto da essere classificato Creatura non Commerciabile
di classe B. Come mai te ne porti appresso uno, Hagrid?”
Il
ragazzone si guardò intorno nervosamente.
“Io…
Io l’ho trovato, ecco… Non potevo abbandonarlo, era piccolo! Sarebbe morto di
fame!” cercò di protestare, arrossendo.
“Tu
hai trovato per caso una Creatura non Commerciabile di classe B?” chiese Tom, pesantemente
sarcastico, alzando un sopracciglio.
“Sì,
io… Ho trovato l’uovo….”
“Lo
sai vero che devo denunciarti al preside Dippet?”
Hagrid
sbiancò.
“No,
per favore! Lui non è pericoloso! Non fa niente, lo giuro!”
“Stava
per attaccare Eva.”
C’era
tanto gelo in quelle parole che ad Eva vennero i brividi, mentre lo sguardo di
Tom sprizzava lampi. Non l’aveva mai visto così arrabbiato.
“Lui
si difende e basta! Lei gli stava puntando la bacchetta! Ti prego, è buono, e…”
“Non
importa Tom.” disse Eva, avvicinandosi al ragazzo e poggiandogli una mano sul
braccio. Tom era decisamente stupito.
“Non
importa? Ma se stai ancora tremando di paura?”
“Sono
aracnofobica, ed è un mio limite, non è di certo colpa di… Del ragno. Comunque
lascia stare, basterà che Hagrid gli trovi un posto più sicuro no? Lo farai,
vero?” l’ultima frase era diretta al ragazzo che continuava a tenere il ragno
in spalla.
“Sì,
io… Certo, lo farò…” rispose lui, tirando un enorme sospiro di sollievo.
“Dai…
Andiamo Tom…” lo spinse Eva.
“Stai
attento Hagrid. Se vedrò in giro anche solo mezza zampa farò rapporto: è una
promessa.” disse Tom, prima che Eva riuscì a trascinarlo fuori.
Qualche
rampa di scale più sopra il ragazzo si decise a chiedere: “Come mai non me
l’hai fatto denunciare?! Un acromantula nel castello… E’ pericolosa!”
Eva
si fermò in mezzo al corridoio, e lo guardò con uno strano sorriso triste.
“Tom,
Hagrid ha appena perso suo padre.”
“E
allora?”
“E
allora è solo al mondo! Non puoi biasimarlo se cerca un po’ di compagnia, anche
se indubbiamente sarebbe stato meglio un gatto, o un gufo. Probabilmente quel
ragno è l’unica cosa cara che ha: se lo denunciassi non solo dovrebbe
separarsene, ma comprometteresti in modo irrimediabile i suoi studi. Vuoi
davvero condannarlo in questo modo? Non ha più nessuno a cui appoggiarsi, come
credi che farebbe a tirare avanti?”
Tom
abbassò la testa, riflettendo.
“Forse
hai ragione. Sta fatto che lo faccio solo per te: ricordatelo. E non scherzavo
quando gli ho detto che alla prossima l’avrei denunciato.”
Eva
sorrise.
“Non
te ne preoccupare più, adesso. Allora, vediamo o no questa Stanza delle
Necessità?”