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Autore: EmptyEyes    28/07/2012    0 recensioni
Non voglio presentare le mie storie, chi mi ha seguita dall'inizio sa com'è il mio stile. Chi ha letto solo una mia storia non può giudicarmi, perché io scrivo in base all'umore. Comunque ho deciso di avventurarmi nella foresta delle storie vere e proprie (?). Ebbene sì, cari lettori, ecco a voi la mia seconda storia. *ta dààà*
Spero mi farete leggere le vostre opinioni...
A presto,
Fra-
Genere: Demenziale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.

Si voltò all’improvviso quando l’avvolse la consapevolezza di aver bisogno di un consiglio. La faccia di Jasmine lasciava trapelare le incertezze che la affliggevano. Floris alzò la testa dai libri appena in tempo prima che Jasmine iniziasse a sommergerla con i suoi problemi. Lo faceva spesso, e Floris ci era abituata. In fondo le faceva piacere, che la compagna di classe fosse così aperta con lei. Tuttavia si sentiva inutile quando la bionda chiedeva consigli ad altri dopo aver parlato con lei, e questo era un duro colpo per la propria autostima, che era già sotto i suoi piedi.

Floris Brashine aveva serie difficoltà a socializzare con il resto del mondo. Non era chiusa, anzi. Parlava anche troppo. Ma per delle ragioni inspiegabili veniva detestata dal novanta percento della gente a cui rivolgesse anche solo un saluto. Di sicuro il suo carattere non è definibile. La sua vita era segnata da alti e bassi che le facevano costantemente cambiare umore e modo di relazionarsi.

Però con Jasmine c’era un’intesa particolare, o almeno questo era quello che piaceva credere all’asociale con i capelli color cannella.

Quando la riccia iniziò a parlare, Floris si rese subito conto qual era l’argomento che stava trattando.

“Sono così confusa” Esordì Jasmine. L’amica la guardò con aria stanca e comprensiva.

“Le scelte sono tue, non puoi pretendere che io o chiunque altro prenda tali decisioni al posto tuo” Dichiarò la ragazza dagli occhi acquamarina.

“Sì, hai ragione, ma … Ho la testa che mi scoppia. So che quello che dicono il medico e i miei parenti potrebbe essere la soluzione migliore, però mi sento come sotto una campana di vetro, monitorata ventiquattro ore su ventiquattro da gente che mi ritiene una pazza maniaca. E se continuo così finirò per diventarlo davvero” Proseguì la fanciulla con gli occhi del colore del cielo e del mare più profondo.

“Ahahah una pazza maniaca dici? Ascoltami, loro non credono tu lo sia e tu non lo diventerai, chiaro? La tua situazione è tipica di un’adolescente. Non c’è niente di cui preoccuparsi. Quando sarai adulta e ripenserai a questo momento ti farai delle grasse risate” Proseguì Floris.

L’amica le lanciò un’occhiata di sbieco prima di girarsi e sbuffare. Ripensò alle parole della sua compagna. In fondo aveva ragione, la sua era solo una fase passeggera, ma doveva prendere una decisione.

Jasmine aveva ancora la faccia preoccupata quando uscì dall’aula a fine mattinata. La sua vita sembrava scorrerle di fronte come se appartenesse ad un’altra persona, un vortice di ricordi che spegneva ogni barlume di certezza acceso fino a poco prima.

Ora c’erano solo dubbi e domande a riempire la sua testa; risuonando, sembravano campane. Campane che scoccavano l’ultima ora di una vita regolare e bilanciata per la riccia ragazza bionda.
   
 
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