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Autore: ieazabel    30/07/2012    1 recensioni
Questa storia è indirizzata a chi avrebbe tante cose da dire e non le dice, per paura, vergogna, per non compromettere i propri sentimenti. Se avete qualcosa da dire a qualcuno, ditegliela, perché poi potrebbe essere troppo tardi: siamo troppo giovani per vivere col rimpianto di cose non dette, o di azioni mai compiute. E, un'ultima cosa: anche quando non credete in voi stessi, quando non credete di lasciare un segno nelle persone, fidatevi: rimarreste sorpresi nel sapere a quante persone avete, in realtà, lasciato una vostra traccia nei loro cuori. Solo che non ve lo dicono.
Enjoy!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Riesci a leggere la mia mente?

Casualità e causalità





Sotto le luci, stanotte, mi sono voltato
e mi hai rubato il cuore con un solo sguardo

 

 

21 gennaio 2012

 

Grazie del passaggio, papà. Dopo ti mando un messaggio per farti sapere a che ora torno”. Chiudo la portiera della macchina e mio padre aspetta che io entri nel vialetto che introduce a casa di Gwen. Sì, ancora non ho preso la patente e questa cosa inizia un po' a pesare sia a me che ai miei genitori. Solo che io detesto guidare, è più forte di me! Suono il campanello e, dopo mezzo secondo, Gwen mi apre la porta in accappatoio.
Sono in crisi nera: non ho idea di cosa indossare!”. La sua espressione è corrucciata e pensierosa.
Ciao anche a te, Gwen!”, lei emette una sonora risata.

Scusami! Prego, entra: benvenuta nella mia umile dimora. Fa' come se fossi a casa tua”. Magari fosse casa mia, dico io. L'appartamento è spazioso, curato nel minimo dettaglio, il soffitto è altissimo e solamente il salone è grande come casa mia. Gwen mi accompagna nella sua camera ed io rimango folgorata; è una stanza splendida: sulla destra c'è un grandissimo armadio stracolmo di vestiti, una lunga scrivania di mogano e una grande finestra dalla forma rotonda. Il letto è a soppalco e lo si raggiunge grazie ad una scaletta, anch'essa di mogano. Su tutte le pareti, Gwen ha attaccato ritagli di riviste di moda e varie foto che ritraggono lei e i suoi amici. Questo la dice lunga su che tipo di persona sia ed io ne sono inconsciamente affascinata.
"Ciao Isa!". Alzo lo sguardo e vedo Cos seduta sul letto mentre accarezza un gatto, che suppongo sia di Gwen. "Aspetta un attimo, ché scendo a salutarti per bene. Sempre se prima non inciampo su questi scalini di merda". Gwen alza gli occhi al cielo.
"E' da tre anni che vieni a casa mia e ancora non hai imparato a scendere quegli scalini. Secondo me hai dei problemi!". Cos fa una smorfia e, quando riesce a toccare il pavimento sana e salva, viene a darmi un bacio.
"Allora, ragazzuole, che cosa ci mettiamo?", esordisce Gwen dopo i convenevoli.
"Beh, io avevo pensato di indossare qualcosa di casual..", azzardo.
"Non dirmi che vuoi andare alla festa vestita.. così?". Mi guarda con disappunto e non posso fare a meno di imbarazzarmi. Cosa c'è che non va? In fin dei conti indosso solo un paio di jeans, una maglia blu con lo scollo a barchetta e delle Converse blu. Sono un po' rovinate, ok, ma sono comunque scarpe.
"Beh, io.."
"No. No. No. Non dire nulla. Ci pensiamo noi. E' la tua prima festa qui e dovrai lasciare tutti senza fiato". Cos annuisce alle parole di Gwen e mi fa un occhiolino. Lasciare tutti senza fiato? Ci saranno talmente tante persone che dubito sia possibile lasciare tutti senza fiato. Ma non mi sembra il caso di replicare, visto che sembrano piuttosto sicure di ciò che devono fare.
"Anche perché ho notato come guardi Liam..". Cos è una brava osservatrice e la cosa mi mette a disagio. Forse non sono stata così discreta come pensavo. "L'altra mattina, quando è entrato in classe, non gli hai tolto gli occhi di dosso per cinque minuti buoni". Colta in flagrante.
"Beh, sì, è un bel ragazzo, ma il mio interesse si ferma qui. Voglio dire, neanche lo conosco", mentre mi giustifico non riesco a sostenere i loro sguardi, quindi alzo il mio e noto un enorme pannello bianco pieno di firme e dediche proprio dietro il letto di Gwen.
"Cos'è quello?" chiedo, indicando il pannello. 
"Oh, quello è il pannello che ho messo all'entrata della mia festa dei diciott'anni. Chi voleva, poteva mettere una firma o una dedica", dice distrattamente.
"Hai molti amici..". Lei alza un sopracciglio, mi guarda e mi sorride.
"Conosco molte persone, l'amicizia è un'altra cosa". La sua espressione diventa tesa e Cos, accorgendosene, smorza l'atmosfera.
"Il tuo compleanno quand'è?"
"A dire il vero è stato il 16, il giorno prima di arrivare qui da voi". Non so perché ma in quel preciso istante mi viene in mente il pacchetto che mi ha dato Zayn. Non l'ho ancora aperto. Forse dovrei farlo.
"Ma come? Perché non ce l'hai detto prima?! Allora stasera festeggeremo anche il tuo compleanno!". Cos batte le mani entusiasta e aggiunge: "Motivo in più per bere". Mi fa l'occhiolino.
"Sì, certo, tutto questo è bellissimo, ma se non iniziamo a prepararci, alla festa non ci arriveremo mai. Muovete i vostri culetti e diamoci una mossa!". Gwen mi dà una pacca sul sedere. Sembra conoscermi da sempre. Ci dirigiamo verso l'armadio e Gwen ci dà il via libera per prendere qualsiasi cosa ci piaccia. Mentre per Cos l'imbarazzo è derivato solo dalla scelta, per me è derivato anche dal fatto che Gwen è molto alta e molto magra, al contrario di me, che sono di qualche centimetro più bassa e più formosa. 
"Gwen, dubito i tuoi vestiti possano entrarmi", le dico amareggiata. Non è che io non mi piaccia, anzi, mi ritengo una ragazza abbastanza piacente, solo che ogni volta che devo affrontare il mio corpo davanti agli altri, non mi sento a mio agio. 
"Non devi preoccuparti, anzi: molti dei miei vestiti staranno molto meglio a te, piuttosto che a me, visto che li ho comprati nella speranza che qualche parte del mio corpo lievitasse!" e mentre lo dice, si tocca il petto e il sedere, assumendo un'aria piuttosto buffa. Cos le dà una schicchera in testa.
"Ma piantala! Magari ce l'avessi io il tuo fisico!". Osservo Cos di soppiatto. E' molto formosa: seno grande e fianchi pronunciati. Sembra la tipica ragazza mediterranea dei film anni '40.
"Sì sì, come no. Allora, Isa, prendo i vestiti che sicuramente ti staranno bene. A te neanche te li prendo, tanto l'armadio lo conosci meglio di me!", rivolgendosi a Cos.
Di tutti i vestiti che mi procura, uno mi colpisce particolarmente: si tratta di un vestitino nero lungo fino a metà coscia, con su ricamato del pizzo nero, lo scollo a barchetta e le maniche lunghe interamente di pizzo. Il fatto che abbia la cucitura sul giro vita fa sì che i miei fianchi sembrino più morbidi e, guardandomi allo specchio, mi trovo niente male: elegante e accattivante al tempo stesso. Per quanto riguarda le scarpe -sì, tutte e tre abbiamo lo stesso numero- opto per un paio di semplici decoltè nere di velluto con il plateau, che slancia la gamba. Del make-up, invece, se ne occupa volontariamente Cos, che decide di ispirarsi a Marilyn Monroe: eye liner nero, tanto mascara "ché rende gli occhi da cerbiatta" -sue testuali parole- e rossetto rosso spento. Lascio i capelli sciolti, cosicché il biondo chiaro contrasti con il nero del vestito e i riccioli mi incorniciano perfettamente il viso rotondo. Mi piace avere il collo scoperto, così non indosso alcuna collana, e intendo lasciarmi gli orecchini di zircone, che danno luminosità. 
"Beh, direi che sono pronta!", esulto.
"Beh, direi che sei figa!". Gwen mi guarda come una mamma guarda sua figlia prima del ballo scolastico. Commossa, forse, è il termine giusto. Anche loro sono bellissime: Gwen indossa una gonna nera di tulle a vita alta, una semplice canottiera bianca merlettata, una giacca di pelle nera con le maniche a tre quarti e le spalline borchiate e completa il suo look da rockstar con un paio di anfibi di pelle nera. Cos, invece, opta per un look più "romantico": tubino rosa pallido che lascia scoperta metà schiena, mini cintura rosa antico di velluto che le stringe il punto vita e decoltè di velluto color crema. Mi piacciamo parecchio!

 

La casa di questa Jenna è il delirio. Inutile dire quanto sia grande, figa, supermegaiper la sua villa, ma rimane comunque un delirio: c'è chi vomita sul prato, chi si sveste senza apparente motivo e chi piange urlando a squarciagola "Jason ti amo!". Personalmente io non potrei mai prendermi la responsabilità di dare una festa così, anche perché la mia pigrizia mi impedirebbe di mettere a posto la mattina seguente. In ogni caso, in questo momento ho perso sia Gwen che Cos e le uniche facce amiche che conosco o non sono ancora arrivate o non le vedo perché non ho gli occhiali da vista. L'unica cosa che mi resta da fare è bere, mettermi in un angolo e deridere subdolamente i ragazzi che tentando squallidi approcci con le ragazze. Prendo una birra chiara e, come da programma, trovo un angolino accogliente. Mi trovo ad assistere ad una serie di scene pietose infinite, finché il mio sguardo non si posa su una coppia che si bacia appassionatamente dall'altra parte della sala: lei è seduta sul pianoforte e lui, in piedi, le cinge i fianchi con le mani. Ci sa fare, il biondino. Anche Zayn ci sa fare. No. Isabella, no. Avevi giurato che almeno stasera non ci avresti pensato. Piantala.

"Carini, eh?". Una roca voce maschile interrompe bruscamente il mio monologo interiore. Mi volto e vedo questo ragazzo alto e riccio che attende una risposta con un sorriso beffardo.
"Sono carini finché durano". Ed ecco a voi la vincitrice del premio SONO CINICA E ME NE VANTO: Isabella Palmer!
"Beh, lui lo conosco, è mio amico e intende farla durare. Volere è potere". Ma questo pseudo-filosofo da quattro soldi da dove è uscito?
"Se lo dici tu.."
"Sei sempre così ritrosa verso le persone?". E tu ti sei avvicinato per psicanalizzarmi?
"Se non mi trovi di compagnia, puoi anche tornare da dove sei venuto". Ma chi gli ha chiesto niente.
"No, sei bella. Non sarai di compagnia, ma sei bella e mi piace guardarti e mi piacciono anche i tuoi modi sgarbati". Mi avvicino al suo viso e lo annuso. Non sembra aver bevuto.
"Perché mi hai appena annusato?"
"Volevo accertarmi che tu non fossi ubriaco". Rispondo con nonchalance. Lui si schiarisce la voce.
"Io sono ubriaco e tu ora sei bellissima. Domattina sarò sobrio, ma tu sarai comunque bellissima".
"Ma non era la frase di un film?". Inizia a ridere.
"Sì! Che palle, cercare di conoscerti è più complicato del previsto".
"Allora va' da qualche altra ragazza con la quale è più semplice approcciare, se io ti sembro tanto complicata, no?". Si irrigidisce, inarca un sopracciglio e sorride.
"Ti ho già detto che non me ne vado. E anche se poi ti allontanerai tu, sappi fin da subito che saprò ritrovarti". Oh, andiamo: questo è il quartiere degli stalker!
"Allora ti comunico che sto per allontanarmi. Ma sappi che non ci sarà una ricompensa, nel caso tu mi ritrovassi". Per una frazione di secondo, la luce illumina il suo viso: i suoi occhi sono verde smeraldo e i suoi capelli perfettamente ricci. Ha l'aria di uno che sa quello che vuole e la cosa mi piace da morire.
"Oh, fidati: quando ti ritroverò -perché lo farò- non ci sarà bisogno della ricompensa, perché ti avrò già ottenuta". La sua voce sicura provoca un brivido che mi attraversa la schiena. Mi avvicino al suo orecchio e, prima di allontanarmi, gli sussurro:
"Volere è potere".



Angolo autrice:

Hello people!
Questo è un capitolo di passaggio, diciamo. Spero vi piaccia e spero la storia, che si sta infittendo, vi incuriosisca.
Sono sempre gradite recensioni, così posso capire cosa vi va a genio e cosa no!
Enjoy!
I.

  
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