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Autore: Freegirl87    29/07/2012    1 recensioni
Quando La Musica Ha Qualcosa Da Raccontarci Ecco Che Nasce Questa
Raccolta Di SongFic Da Me Scritte Non inerenti Alle Storie Già Pubblicate ...
I Capitoli Non Sono Legati Tra Loro ...
1: Imparare Ad Amare (Mamoru/Usagi)
2: Il Male Dentro Me (Usagi/Mamoru)
3: Ancora Una Notte Per Guardarsi Dentro (Mamoru)
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Un po' tutti, Usagi/Bunny
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie, Più serie
Capitoli:
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Titolo: Il Male Dentro Me
Personaggi: Usagi/Mamoru
Prompt scelto: Disperazione
Avvertimenti: Rating Verde, Triste e Malinconico … Au/Song-Fic
Canzone: Laura Pausini - In Assenza Di Te
 
Partecipante Al Contest Indetto sul Forum Usagi & Mamoru – Oltre l’infinito, Oltre l’eternità …
Terza Classificata!
 

Il Male Dentro Me

 
 
 

- Non Ti Accorgi Del Valore E Di Quanto Tieni A Una Persona Fin Quando Non La Perdi Per Sempre - 

 
 
 
Non aveva mai pensato , davvero, alla sua vita …
Non aveva mai pensato al suo futuro e alla piega che poteva prendere …
Non aveva mai immaginato la sua esistenza senza di lui, eppure avrebbe dovuto …
Viveva in un mondo d’illusione, dove lui sarebbe tornato da lei, ma la realtà l’aveva investita con la sua dura verità …
Una verità che le aveva lacerato l’anima e gli aveva fatto conoscere una nuova emozione, la disperazione …
 
Tutto era cominciato in un piccolo appartamento, situato nel pieno centro di Tokio e Usagi Tsukino, lo sapeva bene …
Tutto era iniziato e finito proprio tra quelle quattro mura che l’avevano vista innamorata, felice, nel pieno del suo splendore ma anche triste, col cuore spezzato, distrutta e ora disperata per un avvenire a lei sconosciuto …
 
Seduta sul pavimento tra scatoloni aperti e altri già chiusi, Usagi faceva ordine e riponeva pezzi di vita di chi era stato la sua “vita” …
Colui che aveva amato fino a farsi male, Mamoru Chiba, il ragazzo misterioso, duro e freddo che tanti anni prima le aveva rubato il cuore …
Colui che era stato il suo incubo più grande con quel nomignolo assurdo che le aveva affibbiato per la sua capigliatura stravagante, testolina buffa …
Colui che era stato l’amore riscoperto perché si sa che gli opposti si attraggono e lei non poteva ignorare che il continuo battibeccare la facesse sentire così viva da tramutare quell’odio in un amore passionale che aveva riempito i loro cuori …
Colui che le aveva fatto comprendere che l’amore non era fatto di soli “ti amo” ma che aveva infiniti limiti fatti solo per essere oltrepassati e loro, insieme, si erano spinti su di un piano differente, facendo l’amore e donandosi fino a perdersi …
Mamoru Chiba, colui che in un giorno d’ottobre le aveva spezzato il cuore lasciandola per partire e andare lontano dal Giappone, che l’aveva lasciata e poi era salito su di un aereo pronto ad affrontare una nuova vita di cui lei non avrebbe fatto parte ma che lei non aveva mai accettato …
Mamoru Chiba, il suo ex fidanzato, giovane medico il cui corpo era stato dato per disperso al seguito di una spedizione intrapresa con medici senza frontiere e di cui si erano perse le tracce da circa due mesi …
Disperso, molto probabilmente, morto per tutti meno che per Usagi che dopo aver appreso la notizia aveva passato ore, forse giorni, in quell’appartamento che parlava di lui e che non avevo mai perso la speranza fino a quel giorno che non aveva nulla di diverso se non il fatto che la polizia aveva fermato le ricerche e aveva distrutto tutti i suoi sogni di vederlo tornare sano e salvo …
Seppure non più la sua fidanzata, Usagi lo amava ancora come il primo giorno e non le importava più di tornarci insieme, il suo unico pensiero era solo quello di vederlo tornare ma, ormai, anche lei non ci sperava più e tra quei libri, tazze per il caffè e fotografie si lasciò andare, per la prima volta, allo sconforto totale e a quella disperazione che annullava ogni cosa, lasciando dentro di lei solo un dolore lancinante …
China su di una fotografia che la ritraeva, felice, con Mamoru, Usagi piangeva e singhiozzava senza porre freni a quel male che aveva dentro e che nessuno poteva lenire, si sentiva vuota e nello stesso momento come se il suo petto fosse voluto scoppiare e non riusciva, in nessun modo, a placare questo suo stato d’animo …
Stretta al suo ricordo, di quel “noi” che li aveva visti felici, cercò in un qualche modo di placare la voce dentro di lei che urlava di dolore, paura, frustrazione …
 
 
 

“Io come un albero nudo senza te, senza foglie e radici, ormai …”

Sola senza di lui, Usagi, si sentiva come un albero in pieno inverno, senza foglie e con le radici gelate dal freddo …
Sola senza di lui, ormai, cos’era?
Un involucro vuoto che viveva una non vita …
Un involucro vuoto che, ormai, agiva meccanicamente …
Perché cos’era la sua vita se lui non c’era?
Cos’era se la sua vita era proprio lui?
Usagi era proprio come un albero esposto alle intemperie, pronta a bearsi del suo sole personale ma che non poteva nulla contro la neve, contro una tempesta troppo grande per lei …
 
 
 

“Abbandonata così! Per rinascere mi servi qui …”

L’aveva lasciata …
Il suo Mamo-Chan aveva deciso di dividere le loro vite per sempre …
 
- Non ti amo più! -  Le aveva detto un giorno di due mesi prima, Mamoru.
 
Parole dure, dette durante una conversazione che aveva preso una brutta piega …
 
- Cosa? -  Chiese Usagi, convinta di non aver capito bene.
- Non ti amo più! -  Aveva ripetuto lui.
- Non può essere! Stai scherzando vero Mamo-Chan? -  Aveva chiesto, ancora, lei sbigottita.
- No, non scherzo … Sono serio … Per favore Usako, cerchiamo di parlarne in modo ragionevole … -  Cercò di fargli comprendere lui.
- Mi stai lasciando Mamo-Chan -  Aveva cominciato a dire lei tra le lacrime  - Come vuoi che la prenda? Come andrò avanti senza di te? Come farò a guardarti senza volerti baciare o, più semplicemente, averti al mio fianco? Io ti amo, non posso cancellarlo dall’oggi al domani … -  Concluse con rabbia.
- Non sarà necessario, non mi vedrai … Partirò la settimana prossima per un congresso e poi andrò nel Congo e chissà, forse, non tornerò più … -  Rispose, Mamoru, evitando quegli occhi azzurri di lei dove troppe volte ci si era specchiato e perso.
 
L’aveva lasciata, abbandonata senza un motivo valido e per rendere meglio l’idea era partito per un paese lontano e, forse, non tornare più …
Usagi non poteva accettarlo …
Non voleva credere che quella rottura fosse definitiva perché aveva bisogno dell’uomo che amava …
Aveva bisogno di Mamoru per andare avanti e ora che di lui non si sapeva più niente ne aveva bisogno più di prima …
Usagi si sentiva morta dentro e l’unico modo per rinascere, per ritornare a vivere, era solo lui, lui e soltanto lui …
Non chiedeva altro, non voleva altro, solo che lui fosse vivo …
 
 
 

“Non c’è una cosa che non ricordi noi, in questa casa perduta ormai …"

Seduta sul freddo pavimento, tra scatoloni e ricordi, Usagi si guardava intorno e più lo faceva e più si rendeva conto che tra quelle quattro mura era rinchiusa tutta la sua vita di quegli ultimi anni …
Quelle quattro mura avevano visto più di quanto gli era dovuto …
Avevano visto lo sbocciare di un amore …
Avevano visto il completamento di quello stesso amore …
Avevano visto il proseguire di una felicità che era destinata a non finire mai e, infine, avevano visto la distruzione di quello stesso amore giurato e spergiurato eterno …
Ogni angolo di quell’appartamento racchiudeva un momento, un attimo di un passato che non sarebbe più tornato …
Un passato che ormai viveva nei ricordi di quella ragazza di vent’anni che aveva perso tutto e nessuno avrebbe potuto riportare le cose indietro …
 
Usagi stringeva ancora in mano quella fotografia, dove il suo sorriso si poteva paragonare al sole, si girò per guardarsi intorno e il suo sguardo cadde sul bancone della cucina …
Una tazza del caffè era posata lì come se il proprietario l’avesse usata solo poco prima …
Una comune tazza che la riportò indietro con i ricordi, in un tempo tanto recente quanto passato …
 
- Mamo-Chan hai visto fuori? -  Aveva gridato, estasiata, Usagi indicando la neve che aveva cominciato a cadere.
- Tu lo sei di più! -  Esordì Mamoru arrivando alle sue spalle e stringendola forte da dietro.
- Oh! Non esagerare … La neve è così pura, candida, fresca … -  Cominciò col dire lei.
- Certo che lo è … -  La interruppe lui  - Anche tu lo sei, ma sei anche dolcissima, romantica, allegra, simpatica, unica … E sei mia! -  Concluse posandole un bacio nell’incavo del collo mentre lei, ancora, guardava estasiata fuori la finestra.
- E tu sei un adulatore … -  Ammise Usagi.
- Ahhh … Dimenticavo … -  Cominciò a dire Mamoru allontanandosi da lei e sparendo per un secondo in cucina, per poi tornare con due tazze tra le mani mentre lei lo guardava incuriosita  - E sei anche golosa! Proprio per questo ho preparato due tazze di cioccolato caldo con panna montata - 
- E’ per questo che ti eri rinchiuso in cucina? -  Chiese, sbalordita, Usagi.
- Sì, solo per te -  Le rispose lui porgendole la tazza con i coniglietti, la sua preferita.
 
Le sue labbra si aprirono in un enorme sorriso mentre lui le prendeva la mano e la conduceva al divano, dove si accoccolarono sotto una grande coperta a bere la cioccolata che Mamoru aveva preparato con tanta cura che avrebbe scaldato i loro corpi ma non i loro cuori già caldi perché riscaldati da quel loro amore che cresceva giorno dopo giorno  …
 
 
 

“Mentre la neve va giù, è quasi Natale e tu non ci sei più …”

Usagi si era lasciata andare ai ricordi e a quel ricordo tanto banale quanto importante …
Proprio come quella sera di un anno prima, anche in quel preciso istante la neve aveva cominciato a cadere ma tutto era diverso …
Non ci sarebbe stata nessuna cioccolata calda …
Non ci sarebbe stata nessuna coperta a scardarli mentre si stringevano …
Semplicemente non si sarebbe stato lui al suo fianco …
Natale era alle porte, la città era in fermento e le decorazioni illuminavano ogni cosa rendendo tutto magico, e Usagi avrebbe fatto qualsiasi cosa per riaverlo lì, anche solo per un’ora, anche solo per un momento …
Da anni non credeva più a Babbo Natale ma avrebbe scritto anche a lui se fosse stata certa che avesse esaudito il suo misero desiderio …
Era quasi Natale e Mamoru, ormai, non c’era più e Usagi aveva perso non solo lui ma anche se stessa perché il suo cuore era morto nel momento stesso in cui la sua mente aveva elaborato quella realtà tanto rinnegata …
 
 
 

“E mi manchi amore mio!”

- Oh Mamo-Chan -  Disse a voce bassa quel nomignolo con cui era solito chiamarlo  - Oh amore mio, mi manchi! Mi manchi da morire … Senza di te è come se non riuscissi a respirare … Senza di te è come se il sole mi avesse abbandonato e la terra avesse smesso di girare … Senza di te, ormai, non ha più senso … Mi manchi e non so come fare per andare avanti … Eri tu la mia guida, il mio punto fermo e ora sono sola, completamente sola e nessuno riempirà il vuoto che la tua assenza ha lasciato … Mi manchi! Mi manchi amore mio … Ti prego aiutami! -  Ripeteva, disperata, Usagi tra le lacrime  - Mi sento male … Mi sento in trappola … Ho bisogno di te! Ho bisogno che tu ci sia … Non posso sopportare che non sarà più così … Non posso sopportare di averti perso per sempre … Non posso credere che sia tutto vero, non posso! Mi manchi! Mi manchi come nessun altro, come nient’altro e stavolta non posso trovare soluzioni valide … Questa volta le cose non muteranno … -  
 
 
 

“Tu mi manchi come quando cerco Dio …”

- Mi manchi come l’aria in una stanza chiusa … Mi manchi come il cibo … Mi manchi come l’acqua durante la siccità … Mi manchi perché, semplicemente, mi manca una parte di me che mi serve per sopravvivere … Mi manchi amore -  Continuava a dire Usagi  - Mi manchi come quando cerco Dio, quello stesso Dio di cui ignoro l’esistenza … Quello stesso Dio che non ha mai risposto alle preghiere e che, anche questa volta, non mi ascolterà … Mi manchi come quel Dio che mi ha abbandonato ma in fondo l’hai fatta anche tu … Non è vero Mamo-Chan? Mi hai abbandonata proprio prima di partire, hai diviso le nostre strade ed io sono, ugualmente, qui a disperarmi e piangere per te … Proprio perché ti amo … - 
 
 
 

“E in assenza di te, io ti vorrei per dirti che … Tu mi manchi amore mio …”

Durante i primi momenti senza Mamoru, Usagi aveva pianto, s era arrabbiata col mondo e si era rinchiusa in se stessa in cerca di un perché, di un motivo valido che spiegasse il suo comportamento …
Ci aveva pensato così tanto da auto convincersi che qualcosa in lei fosse sbagliata, che avesse in qualche modo contribuito al distacco dell’uomo che amava seppur non le venissero in mente litigi particolari o difetti eccessivi …
Era vero, lei era una pasticciona, per niente brava in cucina e nello studio ma sapeva amare, aprirsi agli altri, donare tutta se stessa a tutti, buoni o cattivi, convinta che aiutare il prossimo fosse una cosa dovuta e necessaria …
Usagi sapeva di non essere perfetta, non brillava in nessun campo particolare, non era un genio come la sua amica Emy, non era una gran religiosa come Rea, non sapeva in pratica niente di cucina come Morea, né sapeva ballare e cantare come Marta eppure era sempre solare, allegra e spruzzava vita da tutti i pori …
Lei era tante cose, di certo, non una persona comune eppure Mamoru, bellissimo ragazzo dai capelli corvini e gli occhi color oceano, il brillante chirurgo di cardiologia, il ragazzo misterioso, freddo, chiuso in se stesso, solo …
Il ragazzo che gli aveva giurato un futuro insieme l’aveva abbandonata, lasciata e chiedere spiegazioni non era servito a nulla …
Usagi si era chiesta spesso perché le persone si rendono conto di ciò che vogliono , di ciò di cui hanno bisogno , solo quando si rendono conto che non potranno mai averlo e ora l’aveva compreso, l’aveva capito a caro prezzo …
Le parole dure, le lacrime e la solitudine che ne erano conseguite alla loro rottura non erano nulla rispetto a ciò che era accaduto quando Usagi aveva saputo della sua sparizione …
Se la rottura tra loro l’aveva portata a una crisi profonda, la sua scomparsa le aveva dato uno scopo , un obiettivo, una spinta per sopravvivere ma ora, ora che lui non sarebbe più tornato cosa sarebbe accaduto?
Lei aveva pianto, si era disperata, aveva urlato, aveva preso a pugni le pareti e aveva allontanato tutti per rinchiudersi in un dolore tutto suo che non avrebbe condiviso con nessuno …
Ora che la sua unica ragione di vita non c’era più come sarebbe sopravvissuta?
Usa non conosceva la risposta a tale domanda, sapeva soltanto che lui le mancava così tanto da renderle la vita quotidiana insopportabile …
Da rendere tutto ciò che la circondava una sofferenza continua …
 
 
 

“Il dolore è forte come un lungo addio e l’assenza di te è un vuoto dentro me …”

- Sai Mamoru … Sai che il dolore che sento è come il nostro lungo addio? Forse è persino più forte, più lancinante … In fondo io ti ho perso molto prima di perderti per sempre -  Parlava Usagi come se lui fosse lì e potesse ascoltarla  - Ricordo come fosse ieri quando dopo esserci lasciati, dopo non averti chiesto di rimanere, mi recai all’aeroporto per salutarti … Speravo ardentemente che tu cambiassi idea, che vedendomi tornassi da me … Mi sono illusa, mi sono davvero illusa che potesse accadere -  
 
Usagi si era recata davvero all’aeroporto in cerca di chissà cosa, forse solo di un’ultima speranza, forse di un’ultima spinta che le desse la forza di non mollare …
Lo rivoleva nella sua vita, lo rivoleva al suo fianco e doveva tentare un’ultima volta …
 
- Che cosa fai qui? -  Le aveva chiesto Mamoru, appena l’aveva vista, quasi irritato.
- Io … Io sono venuta ad augurarti buon viaggio -  Rispose Usagi cercando di apparire il più calma possibile mentre dentro si sentiva scoppiare.
- Non ce n’era bisogno, ormai non stiamo più insieme -  Mamoru fu il più sprezzante possibile.
- Allora è davvero finita? -  Domandò lei cominciando a piangere.
- Questo è un addio definitivo … -  Disse lui senza guardarla negli occhi.
- Un addio … Si sembra proprio così … Che stupida sono stata a sperare che … -  Cominciò a dire Usagi prima di essere interrotta.
- Che cosa speravi Usako? Che saresti arrivata qui e che io avrei cambiato idea? Che non sarei partito? Che saremmo tornati insieme? Ti stai sbagliando! -  Disse, crudelmente, lui.
- Ora lo so! Ma ci tenevo a salutarti … Sono una sciocca … Volevo salutarti con il sorriso sulle labbra ma mi sono messa a piangere … Perdonami! -  Usagi si era, ormai, arresa.
- Non importa più … -  Disse Mamoru avvicinandosi a lei  - Ora devo proprio andare - 
 
Doveva andare ma non prima di un ultimo saluto …
Mamoru la abbracciò così forte da toglierle quasi il respiro …
Un ultimo saluto che sapeva di addio …
Un ultimo saluto che li riportò, per un secondo, a un passato recente che profumava di dolore …
 
- Che sciocca sono stata quella volta … Che stupida sono stata … Mi hai abbracciata mentre mi dicevi addio ed io non sono riuscita a dire nulla … Dovevo fermarti … -  Continuò a dire, Usagi, al vuoto davanti a se dopo aver riportato in superficie un nuovo ricordo che si sarebbe aggiunto alla lunga lista di ricordi che le facevano battere e strappare il cuore nello stesso istante  - Stupida, stupida, stupida, stupida! Perché? Perché non ti ho fermato? Perché non ho impedito tutto ciò? Se avessi insistito forse, non te ne saresti andato … Se avessi trovato la forza non saresti scomparso, non saresti sparito nel nulla … Non mi avresti lasciato nel petto questo vuoto incolmabile … Non avresti lasciato dentro di me questa voragine che mi trascina giù giorno dopo giorno … Che mi spinge più in basso e mi dilania l’anima … Se ti avessi fermato adesso, saresti qui, al sicuro, e forse il vuoto dentro me sarebbe in un qualche modo più sopportabile da gestire -  
 
 
 

“Perché di noi è rimasta l’anima, ogni piega, ogni pagina …
Se chiudo gli occhi sei qui che mi abbracci di nuovo così …”

Ogni volta che lei chiudeva gli occhi, lo vedeva, lì davanti a lei …
Non importava dove fosse …
Non importava nemmeno se fosse reale o no perché, ormai, era l’unica cosa che le rimaneva …
Era proprio così che Usagi si auto convinceva che sarebbe sopravvissuta giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno …
L’unica soluzione era aggrapparsi a lui, a ciò che la sua mente gli poneva innanzi …
Ricordi, illusioni, a Usagi non importava perché era grazie proprio alla sua mente che ogni mattina trovava la forza di alzarsi dal letto, di vivere una nuova giornata e magari addormentarsi la sera senza versare quelle lacrime amare che sembravano inesauribili …
Usagi chiudeva gli occhi e ogni volta che lo faceva, vedeva Mamoru che la baciava, che l’abbracciava, che le parlava …
Lo vedeva, a volte, anche soltanto lì in silenzio che la guardava …
Era la sua costante, la sua forza, la sua ormai ragione di vita che la spingeva a non abbandonare ciò che la circondava …
In un modo o nell’altro lui era lì e che importava se poteva averlo solo in quel modo?
Che importava se solo nei suoi sogni erano ancora insieme?
Che cosa importava se così facendo, Usagi, non faceva che farsi soltanto più male?
Chiudeva gli occhi, lo vedeva ancora lì ad abbracciarla, a lavare via le sue incertezze, a donarle protezione e calore, a capirla e comprenderla come nessuno aveva saputo fare mai …
Anche solo se nei suoi ricordi e nelle sue illusioni lui era lì e non sarebbe andato da nessun’altra parte …
Perché la sua mente lo voleva …
Perché il suo cuore lo pretendeva …
C’era ancora un “noi” da qualche parte, c’era ancora molto di quel legame e, anche se Mamoru aveva voluto dare un taglio netto alla loro relazione, c’era per Usagi un legame indissolubile …
Quel legame che non le dava pace …
Quel legame invisibile a occhio nudo che li univa oltre la barriera dello spazio e del tempo …
Quel legame che univa due anime destinate ad amarsi ancora e ancora oltre i confini umani, oltre persino la morte stessa …
 
 
 

“ E vedo noi stretti dentro noi, legati per non slegarsi mai …
In ogni lacrima tu sarai per non dimenticarti mai …”

- E’ buffo! Magari sto solo impazzendo direbbe Rea … Magari ho solo un disperato bisogno di lenire il mio dolore direbbe Emy … Eppure quando sono qui, in questo tuo appartamento, io ti vedo Mamo-Chan -  Parlava, ancora, Usagi mentre riprendeva a riporre libri e fotografie nei vari scatoloni  - Tu cosa diresti? Magari che sono solo stanca, che ho bisogno di una vacanza … Già come quella che dovevamo fare tu ed io la prossima primavera … Sai Mamo-Chan forse ci andrò … Non perché ho voglia di partire ma solo perché avevamo promesso che ci saremmo andati e anche se tu non sei qui fisicamente, sei qui nel mio cuore … Tu sei dentro di me, in ogni mia cellula … Sei nella mia anima … Sei la mia anima … Non m’importa che mi hai lasciato, non m’importa che hai distrutto il nostro rapporto … Per me è impossibile, io non posso!! Il nostro legame è sempre stato così saldo, è sempre stato perfetto e impossibile da recidere … Non ci è riuscito Seiya che provava per me di più di un’amicizia e nemmeno la tua amica Sara che ha provato e riprovato a conquistarti … Non puoi davvero aver pensato che io ti abbia creduto! Mi hai lasciata eppure so che c’è qualcos’altro perché anche tu lo sentivi questo legame, perché anche tu conoscevi ed eri consapevole di quanto fosse speciale il nostro amore … Io lo so, come so che tu sarai sempre dentro di me … Come so che non ti dimenticherò mai … Tu ci sarai sempre nei miei giorni felici, in quelli che saranno la base del mio futuro … Tu ci sarai nei miei sorrisi e in ogni mia lacrima … Tu ci sarai e basta perché sei l’amore della mia vita, il mio unico e solo amore che non lascerò andare mai e poi mai … Non importa il male che mi porto dentro, non importa nemmeno il male che mi hai fatto … Tu sarai sempre qui in tutto ciò che mi circonda e dentro me -  Diceva convinta al 100%, convinta più che mai di non doversi lasciare nulla alle spalle, convinta, soprattutto, di non doversi lasciare Mamoru alle spalle perché lui sarebbe stato sempre una sua parte, impossibile da recidere.
 
 
 

“E mi manchi amore mio! Così tanto che ogni giorno muoio anch’io”

Dopo la notizia della sparizione di Mamoru, i giorni erano volati, le ore si erano susseguite come al solito e la vita era andata avanti per tutti, tutti tranne che per colei che aveva smesso per sempre di vivere …
Usagi aveva un unico pensiero, vederlo tornare …
Lui doveva tornare in un modo o nell’altro, a qualunque costo …
Perché cos’era la vita senza di lui?
Perché cos’era la sua esistenza senza la parte più importante di se?
Più Mamoru le mancava, più Usagi si sentiva morire, di una morte lenta e atroce che partiva dal cuore …
 
- Mi manchi amore mio! -  Sussurrò, Usagi, piangendo ancora  - Dio solo sa quanto mi manchi … Mi sento morire senza di te … Ogni giorno provo ad andare avanti ma non ce la faccio! Non ce la posso fare! Mi ripeto che ci riuscirò, che posso affrontare tutto ciò senza di te ma mi sbaglio … Mi sbaglio di grosso! Tutte le sere chiamo casa tua solo per riascoltare la tua voce sulla segreteria telefonica, tutti i giorni sono in quest’appartamento quasi potesse aiutarmi … Sono una debole, un’illusa … Sono morta quando mi hai lasciata, sono morta quando sei sparito, sono morta ancora quando hanno abbandonato le ricerche … I giorni senza di te non hanno senso, sono tutti uguali se non fosse che giorno per giorno mi sento sprofondare … Mi manchi! Mi manchi! Non posso vivere senza di te! –
 
Usagi piangeva, parlava, e nell’oscurità di quell’appartamento dava sfogo alla devastazione che si portava dentro …
Non c’erano parole di conforto che l’avrebbero rassicurata …
Non c’erano gesti che l’avrebbero riscossa da quel suo stato …
Non c’erano emozioni abbastanza forti da cancellare quella che si era, ormai, insinuata in lei …
La sofferenza di Usagi era così viva, così tangibile che chiunque l’avrebbe potuta avvertire ma lei la nascondeva a tutti mostrandosi la donna forte e combattiva che riusciva a superare le cose peggiori, mostrando ciò che in realtà avrebbe voluto essere mentre tutto era diverso, tutto era appassito …
Una maschera poteva confondere e ingannare chi le stava intorno ma non poteva ingannare se stessa …
Non poteva mentire a Usagi stessa che conosceva la verità e conosceva quanto il male fosse intriso nella carne e nell’anima …
 
 
 

“Ho bisogno di te, di averti qui per dirti che …
Tu mi manchi amore mio!”

E tra i vari pensieri si era persino fermata a pensare a cos’avesse fatto di male per meritarsi tutto quel dolore …
Un motivo vero e proprio non lo trovava …
Usagi non era una persona che pretendeva, né era egoista o avara …
Lei era pura, ingenua e desiderava solo il bene altrui …
Non aveva mai voluto nulla, non aveva mai avuto bisogno di nulla ma ora come ora aveva bisogno solo di una cosa …
Solo di una persona …
 
- Ho bisogno di te! Ho bisogno di te! -  Ripeteva come una cantilena  - Ho bisogno di te Mamo-Chan! Darei qualsiasi cosa per rivederti, per riaverti qui, per poterti sfiorare … Per dirti, semplicemente, che mi manchi, che mi sei mancato, che non ti lascerei andare via mai più … -  
 
Lentamente, Usagi, si avvicinò alla finestra e posando un libro, che aveva sfogliato svogliatamente, sul tavolino al suo fianco poggiò la fronte sul freddo vetro …
 
- Che cosa devo fare? Mi sento persa senza di te ... Senza di te nulla ha senso ... Io ho bisogno che tu ci sia … Sei tutto per me … -  
 
Continuò a piangere ripetendo ancora le stesse parole che, piano, divennero sussurri e poi singhiozzi incessanti che riempirono l’appartamento lasciato, fino a poche ore prima, nel completo silenzio …
 
 
 

“Il dolore è freddo come un lungo addio e in assenza di te il vuoto è dentro di me …”

La neve candida, bianca e gelida continuava a imbiancare quella città illuminata dalle luci natalizie, uno spettacolo magico che avrebbe estasiato chiunque, che avrebbe reso felice anche Usagi se non fosse stato che quella visione riusciva solo a riportarle alla mente come si sentiva …
Quella stessa neve, quel gelo era entrato in lei e aveva congelato il suo animo e fatto appassire il suo cuore che non avrebbe visto nuove primavere, non ci sarebbe stato un nuovo sole a scaldare ciò che rimaneva …
Quel freddo, quel dolore non poteva essere cancellato come non poteva essere riempito il vuoto che l’assenza di Mamoru aveva lasciato …
Quel dolore che, Usagi, provava sarebbe rimasto lì, era come un freddo addio di due mesi prima che l’aveva uccisa …
Quel dolore era radicato lì a ricordargli che aveva amato, che era stata viva, che un tempo non lontano era stata lei il sole che riscaldava gli altri …
Quel dolore le ricordava che la persona che aveva amato era stata davvero la più importante della sua vita e lei non l’avrebbe dimenticata …
Perché come puoi dimenticarti di colui che ti ha lasciato una voragine nel petto?
Come puoi soltanto pensare di dimenticare chi ti ha scaldato il cuore prima e raggelato dopo?
Usagi non contava minimamente di andare avanti e superare il male che provava perché, semplicemente, non poteva abbandonare Mamoru …
Non pensare a lui, non ricordarsi di lui, le avrebbe provocato più male, più dolore di quanto non ne provasse in quel momento e, quindi, perché cambiare le cose?
Tutto ma non quello perché ormai per lei non c’erano vie d’uscita, non c’erano speranze, era rimasto solo quello che aveva dentro e gli sarebbe bastato in un modo o nell’altro …
 
 
 

“Tu mi manchi amore mio e mi manchi come quando cerco Dio …
Ho bisogno di te, di averti ancora qui con me …”

E se Mamoru non l’avesse lasciata?
Se non fosse mai partito?
Usagi lo aveva desiderato dal primo momento …
Se solo fosse stato così Mamoru, non sarebbe mai sparito, lei non sarebbe stata lì a riempire scatoloni non suoi e avrebbero, ancora, condiviso insieme le gioie e i dolori …
Se solo lui fosse stato lì, lì al suo fianco a dirle che tutto andava bene e non c’era nulla di cui preoccuparsi perché lui ci sarebbe stato …
Usagi non poteva non pensare a com’era diventata dipendente da quell’uomo, di come senza di lui tutto assumeva una forma e un colore diverso, di come avesse un disperato bisogno di riaverlo nella sua vita come una drogata che agogna la sua dose quotidiana …
Non voleva compassione, non voleva più piangere, non voleva altre braccia a stringerla né altre labbra da assaporare …
Non voleva vivere un’altra giornata, soltanto un’altra ora o minuto, senza Mamoru perché non poteva, perché ne aveva bisogno, perché, semplicemente, gli mancava …
 
- Non smetterai mai di mancarmi Mamo-Chan!! - 
 
Era e sarebbe sempre stato così …
Niente e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea …
Niente e nessuno poteva prendersi il lusso di dirle cosa doveva fare, di dirle che le mancanze si possono riempire con altro perché colmare l’assenza di Mamoru avrebbe impiegato anni e anni e tantissima forza di volontà che Usagi non aveva e non aveva voglia di usare …
Semplicemente non voleva colmare il vuoto che gli avrebbe cancellato lui dall’anime …
No, non era pronta …
Chissà se lo sarebbe stata mai …
 
 
 

“E mi manchi amore mio, così tanto che vorrei seguirti anch’io
E in assenza di te il vuoto è dentro me …”

- Sai, ho incontrato Seiya ieri … Ha insistito per portarmi al Crown a prendere una cioccolata calda … faceva molto freddo … Non volevo andarci e non volevo andarci con lui … Ormai quel posto non lo frequento più … Che buffo ne sei sempre stato geloso … -  Usagi sorrise per un millesimo di secondo al ricordo di un Mamoru geloso e impacciato  - Eri così tenero quando lo eri ed io me la ridevo perché non vedevo quello che vedevi tu … Comunque alla fine ho accettato e siamo stati un po’ a parlare … Ti sorprenderà ma parlavamo di te … - 
 
- Hai avuto sue notizie? -  Aveva chiesto Seiya, seduto di fronte con la sua tazza di cioccolato fumante.
- Nessuna … Ormai non ci sono più molte speranze -  Rispose,lei, tenendo il viso basso e gli occhi incollati alla sua tazza.
- Dovresti andare avanti Usa … Rifarti una vita … Lui non tornerà e tu non puoi fermare la tua … Meriti di essere felice, lo vorrebbe anche lui … - Disse di getto, Seiya, non nascondendole ciò che pensava.
- Non osare ridirlo! – Replicò, indignata, lei.
- Cosa non dovrei dirti? Di vivere? Sai come la penso e non sopporto vederti così … Credi che non sappia dove passi i tuoi pomeriggi? Devi dimenticarlo e prima lo farai, prima tornerai a essere la ragazza allegra e solare che conoscevo … -  Disse, ancora, lui.
- Quella ragazza è morta due mesi fa, è morta quando lui è sparito dopo averla lasciata … Non tornerà Non tornerà come non tornerà lui … Non hai nemmeno idea di come io mi senta, di come cerco di non affogare giorno dopo giorno e di come combatto per non lasciarmi andare … Ho così tanta voglia di seguirlo … Di sparire e perdermi perché così non ce la faccio … Sto male! Sto tremendamente male e mi manca … Ho bisogno persino del suo profumo … Sono patetica ma a volte ne metto un po’ sul cuscino così posso illudermi che lui ci sia stato … Ogni giorno faccio i conti con una me stessa che non ne vuole sapere, che vorrebbe scappare e strapparsi dal petto questo cuore che non fa che ricordarmi chi sono, chi ho perso, chi non avrò più … Come posso smettere di andare da lui se è l’unico modo che per stare un po’ meglio? -  LO aveva ammesso finalmente e Seiya aveva ascoltato tutto senza interrompere.
- Così ti fai, anche, più male … -  Ammise lui.
- Si, hai ragione ma meglio questo che il completo vuoto che mi dilania … Almeno lì ci sono ricordi che, per un po’, mi scaldano il cuore -  Concluse,Usagi, guardandolo negli occhi e facendogli capire che poteva dirle tutto ma non come affrontare quella situazione e lui aveva capito e si era arreso.
 
 
 

“Grido il bisogno di te! Perché non c’è più vita in me …”

Appoggiata, ancora, al freddo vetro Usagi, urlò con tutto il fiato che aveva in gola …
 
-Mamoruuuuuuuuuuuuuuu … Mamo-Channnnnnnnnnnnnn -  
 
Qualcuno poteva sentirla?
Non le importava …
Nessuno avrebbe compreso …
Nessuno poteva farlo …
Usagi si sorprese nel costatare che nemmeno lei stessa si capiva fino in fondo …
Le mancava la sua vecchia se stessa ma, ormai, quella parte di lei non esisteva più, era morta insieme a Mamoru, insieme all’amore della sua vita …
 
- Mamo-Chan ho bisogno di te! Torna da me … Ti prego!!!! - 
 
Usagi continuava a urlare, a tirar fuori, forse per la prima volta, tutto ciò che per quei due mesi si era tenuta dentro, ciò che poteva guarire solo colui la cui perdita era stata fondamentale per quella crisi tanto forte …
 
- Mi sento svuotata, mi sento un’insignificante involucro senza vita … Ma perché? Perché te ne sei andato? Perché mi hai ucciso? - 
 
 
 

“Vivo in assenza di te, in assenza di te!”

- Vivo in assenza di te ma la posso davvero chiamare vita? No, non lo è … Mi limito ad andare avanti e basta .. Questo non è vivere come non esiste vita se tu non sei con me … Tu sei la mia vita ma dovrò accettare che non potrò più viverla … Vivo in assenza di te amore mio e un giorno chissà … Un giorno lo accetterò … Un giorno ci rivedremo e staremo insieme per sempre … Un giorno tutto questo dolore andrà via e chissà, forse, torneremo a cogliere quella felicità che ha sempre fatto da sfondo al nostro amore … Per ora vivo in assenza di te … Già … Ma sarò forte per te … Devo esserlo … Non so nemmeno io perché ma devo … Ormai tutto è perso, ormai dovrò vivere senza di te, anche se una ragione non c’è … - 
 
Usagi era arrivata al limite, al culmine di ciò che poteva sopportare …
Le lacrime si erano esaurite …
La voce le si era spezzata in gola e le gambe le stavano per cedere …
Da quanto tempo non dormiva?
Nemmeno lei si ricordava quand’era stata l’ultima volta che aveva riposato serenamente …
Nemmeno lei ricordava l’ultima volta in cui la sua mente era stata libera dai pensieri …
Appoggiata a quel vetro, chiuse gli occhi cercando di sgomberare, per un solo secondo, la mente da tutto …
 
- Nulla è perso! -  Disse, improvvisamente, qualcuno alle sue spalle.
 
Usagi si voltò spaventata …
Sapeva di essere sola e conosceva quella voce …
La conosceva meglio delle sue tasche e lui non poteva essere lì …
La sua mente le stava tirando, l’ennesimo, brutto scherzo e stavolta più beffardo del solito …
 
- Mamo-Chan ahahhaha -  Disse Usagi ridendo di se stessa  - Devo essere davvero stanca se la mia mente ti materializza così davanti a me … - 
- Non dovrai più vivere senza di me … Ora sono qui! -  Continuò l’uomo davanti a lei che avanzò e si portò a pochi centimetri da lei.
- Devo! Purtroppo tu non tornerai … Questo è un sogno ed io non dovrei parlare con un’illusione della mia mente … Sono patetica! Tu non puoi essere qui ma mi sembra di poter sentire, persino, il tuo dolce profumo -  Disse, ancora, lei convinta di ciò che diceva.
-Usako! Apri gli occhi … Non sta sognando, io sono davvero qui … Ci sono! -  Mamoru disse quelle parole deciso e poi afferrandola per la vita con un braccio e reclinandole la testa con l’altro la baciò con tutta la passione che aveva in corpo.
 
La baciò, forse, come non aveva mai fatto …
La baciò perché non poteva più aspettare …
La baciò perché gli era mancata come non mai …
La baciò per farle comprendere che quella era la realtà e nessun frutto di una mente pazza …
La baciò fino a toglierle il respiro, per un tempo indefinito, stringendola con possessione …
La baciò portandola in un mondo di pensieri in cui si sarebbe smarrita se non ci fosse stato lui a farle da ancora …
 
- Vorrei non svegliarmi mai più! -  Ammise, Usagi, una volta staccatasi da lui, ancora convinta di star a sognare.
- Oh Usako! Non è un sogno, non stai dormendo ed io sono davvero qui … Sono tornato per non andarmene mai più … -  Cercò di convincerla Mamoru.
- Non è possibile! Mi avevano detto che avevano sospeso le ricerche -  Ammise Usagi.
- L’hanno fatto! Hanno interrotto le ricerche ma non sapevano che io stavo già tornando … Ho passato i due mesi più brutti della mia vita e non perché la mia squadra era dispersa ma perché pensavo a te … Perché non riuscivo a trovare una sola motivazione valida per cui dovevo lasciarti … Perché non riuscivo a smettere di provare dentro di me un vuoto incolmabile per la tua assenza … Mi sei mancata! Come l’aria, come il sole, come la luna … Senza di te la mia vita non aveva senso ma ogni giorno pregavo di poter tornare qui da te … Speravo di ritrovarti e tu sei qui … Bellissima come sempre … Sei qui ed io mi sento uno stupido per quello che ti ho fatto … Usako! Perdonami se puoi … Ti amo! Più della mia stessa vita … Ti amo e non sarà mai abbastanza … -  Le confessò, lui, tutto d’un fiato.
- Non ci posso credere … Sei qui! Sei qui e non te ne andrai mai più … Ti amo, ti amo Mamo-Chan -  Urlò, felice, Usagi buttandosi di nuovo tra quelle enormi braccia che aveva desiderato per mesi.
- Credici perché resterò per sempre! Ti amo Usako! -  Concluse Mamoru prima di riprendere a baciarla ancora e ancora.
 
Entrambi avevano del tempo da recuperare e cose da dirsi …
Tutto il resto poteva aspettare perché ora come ora esistevano solo loro due …
Due innamorati occupati a godersi il loro momento d’eternità …
   
 
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