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Autore: musicsafety    28/07/2012    7 recensioni
Ero sola. Completamente, unicamente sola. Con chi potevo parlare del mio problema?
Migliore amica? No, era in Italia.
Mamma? No, era morta.
Papà? No, lui non poteva sapere questa storia.
Fratellastro? Oh. No, era da escludere. Lui era il mio problema.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Chi era quel ragazzo?!»
Guardai Harry, seduto comodamente sul divano con il telecomando in mano, ma con gli occhi puntati su di me.
Un brivido mi percorse la schiena facendomi tremare.
«Un vecchio amico.»
Borbottai avviandomi verso le scale, tentando di non incrociare per l'ennesima volta le sue iridi. Ma, purtroppo, la sua voce mi bloccò costringendomi a voltarmi.
«Non sapevo ti fossi arruolata nei sommozzatori.»
Disse, riferendosi ai miei abiti ma continuando a fare zapping tra i canali televisivi, per poi soffermarsi su un film.
«Oh, sì. Non te l'ha mai detto mio padre? Potresti fare una prova anche tu. Secondo me, se ci metto una buona parola, ti potrebbero prendere. Sai, occuperesti perfettamente il ruolo del tonno.»
Urlai salendo al piano di sopra.
Styles, Styles, Styles. Quando capirai che deve ancora nascere la persona che mi zittirà?
Lentamente cominciai a levarmi i vestiti che poi gettai in un angolo, pensando che, se la mia migliore amica fosse stata lì, mi avrebbe fatto il terzo grado arrivando ad analizzare scientificamente le sostanze contenute nelle cellule del tessuto per rispondere alle sue domande.
Presi una tuta e andai in bagno a farmi una doccia ridendo al semplice ricordo di Itan armato d'acqua.

 
«Hope, diavolo, hai intenzione di aprirmi?!»
Sentii il riccio urlare fuori dal bagno e, allungando una mano, aprii la serratura della porta.
«Scusa, non ti sentivo. Sai, il phon...»
Urlai, per sovrastare il rumore dell'aggeggio meccanico.
Lui guardò il mio riflesso nel vetro e fece una smorfia che, di rimando, mi fece sorridere.
Scosse i capelli che poi si portò da un lato con una mano.
Ragazza, perché lo stai fissando come se fosse un Dio Greco?
Questa volta, fui io a scuotere la testa: ma non per sistemarmi il ciuffo. Per sistemare i neuroni.
Dov'era quella insopportabile ma adorabile Carlotta quando serviva?
Sbuffai e cominciai a spazzolarmi i capelli.
«Oggi vieni con me.»
Mi voltai sorpresa verso il ragazzo al mio fianco tenendo saldamente il pettine in mano.
«Io non vado da nessuna parte.»
Ringhiai cercando di sbrogliare i miei capelli che, seppur fossero lisci, erano indomabili.
«Oh, però con quell'Itan ci saresti andata. Vero?»
Disse maliziosamente.
Scattai verso di lui, alzando la mano con cui tenevo il pettine e lo puntai ai collo di Harry, il massimo dell'altezza a cui potevo arrivare.
«Che ne sai tu di Itan?»
«Oh, allora ti piace...»
Mormorò inclinando il viso da un lato e chinandosi su di me.
I nostri nasi si sfioravano appena e la mia testa girava vorticosamente. Ma non m'importava.
«Non ho detto quello.»
«
Era palese la questione, bambola.»
«Bambola? Bambola ci chiami tua sorella, idiota.»
Lui inarcò un sopracciglio e rise. Quando ne capii il motivo mi sentii avvampare di colpo.
«Cambia il soggetto, il pensiero è lo stesso.»
Sussurrai a un millimetro dal suo viso.
Lui rise senza distogliere lo sguardo, mandandomi il iperventilazione.
Ma che mi stai facendo?
«Ti ho proposto di venire e tu hai accettato. Quindi, preparati. Ti porto a conoscere il resto della band.»
Concluse lui sottraendosi alla mia morsa e facendomi l'occhiolino prima di sparire in corridoio.
Io rimasi a fissare il muro senza a pensare a niente di preciso. O meglio, a qualcosa pensavo. A quell'essere non esattamente identificato che giuridicamente era quasi il mio fratellastro.

 

Eravamo seduti in macchina, fermi ad un semaforo e io stavo per entrare in una profonda crisi di nervi grazie ad Harry che batteva le dita sul volante a ritmo di musica da quando, più o meno, eravamo partiti da casa.
«Vuoi stare fermo, per favore?!»
Lui sbuffò e guardò fuori dal finestrino bloccando le mani.
Io sospirai sollevata.
«Quando ci vuole per arrivare dai tuoi amici?»
Chiesi voltandomi verso di lui che, però, non mi degnò di uno sguardo.
«Se andiamo avanti di questo passo, anche mezz'ora.»
«Oh, fantastico!»
Esultai, infilando la mano nella mia borsa ed estraendone il mio libro. Con un sorriso stampato sul volto aprii alla pagina che indicava il segnalibro ma, prima di cominciare a leggere mi battei una mano sulla fronte sconsolata.
«Oh, caspita. Mi sono totalmente dimenticata! Styles, quando torniamo indietro possiamo fermarci un attimo in libreria? Devo prendere un libro a tua mamma, stamattina mi sono totalmente dimenticata.»
Borbottò qualcosa d'incomprensibile ma annuì.
Senza impegnarmi più di tanto per capire ciò che stava brontolando, cominciai a leggere.
Leggere, era il mio modo per estraniarmi dal mondo. Tu, lettore ti puoi immergere nel libro fino a non sapere più dove sei o chi hai intorno: l'unica verità è che non t'interessa realmente tutto questo.
Avevo sempre preferito un buon libro ad una serata in discoteca. Come, dopotutto, preferiva la mia migliore amica. Certo, non dico che eravamo due recluse. Piaceva anche a noi il divertimento e, magari, qualche uscita insieme. Ma ci trovavamo più a nostro agio in una libreria, piuttosto che in un negozio di vestiti, ecco.
«Tu leggi?»
E
sclamò sorpreso il riccio al mio fianco.
Non alzai neanche gli occhi e risposi, continuando la mia lettura.
«Oh, sai. Me l'hanno insegnato alle elementari. A te no?»
«Non intendevo quello. Dico, qui? In macchina?»
«Che c'è di strano?»
Questa volta mi arrischiai ad alzare la testa e, come volevasi dimostrare, rimasi incantata dai suoi occhi.
Lui fece un sorriso sghembo e alzò un sopracciglio. Ma si limitò a quello. Non rispose alla mia domanda e tornò a guardare la strada, com'era giusto che facesse.
Mi accorsi solo in quel momento d'aver trattenuto il respiro.
Tu hai bisogno di uno psicologo, Hope. Ma uno bravo.

 

Harry

Non avevo mai conosciuto una ragazza che leggesse in generale, figuriamoci una che tirasse fuori il libro addirittura in macchina.
Beh, Harold, forse perché fin'ora sei uscito solo con ragazze convinte che un libro sia un tipo di panino, non credi?
Tentai inutilmente di scacciare quell'orrida voce dalla mia testa ma non potevo dargli torto: era così.
Ero uscito con veramente tante ragazze ma, di tutte queste, nessuna aveva mai ragionato più di tanto. E questa cosa andava benissimo.
Con la coda dell'occhio guardai Hope, che sembrava totalmente immersa nella sua lettura e dovetti ammettere che era veramente...tenera, forse?
Ma che stai dicendo? Ti sei bevuto il cervello, brutto decerebrato? Tenera. Pft. Mai usato questa parola.
Ripensai alla scena della mattina, in mano. Mi aveva provocato una strana sensazione averla così vicina al mio viso.
Sicuramente, non mi aveva fatto paura la sua minaccia con tanto di pettine ma...
Torna sulla Terra. Siamo arrivati, Mr.Dolciosità.
Parcheggiai di fronte alla piccola villa e tirai il freno a mano guardando la ragazza.
«Siamo arrivati.»
Lei posò il suo libro nella grossa sacca azzurra che si mise prontamente a tracolla e io uscii dall'auto, aggirandola e aprendole la portiera per poi tenderle la mano.
Lei mi squadrò sorpresa e si alzò senza accettare il mio aiuto.
Scossi la testa ridendo e sbattei lo sportello della mia Range Rover per precederla sul vialetto di mattoni fino all'ingresso di Casa Horan.
Aprii la porta che, come al solito, non era chiusa a chiava, e aspettai che entrasse Hope prima di seguirla.
«Da queste parte non si usa avvertire dell'arrivo con...non so...il campanello?»
Io risi sarcasticamente e le diedi un colpo su un braccio.
«Sono di famiglia qui.»
Lei annuì e si guardò intorno curiosa.
Non era una ragazza particolarmente alta, mi arrivava giusto al naso e non era decisamente il mio tipo. O, perlomeno non era il tipo di persona che avevo frequentato fin'ora e che, sicuramente, non avrei mai frequentato.
«Razza di rincoglionito dammi quella chit...oh, non farlo. Non farlo!»
Delle urla invasero il corridoio che stavamo percorrendo e io scoppiai a ridere.
«Loro, sono “il resto della band”.»
Dissi continuando a ridere. La castana mi guardò e osservando la scena che si trovò davanti si unì alla mia risata.
Gli altri quattro si voltarono verso di noi con sguardo stupito e Louis inclinò la testa di lato inarcando le sopracciglia come faceva solitamente quando era confuso. E in quel momento, lo era.

 

Hope

Un biondino dall'aria sognante era impegnato a divorare un panino a due piani godendosi il palcoscenico davanti a sé: un ragazzo con due grossi occhioni castani spalancati si stava avvicinando goffamente a un paio di occhi azzurri che stavano fissando il ragazzo al mio fianco.
«Metti giù quella chitarra, Tomlinson.»
Lo intimò il secondo descritto. Il ragazzo dagli occhi blu tornò a guardarlo e impugnò più saldamente la chitarra che teneva in mano.
«E cosa ci guadagno io, Payne?»
Solo in quel momento, mi resi conto di un quarto ragazzo con la pelle elegantemente ambrata, seduto all'ombra di un grosso albero, con le cuffiette nelle orecchie che sembrava totalmente assente.
«Non fare lo stupido. E' presente una bella donzella, non facciamola scappare prima del dovuto.»
Disse quello che avevo capito si chiamasse Payne.
Spero per lui sia il cognome...
Risi e sentii le mie guance andare a fuoco.
A questo punto la chitarra cadde con un tonfo sordo e tutti (compreso il ragazzo dall'aria scocciata sotto l'albero) si girarono verso di noi. Verso di me.
«Harry, sapevamo delle tue numerose vittime ma non ne hai mai portata una qua. Dev'essere una cosa seria. Stai male?»
Chiese sempre il castano che fino a poco prima era armato di strumento.
Il ragazzo al mio fianco li guardò tutti scoppiando nuovamente a ridere.

«Lei è Hope. La mia...sorellina.»
Lo fulminai con lo sguardo che fu seguito da sussurri sorpresi di tutti gli altri.

Se sono tutti come questo qui, giuro che scappo e vado a vivere in Afghanistan. Insomma, la situazione non può essere tanto peggiore di questa.


Spazio autrice.
Buonsalve lettrici.
Come state oggi? Siamo nel pieno dell'Estate, io sto morendo di caldo eppure sono qui e mi crogiolo nella speraza che qualcuno di voi legga questa stupida storia.
Hope you like it, and...recensite! (?)
Vi voglio taaanto bene e perdonate eventuale errori. Vi prego di dirmi se c'è qualcosa che non vi piace. Un bacione.

 

  
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