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Autore: subside_    30/07/2012    25 recensioni
Dimmi, Cloe. Ci pensi mai agli ultimi anni? Pensi mai che le cose sarebbero potute andare in modo diverso? Magari adesso io e te non saremmo così distanti. Magari non mi ritroverei a scriverti queste inutili parole su un misero pezzo di carta che non riceverai mai. Ci pensi mai, a me?
Io si, ogni giorno. Ogni fottuto giorno.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi son accorta che stavo allungando troppo e posso capire che diventa stancante, quindi... bhe, questo è l'ultimo capitolo.
Non potete immaginare quando l'ho scritto come mi sentivo... Mi sono completamente messa nei panni di Hope e sentivo il cuore battere forte e un macigno sullo stomaco.
Comunque sia... Grazie ancora a tutti per aver letto la storia, siete tutti fantastici :)
Qualcuno ha già capito come finirà... Io in realtà avrei in mente un altro, ultimo capitolo, ma non so se lasciare le cose così oppure no.
Voi cosa mi consigliate, lieto fine o no?
Se ci sono cose che non vi sono chiare, domande che volete fare, fatele pure qui sotto, risponderò a tutti. 
Buona lettura. Mettete "Who am I to say" di Hope a ripetizione.



http://www.youtube.com/watch?v=LI1lRp2HTYA


La mattina successiva, quando mi risvegliai, ero sola a casa di Alex. Mi aveva lasciato un bigliettino.
 
Sono andato a lavoro. Jill l’ho avvisata io, le ho detto che avevi forti mal di testa e ti sei addormentata qua. Ti ho fissato un appuntamento dalla dottoressa Stewart, ho trovato il numero
sul tavolo. E’ alle tre e mezza, passo a prenderti alle tre e ti accompagno. RIPOSATI.
Ps. Ha detto Cloe, testuale: accendi quel cazzo di telefono che stai facendo preoccupare tutti, testa di minchia.”

 
Aveva pensato a tutto. Sorrisi, poi feci come aveva detto Cloe.
Spalancai gli occhi. Trentasette messaggi.
Tralasciando quelli palesemente leccaculo delle tizie della mia scuola, passai agli otto messaggi di Harry, i dodici di Louis, i cinque di Cloe, i tre di Niall e i singoli di Liam e Zayn. Sorrisi di nuovo per quanto fossero preoccupati, prima di correre di nuovo al bagno.
 
Risposi a tutti e sei, poi mi occupai della casa di Alexander come facevo spesso molto tempo prima, nei miei peridi bui e grigi in cui sentivo la mancanza di mia madre in maniera quasi esasperante.
Mentre spazzavo la cucina, mi venne da pensare che di lì a qualche mese, tutte quelle faccende le avrei potute fare in casa mia, per Harry. Sarei potuta essere una buona moglie e donna di casa, dopotutto.
 
Quando Alex tornò e vide tutto brillare, si infuriò a bestia urlando che avrei dovuto riposare e che potevo danneggiare me e il bambino. Me lo aspettavo, per cui feci finta di non sentirlo e, silenziosa, entrai in auto, seguita poi da lui.
Arrivammo allo studio della ginecologa quindici minuti dopo, e altri quindici minuti dovemmo aspettare che fosse il mio turno.
Foster? La signorina Hope Foster.”
Si, eccomi”.
Va, ti aspetto qui”.
Annuii ad Alex e mi diressi verso lo studio della dottoressa.
Era giovane, non le davo più di quarant’anni, portava i capelli castani sulle spalle e aveva un’aria molto professionale.
Buonasera” la salutai.
Sera” ricambiò lei sorridendo. “Mi dica”.
Beh, ehm… ultimamente ho forti nausee e giramenti di testa e… ho fatto il test di maternità ed è risultato positivo, volevo…”
Si, va bene. Nel caso in cui dovesse essere veramente incinta ha intenzione di tenere il bambino?”.
Mi colpì alla sprovvista. Dovevo decidere adesso? Strinsi i pugni mentre cercavo una soluzione.
Cosa dovevo fare?
Va bene, cominciamo la visita ginecologica”. Tirai un sospiro di sollievo, contenta che avesse proseguito proseguito. Non ero pronta a fare quella scelta.
Prego, si accomodi” mi fece l’infermiera che poco prima mi aveva fatta entrare.
Entrammo in un’altra stanza non molto grande, al centro c’era la poltrona su cui avrei dovuto sedermi e ai piedi, due affari per appoggiare le gambe.
Si tolga la biancheria intima e si accomodi”. Feci come aveva detto.
Mi stesi sul lettino, senza riuscire a rilassarmi. Chiusi gli occhi e aspettai.
 
Bene, ho una buona notizia. Lei è incinta”. Fece sorridente la dottoressa Stewart,  porgendomi  l’ecografia del mio ventre.
Vederla mi fece scalpitare il cuore.
Vede questo cerchio nero? Contiene il suo bambino. E quel puntino al suo interno, è il bambino”.
Era un’emozione indescrivibile, sentivo gli occhi pizzicare, avrei voluto piangere tanto ero felice.
Ha cinque settimane”.
Osservavo persa nei miei pensieri il foglio, provando ad immaginare il piccolo crescere sempre di più.
Poi la dottoressa chiamò la mia attenzione.
In caso volesse portare avanti la gravidanza, chiami entro due settimane per un’altra visita. In caso contrario… le consiglio di farlo il prima possibile, anche per il suo bene, signorina Foster. Vuole una copia dell’ecografia?”.
 
Ritornai da Alex in lacrime. Appena mi vide uscire scattò in piedi venendomi in contro.
Feci un largo sorriso e gli porsi la copia.
Guarda… non è bellissimo?”
Il ragazzo prese il foglio e osservò attentamente il feto. Poi mi sorrise, prima di mettermi un braccio sulla spalla e portarmi fuori.
 
Harry lo sa? E Jill, Cloe? Qualcuno sa qualcosa?” mi chiese mentre mi riaccompagnava a casa.
No, sei l’unico”.
Annuì.
Vuoi che ci sia anch’io quando glielo dirai?
Mi voltai verso il finestrino, di nuovo persa nei miei pensieri.
No, grazie Alex…”
Va bene”. Disse poco prima di frenare. Eravamo arrivati.
 
Entrai in casa e salii svelta in camera mia, sperando che nessuno mi vedesse. Poi nascosi l’ecografia nel mio armadio e tornai giù.
Hope! Ma che diavolo ti è successo?” mi urlò Cloe, preoccupata.
Te l’ha detto Alex, mi sono addormentata da lui…
Jill ci raggiunse e mi mise una mano sulla fronte.
Come stai?”
Sto bene, non ho la febbre, mamma. E’ tutto apposto. E’ passato” feci con un finto sorriso.
Ora se non vi dispiace, vorrei vedere Louis… vado da lui, torno presto”.
Presi le chiavi e, davanti ai loro occhi sbalorditi, uscii.
 
Sapevo che Harry non c’era per cui non mi preoccupai di entrare in casa in lacrime.
Hope! Che succede?” Louis corse al mio fianco, stringendomi in un forte abbraccio.
In quel momento volevo soltanto sfogarmi. Affogai le lacrime nella sua t-shirt a righe che tanto adoravo, mentre lui, senza fare domande, mi cullava con carezze e dolci mormorii.
Lo-louis, io… io n-non so cosa f-fare, io… A-aiutami, Louis, t-ti prego”. Singhiozzai.
Il ragazzo prese il mio viso tra le mani. Le lacrime mi offuscavano la vista, impedendomi di ammirare i suoi occhi color del cielo.
Certo che ti aiuto. Ma devi spiegarmi cosa è successo. Siediti e calmati, vado a prenderti dell’acqua”.
Tornò subito dopo porgendomi il bicchiere.
Mi passai un braccio sugli occhi per asciugarmi il viso, poi presi un sorso e respirai profondamente per calmarmi.
D-devo dirti una cosa… ma tu devi promettermi che non lo dirai a nessuno”.
Louis annuì.
Devi darmi la tua parola, Lou”. Insistetti.
Te lo prometto, Hope. Lo giuro sulla mia vita”. Mi rassicurò lui.
Portai una mano sul ventre, mentre altre lacrime cadevano silenziose dai miei occhi stanchi.
Lui scosse la testa.
Non.. non capisco”. Fece confuso.
Louis. Aspetto un bambino”. L’espressione del suo volto cambiò in modo radicale.
Fissava la mia mano con occhi sconvolti, era pallido in viso e non riusciva a spiaccicare parola.
Sei.. sei incinta? Sei sicura, Hope?” riuscì a dire poi.
Annuii.
Lo fissai negli occhi.
Erano così… delusi? Tristi? Affranti? Freddi? Spenti? Non sapevo come definire quello che vedevo in quegli occhi che erano sempre stati la mia ancora di salvezza. Potei vederli inumidirsi, e non c’era niente che mi spezzava il cuore più che vedere quegli occhi tanto belli divenire lucidi di tristezza.
 
Ma… perché? Era una così brutta notizia che fossi incinta? Era preoccupato per lo scandalo che avrebbe causato? O solo per come la cosa avrebbe influito sulle nostre vite? Cosa gli prendeva?
 
Non devi preoccuparti, Hope”. Interruppe poi quei pensieri.
Voglio dire, non essere così triste. Non è una brutta cosa, anzi. Son sicuro che tutto si aggiusterà. Se temi che Harry possa lasciarti per questo… beh, no, credimi, ne sarebbe felicissimo. Così come lo sono io”. Mi disse sforzando un sorriso.
 
Mi prendeva per il culo? Quella non era felicità. Lui stava una merda, esattamente come me.
 
Non ho paura che Harry mi lasci da sola. Son sicura che non la farebbe. Ma lui non dovrà sapere niente”.
Risposi poi, sicura.
Cosa?” fece Louis, stupito.
Ascoltami, Lou, mi hai fatto una promessa ed io mi fido di te, perciò devi mantenerla. Non voglio limitare la vita di Harry. Non voglio che la sua vita venga stravolta in questo modo. Ha ancora tanto da fare, e avere un bambino lo richiamerebbe a responsabilità che non è il momento che si assuma
Ma che cazzo stai dicendo? Può continuare a divertirsi anche avendo un bambino!”
“Non è la stessa cosa! Non capisci, Lou? Harry Styles sarebbe padre”.
“E allora?! Prima o poi sarebbe dovuto accadere, no?”
“Non a diciotto anni, cazzo!”
“MA E’ ANDATA COSì! COSA VORRESTI FARE? LASCIARLO? FINGERE CHE IL BAMBINO NON SIA SUO? CRESCERLO DA SOLA?”
Era davvero furioso. Abbassai lo sguardo, e il tono di voce. Non volevo litigare con lui.
“…Si. Crescerò il bambino da sola”.
“Lo sai che non te lo lascerà fare”.
“Non se non lo saprà”
“Vuoi davvero fargli credere che lo hai tradito?”
“No. Lui non saprà del bambino e basta”.
“Ah, si, perché è facile nascondere una gravidanza e un pancione di nove mesi, giusto? Ma come cazzo ragioni?”
“Noi non ci vedremo più.”
“Puoi anche mollare Harry e tenerti lontano dalla sua vista ma credi che gli altri non glielo diranno? Credi che staranno al tuo stupido gioco?”
“Non intendevo io e Harry. Non ci vedremo più io e te, né vedrò più gli altri. Me ne andrò”.
 Louis spalancò gli occhi e divenne paonazzo. Era anche peggio di quando aveva saputo della gravidanza.
No, te lo scordi. Non te lo lascio fare.”
Alzai lo sguardo e tornai a fissarlo con occhi supplichevoli.
Louis, ti prego… te lo chiedo per favore. Non voglio rovinare la vostra vita.” dissi sottovoce mentre mi si bagnavano le guance.
Così però rovini la tua”. Disse lui, piano.
No, non è vero. Sarei felice. Starò col mio bambino. Sarei felice” ripetei, cercando di essere il più convincente possibile. Dopotutto, era la verità.
E’ anche suo figlio. Lui ha il diritto…”
Lo vedrà. Tra qualche anno, quando sarà più adulto, quando avrà fatto le sue esperienze, forse, potremmo tornare a crescerlo insieme” spiegai cercando di convincere soprattutto me stessa, in verità.
Ti odierà per questo”.
“Lo so. Ma lo faccio per il suo e il bene della band”.
“Ma guarda che…”
“Lou. Per favore”.
Si arrese. In quel momento, qualcuno alle nostre spalle entrò nella casa.
Oh, ma buonasera. Sei già qua, amore?”
Io e Louis ci alzammo di scatto e, velocemente, ci asciugammo il viso sperando che Harry non notasse le lacrime.
Ma immagino conoscesse bene sia me che Lou per lasciarsi ingannare.
Ma che ca… che sono quelle facce? Che succede?
Ero nel panico. Come potevo giustificarmi?
Harry mi si avvicinò accarezzandomi i capelli e fissando Louis, aspettando una spiegazione.
Scusa, gliel’ho detto
 
Eh? Cosa mi aveva detto?
 
Oh, grazie tante, Lou”.
“Scusa. Vado di sopra” mi lanciò un’ultima occhiata implorante prima di percorrere velocemente le scale. Sentii la porta della sua stanza sbattere.
 
Mi aveva lasciata nella merda, quindi. Cosa dovevo fingere di sapere?
 
Harry mi fece sedere, poi mi prese le mani.
Hey, non devi piangere. Te l’avevo promesso, e mantengo le mie promesse. Domani avviserò la troupe e gli altri. Tu e Cloe verrete in tour con noi” mi rassicurò con un sorriso.
Ne sforzai uno anch’io, ma tornai seria subito dopo.
No Harry io… io non verrò in tour con voi”. Dissi con voce spezzata. Lui aggrottò le sopracciglia.
Come? Perché?”
Stavo per ferirlo e la cosa mi si stava ritorcendo contro facendo un male che non avrei mai immaginato di riuscire a sopportare.
Credi… credi di essere il centro della mia vita, Harry? Credi che io possa cambiare la mia vita in funzione della tua?”
No, certo che no, ma credevo che..”
Tu credi troppe cose! E dai sempre tutto per scontato! Mi son stancata di questo tuo atteggiamento. Mi son stancata di te. Io ho la mia vita, i miei obiettivi. Devi capirlo. Anzi no, non c’è bisogno che tu capisca. Non più. Abbiamo tirato le cose troppo alla lunga. E’ finita, Harry”. Mi alzai davanti al suo sguardo duro da cui non trapelava alcun tipo di emozione. Si alzò anche lui, lento e apparentemente calmo.
Mise entrambe le mani nella tasca, poi mi fissò serio.
Non aspettarti che venga da te come un cane bastonato. Se lasci questa casa, non voglio che tu ci rimetta più piede. Mai più”. pronunciò quelle parole con una tale freddezza che sentivo il sangue ghiacciarmi nelle vene.
Mi avvicinai decisa alla porta, girai la maniglia.
Addio, Harry”. Poi mi chiusi la porta alle spalle.
 
Ero affranta. Sentivo il cuore spezzarmisi in tanti piccoli pezzetti. Sentivo il peso e il dolore di ogni singolo strappo. Camminavo traballante quasi fossi ubriaca e entrai in auto.
Arrivai a casa che avevo finito le scorte d’acqua del mio corpo necessarie a far lacrimare quegli occhi ormai spenti. Fuori il cielo cominciò ad oscurarsi.
La casa era deserta e ne approfittai per preparare le valigie e prenotare il primo volo disponibile per Parigi.
C’era un ultimo posto in prima classe quella notte, alle quattro.
Scelsi la Francia perché era l’unico posto straniero in cui ero stata, perché era abbastanza lontano da tutto quello e perché sapevo parlare il francese.
Mi asciugavo le lacrime mentre scrivevo al dottor Holmes che volevo che per nessuna ragione al mondo lui avrebbe dovuto dire a Jill e a Cloe della mia gravidanza. Mi rispose che era un segreto professionale che doveva mantenere dal momento che ero maggiorenne ma mi raccomandò di non fare nulla di cui avrei potuto pentirmi e di avvisarle il prima possibile.
Pensai che avrei tanto voluto salutare i ragazzi, ma poi la consapevolezza che quelli sarebbero stati gli ultimi abbracci mi avrebbe devastato, per cui decisi di evitare.
Scelsi di chiedere aiuto a Louis.
 
Devo chiederti un ultimo favore. Puoi accompagnarmi all’aeroporto, stanotte alle tre? Mi raccomando, ti prego di mantenere il segreto. Ti voglio bene più della mia vita”.
 
Quando tornarono Jill e Cloe cercai di essere il più naturale possibile e la cosa sembrò funzionare.
Prima di andare a letto abbracciai forte Jill per augurarle la buonanotte, e lei mi sorrise stupita di tanto affetto improvviso.
Lo stesso feci con Cloe. La strinsi così forte da poter imprimere per bene nella mia mente il ricordo del contatto con la sua pelle, del profumo del suo balsamo preferito, della musicalità della sua risata, della bellezza dei suoi occhi.
Lottai con tutte le mie forze per trattenere le lacrime.
 
Mentre intorno a me tutto era immerso in un silenzio tombale, con la massima cautela mi rivestii  e presi i miei bagagli.
Non lasciai nessun biglietto, avrei poi mandato loro un messaggio.
Baciai per l’ultima volta le donne della mia vita, poi, silenziosa, lasciai quella che per 13 anni era stata la mia casa.
Il cielo tempestava, la pioggia era violenta e io non avevo un cazzo di ombrello.
L’auto di Louis era parcheggiata sul vialetto. Distinsi la sua sagoma avvicinarsi a passo svelto, nemmeno lui aveva l’ombrello.
Prese le valigie e le caricò nel cofano, poi rientrammo in auto e accelerò verso l’aeroporto di Heathrow.
 
Harry mi ha detto di ieri. Sei stata spietata. Comunque non ha versato nemmeno una lacrima. E’ troppo orgoglioso per farlo”.
Meglio così” dissi, triste.
Pensi che il fatto che non pianga voglia dire che non ci sta di merda?”
Non risposi, sapevo che non era così.
L’aveva pure ufficializzato alla stampa..” pensò ad alta voce scuotendo la testa.
Ripetimi perché ti sto aiutando a fare la cazzata più grande della tua vita”. mi disse poi.
Perché mi vuoi bene?” abbozzai.
Già…” sospirò lui.
Arrivati al parcheggio, scaricò i bagagli e fece per incamminarsi verso l’aeroporto.
Ehm… Louis”. Lo richiamai.
Lui si bloccò, voltandosi indietro verso di me.
La pioggia tamburellava violenta sui nostri corpi ormai bagnati fradici.
Se non ti spiace vado avanti da sola”.
Sogghignò.
Già… non vuoi che veda dove vai, eh?”
Non risposi.
Ciao, Lou”.
 Mi avvicinai per salutarlo ma lui fu più veloce di me.
Prese il mio viso tra le mani e avvicinò le sue labbra alle mie, così velocemente che non potetti resistergli.
Premeva con foga le sue labbra bagnate sulla mie, avvinghiando il suo corpo al mio.
No, io non lo respinsi. Risposi a quel bacio. Fu più forte di me.
Portai le mie mani lungo il suo petto per poi risalire al suo collo. Attorcigliai le mani tra i suoi capelli bagnati e spettinati, mentre assaporavo le sue labbra morbide.
Mi strinse ancora più forte a se, così come io strinsi la presa delle mie mani tra le sue ciocche di capelli.
Quando si allontanò, mi accorsi che il suo viso non era bagnato solo dalla pioggia.
Lui stava piangendo.
Ti amo, Hope. Ti amo più della mia vita”. Citò il mio messaggio di poco prima, con molta più intensità.
Da... da quanto?” chiesi tra le lacrime.
Dalla prima volta che ti ho vista.”
Ma…” provai a dire.
L’ho capito da subito che a te era Harry che piaceva, e lui era davvero preso da te. Gli voglio bene, non gli avrei mai vietato di essere felice, così non gli ho detto nulla. La prima sera che vi ho visti insieme, Harry l’ha capito subito che provavo qualcosa per te, da come lo guardai quando collegai le cose. Quella sera parlammo, mi disse che non aveva intenzione di ferirmi, ma si era davvero affezionato a te. Lo capii, e lasciai perdere, accontentandomi di renderti felice in un’altra maniera”.
Rimasi in silenzio ad ascoltare tutto il discorso. Non l’avrei mai immaginato. Mai. Mi odiai per averlo fatto soffrire per tutto quel tempo. Mi odiai per avergli detto del bambino. Mi odiai perché lo amavo anch’io. Mi odiai perché amavo anche Harry. Mi odiai perché mi facevo schifo da sola.
Scusami… scusami davvero” sussurrai tra le lacrime prima di scappare via.
Lui mi lasciò andare senza dire una parola.
Correvo afflitta, correvo spaventata, correvo attenta a non cadere. Non volevo odiarmi ancora di più, in caso avessi fatto del male al bambino.
Non me n’ero mai resa conto prima di quel momento, ma immaginavo che il motivo per cui stavo così bene in presenza di Louis era perché ricambiavo i suoi sentimenti.
Eppure l’idea di lasciare Harry mi aveva sconvolta, e ancora mi sconvolgeva. Amavo anche lui, senza ombra di dubbio.
Ma che orribile persona può amare due persone contemporaneamente?
 
“Ciao Jill, stasera non torno a casa e nemmeno nei prossimi giorni. Sono partita, mi trasferisco. Scusa se è stato tutto così improvviso, avrò modo di spiegartelo. In questi giorni ti chiamo, o vengo a trovarvi, non so. Capirete tutto, scusa ancora. Salutami Cloe. Vi voglio bene, non immagini quanto.”
 

Quello fu l’ultimo messaggio che hai ricevuto da me, Cloe. Sai, io son tornata. Son tornata a spiegare la situazione a Jill, ma tu non c’eri. Eri in tour coi ragazzi. Quando Jill me lo disse scoppiai a piangere. Ero così felice per te.
Spiegai a Jill che aspettavo un bambino ma le feci promettere di non dire niente, e lei fu d’accordo.
Non sul fatto che me ne andassi, certo, ma se proprio avevo preso la mia decisione era meglio che tu non sapessi. E nemmeno gli altri.
Se avevo scelto di vivere la mia vita in quel modo, non significava che dovevate cambiare la vostra in funzione della mia.
Perciò ti capisco se non mi hai perdonata per averti lasciata sola, Cloe, ti capisco se sei delusa, o arrabbiata.
Quando sono arrivata in Francia son stata per un po’ da Caroline fino a quando non ho comprato un appartamento. Jill mi ha molto aiutato economicamente. Poi mi son trovata un lavoro, e lì ho fatto nuove amicizie. Niente di serio, ovviamente. Non volevo che nessuno sostituisse né te né Alex, per cui il giorno in cui è nata la bambina –e’ una femminuccia- c’era solo Caroline a tenermi la mano.
Io ho chiuso gli occhi e ho immaginato di sentire il calore della tua, di mano. Ho provato ad immaginarti lì accanto a me, a confortarmi, a darmi forza e coraggio.
La bambina assomiglia molto al padre. il colore dei capelli è lo stesso e anche la forma del naso. Gli occhi sono praticamente gli stessi. Quando li guardo mi sembra di ritrovarmi davanti ad Harry. Anche il sorriso somiglia molto al suo. I capelli invece son lisci come i miei, e i lineamenti del viso anche.
Le ho parlato tanto di te, sai? Dice sempre che vuole vederti.
E lo vorrei tanto anch’io.
Muoio dalla voglia di riabbracciarti, Cloe.
Ti ho scritto questa lettera perché non volevo che tu ti dimenticassi di me, e di quello che abbiam passato insieme.
Ti ho scritto perché speravo che potessi metterti nei  miei panni e riuscissi a perdonarmi per tutto il male che ho causato a te e agli altri, perché volevo scusarmi per non averti mandato gli auguri per il tuo matrimonio con Liam e nemmeno quando è nato il piccolo Kevin.
Ovviamente, chiedi scusa da parte mia anche a Liam, signora Payne.
Porta le mie scuse a Zayn per essere stata assente anche al suo, di matrimonio, ma digli che l’ho visto in tv ed era uno schianto, Rebecca mi piace davvero tanto.
Porta le mie scuse a Niall per non esserci stata quando è tornato dal suo primo appuntamento con Demi, perché gli avevo promesso che avrei festeggiato insieme a lui, e son contenta che le cose vadano bene.
Porta le mie scuse a Louis per non avergli detto prima quanto lo amavo e quanto ero felice di averlo al mio fianco, digli che mi dispiace che non ha ancora trovato la donna della sua vita ma son sicura che presto qualcuna si accorgerà della splendida persona che è e non se lo lascerà scappare.
Infine, non dire niente a Harry perché devo essere io a chiedergli scusa per avergli nascosto tutto questo, per chiedergli scusa per avergli negato di vedere la piccola, spero capisca l’ho fatto solo per il suo bene. Son felice che sia riuscito a farsi una vita insieme ad Elisabeth e spero possano condividere il resto della loro vita insieme, felici, perché lui merita tutto l’amore di questo mondo.

Tanti baci e saluti anche da parte della piccola Cloe,
ti voglio bene,
Hope.

  
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