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Autore: costy24    11/02/2007    5 recensioni
Gli incubi tormentano Hermione, che nasconde qualcosa. Harry tenta di scropire cosa la fa allontanare da lui. Entrambi si guardano dentro. Fanfiction senza alcuna pretesa, eccetto quella di fare un po' sognare e raccontare la coppia più bella che ci sia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5.

Harry incurvò leggermente la schiena, puntando la sua Firebolt più in alto. Sentiva il vento fresco del mattino scompigliargli i capelli, il naso che ormai si stava riducendo ad un ghiacciolo.

Il ragazzo continuava a spingere sempre di più la sua scopa, come se stesse tentando di scappare. Come. Harry stava realmente tentando di fuggire.

Fuggire dagli sguardi di disapprovazione di Ron, ma ancora di più dagli sguardi arrabbiati e così carichi di incomprensione di Hermione.

-Ron sta farneticando. Hermione è solo un’amica, una grande amica, ed è più che normale che sia preoccupato! E anche arrabbiato, visto come mi ha trattato! Però… e se..? e se Ron, dal fuori, avesse capito qualcosa che io invece non ho ancora capito? Perché in fondo dovrebbe indurmi a riflettere su cos’è Hermione per me? Bè, Hermione è… è un po’ Hogwarts. È come se fosse la mia casa, dove sono sicuro potrò ritornare sempre, senza aver paura che qualcuno mi sbatta la porta in faccia. Hermione è… è semplicemente Hermione, no? Adesso che ci penso solo lei mi da quella sicurezza che mi fa stare bene… - Harry sorrise tra sé e sé pensando al viso di Hermione in un momento di gioia.

Spinse la scopa ancora più in alto, inclinandosi, raggiungendo quasi la posizione verticale. Il vento ora non solo gli scompigliava i capelli, ma lo spingeva giù dalla scopa, premendo contro il viso e impedendogli di vedere.

Un pensiero attraversò la mente del ragazzo.

Hermione. Lui. Un bacio.

Di colpo Harry lasciò la presa della scopa, precipitando nel vuoto, nella testa ancora quell’immagine, che inaspettatamente, anche ora, mentre stava schiantandosi al suolo, lo lasciò stordito e con un leggero sorriso sulle labbra.

 

 

Hermione entrò piano in infermeria, le mani affondate nelle tasche dei jeans, e il viso contratto in una smorfia d’indecisione.

La stanza era inondata da una luce soffusa arancio e dalle ampie vetrate si poteva ammirare un tramonto meraviglioso.

Costatò con piacere che, al di fuori di Harry, non c’era nessun studente ricoverato. Meno gente c’era, meglio era.

Harry stava sfogliando distrattamente una rivista di Quiddich, che ripiegò immediatamente sul letto, non appena si accorse della ragazza. I loro sguardi si incrociarono.

-Ehi!- esordì Hermione – questa volta sei tu il ricoverato e io che ti vengo a far visita!- fece un sorriso tirato, imbarazzata per la situazione. Pochi giorni prima l’aveva insultato, e adesso si presentava come se niente fosse accaduto.

-Accidenti, avrei dovuto portarti qualcosa!- esclamò, tenendosi a poca distanza dal ragazzo, ma non osando sedersi sul letto.

Notando il perpetuo silenzio di Harry, Hermione inspirò profondamente. Come sarebbe stato facile offenderlo di nuovo, sputargli in faccia tutto il rancore che aveva nei suoi confronti, la rabbia per la sua diffidenza, per le sue frecciatine sui suoi incubi. Quanto sarebbe stato semplice litigare di nuovo, e scappare via, lontano da tutti e da tutto, auto-convincendosi che quei sogni erano stati casi isolati.

-Ma non è quello che mi sono ripromessa- pensò la ragazza, rifacendo un respiro profondo e sedendosi lentamente sul letto del ragazzo.

-Avevi ragione tu, sai? Hermione, quella che non sbaglia mai, non dorme dall’inizio dell’anno, e pensa che dicendo a tutti che è successo occasionalmente , non la disturberanno più. E no, non capivo che stavo mentendo solo e unicamente a me stessa. E so anche di aver commesso un grande errore a dirti quelle cose, ero… ero spaventata- disse tutto d’un fiato Hermione, tenendo gli occhi bassi, sulle coperte candide del letto.

Harry la guardò per qualche secondo.

-Io non so veramente cosa dire- esordì, torturando la rivista di Quiddich che nel frattempo aveva ripreso in mano.

-Io sono stata una stupida! Ma avevo paura, Harry! e ne ho ancora, sai? Tanta paura di… di vederti…- lo interruppe la ragazza, cercando di trovare le parole adatte.

-Di vedermi come Hermione?- domandò inquisitore Harry, mollando di colpo la rivista e prendendo la mano di lei. Hermione arrossì di colpo, ma non lasciò la mano, anzi strinse la presa.

-Nei miei incubi ti vedevo… morto- sussurrò la ragazza, guardando Harry negli occhi.

-Morto? E perché dovevo essere morto?- continuò stupito il ragazzo, spostando una ciocca di capelli castani dal viso dell’amica.

-Io… io… ecco… ti avevo detto una cosa – mormorò Hermione, titubante.

-Cosa Hermione? Cosa mi volevi dire?- la incitò ansioso Harry.

-Voglio sapere cosa doveva dirmi. Esigo saperlo!- pensò il ragazzo, stringendo forte la mano di Hermione, che ebbe un fremito.

-Signorina Granger, mi dispiace interrompervi, ma è ora che il Signor Potter dorma. Dopo quella caduta da quella altezza e un braccio rotto, deve proprio riposare.- Madama Chips interruppe il discorso, riportando alla realtà i due ragazzi, che si lasciarono velocemente la mano e la guardarono imbarazzati.

-Emh… si, stavo proprio per andarmene Madama Chips. Solo un secondo- rispose Hermione, alzandosi e riassettandosi le pieghe della maglietta.

Quando la donna se ne andò, la ragazza si riavvicinò al letto di Harry.

-Mi dispiace tanto, Harry- sussurrò, dandogli un piccolo bacio sulla guancia, e se ne andò.

Il ragazzo rimase per qualche secondo stupito e scosso, con la mano che toccava il punto dove l’amica l’aveva appena baciato.

Una maliziosa idea si insinuò nella mente di Harry –proprio come nel flash di questa mattina. Magari fosse stato vero…-

 

 

Hermione si buttò violentemente sul letto, gli occhi che vagavano sul soffitto.

-Non ci posso credere che ho detto quelle cose! Che gli ho rivelato il mio sogno… e se...? e se il sogno si avvera?- pensò, portandosi una mano alla bocca, come per soffocare un urlo.

-Gli ho stretto la mano! E gli ho dato un bacio sulla guancia! Oh, mio dio. io… non ci posso credere. Come diavolo mi è venuto in mente di dirgli quelle cose? Adesso penserà che sono un’idiota, e come dargli torto! gli ho rivelato che lo vedevo morto e stecchito! Meno male che è arrivata Madama Chips, chissà cos’altro gli avrei rivelato… quegli occhi mi ipnotizzano…-

La ragazza si coprì la faccia paonazza per la vergogna con le mani, scuotendo la testa violentemente.

Accorgendosi del rintocco delle campane, Hermione si riscosse immediatamente. La aspettava Silente per la prima lezione di Occlumanzia.

La ragazza raggiunse trafelata lo studio del preside, dopo aver superato i due gargoil di pietra all’ingresso.

Silente era girato verso la finestra, a contemplare gli ultimi strascichi del tramonto.

Hermione tossì piano, per richiamare l’attenzione dell’uomo.

-Oh, Signorina Granger, entri pure. Si accomodi- disse, facendole segno di sedersi.

-Allora, come credo lei ben saprà, se le mie teorie sono esatte, e che cioè questi incubi non sono certo un caso, ma bensì siano qualcosa di molto più oscuro, Voldemort padroneggia con sicurezza la Legilimanzia. Ed è per questo che è necessario capire se realmente questi sogni sono provocati da lui o dai Mangiamorte. Non so se il Signor Potter le abbia mai raccontato delle sue lezioni con professor Piton- Hermione annuì –bene, Harry avrebbe dovuto chiudere la mente, lei invece, solamente per ora, dovrà aprirla. Dobbiamo capire con esattezza se questi incubi hanno lasciato tracce dentro di lei che possano ricondurci al mittente. Quindi, se lei è d’accordo, io incomincerei.-

Hermione inspirò profondamente. Sapeva che non sarebbe stata una cosa piacevole, ma doveva farlo. Anche per Harry.

Silente impugnò la bacchetta ed Hermione fece altrettanto. La ragazza, posizionata, inspirò nuovamente e piegò leggermente la testa. Era pronta.

-Legilimens!-

Proprio come era successo all’amico 2 anni prima, l’ufficio del preside iniziò a scomparire, al suo posto una serie di ricordi sconnessi.

Aveva sette anni e stava guardando la televisione con i suoi genitori e all’improvviso saltò la corrente… la gioia della prima lettere di Hogwarts, con la cera lacca verde con lo stemma impresso delle quattro case… la prova delle Pozioni al primo anno… la giratempo e Fiorebecco al terzo … il serpente… ti amo… Harry che urlava… la voce glaciale che riecheggiava nel corridoio… freddo… tanto freddo….

Di colpo Hermione si accasciò sul pavimento. Il respiro era affannoso, la testa le girava e era rossa in viso.

-Hermione, si rialzi.- la voce del preside la riscosse. La ragazza si alzò a fatica, il viso grondante di sudore.

-Si sieda un secondo, Signorina Granger- le disse l’uomo, aiutandola a sorreggersi.

-Io… ci ho provato… ha… ha visto..?- balbettò Hermione, deglutendo a fatica.

-Ho visto, sì, il serpente, la sua… dichiarazione e la risata. Credo che per questa sera sia sufficiente. Adesso vada a rifocillarsi in Sala Grande, credo che ne abbia bisogno.- la congedò Silente.

-E, Hermione- aggiunse, facendo voltare la ragazza – non è mia abitudine interferire nella vita dei miei studenti, ma io credo che scappare da Harry non l’aiuterà- disse e sotto uno sguardo paterno, Hermione uscì dallo studio.

 

 

-Madama, la prego! Ho dormito per un’ora intera, e adesso sono riposatissimo! Ho fame, Madama, la prego, mi faccia andare in Sala Grande per mangiare un boccone e le prometto che ritornerò in infermeria in un lampo!- Harry stava implorando Madama Chips.

Doveva scendere. E non certo per la fame! Diavolo, ci sarebbe stata Hermione e lui doveva parlarci assolutamente! Un braccio rotto non l’avrebbe certo fermato!

-Signor Potter, sappia però che non risponderò di questa cosa, quando la professoressa McGranitt verrà da me a lamentarsi perché il capitano della sua squadra non si è rimesso completamente!- brontolò la donna, scuotendo la testa.

Harry intese la frase dell’infermiera come un via libera e si dileguò in fretta.

Scese di corsa le scale, investendo quasi un gruppo di studenti del primo anno.

Arrivato in sala Grande, si catapultò al tavolo dei Grifondoro, al solito posto, notando con disappunto che Hermione non c’era ancora.

-Ehy, amico, ti sei ripreso?- gli chiese Ron, addentando un cosciotto di coniglio.

-Emh, sì certo. Sai dov’è Hermione?- rispose distratto il ragazzo, continuando a guardarsi intorno, nella speranza di scorgere l’amica.

-Harry, calmati. Starà arrivando, no? Oggi aveva la sua prima lezione di Occlumanzia con Silente. Si sarà fermata un po’ di più capita. Tu, piuttosto, hai riflettuto su quello che ti ho detto?- ribattè l’amico, fissandolo a lungo.

-Io… sì, ci ho pensato. E non so cosa rispondere. Mi sono rotto un braccio appena ho provato a rifletterci! Io… non so, Ron. E se, mettiamo il caso, mi piacesse, cosa dovrei fare secondo te?- balbettò incerto Harry, infilzando con la forchetta delle povere ed innocenti patate al forno.

-Cosa provi quando ti sta vicino?-

-In che senso?-

-Ti faccio un esempio- spiegò Ron -quando sto vicino a Luna, le mie orecchie diventano ancora più rosse del solito, mi manca il fiato e tutto sembra essere più bello. Magari quello che provi tu è completamente diverso, ma io quando sto con lei mi sento bene. Lei mi far stare bene-

-Ciao!- proruppe Hermione, sedendosi di fronte ad Harry.

-Hermione, ciao!- la salutò Ron, tirando un calcio ad Harry sotto il tavolo.

-Emh… ciao- bonficchiò il ragazzo, ricominciando a torturare le patate.

-Io ti vorrei parlare- dissero all’unisono i due, arrossendo.

Ron li guardò allontanarsi vero il parco, imbarazzati e tesi.

-Ha funzionato il discorsetto ad Harry?- chiese Luna, sedendosi.

-Sì, e solamente grazie a te, mia piccola Luna…-

 

 

 

 

 

 

 

ciao a tutti! eccovi un altro capitolo di What I Can't Say To You!:)

mi scuso con tutti voi per il ritardo nell'aggiornare, ma con i mille impegni mi è stato molto difficile. allora, come potete vedere in questo capitolo, Harry sembra finalmente accorgersi di provare qualcosa per la nostra >Herm, anche se è un po' restio ad ammetterlo... da un certo punto di vista questo capitolo è molto romantico, perchè c'è l'imbarazzo dei primi movimenti [come quando si tengono la mano... <333] e poi anche perchè vi è uno scorcio di Ron/Luna! per la lezione di Occlumanzia mi sn basata all'originale, riguardandomi il capitolo e per quello che prova Herm ho ricalcato le emozioni di Harry. e ora, i ringraziamenti!

Summers84_ hai capito in pieno quello che volevo esprimere di lei, e cioè che oltre ad essere coraggiosa è anche molto fragile e dolce e fa di tutto per proteggerlo! grazie 1000 per aver recensito! :)

granger90_mi dispiace di non aver aggiornato prestissimo, ma sai, con tutte le cose che si devono fare! sono contenta che tu abbia capito al volo la mia piccola allusione... :) grazie 1000 e continua a recensirmi!

desdeus_ ormai sei un affezionato di questa fic e ogni volta che aggiorno spero sempre in un tuo commento! sono felice che Herm ti piaccia di più, forse perchè ha messo da parte quel lato fragile che l'ha un po' caratterizzata per i primi 3/4 cap e sta realizzando che quello che le è successo è una cosa seria! grazie 1000 x la recensione! :)

grazie a tutti, alla prossima! bacio, costy

  
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