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Autore: gaccia    27/07/2012    13 recensioni
L'ennesima porta sbattuta in faccia! Tutti gentili, ma alla fine il risultato è lo stesso.
Ho provato in tutti i modi, mi sono presentata vestita casual, con tailleur eleganti, sportiva chic ma non è servito a nulla. Il posto da ricercatore è andato al maschietto di turno, bravo, certo, ma non quanto me.
Basta! Ho deciso! Questa volta proverò in un altro modo. In fin dei conti se c'è riuscito quello stronzo puttaniere di Edward Cullen a farsi passare per una ragazza al liceo, perché io non potrei farmi passare per un uomo? Solo fino a quando sarò assunta e non mi sarò fatta un pochino di esperienza...
“Piacere, mi chiamo Lino Swan”.
Sequel di “Ciao Edwardina”, anni dopo, la situazione si è completamente ribaltata: è Isabella ad essere costretta a vestirsi e comportarsi da uomo per ottenere il lavoro dei suoi sogni.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'i trasformisti'
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Chiedo umilmente scusa per il ritardo, la scorsa settimana sono stata molto presa e non sono riuscita a finire il capitolo… a dire il vero, l’ho finito ieri, quindi in perfetto ritardo di una settimana giusta, posto il nuovo episodio.

 

Mi sono rimessa a inserire i vostri nick nel tessuto nella storia, a perenne ringraziamento dei vostri commenti… spero che le cinque vittime di oggi non si offendano per quello a cui sono state accostate… (se devo essere sincera, un paio di loro sono davvero perfette!) e qui sorrido compiaciuta.

 

Ovviamente ringrazio anche chi ha recensito e che avevo già inserito in “Ciao Edwardina”, oltre a chi ha inserito questa storia nelle preferite, ricordate, seguite e chi ha semplicemente letto.

 

Siamo alle ferie ma vi consolo dicendo che continuerò a postare, compatibilmente con i miei impegni lavorativi (ferie? E chi le vede?).

Ultimo avvertimento: chi vuole leggere cose drammatiche, cambi storia… qui la cosa è un pochino più allegra! Io vi ho avvisato!

E ora…BUONA LETTURA!

 

---ooOoo---

 

 

Guardo Alice con occhi supplichevoli: «Davvero un sospensorio?» miagolo cercando di essere tenera e coccolosa come i pinguini di Madagascar.

«Non sei capace di fare gli occhi come il gatto con gli stivali di Shrek e men che meno hai il fascino di Antonio Banderas, quindi, sì! Sospensorio e conchiglia… mica vorrai infilarti un calzino puzzolente e maleodorante nelle mutande?».

Beh, oddio, se l’alternativa è quella mi rimetto al giudizio superiore della maestra di fashion che ho a disposizione. Però, voglio puntualizzare, il calzino lo avrei lavato a 90 gradi! Mica preso direttamente dal piede di Emmett! Bleah!

Sospiro sconfitta per l’ennesima volta.

«E sospensorio sia».

Alice e Angela sorridono vittoriose, mentre Grace mi battacchia sulla spalla a mo’ di consolazione e gli altri ridono.

Deprimente! Sono diventata il pagliaccio di turno.

 

«Okay, noi torniamo tra poco con tutto l’occorrente, tanto per dare un volto più definito al nostro Lino… a dopo» saluta Rosalie, risalendo in auto con il fidanzato.

«Mentre noi, ci accomodiamo in casa ed iniziamo a preparare la cena» continua Alice, precedendoci nella sua villetta che spalanca per noi.

È una casetta graziosa, come lo sono tutte in questo angolo di mondo: ha un bel giardino curato, la cancellata in ferro battuto coperta di rose rampicanti, il porticato con il dondolo strategico e romantico, e il piano di sopra dove, con tutta probabilità, si nasconde l’alcova lussuriosa dei due piccioncini… per un attimo mi viene da chiedermi se è Napoleone o Jasper che sta sopra… bleah! Che schifo solo a pensarci.

Il piano terra, invece, è la classica zona giorno con la sala, i divani, la cucina, la lavanderia e un piccolo studio, o almeno così me lo immagino e, da quello che vedo, non mi sono sbagliata di molto.

«Venite, accomodatevi… tu Ben, vieni con me!» ordina Napoleone.

«Ma… Alice! Anche Ben è un’ospite» cerca di contraddirla il coniuge del generale… Giuseppino! Ecco il nome adatto al consorte di sua Maestà, il nano imperatore di Forks.

«Amore, se questa sera ti vuoi gustare l’arrosto di mia madre come si deve, è meglio che ti affidi alle capaci mani del qui presente prof. È per questo che ce lo siamo portato dietro!» esclama sconvolgendoci tutti.

«Perdonami, Ben. Sono un pericolo in cucina e se non volete mangiare solo scatolette o pizze, è meglio che mi aiuti di là» si rivolge poi al diretto interessato con un tono che dovrebbe contenere delle scuse.

«Figurati, Alice. In fin dei conti, questo è il mio contributo per la missione Lino Swan! Non è che sappia molto su come truccare o vestire una donna… cioè un uomo… cioè un uomo che sembra una donna… oppure, no…» ed ecco che è andato in pallone.

In effetti sembrava difficile anche per me che c’ero dentro.

«Abbiamo capito, caro» interviene Angela mentre si slaccia le scarpe e massaggia le caviglie leggermente gonfie.

Ecco perché un figlio lo farei tra molti, molti, molti anni! I risvolti negativi della gravidanza sono un calvario. Vedi una pietanza succulenta o annusi il meraviglioso te verde con gelsomino e sai già che il tutto andrà nello scarico del water perché non riesci a trattenere nulla nello stomaco che non siano crackers

Rigorosamente non salati.

Di notte non si riesce a dormire per colpa di quella boccia protuberante che ti porti appresso e i piedi somigliano in modo impressionante alle stones del curling. Forse ci sarà anche qualche lato positivo in tutta questa storia, ma per ora mi sfugge.

 

La cena è pronta giusto in tempo per l’arrivo di Emmett e Rosalie che portano trionfanti una borsa di nylon contenente oggetti non meglio identificati.

In effetti, sono sicura che stiamo tutti ringraziando mentalmente il mio capo e, soprattutto, il fatto che Alice non abbia messo mani alla pentola e al sughetto che Ben ha preparato in pochi minuti per accompagnare il tutto.

«Che cena! Alice, non mi dire che hai imparato a cucinare! A casa non facevi neanche un panino, senza fare danni» esclama Emmett e Grace si mette a ridere seguita immediatamente da tutti gli altri.

«Meno male che siete miei amici!» risponde Alice, ma sorride, non se l'è presa per lo scherzo.

Tra una risata e un brindisi, la cena si conclude in piena allegria, senza altri riferimenti alla mia situazione (per fortuna, oserei dire).

 

«Che ne dite adesso di goderci la prima parte dello spettacolo?» propone Emmett indicando il televisore.

Annuiscono tutti tranne la sottoscritta… ho un dubbio: cosa vuol dire prima parte?

«Ovviamente dopo vedremo la nostra Bellina in una veste tutta nuova» mi illumina Rosalie indicando la borsa che era stata abbandonata accanto al divano.

Oh porca paletta! Posso darmi malata? Congestione fulminante… colite… unghia incarnita… carie al molare… qualsiasi cosa!

«Coraggio, Bella» dice Grace intuendo tutto dalla mia faccia «Meglio iniziare davanti a noi che direttamente in laboratorio,  ti pare?» la sua obiezione non fa una grinza e devo ammetterlo.

Per l’ennesima volta oggi, sbuffo ed annuisco. Credo che mi verrà una patologia strana ai polmoni, continuando in questo modo.

«Siete pronti per questo pezzo di storia cinematografica, questo documentario di vita vissuta, questo briciolo di cultura…» e qui si vede che Alice e l’orso sono fratelli. Emmett inizia a straparlare, più eccitato di un adolescente che si trova davanti un paio di tette per la prima volta.

«Tesoro, abbiamo capito, inserisci il CD e godiamoci lo spettacolo» incita Rosalie, e noi ci accomodiamo sul divano, poltrone e Jasper con Alice, direttamente sul tappeto peloso.

Devo dire che questo affiatamento tra le coppie mi rende decisamente gelosa, anche io voglio un bel maschietto da spupazzare o da sgridare a seconda dei casi. Invece vicino a me mi trovo Grace che si volta e mi abbraccia dicendo «Per questa sera mi accontenterò di te, amore. Ma non farci l’abitudine. Ti ho già detto che non sei il mio tipo» e mi schiocca un bacetto sulla guancia mentre io mi metto a ridere. Siamo decisamente una bella coppia di matte.

«Vedrai quando sarò completamente maschio, allora» le rispondo.

 

Il video inizia con un primo piano di due ciabatte tenute in mano da un Jasper decisamente più giovane.

«Film “I peli di Edward”, scena uno… prima» annuncia e schiaccia le ciabatte rumorosamente e si toglie dall’inquadratura. Decisamente un ciack casalingo.

Le immagini sono leggermente traballanti… Emmett non riesce a stare fermo, sembra che debba scoppiare a ridere da un momento all’altro… oppure in quel momento era in atto un terremoto del settimo grado della scala riecter.

«Sudore» dice una voce ovattata. A giudicare dall’altezza sembra Alice, anche se riconoscerla è dura, coperta com’è con mascherina, cuffietta e camice verde da chirurgo.

Vicino a lei altre due donne, presumo Rosalie ed Esme, che passano degli strumenti usciti direttamente dal museo della tortura di Volterra, nelle capaci mani di sua bassezza, Napoleone.

«Ceretta» noto che spalmano e poi tirano e la gamba saltella come se avesse ricevuto una scossa. Povero! So cosa significa la tortura del pelo.

«Pinzette» sembra davvero una sala operatoria.

Grace si sta rotolando sul divano, mentre Angela piange sulla spalla di Ben che non si trattiene.

«Quando lo sento, devo proprio fargli i complimenti… performance stupenda» singhiozza la ragazza accanto a me.

«Rivedere questi pezzi è sempre un piacere» dice Emmett, trattenendo una risata quando Alice comincia a spalmare qualche cosa di oscenamente viscido sulla faccia del cugino.

«Dai, adesso tocca a me» si sente nella registrazione e si vede che la videocamera passa di mano a un nuovo regista che ha il polso leggermente più fermo… da futuro medico, direi.

 

«Respira?» chiede quella che credo sia Esme, a una figura che non avevo notato prima, accanto alla testa del pavone.

«Tranquilla, pressione costante, respirazione normale, tutto bene» risponde Carlisle, mentre controlla i monitor.

Accanto a me, esplode un nuovo ululato di risate. Credo che Grace non riuscirà più a guardare Edward negli occhi senza ridere.

«Anche tuo padre? Ma siete pazzi, voi!» mi sfugge l’esclamazione che sa quasi di difesa per il mio ex ragazzo e quello che ha dovuto subire dalla sua cara famiglia.

«E’ stato un modo per tenerlo sotto controllo e fargli sentire meno dolore possibile. Pensa una depilazione da sveglio, per la prima volta…» mi spiega Rosalie e a questo devo darle ragione. Sarebbe stato orribile.

Il video continua con qualche altra tortura, finché si vede distintamente che il coso in mezzo alle gambe, incrementa il suo volume in una signora erezione che la sottoscritta ricordava sin troppo bene.

«Ma scherza? Sta dormendo, cazzo! Come fa ad averlo in tiro?» esclama Ben, lasciandoci di sasso per il suo tono triviale. Deve essere proprio sconvolto.

«Gli ha toccato il petto vicino all’ascella» rispondo in modo quasi meccanico senza accorgemene, per poi diventare rosso pomodoro.

Attorno a me un silenzio attonito e stupito.

«Ecco spiegato il motivo! Ci abbiamo messo sei anni per capire come avesse fatto a eccitarsi dormendo» esclama Emmett «Allora, Bellina, era così che…» prova a parlare ma lo stoppo subito.

«Non Una Parola! Ho giusto comprato un coltello a lama larga in ceramica che ha bisogno di una prova sul campo… l’ho battezzato Jess chan… lo vuoi provare, Emmett?» minaccio? Sicuro, e lui sa fin dove posso arrivare e che è meglio non provocarmi.

«Okay, scusa» alza le mani e si risistema sul divano, accanto alla sua bambola bionda.

Il video finisce poco dopo, con l’immagine del suo risveglio confuso e stravolto. Mitico davvero!

 

«Bene, adesso per chiudere in bellezza, ritocchiamo la nostra Bella e le facciamo indossare i suoi abiti da lavoro» annuncia Alice, alzandosi e voltandosi verso me.

«Perché non facciamo un’altra volta?» propongo con occhio languido.

«Andiamo, Antonio Banderas, vieni con noi» e trascina me e Grace su per le scale.

 

«Perché anche lei?» chiedo indicando la mora accanto a me.

«Perché deve restaurarti ed aiutarti ogni giorno mentre lavorerai lì… e ti assicuro che è un impegno davvero gravoso» mi spiega Alice e mi racconta le sue levatacce al mattino per truccare e preparare Edward.

A pensarci mi viene paura: quanto tempo andrà avanti questa storia? Spero poco, altrimenti potrei davvero schiattare dall’agitazione.

Dopo aver finito di sistemarmi il viso, Grace inizia a tirare fuori dalla borsa gli indumenti che devo indossare. Niente di particolare, solo una tuta, ma quell’insieme di fasce elastiche e quella cosa lucida che ha tra le mani mi danno i brividi.

«Cosa… cosa sono?» balbetto.

«Sospensorio e conchiglia» risponde ridacchiando.

«Oh! Che bello, questo è della linea Infea, sono le migliori» esclama Alice guardando la marca di quegli obbrobri.

E già! Meno male che non sono di Giova71 o di Barboncina85 ammesso che esistano come marca di mutande! Ma chi cacchio è infea? Solo Alice può conoscere le marche di produzione dei migliori sospensori per uomo!

 

Con mani tremanti agguanto il sostituto delle mutante e…

«Oh no! No, no, no, no! Mi rifiuto!» esclamo quando allargo l’indumento e vedo come è strutturato.

«Ma dai! Provalo!» dice Alice cercando di essere convincente.

Ma lo mettesse lei! Come si fa a indossare una cosa del genere?

Io ho sempre odiato i perizomi, con il filo interdentale separa chiappe che davano un fastidio tremendo, ma questo… questo è peggio!

Un elastico dovrebbe posizionarsi in vita e da lì si apre un pezzo di stoffa che dovrebbe coprire il pacco… in questo caso la conchiglia senza sorpresa.

In fondo al copri pacco si dividono due strisce che dovrebbero circondare le mie cosce e riattaccarsi alla cintura in vita. In pratica ho le chiappe scoperte!

Ma che razza di mutande sono?

È qualcosa di ancora più inquietante della mia guepiere con i laccetti!

«E cosa dovrebbe coprire questo?» do voce alle mie perplessità.

«Ovvio che va sulle mutande. Su, Bella! Non fare la bambina» incita Napoleone.

Appunto! Bambina non maschietto!

 

Okay, mi arrendo ed inizio ad infilarmi ‘sto coso tenendolo con le unghie del pollice ed indice… meglio limitare al minimo il contatto.

«Perfetto! Guarda come ti prende bene!» esclama Alice estasiata.

Mi prende bene come una emorroide! Concordo.

«Adesso infila questo» mi tende il pezzo metallico Grace.

La guardo con occhi lucidi.

«Devo proprio?»

«Se vuoi che ti prendano per un maschietto… devi proprio» risponde lei con un sorriso di scuse.

Mi infilo anche la conchiglia, riempiendo l’interno con del cotone che mi passa Alice.

«Adesso dobbiamo stringere il seno» mi annuncia il piccolo Krueger tendendo una fascia elastica che pare voglia avvolgere attorno al mio busto.

Se mi si incrina una vertebra, non occorre neanche andare all’ospedale per la medicazione: sono già fasciata.

«Ricordati che devo anche respirare» le rammento dopo che inizia a srotolare troppo stretta, la fascia sulle mie tette.

Addio, piccole care… non eravate enormi, ma mi avete dato buone soddisfazioni, ed era un piacere vedere quanto venivate apprezzate dagli altri…

 

«Adesso sembri abbastanza un palo… però dovremmo fare qualche cosa per questi fianchi» dice Alice soprapensiero.

«Scordati un’operazione stile pavone! Non voglio farmi affettare le anche! Non pensarci neanche per ipotesi» minaccio con il dito sotto il suo naso, ma sono convinta che farei più impressione con i miei angioletti contundenti… devo ricordarmi di portare dietro il coltello, tutte le volte che avrò a che fare con loro. Banda di pazzi!

«Figurati! Bella, per chi mi hai preso?» chiede con occhioni innocenti.

«Per Alice Cullen?» rispondo incrociando le braccia e senza sentire il solo sostegno in mezzo al petto… ho già detto ‘ciao, ciao belle tettine?’.

Mi infilo pantaloni e giacchetta, prima che sorgano altre strane idee e mi guardo allo specchio, sbalordita.

«Sono… sono…» non riesco a trovare le parole! Non sono io!

«Ciao, Lino!» esclama Grace, allegra.

 

Quando scendo dalle scale, devo ricordarmi di camminare con le gambe un pochino aperte, come un maschietto con tutti gli attributi. Vedo gli altri guardarmi con occhi spalancati ed Emmett fischiare ammirato.

«Tesoro, sei assolutamente fantastico… un pochino effeminato, ma praticamente perfetto» dice.

Io mi avvicino ad Angela: «Ciao, baby!» le dico scimmiottando un tono basso e sexy.

«Oddio! Un travestito!» esclama ridendo.

«Però, Bella, se fossi gay, mi farei avanti con te» rimarca Ben.

Cioè? Fatemi capire? Sembro una macchietta? Ma devo essere convincente!

 

«Dai, ragazzi! Faccio davvero così schifo?» chiedo mortificata.

Tutti irrompono in una risata collettiva: «Ma quanto sei permalosa!» mi dice il mio capo, facendomi un buffetto sul naso.

«Davvero, Bella. Noi sappiamo che sei una ragazza, ma ti assicuro che in questo momento anche tuo padre potrebbe avere qualche dubbio» mi rassicura Rosalie tra un singhiozzo e l’altro.

«Ti prego… non fare la grattatina agli zibidei o non resisto… » dice ridendo Grace alle mie spalle.

Le battute continuano sino a quando Alice prende nuovamente la parola.

«Bene, direi che questa giornata è stata davvero fruttuosa. Mercoledì sarei libera, possiamo andare al centro per comperare qualche vestito adatto e le scarpe da uomo. Rose, tu mi darai il cambio in negozio» ordina il piccolo imperatore di Forks.

«Ma non puoi darmi qualche cosa tu?» chiedo a mia volta. Lei ha un negozio di abbigliamento, potrebbe fornirmi direttamente i vestiti necessari. Non è indispensabile vestire Armani o arrolice.

«Preferisco portarti in un negozio specializzato e moderno. Io qui tengo roba più sportiva e meno elegante che non va molto bene per la città» si giustifica.

Posso anche capirla, in fin dei conti i suoi clienti sono persone che bazzicano nei boschi per cacciare o vanno a pesca.

«Ci vorrebbe un’imbottitura leggera per il torace, tanto per dare un pochino di sostanza a questo ermafrodita… che ne dite di quelle per motocross? Tipo pettorina però con la maglia» suggerisce Jasper.

Com’è il detto? Se vai con lo zoppo impari a zoppicare… se vai con Alice, impari l’arte… del vestiario?

«Buona idea, potremmo provare… è qualcosa di specializzato ma mi sembra di avere qualche cosa di simile nel magazzino…» dice Alice, come se ragionasse da sola.

Cerco da qualche parte un tovagliolo bianco e quando lo trovo sul tavolo lo agito come una forsennata: «Pietà! Sonno! Pausa!» e non credo che abbiano bisogno di collegare queste parole con una frase di senso compiuto per capire a cosa mi riferisco.

Tutto è rimandato a mercoledì ed io posso tornare a casa, vestita da uomo, accompagnata da Angela, Grace e il nostro autista Ben.

 

«Ti assicuro, Bella, che cominci a piacermi» ghigna Grace al mio orecchio avvicinandosi. È davvero impossibile!

«Và via! Lesbica!» rispondo ridendo e spingendola.

«Ecco! Chi non mi apprezza non mi merita! Andrò a cercare Geoffrey, meglio la salamella al buco inospitale!» borbotta ridendo anche lei, e con battute su questo genere riusciamo ad arrivare a Seattle senza incidenti, nonostante che anche Ben abbia le lacrime agli occhi dal ridere.

«Cara, secondo me dovresti convincere il bambino a non ascoltare queste due, o mi nasce traumatizzato» dice rivolgendosi ad Angela che si asciuga gli occhi, singhiozzando per l’ennesima uscita della pazza seduta accanto a me.

Credo che il suo ex la frenasse… non me la ricordavo così scatenata prima.

 

Diciamo che il mio letto mi accoglie senza mostrare perplessità sul mio nuovo aspetto. Il mio corpo riconosce il bozzo del materasso e si spalma come si deve per il meritato riposo. Almeno questo è rimasto uguale.

 

Maledizione! Non suona neanche la sveglia, ma il cellulare. Si può sapere chi chiama alle sei del mattino? Il turno alla tavola calda inizia alle dieci!

“Bella! Vieni subito a Forks! Ho la maglietta di cui parlavamo ieri sera!”

«Alice Cullen! Maledizione a te e a quando i tuoi genitori ti hanno concepita! Stavo dormendo!» protesto a occhi chiusi.

“Infatti è per questo che ti ho cercato a quest'ora, avevo paura che andassi a correre o qualcos'altro” risponde.

«Tipo dormire?» ipotizzo.

“Bella, non farla tanto lunga e scendi, Rosalie ti sta aspettando sotto casa” ordina ed io mi sveglio magicamente.

«Stai scherzando? Hai trovato una pazza scriteriata come te che ti segue anche a queste ore impossibili?» sono incredula.

“In realtà, io e Rosalie abbiamo parlato circa un'ora fa, ma lei ha bisogno di un pochino di tempo per sistemarsi” ovviamente! Che stupida a non pensarci, una si alza come minimo un'ora prima per fare da autista a me, accompagnandomi in un paese che dista più di un'ora di strada, solo per prendere una maglia.

Credo di aver già pensato che queste fossero pazze ma averne la conferma sicura è sempre spiazzante.

«Okay, faccio una doccia veloce e scendo» rispondo rassegnata.

In effetti, Rosalie mi sta aspettando con la sua macchina sportiva.

Beh, diciamo che il tragitto sarà estremamente comodo ed eccitante.

 

«Bella, volevo chiederti… sei davvero sicura di quello che stai facendo? Voglio dire, trasformarti, parlare, gesticolare… i maschi sono diversi da noi…» mi dice Rosalie dopo circa venti minuti di chiacchiere leggere e fondamentalmente inutili.

«Siamo diverse da loro, sì!» esclamo cercando di restare allegra.

Non vorrei pensarci troppo a questa cosa.

«Hai capito cosa intendo» mi ammonisce ed io sorrido rassegnata.

«Ho capito, sì. Non ne sono sicura ma voglio smuovermi, cambiare la mia vita e darle un bello scossone. Ho bisogno di qualche cosa di nuovo. In questi anni di college, mi sono quasi annullata e adesso voglio uscire» cerco di spiegare qualche cosa che anche a me sembra ostico capire.

«Non credi che questo sia un poco drastico… potresti trovarti in situazioni poco piacevoli».

«Le affronterò, ma davvero, voglio provare» ribadisco testarda.

Rosalie non commenta altro e cambia decisamente argomento, virando verso il suo matrimonio che ormai assorbe quasi tutte le energie da promessa sposa.

Mi racconta i preparativi di quello che sarà il giorno più bello della sua vita, tra poco meno di due mesi, quando legherà a sé il suo Emmett.

Sto ancora ridendo per quello che mi ha raccontato del fidanzato alle prese con il colore delle tovaglie, che scendiamo dall’auto davanti al negozio di Alice.

«Finalmente siete arrivate! Sono ore che aspetto!» va bene che l’attesa amplifica la sensazione del tempo che passa, ma questa esagera!

«Alice! Ti adoro, ma in questo caso non meriti risposta! Siamo partite praticamente subito ed io devo tornare immediatamente in ufficio, quindi sbrigati!» esclama Rosalie. Meno male! Pensavo che fosse un robot agli ordini della psicopatica, invece anche lei ha una volontà propria.

«Okay, hai ragione, scusa» udite, udite, nuove nuvole si addensano su Forks, dopo l’ammissione del piccolo imperatore «Adesso però, Bella, vieni qui dentro e prova questa… vediamo se funziona!» come non detto, ecco che tornava a dare ordini.

 

In effetti la maglietta mi gonfia un pochino le spalle, la pancia, mi sento meno palo e più ‘rotolosa’… in senso maschile, si intende. Alice mi infila una camicia sopra e chiusa quella mi guardo allo specchio.

«Biologicseattle inc, preparati! Lino Swan sta arrivando» esclamo alla mia figura riflessa, mentre Alice e Rosalie battono un cinque visibilmente soddisfatte del risultato.

 

---ooOoo---

Angolino mio:

Prima di tutto, grazie per l’idea del sospensorio e conchiglia annessa. Ho descritto la fotografia pubblicata su Wikipedia (la santa) e devo dire che quella vista mi ha ispirata di più che guardare dieci commedie campioni di incassi al cinema. È devastante! Per una donna, si intende…

 

Ringrazio Corny83 per il suggerimento della maglia imbottita per motocross. Ho cercato su internet qualche cosa che mi facesse capire cosa intendeva ma non ho trovato una cippa… quindi sono andata per deduzione, sperando di non scrivere castronate… eventualmente, se così fosse, la colpa è sua! No, dai, facciamo a metà con me che l’ho appoggiata!

 

Alcune di voi hanno proposto relazioni tra Grace e Lino e, donzelle affascinate dal nuovo collega. Sicuramente ci saranno anche queste cose.

Premetto col dire che Edward tornerà non prima di altri due capitoli, uno dei quali tratterà il colloquio e i primi tempi di lavoro di Lino.

 

Nel prossimo capitolo invece vorrei affrontare l’acquisto vestiti oltre che la voce e la camminata di Lino. Abbiate pazienza ma accavallare le gambe non lo trovo il massimo… forse imparerà a grattarsi gli zibidei… come dissi nel capitolo!

Accetto suggerimenti per queste cose… e poi voglio un vostro consiglio: lo facciamo uscire con James da maschio o da femmina?

Io, quasi quasi, propenderei per la prima ipotesi… voi?

 

Aspettando i vostri suggerimenti vi rimando al prossimo capitolo che, se tutto funziona, vedrà la luce per venerdì prossimo.

Per ora, grazie per l’attenzione

Alla prossima

baciotti

  
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