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Autore: I Biscotti Inflessibili    30/07/2012    7 recensioni
Con la sconfitta di Loki, che ammanettato e munito di museruola è stato rispedito come un pacco ad Asgard, la pace sembra ristabilita. Chiuso in una cella, non può far altro che ricevere le continue visite di Thor, che non può proprio fare a meno di cercare di redimerlo in tutti i modi. Ma la sete di vendetta e di rivincita del Dio dell'Inganno non lo terranno calmo a lungo. Che sia l'inizio di una nuova sfida per gli Avengers?
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Note molto brevi, stavolta, vi lasciamo subito al capitolo, anch'esso molto breve, sperando che incontri il vostro favore ^_^


Capitolo II


E mentre la festa cominciava a riscaldarsi, ovvero mentre Occhio di falco giocava ad infilzare palline, Thor provava tutti gli alcolici mai distillati da mente Miðgarðiana seguito a ruota da Tony e mentre Pepper, Capitan America, Bruce e Vedova Nera conversavano assai amabilmente, qualcuno cercava una via di fuga.
Non fu un grosso problema per Loki intrufolarsi nel luogo in cui, almeno in teoria, il Tesseract era custodito accuratamente, come non fu un problema liberarsi delle ennesime stupide guardie. Stavolta non optò per gli effetti speciali di ghiaccio, ma per due belle pugnalate ben assestate, che gli diedero una magnifica sensazione di onnipotenza: dopo di che fu solo questione di prepararsi al viaggio.
Viaggiare in quel modo non era certo come spostarsi con il Bifrost, il Tesseract sembrava avere un’ironia tutta sua nello scegliere dove far atterrare coloro che lo utilizzavano, e Loki ebbe la sfortuna di finire esattamente su un tombino aperto nel bel mezzo di Manhattan. Certo, riuscì ad evitare di finire nelle profondità del sistema fognario, ma la cosa non migliorò di certo i suoi sentimenti verso il fratello o i Midgardiani. Alzò lo sguardo in direzione della Torre Stark, e ciò gli portò alla mente umilianti ricordi. Eppure, era assai probabile che Thor bazzicasse da quelle parti, perciò là si sarebbe recato.
Fu strano per Loki ritrovarsi ad attraversare la città che aveva tentato di conquistare pochi mesi prima camminando come un mortale qualunque. Non avrebbe potuto quantificare quanto trovasse la cosa deprimente, e si attaccò con tutte le sue forze al pensiero della vendetta imminente.
Giunto all’ingresso della Torre Stark capì che non avrebbe potuto farsi strada a suon di omicidi: non che non lo volesse, sia chiaro, ma avrebbe del tutto perso l’effetto sorpresa che la missione richiedeva. Considerando che la magia era il suo forte, riuscì a rendersi insignificante per il personale di sicurezza e di ufficio, e si avviò verso i piani alti della struttura in piena tranquillità.
Il sistema computerizzato di sicurezza avrebbe potuto registrare il suo passaggio, ma i controlli erano stati tutti temporaneamente sospesi per poter permettere all’altro Asgardiano, Thor, di atterrare indisturbato nell’edificio, coincidenza che fece ridacchiare il dio dell’inganno di gran gusto: che colpa ne aveva lui se i Midgardiani erano dementi?
Quando, opportunamente nascosto, vide quello che stava accadendo nell’attico ebbe la certezza che i Midgardiani erano idioti, come pure colui che si fregiava del titolo di protettore del pianeta. Come ebbe modo di notare, la mortale del fratello non era presente, ma l’allegra banda di ridicoli supereroi era lì riunita, festeggiando non si capiva bene cosa.
- Tanta premura per questo? – si chiese Loki, perplesso. Non amava le visite del fratello alla sua cella, ma l’idea di essere stato congedato in fretta e furia per quello lo faceva ammattire. A stento poté sentire alcune parole.
- Perché non hai invitato anche Nick Fury? Avremmo avuto spazio a sufficienza. – chiese ad un certo punto una donna bionda, rivolta all’uomo di metallo, mentre mangiucchiava patatine.
- Fury? Scherzi? – fece Rogers.
- Non è stato nemmeno preso in considerazione. – disse Natasha.
- E perché?
- Avrebbe incupito l’atmosfera. – rispose Occhio di Falco dal suo angolino, mentre faceva giochi di abilità con alcune palline di plastica.
- Incupire l’atmosfera? – pensò Loki tra sé e sé. – Si può fare di meglio.
  
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