29/07/2012
0 recensioni“Pioggia”
«Devi smetterla di soffrire così.»
«Non posso.»
«Non è la fine del mondo, dai.»
«Non ancora.»
«Lei tornerà, ti basta aspettare un po’»
«Ho molto tempo, in effetti.»
«Decisamente una lunga vita.»
«Senza di lei, oserei dire un’eternità vuota»
«Perché non puoi dimenticare? Per un po’, almeno.»
«Non posso.»
«Poi tornerà.»
«Ho troppo tempo per pensare.»
«Potremmo fare una partita a scacchi.»
«No, mi ricordano lei!»
«Ma perché devi fare così?!»
«Tu non puoi capire, Gabriele.»
«Guarda che manca anche a me.»
«Allora lo senti, quel crepaccio che si apre nel cuore?»
«Certo, nel cuore. La metafora dei sentimenti. Comunque, no: sei tu quello che continuava a credere ingenuamente che non se ne sarebbe mai andata.»
«Se se ne è andata, non voglio esserci più neppure io.»
«Se resti in questo stato, di sicuro non potrai farla tornare. Serve una scintilla in più, sai.»
«Taci, ti prego.»
«Anche lo facessi, capiresti lo stesso.»
«Guarda, non è meraviglioso?»
«Questo?»
«No? E’ vetro soffiato. Se lei non ci fosse stata, qualcosa di così bello non sarebbe mai stato fra le mie mani.»
«Non lo trovo così incredibile.»
«Sono le sue imperfezioni a piacermi.»
«Tipico tuo.»
«Eh?»
«L’ho sempre detto che eri un tipo particolare.»
«E tu sei sempre stato un impertinente, Gabriele.»
«Almeno non sono un esaltato come Michele.»
«Lui vorrebbe sempre fare l’eroe senza macchia e senza paura, come se avesse bisogno di impegnarsi per questo. Come Ercole, direbbe lei.»
«Oh, ti prego, non ricominciare.»
«Mi sento schiacciato dal dolore, Gabriele.»
«Schiacciato, poi! Non potevi scegliere termine più inadatto.»
«E’ un paradosso, ma è vero.»
«Sei sicuro?»
«Non mentirei mai.»
«Allora devo ammetterlo: lei ti è più vicina di quanto credi.»
«Come?»
«Sai, la tua è un’emozione molto umana.»
«Umana?»
«Sì: non era la forma di lei che preferivi?»
L’essere perfetto ed infinito piegò la testa e, apparendo per un attimo fragile come il cavallo di vetro soffiato che teneva in mano, con voce roca e rotta disse:
«Sì, era in assoluto la più imprevedibile, vibrante, profonda e sconsiderata forma di vita che abbia mai visto nell’universo.»
L’angelo asciugò delicato con la punta delle dita una lacrima del Padre e la lasciò cadere su una nube. Questo ammasso gassoso, gonfiato dalla goccia, spremette l’infinita commozione del Dio di Terra e Cieli.
Sulla Terra un seme assetato, unico reduce della Vita, ricominciava a respirare di un dolore divino.
Gabriele sorrise.