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Autore: SheWantsAcake    30/07/2012    6 recensioni
La loro amicizia non era finita a causa di un litigio o a causa della distanza. Era finita e basta. Per parecchio tempo ogni volta che lo incontrava sentiva le farfalle nello stomaco e desiderava andare da lui a rivelargli ciò che provava. Ma non l’aveva mai fatto. Non ne aveva mai avuto il coraggio. Per quanto lei avesse desiderato che lui le rivolgesse ancora quello splendido e dolcissimo sorriso, non si era mai fatta avanti, e la loro amicizia era finita. Senza motivo. Erano ormai quattro anni che non vedeva più Niall, ed era terrorizzata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non sapeva quanto tempo avesse passato seduta sulle scale del centro commerciale. Forse due ore buone, a giudicare dalla sensazione che provava alle gambe. Probabilmente doveva essersi addormentata, perché quando riaprì gli occhi fu accecata dalla luce del pomeriggio. Si stiracchiò brevemente e si massaggiò le tempie, cercando di fare mente locale su ciò che era successo e facendo fatica a ricordare, come se si fosse svegliata dopo anni e anni. Aveva rivisto Niall. Aveva rivisto Niall e lui non aveva dato alcun segno di riconoscerla. Abigail l’aveva chiamato stronzo. Oh Abigail e la sua linguaccia. Abigail! Non l’aveva più vista dopo che era corsa via da HMV. Controllò il cellulare, due chiamate perse, una da sua madre e un numero che non aveva in rubrica. Un messaggio, dallo stesso numero da cui proveniva la chiamata.
“Spero che questo sia ancora il tuo numero.”
Del tutto trascurabile, magari proveniva da qualche imbranato che aveva sbagliato destinatario. Di Abby nessuna traccia, compose il suo numero e si alzò lentamente in piedi, le gambe addormentate dal troppo tempo passato seduta. Iniziò a camminare avanti e indietro, attendendo una risposta.
“Ciao!” rispose l’amica allungando la a in un modo che dava sui nervi.
“Dove diamine sei finita?” disse Rebecca senza troppi convenevoli. A volte si rendeva conto anche da sola di essere un po’ dura.
“Io? Dove sei finita tu! Te la sei data a gambe e non ti ho più trovata, pensavo fossi tornata a casa, così ho visto un paio di negozi e sono ripartita.” Un paio di negozi. Sì, come no.
“Ma potevi almeno chiamarmi! Mi hai lasciata qui, come un’idiota!”
“Cosa ne sapevo io! Pensavo te ne fossi andata! E tanto per fartelo sapere per aver insultato il tuo amico, sono stata allontanata dalla sicurezza!”
Basta. Non voleva sentire altro, non voleva più sentir parlare di Niall Horan, da quel giorno, dopo il loro disastroso incontro, quello era un capitolo chiuso. Spense il vecchissimo Nokia e si avviò verso la fermata dell’autobus.
Quando arrivò a casa non c’era nessuno, ovviamente, come ogni giorno i suoi genitori erano a lavoro e probabilmente non sarebbero arrivati prima dell’ora di cena. Si sdraiò sul letto fissando il soffitto, una terribile sensazione che le attanagliava lo stomaco. Continuava a chiedersi quale fosse stato il motivo che l’aveva spinta ad avvicinarsi a lui. Perché lo aveva fatto se sapeva perfettamente che sarebbe stato tutto storto?
 
Una massa di gente che la spingeva, la nausea.
“N-Niall?” la voce che usciva, gracchiante.
“Ciao”
“Niall, Niall Horan?” continuava a balbettare e tremare “T-ti… Ti ricordi di me?” aveva fatto quella domanda senza neanche rendersene conto
“Scusa, ci conosciamo?”
La sua risposta era arrivata, gelida come il ghiaccio. Dimenticata, completamente. Niall l’aveva rimossa dalla sua memoria.
 
Improvvisamente fu come se la stanza si fosse rimpicciolita, le pareti la opprimevano, il soffitto sembrava schiacciarla, le mancava l’aria. Si alzò dal suo letto e si guardò intorno, la sua stanza non era più un luogo confortante. Uscì di casa e si diresse verso il parco più vicino. L’aria aperta le tolse la sensazione di soffocare e piano piano si sentì sempre meglio, ma il rimpianto per ciò che aveva fatto e la sensazione di avere un sasso nello stomaco sembravano non voler sparire.
Si sedette per terra, nell’erba fresca, il viso punto dall’aria invernale.
Bip bip
Un messaggio.
“Possiamo incontrarci, se vuoi.”
 
Stesso numero sconosciuto del messaggio che aveva ricevuto quella mattina. Colui o colei che scriveva doveva essere davvero un imbranato per continuare a scriverle nonostante avesse evidentemente sbagliato numero.
 
Bip bip
Un altro messaggio. Rebecca si ritrovò piacevolmente sollevata vedendo che era da Abigail.
 
“Dove sei?”
 
La ragazza non sapeva se rispondere o meno, non aveva idea se fosse davvero arrabbiata, ma aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno, perciò disse all’amica dove si trovava e pochi minuti dopo arrivò, perfetta come sempre, nel suo abito color lavanda.
 
“Mi dispiace Reb.” Le disse con un’aria che pareva sinceramente dispiaciuta
“Non ti preoccupare, è tutto passato.”
“Beh, allora, dimmi un po’, come ti senti?”
“Uno schifo. Non riesco a smettere di pensare a quello che è successo, mi sono pentita amaramente di essermi avvicinata, le ragazze che mi spingevano, quegli altri che continuavano a ripetermi che ero molto carina. Poi, poi il suo sguardo, vuoto. Si è dimenticato di me. Si è dimenticato di me Abigail!”
“Ohh, tesoro, mi dispiace. Però non dire che non ti avevo avvertito. Dovevi vedere la sua faccia quando gli ho dato dello stronzo! E poi quelli della sicurezza non erano affatto gentili!”
Rebecca sorrise leggermente al pensiero dell’amica che veniva trascinata via dagli omoni della sicurezza. Era per questo che le piaceva Abigail, era sempre capace di farla sorridere, anche quando il suo morale era totalmente a terra.
“Mi sono arrivati due messaggi e una chiamata da quando sono andata lì.”
La ragazza, con la teatralità che la caratterizzava, strabuzzò gli occhi, allungando la mano per richiedere il telefono.
“Ma niente di che Ab. Non ho risposto alla chiamata e i messaggi sono del tutto trascurabili, probabilmente qualcuno che ha sbagliato numero.”
“Beh, perché non hai risposto?”
“Non mi pareva necessario, insomma, per quanto ne so potrebbe benissimo essere un pazzo maniaco.”
“Ti fai troppe paranoie tu! Dammi qua, faccio io.” disse facendole l’occhiolino.
 
“Ciao, non so chi tu sia, probabilmente hai sbagliato numero. Non ho idea di chi stai cercando, comunque io sono Rebecca xx”
 
“Inviato.” Disse Abigail. Quella ragazza aveva il potere di far sembrare tutto semplice, viveva senza pensieri, era anche questo che piaceva a Rebecca.
“Ora bisogna solo aspettare che risponda.”
“Ma non risponderà Ab, te l’ho detto, chi mi potrebbe cercare? Di certo è qualcuno che ha sbagliato numero.”
“Sei sempre così negativa!” le rispose dandole una piccola spintarella.
Poggiarono il cellulare a terra e si sedettero a fissarlo, come attendendo un messaggio divino.
Bip bip
Era passato ormai qualche minuto e Rebecca sussultò a quel suono essendosi quasi dimenticata di ciò che stavano aspettando. Guardò il cellulare, corrucciata, non sapendo cosa aspettarsi. “probabilmente è l’imbranato che si scusa”.
“Reb? Che aspetti?” disse Abigail, e per la ragazza fu come risvegliarsi da un sogno.
“Ok..” rispose a bassa voce.
Lentamente prese il telefono e premette i tasti per vedere il messaggio. Poi, lo lesse ad alta voce, sempre più stupita ad ogni parola che pronunciava.
“No, non credo di aver sbagliato numero, a meno che tu non sia Rebecca Prompt che frequenta la New Hampton High School di Londra. Scusami, non mi sono presentato, mi chiamo George, e ho avuto il tuo numero da un tuo amico. Ti avevo visto ad una festa e ti ho trovata molto carina. Poi questa mattina ti ho rivista al centro commerciale e allora ho deciso di scriverti. Magari potremmo conoscerci meglio..”
L’amica lanciò un gridolino, praticamente viveva di queste cose da telefilm. Rebecca più che altro era stupita di aver attirato l’attenzione di un ragazzo, dato che la sua unica esperienza amorosa risaliva agli anni delle medie e si potrebbe dire che era stata anche alquanto disastrosa.
“Sicuramente è un cesso coi brufoli.” Disse facendo spallucce. “Non mi interessa più di tanto conoscere un ragazzo che non ha nemmeno il coraggio di venirsi a presentare e chiedermi il numero.”
“Reby.” Abbigail aveva uno sguardo severo, e la sua espressione sembrava uscita da un telefilm di bassa qualità. “ti sottovaluti sempre! Secondo me invece è una bella occasione per incontrare gente nuova e uscire un po’ dal guscio. Dimmi, da quant’è che non esci con qualcuno che non sia io?”
Rebecca rispose con un’alzata di spalle.
“Ecco. Quindi buttati e conosci questo cavolo di Gregor… George, o come si chiama. Magari potreste incontrarvi. D’altronde te l’aveva suggerito anche lui.”
“Non lo conosco nemmeno Abby! Potrebbe benissimo essere un pedofilo o un malato di mente.”
“Secondo me è solo un ragazzo molto carino e timido.”
Un ragazzo molto carino e timido. La ragazza non riuscì a non pensare a Niall e al modo in cui le aveva calpestato il cuore. Cos’ho da perderci? Si disse. Potrei distrarmi e dimenticarlo, una volta per tutte. Molto lentamente porse il telefono all’amica.
“Ok. Ma fai tu, sono una frana in queste cose.”
Abigail si mise subito a lavoro, le unghie che ticchettavano sui tasti dell’obsoleto telefono.
Bip bip.
Bip bip.
Bip bip.
“Dice che è molto felice e che però potrete vedervi solo tra due settimane perchè tra pochi giorni deve partire ed è molto occupato.”
Rebecca sbuffò leggermente.
“Lo immaginavo che avrebbe trovato una scusa.”
“Sempre negativa.” Disse l’amica scuotendo la testa.
 
Due settimane. Per quanto ne sapeva due settimane sono perfettamente capaci di far cambiare idea alla gente. E se quando fosse tornato non avrebbe più voluto incontrarla? E se le sue aspettative fossero troppo alte?
Due settimane. Due settimane le sembravano un’eternità.

Angolo dell'autrice
Mmumble. è da tipo più di tre mesi
che non aggiorno questa FF.
Spero non vi siate dimenticati della povera Reb..
Scusatemi per la lunga attesa
ma non ho avuto tempo, nè voglia, nè ispirazione
per andare continuarla.
Sono consapevole del fatto che questo capitolo fa alquanto schifo
ma vi giuro che il/i prossimo/i sarà/saranno
più romanticosi e fluffosi (?)
Un grazie speciale a chi ha recensito/recensirà
Chia

  
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