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Autore: MusicInTheAir    29/07/2012    4 recensioni
Kiseop si piegò leggermente in avanti, per fissare quel bambino seduto sull’ erba secca ed ingiallita, con le spalle curve ed affiancato da un cane enorme.
-Io mi chiamo Kiseop, e tu?-
Silenzio.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

 

La pioggia batteva insistentemente sul vetro della finestra, e Kevin la fissava mentre bagnava il suolo verde e picchiettava sui teneri petali dei fiori appena sbocciati.

-Kevin!-

Lo chiamò una voce, oramai, inconfondibile.

Sorrise, scendendo dal piccolo balconcino interno della finestra e camminò fino al centro della stanza, attendendo.

Kiseop apparve all’ improvviso sulla soglia. Corse subito verso di lui e lo abbracciò stretto, posandogli un bacio delicato sulle labbra.

-Mi sei mancato.-

Anche tu…Nonostante sia passato solo un giorno, non riesco a stare un mattina intera senza di te…

Passò delicatamente le mani tra i suoi capelli.

Gli piacevano, erano di un colore particolare, tendenti al rosso, e setosi al tatto.

-Hai visto come piove? E’ incredibile, ma a me piace un sacco la pioggia primaverile.-

Sorrise, prendendolo per mano e sedendosi sul letto.

-Non ho visto Saclia, fuori, è qui?-

Chiese, guardandosi intorno.

Il castano sussultò, imitandolo.

Era stato tutta la mattina insieme a lei, a giocare fuori al giardino e quando era rientrato lei aveva abbagliato e si era sdraiata fuori, così Kevin le aveva sorriso ed era rientrato. Capitava spesso che la lasciasse di fuori, dopo qualche ora lei graffiava la porta e lui le apriva, ma, in effetti, non era ancora accaduto.

E lei odiava la pioggia.

-Kevin, quanti anni ha Saclia?-

Il ragazzino alzò entrambe le mani con i palmi scoperti.

-Dieci? Allora è molto vecchia.-

Sbattè un paio di volte le palpebre, poi il suo sguardo si spense, capendo.

Abbassò le testa, e si portò una mano al petto.

Kiseop si morse la lingua, pentendosi di quel che aveva sottinteso, così lo afferrò per il bracciò e lo fece alzare con lui.

-Forse si è allontanata troppo ed ora ha paura dei tuoni. Andiamo a cercarla.-

Propose, facendolo sorridere.

Quando sorrideva era bellissimo, i suoi occhi si illuminavano e rasentavano le due stelle più luminose del cielo.

Narae si affacciò dalla cucina.

-Dove state andando?-

Esclamò, allarmata.

Il figlio le sorrise.

-Andiamo a cercare Saclia, non è ancora tornata.-

La donna fece saettare lo sguardo su Kevin, e quando lo vide con la testa bassa e l’ espressione afflitta, afferrò il cappotto.

-Jiwon alzati, andiamo con loro.-

***

-Saclia!-

Chiamò Kiseop, circondando la bocca con entrambe le mani.

Sia lui che Kevin erano completamente bagnati, dato che erano sotto la pioggia da più di un’ ora.

Jiwon e Narae si erano divise, cercando in due direzioni diverse in modo da setacciare più terreno possibile, mentre i due ragazzini erano nel bosco accanto alla casa.

Un boschetto fatto di alti pini che sorreggevano il cielo, ma ben illuminato nonostante un velo di nebbia fosse sempre in agguato tra i tronchi.

Kevin guardò la schiena dell’ amico, serrando gli occhi, come se cercasse di metterlo a fuoco, poi vide una chiazza bianca, dietro ad un albero, che attirò la sua attenzione.

Sgranò gli occhi, terrorizzato, ed iniziò a correre verso di essa.

-Kevin, aspetta!-

Esclamò Kiseop, correndogli subito dietro.

Appena arrivati a quell’ albero, ed averlo aggirato, quello che videro gli fece ghiacciare il sangue e perdere un battito.

Saclia era stesa sull’ erba bagnata, respirava molte lentamente ed aveva gli occhi chiusi. Non appena sentì il suo padroncino inginocchiarsi accanto a lei e carezzarle la testa, aprì un po’ quei piccoli e dolci occhi neri e lo guardò, sospirando pesantemente.

Saclia…Non mi abbandonare…Per favore,tu sei troppo forte per lasciarti prendere così…Non è giusto, non puoi farlo!

Il rosso si inginocchiò accanto a lui,circondandogli la vita con un braccio.

-Probabilmente starai pensando che non è giusto, e che non deve andarsene. Ma, credimi, credo che lei voglia farlo. Oramai è vecchia, ed anche se è dura accettarlo, sarebbe da egoisti non permetterle di morire.-

Il castano ingoiò rumorosamente.

Hai ragione…

Si chinò a poggiare la fronte sull’ orecchio penzolante del cane e lasciò che le lacrime iniziassero a scorrere sul suo viso.

Mi mancherai…Sei stata più di un semplice cane per me, e non dimenticherò mai quello che abbiamo passato insieme, amica mia…

La sentì sospirare nuovamente, stavolta più piano, come se fosse troppo stanca, e poi più nulla.

Era immobile.

Si alzò appena per guardarla, e la scosse dolcemente quando vide che il petto non si muoveva.

Ti voglio bene…

Portò le braccia a circondare il petto dell’ amico e poggiò la testa nel punto preciso in cui batteva il cuore.

Addio Saclia…

-Addio Saclia.-

***

Kevin si tolse lentamente la maglietta, unico indumento bagnato che gli era rimasto, e la poggiò sul termosifone, con lo stesso sguardo afflitto che non lo aveva mai abbandonato da quando erano tornati a casa.

Kiseop aveva avvertito sua madre per telefono, e Jiwon non aveva avuto il coraggio di vederla.

Appena arrivati a casa, Narae aveva preparato il thè per tutti, ma solo loro due lo avevano bevuto.

-Kevin…-

Lo chiamò, e quando si girò, l’ amico stava chiudendo la porta della stanza alle sue spalle.

-…Mi dispiace tanto.-

Sussurrò, avvicinandosi e poggiandogli una mano sul collo.

-Avrei dovuto impedirtelo. Queste cose, tu, non le dovresti vedere, ed io, come uno stupido, non sono riuscito nemmeno a vederla.-

Disse, facendolo sorridere tristemente.

Scosse la testa, facendogli intendere che non gli credeva.

Non è colpa tua…Anzi, ti ringrazio per essermi stato accanto…

Il rosso  fece scorrere le mani fino ai suoi fianchi, che accarezzò timidamente.

-Sei davvero troppo buono, ecco perché ti voglio tutto per me.-

Sussurrò, avvicinandosi al suo viso.

-Non riuscirò a farla tornare in vita, ma posso aiutarti a dimenticare, così starai meglio, ok?-

Annuì, circondandogli il collo con le braccia e chiudendo gli occhi, sentendo subito dopo quelle labbra tiepide muoversi gentilmente sulle sue.

Gli piacevano i baci di Kiseop, perché erano davvero in grado di distrarlo a tal punto da fargli dimenticare tutto. E quando era così motivato, sentiva di poter morire tra le sue braccia, tanta era la felicità.

Lo sentì schiudergli le labbra lentamente, andando a carezzare la sua lingua.

Sentì il bisogno di maggior contatto, e si strinse maggiormente a quel corpo.

-Cosa state facendo?!-

Tuonò la voce di Narae, alle loro spalle.

Kevin spinse via l’ amico, guardando la donna sconvolto e colpevole, vergognandosi.

Il rosso guardò la madre, confuso.

-Lo stavo baciando.-

Disse, semplicemente.

Per lui quella di baciarlo era diventata una cosa normale, tanto che non se ne vergognava affatto e non capiva il perché della rabbia della madre.

Jiwon corse alle spalle dell’ amica, guardando prima suo figlio, e poi Kiseop.

-Cosa è successo?-

Chiese, con gli occhi lucidi e la voce tremante.

L’ altra scosse la testa, sospirando.

-Tranquilla, nulla di grave. Ora, però, dovremmo proprio andare.-

Il rosso annuì, e si avvicinò a Kevin per salutarlo, ma sua madre lo afferrò per il braccio e lo portò via.

 

***

-Mi hai fatto male.-

Si lamentò, massaggiandosi il braccio.

Da quanto lo aveva stretto, gli erano rimasti dei segni rossastri.

La macchina si fermò in uno dei tanti posti del parcheggio del condominio, ma, stranamente, non scese nessuno.

Narae sospirò profondamente.

-Kiseop, cosa provi per Kevin?-

Gli chiese, all’ improvviso, guardando davanti a lei.

Il ragazzino la guardò curioso e confuso.

Non sapeva bene cosa risponderle, perché quel che provava per Kevin non lo sapeva nemmeno lui. Quando si trovavano insieme, oppure si stringevano e baciavano, tutto intorno a lui si annullava e sentiva una strana sensazione nello stomaco, come se fosse tutto attorcigliato, ed il cuore pompava sangue più velocemente.

-Gli voglio bene. Tanto.-

Rispose, alla fine, sentendo però quella sensazione che lo investiva quando mentiva.

-E basta?-

-Si, perché?-

-Però vi baciate in bocca.-

-Lo so, lo facciamo da quando siamo bambini. E’ normale.-

Sospirò nuovamente.

-No, Kiseop, non è normale. Non quando siete due…Maschietti.-

-Cosa c’ è di male? Non lo fanno tutti?-

-No. Lo fanno due persone che si amano, come marito e moglie. Hai notato che nemmeno io e te ci baciamo più sulle labbra?-

Annuì.

-E’ perché è un contatto troppo intimo, tesoro, non puoi farlo con un tuo amico.-

-Ho capito, mamma.-

-Promettimi che non lo farai più.-

-Si, te lo prometto.-

Sussurrò, mentre uno strano senso di nausea gli rivoltava lo stomaco.

 

+Manicomio+

Lo so, sono in ritardo e sono una grandissima idiota. Però per farmi perdonare, pubblicherò stasera il terzo capitolo ^^ e forse anche il quarto, già che ci sono XD In questi giorni non ho avuto internete, ecco perchè non ho potuto aggiornare, però spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto ^^" (a me non molto XD) detto questo...Nulla, ci sentiamo dopo, ALLA PROSSIMAAAAAAA!!!

  
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