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Autore: Elieen03    30/07/2012    5 recensioni
E se anche i tributi del distretto 2 nutrissero sentimenti di odio e rancore verso Capitol City?
E se anche loro avessero dei sentimenti profondi che bruciano l'anima?
E se Cato fosse disposto a richiare la sua vita, per la famiglia che gli è stata sottratta?
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cato, Clove
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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<< La voce di Evoy riempie la sala: “Il percorso da seguire è abbastanza semplice, roba di ordinaria amministrazione nell’arena. Se riporterete anche solo un graffio, sarete fuori.  Non ho intenzione di portare dei pivelli ai giochi. Ho una reputazione da difendere. Mettetevi in fila”.  La tensione sale alle stelle. Devo stare attento, non posso fallire. E’ la mia occasione. Un solo graffio, e sei fuori. Evoy non esagera mai. Nessuno di noi sa in cosa consiste il percorso, ogni anno è diverso. Sto per mettermi in prima posizione…poi ci ripenso. Potrei apparire spavaldo e irrequieto. E lo sono. Ma se voglio farcela, devo reprimere i miei sentimenti. Metà fila andrà più che bene. Il tempo scorre lentamente mentre i  tributi che mi precedono affrontano la prova. Tecnicamente, sarebbe illegale allenarsi prima della mietitura. Tecnicamente. In pratica nessun tributo del 2 approda nell’arena senza essersi allenato una vita intera. Solo i migliori vengono scelti, e quest’anno sarò io. Grazie al cielo, il mio turno arriva prima che l’impazienza tradisca i miei sentimenti. Come da manuale, supero gran parte del percorso senza alcuna difficoltà. Sembra fin troppo semplice. Infatti non lo è. Mentre abbatto un tributo-manichino con una lancia, un branco di ibridi sbuca dal nulla. Sembrano dei ragni enormi. Sono velocissimi e perfettamente in grado di intrappolarti con le loro ragnatele. Ma questi sono dettagli, perché possono usarle anche per ucciderti. Non so se Evoy gli abbia dato questi ordini, ma non intendo scoprirlo a mie spese. Ne schivo due e trafiggo il terzo con la lancia che mi è rimasta nelle mani. Sono a pochi metri dall’uscita quando la mia tuta viene lacerata. Artigli, hanno anche quelli. Sono completamente disarmato e decido di avvalermi della mia forza fisica. Sbatto l’animale al suolo con tutta la rabbia che ho dentro, e un rumore di ossa rotte mi ricompensa. Uno scatto felino, e sono fuori. Ce l’ho fatta! L’adrenalina del momento offusca il dolore, ma non la vista. Ho un graffio. Una piccolissima goccia di sangue mi scorre sul polso. >>

 
CATO:

Il mio corpo è completamente pervaso dal veleno, ma reagisce bene. Paradossalmente, reagisce meglio degli altri.

Sto accogliendo un vecchio amico.

Io e Clove siamo riusciti a rotolare fino ad una grotta prima di crollare, ma di Marvel e Lux non c’è ombra.

Lux.

I suoi occhi verdi, insieme al ricordo degli occhi di mia sorella sono stati il centro dei miei incubi per ore. Mi osservavano, mi scrutavano e mi imploravano di non abbandonarla, di salvarla. Un lamento incessante: “Salvami Trey...salvami…salvami…”

E se fosse stata lei? E se il destino avesse voluto prendermi in giro ancora di più?

Non ho una risposta logica a tutto ciò, quindi mi aggrappo all’incoscienza. Alla speranza.

Il destino ha in serbo una sorpresa peggiore per me.

CLOVE:

Apro lentamente un occhio. Poi l’altro. Piccoli gesti meccanici mi riportano alla realtà.

Perché questa è la realtà, vero?

La risposta è di fronte a me.
Cato cerca di mettermi dritta vicino al muro, mentre mi accosta alle labbra una borraccia d’acqua.
“Come mai non mi hai lasciata qui a morire?”
Il mio commento doveva essere sarcastico e pungente, ma la mia voce è troppo debole.

Odio apparire debole.

Neanche il mio compagno sfoggia una grande forza in questo momento, perché la sua voce mi giunge debole: “ Abbiamo un patto piccoletta, gli aghi inseguitori te l’hanno rimosso dal cervello?”.
Mantiene il suo cinismo, come sempre.
“Non preoccuparti, lo ricordo benissimo.”
Come potrei dimenticarlo?
Un’altra vittima, e l’alleanza finirà.

Tutti contro tutti.

Mi porge una pomata come offerta di pace.
“Questa la manda Evoy, ma è solo per le ferite…per gli incubi non esiste nulla”

Gli incubi.

Prima di poter pensare alle conseguenze delle mie parole, la domanda mi sale alle labbra: “Ne hai avuti anche tu?”
Per la prima volta da quando lo conosco, l’espressione sul viso di Cato sembra ammorbidirsi e la sua voce sembra quasi tremare: “Si.”
Una sola sillaba, niente di più.
Guardo il ragazzo che mi siede di fronte, e penso che fuori dall’arena sarebbe stato un buon amico.

Una persona a cui confidare i propri segreti.

CATO:

Le tenebre ci avvolgono, e la temperatura scende sempre di più.
Mi sono offerto per il primo turno di guardia perché non potrei mai dormire questa notte, non con gli incubi pronti ad assalirmi.
Clove si è abbandonata da un po’ ad un sogno irrequieto.
Si agita e mormora tante parole.
Tutte incomprensibili, meno una.

Scandita perfettamente.

Un nome.

“Trey.”

Il mio cuore manca un battito.



 
   
 
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