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Autore: xmariaria    28/07/2012    8 recensioni
Per la millesima volta mi ritrovai su quelle scale. Per la millesima volta bussai su quella porta.
« Cosa vuoi ancora,Elise? » « Voglio...te. »
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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‘Ahia.’ Ansimai nel momento in cui la cerniera del mio abito toccò un lembo della mia pelle.

‘Oh, sembra una bomboniera.. lei è così.. meravigliosa’. ‘Grazie’ Tirai su due piedi mascherando il sorriso più falso di questo mondo.

‘E’ perfetta signorina Elise, glielo assicuro io!’ ‘Sembrate una principessa signorina Elise.’ ‘Mio dio signorina Elise, è così bella.’

Signorina Elise, signorina Elise, signorina Elise. In certi casi non era mica facile saper interpretar bene una donna altezzosa di prima classe. Portamento, stesura: insomma era un vero e proprio dramma!

‘Mi chiamo Elise’ tirai d’un fiato. ‘Elise, semplicemente Elise.’

Passavano dalla cipria ad ogni tonalità di colore che potesse rendere ancora più deprimente quell’orribile momento.

Ombretti, rossetti, eye-liner ed arrivarono anche al punto di toccarmi ciò che ritenevo più sacro al mondo: i miei capelli. Ci mettevo ore a farli diventare così lisci, i miei meravigliosi capelli neri –lunghissimi- erano maneggiati da donne incapaci dove le uniche parole che riuscivano a dire erano ‘Signorina, signorina, signorina, mi scusi signorina, mi perdona signorina.’ Si salvi chi può.

Ad interrompere il silenzio che governava quell’enorme stanza fu un ticchettio.

 Toc-toc.

 ‘Signora Evangeline, sua figlia sarà la ragazza più bella che un principe volesse mai  amare stasera!’

Un principe, oh giusto, il mio ragazzo per scelta era un nipote di principi in pratica, ma in teoria aveva tutte le sembianze opposte a quelle di un principe. Sì, i capelli erano biondi, gli occhi erano azzurri e il fisico era perfetto, ma non era mai riuscito a conquistare per davvero il cuore di una donna –ragazza, nel mio caso- come un principe avrebbe fatto.

‘So che non lo ami per davvero, ma col tempo imparerai a farlo’ disse d’un tratto mia madre ‘neanche io amavo tuo padre all’inizio, ma quando mi ritrovai per sbaglio incinta di tuo fratello, non potetti far altro che accettare questo destino ed adesso guardaci! Ci amiamo per davvero.’

‘Mamma, io voglio poter essere libera di amare un vero uomo, uno che mi rendi felice per davvero.’

Sapevo che questo sogno, per quanto bello, fosse anche impossibile. Sin da bambina, pur non avendo nessun sangue reale che scorresse nel mio sangue, ero sempre stata la principessa di casa, la mia era una famiglia ricca, non quanto quella di David –il mio ‘ragazzo’- e sin da quando ero piccina la famiglia di David prescelse me come la futura moglie del loro dolce e amato figlio.

‘Ti voglio bene, Elise.’ Mi baciò forte sulla fronte, lasciando dire addio alla mia cipria sul viso, e nonostante tenessi particolarmente al mio aspetto estetico, per una volta lasciai che il mio viso affondasse sulle sue spalle liberandomi da ogni senso di tristezza e scontentezza che era presente un attimo prima.

Anche io e te ne vorrò sempre.’

Scesi le scale con notevole indifferenza, indossai il mio giaccone e per quanto avrei odiato quel momento per tutto il resto della mia vita, mi precipitai sul taxi. Destinazione? La mia morte.

 ‘Imparerai ad amarlo, Elise. Puoi farcela, Elise. Non succederà nulla, Elise’ continuai a ripetere a me stessa nel momento in cui mi ritrovai sotto quell’enorme cancello che conduceva  a casa dei Blake. Forza e coraggio, era quello ciò che mi serviva in quel momento.

‘Oh, Elise!’ Perfetto. La mia simpaticissima ‘suocera’ adesso si divertiva anche! Mi sbaciucchiò per ben tre minuti esatti e quando mi liberai di quell’orribile presenza vidi David scendere le scale con noncuranza.

Era bello, quello sì, ma era lo stronzo più arrogante che io avessi mai conosciuto in vita mia e, credetemi, ne ho conosciuti tanti.

‘Ciao David!’ Sorridi, sorridi, sorridi, cerca di sembrare una fidanzatina perfetta innamorata di un vero principe. Inutile. Ero più sconcertata che mai in quel momento.

 ‘Ciao Elise, sei bellissima.’ Detto questo mi scoccò subito un bacio sulla guancia.. disgustoso.  Oh, non c’era bisogno che tu mi dicessi quando bella fossi, sai?

‘Grazie, anche tu.’ L’educazione di certo non mi mancava, quello no.

La cena si sarebbe svolta tra mezz’ora ed io già sentivo la mia pancia implorarmi di metter sui denti qualsiasi cosa che potesse riempire quel vuoto. Mi fissai intorno, sospirai. Quello non era il mio mondo, lo sapevo bene. Eppure ci ero dentro, ero nella casa del lupo e non c’era via di uscita in quel momento.

 

Ben presto dovetti iniziare a salutare tutte quelle ochette vecchie e rimbambite, ovvero le dolcissime amichette –ricche sfondate- di Michelle, la mia carissima suocera. Per poco non sentivo gli zigomi andare in fiamme dal dolore visti i miei sorrisini falsi.

‘Piacere, Elise.’ ‘Oh, salve. Sì, sono io, Elise!’ ‘Salve ,Elise.’ Uccidetemi, vi scongiuro.

Continuavo a camminare mano nella mano con David, per quanto disgustoso fosse, mi piaceva ricevere tutte quelle attenzioni da gente di una certa classe pur sapendo di non aver nulla a che fare con loro.

‘Hai freddo?’ Mi chiese d’un tratto. Oh, ma dai! Eravamo in una casa che straripava di persone e la temperatura probabilmente superava i 30°C, ma apprezzai lo sforzo di quel feeling che cercava di creare in quel momento.

‘No, sto benissimo’ dissi ‘grazie’. Mi fece un sorrisetto prima di scomparire nel resto della folla.

Quella serata pareva non finire mai, la cena era andata un vero e proprio schifo. Tre bicchieri rotti, un piatto rovesciato sulla giacca di David e per non finire avevo persino sputato in faccia a Michelle. Beh, non posso non ammettere di  aver riso per due ore abbondanti al solo ricordo della sua faccia disgustata.

‘David, scusa. Ho rovinato tutta questa serata e so quanto tua madre…Michelle’ mi corressi immediatamente ‘ ci tenesse. Perdonami.’

‘E’ meglio che tu vada adesso, la cena si è conclusa prima del previsto a quanto vedo. Arrivederci Elise.’

Arrivederci? Arrivederci? Cazzo, ero la sua ‘ragazza’! Un ‘Ciao Elise’ non poteva farselo uscire da quella boccaccia? Ma tutti i torti non aveva, avevo appena condannato la mia dignità ad un futuro senza fine con la mia piacevole sceneggiata e per quanto divertente fosse stata, mi sentivo in colpa. Così presi il mio giaccone e, con testa alta, mi diressi versi l’uscita.

 ‘Vaffanculo a te, David, vaffanculo Michelle, vaffanculo vita di merda!’ Urlai piangendo contro uno stupido distributore di benzina.

Camminai per km con i piedi probabilmente a fuoco quando vidi un bar e in men di un secondo mi ci ritrovai dentro.

‘Cosa le offro bella signorina?’ ‘Lo stesso suo.’ Dissi indicando un uomo completamente ubriaco che si trovava al mio fianco.

Iniziai a bere senza sosta, senza neppure rendermi conto di ciò che stavo facendo. Volevo dimenticare? Ma perché farlo ubriacandosi? Eppure non avevo risposta a ciò che stavo facendo. Sentivo la testa scoppiare ad ogni sorso, sentivo le forze abbandonarmi  e mi sentivo completamente ubriaca.

Quando decisi di alzarmi da quel tavolino era troppo tardi, perché ero ridotta completamente uno schifo e se fosse stato per un altro sorso di vodka mi ritrovavo con un overdose.

Uscii dal locale traballando, se mi fossi guardata probabilmente avrei provato vergogna per me stessa da sola. In questo stato per un ragazzo che neppure amavo. I miei occhi color ghiaccio si trasferirono subito sul viso di un ragazzo, era così dannatamente bello. Una sigaretta era racchiusa tra le sue due labbra carnose ed aveva entrambi le mani in due tasche del suo jeans. Occhi verdi, moro, alto. La perfezione in persona, forse?

‘Mi piace quando… sorridi’ Aggiunsi improvvisamente, ero a soli pochi centimetri distante dal suo corpo. Oddio, cosa stavo dicendo? Fermatemi, cosa? Elise, mio dio. Elise, calma. Elise, smettila!

Sorrise, mio dio. Quella risposta mi fece appagare per un attimo tutti i sensi di colpa e tutti i filmini mentali che stavo costruendo.

‘Davvero?’ Inarcò un sopracciglio e iniziò a fissarmi abbandonando la sua sigaretta - ormai finita- sull’asfalto grigio proprio accanto al suo paia di vans nere.

Annuii mascherando la mia faccia da ermafrodite abbandonando i lunghi capelli neri sul mio viso.

Eppure sentivo che le forze mi avrebbero abbandonato e non avrebbero tenuto ancora per molto.

In men che non si dica caddi all’indietro, quando sentii qualcuno mantenermi. ‘Mi piace anche il tuo… profumo.’ Ormai non sapevo neppure io quello che dicevo! Mio dio, ero in seri problemi psichici.

Gli occhi si richiudevano come un guscio, cercavano riposo e il buio in quel momento era l’unica cosa che volevo. Sospirai e mi abbandonai tra le sue braccia, probabilmente ero troppo stanca persino per parlare.

 

Spazio d’autrice.

Questa è la mia prima storia, non potete neppure immaginare quanto sia felice! Volevo innanzitutto ringraziare Fabiana, la mia perla di saggezza, per avere invogliato a scrivere questo capitolo e la mia migliore amica, Emmanuela, che mi ha fatto scommettere su questo capitolo.(La scommessa l’ho persa,lol.) Grazie per tutti quelli che stanno leggendo questa schifezza.

Ah, voglio scusarmi in anticipo per eventuali ritardi che farò, ma la scuola purtroppo mi occuperà quasi tutto il mio tempo libero.

Una piccccccccccccolissssssima recensione? Un bacio!

Maria.

 

Marie.
   
 
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