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Autore: AdeleBlue    28/07/2012    1 recensioni
Questa storia è ispirata alla famosa cantante inglese Adele,che tutti noi adoriamo.
Non sono una scrittrice e le mie storie non sono scritte in modo perfetto ma spero possiate comunque apprezzarle.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Adele continuò a sorridere fin quando finalmente Mark cominciò a parlare: “come ben saprai, di anno in anno, ogni Casa Discografica sceglie un cantante o un artista che faccia da immagine per il concerto di beneficenza che si tiene sempre a Porto Rico, ai Caraibi”…“e noi abbiamo subito pensato a te”, aggiunse in fine Lilian notando che Adele continuava a fissarli senza proferire parola. “Allora che ne pensi? Potremmo discutere dei dettagli se ti và”, disse Mark con tono speranzoso guardandola in un modo che voleva farle intendere incoraggiamento, da parte sua, a partecipare a questa iniziativa. Adele si appoggiò bene allo schienale della sedia e annuì lentamente in segno d’approvazione. “Ho sempre sognato di partecipare”, disse; poi sorrise guardando Lilian con fare entusiasta. “Sarebbe un onore rappresentarvi, si si…credo che mi piacerebbe molto”! Ci fu qualche istante di silenzio in cui i tre si guardarono negli occhi scambiandosi sguardi complici e, estraniando Adele dal tutto, parlarono a bassa voce senza farsi sentire. “Vedrai, sarà divertente”, disse Derek sfoderando uno di quei suoi fantastici sorrisi che la giovane cantante non tardò a notare. “Scusatemi”, disse Mark prima di spostare all’indietro la sedia per potersi mettere in piedi. Adele fece roteare le pupille dei suoi occhioni, seguendolo; poi lasciò perdere focalizzando il suo sguardo su Derek, ancora lì fermo a guardarla. Il signor Dowson tornò dopo poco con una pila di carte; si sedette e appoggiò i documenti su quella scrivania bianca come il latte, vicino ai suoi due colleghi. Con la mano spinse i fogli dall’altra parte fino a farli arrivare sotto gli occhi di Adele. La ragazza lo guardò in modo interrogativo, ma non disse nulla. “Questi sono tutti i documenti. Ti spiegheranno meglio di che si tratta. Avrai bisogno di consultarti con il tuo manager, immagino.” Derek sorrise ancora, poi cominciò a parlare: “le solite scartoffie sotto cui dovrai mettere una firma, non appena convinta. Il posto è davvero molto bello…ci sono il sole, il mare… E poi ci sarò io ad aiutarti con le prove, un paio di ore al giorno. Prendila come una vera e propria vacanza”! Adele lo ascoltò senza muoversi di un millimetro, poi portò lo sguardo verso quelle carte pronte per essere spulciate e giudicate da Martha, la sua manager. “ Io vi ringrazio. In effetti ho proprio bisogno di una vacanza”. Adele fece una risata abbastanza contenuta, dopo aver fatto quella affermazione. Poi, alzandosi, prese in mano i documenti. Non era affatto rimasta delusa da quel colloquio e, anche se avrebbe sicuramente accettato, le piaceva essere cauta nei confronti di documenti scritti, proprio come quelli. Strinse la mano al signor Dowson, a Lilian e lentamente quella di Derek, per dargli il tempo di guardarla negli occhi. I due si fissarono rimanendo fermi, poi Adele scosse leggermente il capo, come per risvegliarsi da una specie di sogno. “E’ stato un piacere parlare con voi. Spero che questo sia l’inizio di una lunga serie di collaborazioni. Il mio agente vi contatterà stasera stessa e vi darà una risposta. Per ora mi limito ad andare…il mio cagnolino, a casa, mi starà reclamando”. Adele sorrise, mentre i tre risero piano per qualche secondo. Poi, dopo essersi salutati, lasciò quella grande stanza per raggiungere di nuovo la Reception. “Ciao Lauren”, disse accennando un sorriso mentre guardò il viso della giovane segretaria conosciuta poco tempo prima. Lei, non aspettandosi che si sarebbe ricordata il suo nome, sobbalzò dalla sedia per l’entusiasmo e sfoderò un grande sorriso. “Ciao a te, Adele”, le disse con quel tono stridulo causato dalla troppa emozione di quegli istanti. Adele era abituata a fare questo effetto ai fan e lo apprezzava…la faceva sentire amata. La cantante continuò a camminare fino a quando non riaprì la meravigliosa porta trasparente, grazie alla quale tutto era illuminato dall’abbagliante sole di quella mattina e uscì definitivamente da quello studio. Rimanendo ancora sul marciapiede, sfilò il suo cellulare dalla sua “Vuitton” e compose il numero di Martha, la sua agente. Il telefono cominciò a squillare e, in attesa di una risposta, Adele si accese quella che per lei era una meritata sigaretta. “Ciao Martha”, esclamò, contenta di sentire la sua voce ancora assonnata. Martha era la migliore manager che avesse mai avuto, nonostante ella amasse i festini e fare le ore piccole, tanto da non essere raggiungibile fino a mezzogiorno inoltrato, di solito. “Lo so, lo so…non dirmelo. Stanotte hai bevuto tanto e adesso io ho disturbato i tuoi sogni tranquilli, vero?” Chiese Adele con tono divertito e ridendo di gusto. Adorava la sua agente proprio perché era così particolare. Una persona su cui poteva sempre contare quando aveva voglia di prendersi una bella sbronza. Adele fece il primo tiro della sua sigaretta appena accesa e, aprendo poco la bocca, fece uscire fuori tutto il fumo bluastro che, espandendosi, si dileguò del giro di pochi secondi nell’atmosfera circostante. “Adele, che bella sorpresa. Quanto tempo…” Disse Martha con la voce ancora impastata dal sonno. Adele aveva indovinato e, anche se l’agente non lo confermò, entrambe sapevano che fosse sotto l’effetto di un brutto post-sbronza. “Allora, ragazzona, vuoi buttare via quella sigaretta e spiegarmi che succede?” le disse Martha, dopo aver intuito dal soffio sulla cornetta, per far volare via il fumo. “Ma guarda che io non sto mica fumando”, Adele le rispose sarcasticamente, poi fece cadere per terra la sigaretta e la pestò strofinandola sotto la sua ballerina beige. Sapeva bene che faceva male a lei e alla sua voce e stava cercando di smettere, ma ogni tanto il desiderio era troppo forte per provare a resistere. “Cercherò di essere breve.. La scorsa settimana ho ricevuto una chiamata un po’ strana, sul mio cellulare. Era Mark Dowson,il famoso proprietario della XL Recordins,la casa discografica. Mi ha chiamata di persona,è spettacolare! Comunque,oggi mi sono presentata all’appuntamento,ci eravamo messi d’accordo e insieme a due suoi colleghi mi ha chiesto di rappresentarli in un concerto di beneficenza che si tiene ogni anno, da un bel po’, ai Caraibi. ” Martha ascoltò ogni parola, anche se ancora non aveva la forza di formulare delle vere e proprie frasi compiute. “E’ fantastico, ragazzona!” “Si, lo so. Ti ho chiamata così presto perché non sapevo a chi altro dirlo e poi perché.. mi hanno lasciato dei documenti e ho pensato che potessi darmi una mano a studiarli un po’ insieme. E’ una buona idea, non credi?”Adele stette in trepidante attesa di una risposta, anche se sapeva bene che era molto probabile che Martha non avesse capito neanche una parola detta o che avrebbe dimenticato questa conversazione non appena si fosse riaddormentata. “Hai fatto davvero bene a chiamarmi. Quando e dove vuoi farmeli vedere?” Chiese la manager. “Mmh… pensavo a casa mia!? Tra…mmh…diciamo un paio d’ore!? Ti prometto che ci saranno litri e litri di caffè e anche i biscotti al cioccolato che mi ha portato mia madre. Dai non puoi rifiutare.” Adele le disse infine, accennando una delle sue risate profonde; quelle che riescono a coinvolgerti anche dall’altra parte di un telefono. “Ci vediamo per mezzogiorno, Adkins! Il caffè lo vorrei senza zucchero, per favore”, concluse Martha. Poi agganciò! Adele sorrise, rimettendo il cellulare nella borsa e camminò fino a raggiungere la macchina dove, subito, mise in moto diretta verso casa. Appena arrivata, parcheggiò lontana di qualche metro e poi scese, chiudendo la macchina. Entrò in casa e, ai suoi piedi, si fiondò il suo adorabile bassotto, Loui. Adele gli sorrise, poi si abbassò per accarezzare la piccola testa con il palmo della mano. “Ciao amore”, disse dolcemente al cane, poi lasciò la borsa su una sedia e si tolse il foulard. Si recò in cucina. “Julian, Louis ha già mangiato?” Adele chiese alla donna di servizio che era già intenta con i piatti della sera prima. La donna annuì, poi continuò il suo lavoro. “Potresti preparare del caffè? Martha viene qui e ne avrà bisogno”. “Si signora, certo!” disse la donna con lo stesso tono educato che usava sempre. Adele si spostò da quella stanza e andò a riprendere i documenti lasciati nella borsa. Si sedette su una sedia e diede uno sguardo indeciso. Finalmente qualcuno bussò alla porta,era Martha. Adele stese grandi le braccia abbracciandola. Martha era una trentenne,lunghi capelli neri e occhioni altrettanto neri,un fisico mingherlino che si poteva ben notare attraverso i suoi piccoli e aderenti vestiti. Era solita portare occhialoni da sole,proprio quelli che aveva indosso anche quel giorno. “Entra pure tesoro” disse Adele staccandosi da lei e facendo qualche passo all’indietro per poter chiudere la porta. Le due si sedettero sul tavolo della cucina dove cominciarono da subito a sorseggiare il loro caffè caldo. Martha incrociò le gambe da sotto al tavolo poi prese i suoi occhiali da vista che teneva nella boesa e in silenzio lesse i dettagli del contratto. Adele aspettò per non disturbarla e non disse neanche una parola. Dopo una ventina di minuti finalmente Martha cominciò a parlare. “Beh,Adele.. E’ un contrato vantaggioso e poi e per una buona causa. Secondo me è una buona idea. E poi ho sempre sognato si prendere il sole in una spiaggia Caraibica” Adele rise insieme a lei annuendo. “Credo proprio che partirò allora” Fece una breve pausa per bere l’ultimo sorso del caffè “E tu verrai con me. Prepara le valige” . La ragazza strizzò l’occhio,era davvero felice e non vedeva l’ora di comunicarlo alla casa discografica.
  
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