Arrivata davanti all'ospedale presi lo skate in mano ed entrai dentro, mi accolse un lungo corridoio, vuoto e spento. Guardai l'orologio alla mia destra: 23,45, l'ora della visita era già finita da un bel po'.
Iniziai a camminare a passo svelto, arrivata davanti alla stanza numero 367, posai la mano sulla maniglia e entrai lentamente.
Lui era lì, sdraiato sul suo letto, con una espressione rilassata, gli andai vicino posandogli un bacio sulla fronte e poi mi sedetti sulla poltroncina vicina a lui, gli presi la mano e mi addormentai con lui.
Il mattino seguente mi sveglió una carezza dolce sulla guancia,sapevo già di chi era, sorrisi e alzai la testa.
-Tu non dovresti andare a scuola?- mi chiese lui.
-Ciao anche a te papà!- risi.
-Bimba è da tanto che non vieni a trovarmi! Voglio subito un tuo abbraccio!- mi alzai e lo abbracciai con tutto l'amore possibile.
-Mi sei mancato- gli sussurai.
Lui come risposta rise e tossicchió uno "Strano!".
-Forza rossa devi andare a scuola!- gli diedi un bacio sulla guancia e corsi fuori dalla stanza urlando "Ti voglio bene". Mentre correvo sentii una infiermiera gridarmi -Cosa ci facevi lì ragazzina?!-.
Arrivata fuori alzai gli occhi al cielo e lo vidi pieno di nuvole grigie, di nuovo, sbuffai e presi il cellulare sentendolo vibrare.
-Pronto?!?-
-Dove cazzo sei??- mi ero dimenticata di avvisarlo.
-Luke! Ero da papà- gli dissi con una vocetta da bambina per intenerirlo.
-Potevi avvisarmi!- sbuffó.
-Scusa- risposi.
-Vebhè piccola non importa..Io devo andare a lavorare-
-E io a scuola..Ciao a dopo, ti voglio bene!- Staccai il telefono dall'orecchio, ma prima d attacare sentii un suo "Anch'io".
La scuola non era tanto lontana dall'ospedale così poco dopo ero già lì.
Arrivai giusto in tempo per l'intervallo, andai a fumare nel terrazzino vicino alla classe, mi sedetti sul muretto lì vicino, accesi una sigaretta e buttai la testa al cielo chiudendo gli occhi.
-Non dovresti essere qui bimba- mi disse una voce mai sentita prima...