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Autore: momos___love    30/07/2012    2 recensioni
[SOSPESA]
Dal prologo:
«Io mi chiamo Honey, e tu ? »
La rossa, ingoiò della saliva poi rispose con voce flebile.
«…io mi chiamo Bonnie»
La mora sorrise poi strinse la mano della bambina che le si parava di fronte.
«Hai un bel nome! Io ho faccio la prima nella classe accanto alla tua»
Gli occhi verdi di Bonnie si ingrandirono e per la prima volta le comparse un sorriso sul viso.
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Un'amicizia durata un vita infranta per un ragazzo.
Non è la solita FF in cui due delle nostre carote si contendono una ragazza o una loro fan, non è la solita FF in cui loro sono famosi e si innamorano di ragazze normali, è semplicemente una Flebile Idea.
Astrid.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

 

 

 

This one’s for you and me
Living out our dreams
We’re all right where

 we should be
Lift my arms out wide
I open my eyes
And now all I wannna see
Is a sky full of lighters,

 a sky full of lighters

 

{Lighters - Eminem }

 

 

 

//Bonnie POV//

 

 

Mio sorella mi aveva chiesto se potevo andare a fare la spesa, visto che mamma aveva l’influenza e lei doveva finire la tesina di ammissione al college.

Chiaramente le disse di si, colsi l’occasione al volo per andare  al negozio di CD e comprare un album degli AC DC,

che avevo adocchiato settimane addietro.

Camminavo  per le stradine Kensington, mi piaceva il mio quartiere, non molto lontano da Londa e neppure dal mare.

Presi l’autobus, e mi avvicinai alla fermata 191, dove mi ero data appuntamento con la mia amica Honey,

non abitava molto distante da casa mia, si e no otto isolati, ma non avevo di camminare e per di più ero anche in ritardo.

Odiavo essere in ritardo, come anche aspettare le persone, che lo erano.

Unica eccezione per Honey, per lei il ritardo era abitudine, la conoscevo da dodici anni e non avevo mai avuto la fortuna di vederla arrivare puntuale, una sera scherzando mi aveva detto che forse sarebbe arrivata in ritardo anche alla consegna del diploma.

Pensai a quell’idea e mi lascia sfuggire un sorriso, ne sarebbe stata assolutamente capace.

L’autobus si fermo, precisamente alla fermata 191, quasi non mi ricordai di scendere, appena messo piede fuori dal mezzo notai la mia amica seduta sul muretto della fermata, con fra le mani un pezzo di carta, tutto stropicciato.

Indossava un paio di pantaloncini a vita alta neri con le fibbie da metallaro, sulle tasche, le aderivano perfettamentee le lasciavano scoperte le lunghe gambe toniche e magre.

Sopra portava una canotta leggera bianca con sopra stampata, i grandi caratteri neri, la frase  “Don’t call me Baby “, ai piedi i suoi amati anfibi neri, anch’essi ricoperti di fibbie, e morbidi.

Non capivo come facesse a essere sempre così bella, i capelli castani erano sistemati in uno chignon alto e sfatto con la frangia e altre ciocche che ricadevano fuori, mi faceva arrabbiare quando diceva di non essere carina come me.

Come se io fossi tutta questa bellezza.

Rossa, occhi verde fogna, pelle trasparente, ricoperta di lentiggini arancioni su tutto il corpo e con una sfera emotiva talmente fragile che il minimo contatto con un essere umano, del sesso maschile, mi faceva tingere completamente di rosso.

Semplicemente  blanda, due parole per descrivere Bonnie Annely.

Invece Honey era così perfetta, così tutto.

Non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, ma anche simpatica, solare, divertente, decisa, intrigante, sexy, coinvolgente, con ottimi gusti musicali e un innato gusto nel vestire.

Forse non una delle migliori studentesse, ma capo delle attività artistiche scolastiche,

infatti come dimenticarsi la sua bravura nelle arti libere, scrive, disegna, suona e nella box era qualcosa di magnifico.

Come anche nello teatro, come mi sarebbe piaciuto essere un quarto di quello che è lei.

Tutti nella nostra scuola pensavano che non fosse una ragazza ma più un concentrato di cose unite, all’interno del corpo di una esile ragazza di diciassette anni.

Appena mi vide scese dal muretto, mi sorrise, poi corse ad abbracciarmi.

«Heart !»

Mi disse sciogliendosi dall’abbraccio, quello era il soprannome con cui mi chiava lei e solo lei.

Un giorno quando avevamo dieci anni  le dissi che il mio nome era banale e brutto, poiché altre tre ragazze nella nostra classe si chiamavano così, lei  mi disse che era vero.

Un altro punto a suo favore, l’estrema sincerità e schiettezza .

Così mi propose l’idea di darci dei soprannomi, che avremmo usato solo fra di noi, ed ecco qui come nacquero i nomignoli Heart e Raven.

Honey, quel giorno mi disse che i miei capelli erano rossi come il sangue sulla neve e che io ero piena di energia, come un cuore pulsante,

Io a corto di fantasia, le dissi che i suoi capelli, a quell’epoca neri come la pece, mi ricordavano le piume di un corvo in volo.

«Reven, da quanto tempo!»

Risposi sorridendo,  lei rise

«Esatto, mi ricordo come fosse ieri l’ultima volta che ci siamo viste»

«infatti ci siamo viste ieri sera alla festa, idiota!»

Scoppiammo a ridere, poi aspettammo l’autobus per  Londra, non che nella nostra bella città periferica non ci fosse un supermercato o un negozio di CD ma… Londra è pur sempre Londra.

Forse c’è il più alto numero di adolescenti con la puzza sotto il naso, ma resta pur sempre una delle città più belle della terra, no?

E per di più era a poco più di mezzora da Kensington.

«Facciamo un punto della situazione ?»

Domandai io, sedendomi sulla panchina di marmo della fermata, lei annuì convinta e si sedette sul poggi schiena della panchina, accanto a me.

«Vediamo…io ho questa lista di cose da comprare per mamma e 40 sterline.»

Disse, mostrandomi il foglietto stropicciato che teneva in mano quando la avevo vista, io sorrisi.

«Io invece ho, questa ista di cose da comprare per mia sorella e 30 sterline.»

Lei rise, quando mi tirai fuori dalla tasca dei pantaloncini blu un foglietto di carta stropicciato simile al suo.

«Facendo un conto, per la spesa spenderò 25 sterline buone e il resto lo voglio usare comprarmi un CD che ho visto da Musical Heart. »

Strabuzzai gli occhi,

«Ma quella è la mia idea !»

Le dissi, anche lei rimase un attimo sorpresa poi, mi fece uno di quei suoi sorrisi in cui le uscivano due belle fossette su entrambe le guance.

«Dimmi che il CD non è quello dei….»

«AC DC!»

Terminai io per lei, lei si coprì la faccia con le mani, non sapeva se ridere o arrabbiarsi, come neppure io.

Dopo qualche secondo entrambe scoppiammo a ridere sonoramente, cosa non indifferente a una coppia di anziani che stavano anche loro aspettando l’autobus con noi.

Ci calmammo, dopo qualche occhiataccia da parte dei due,

«Siamo gemelle.»

«Verissimo»

Le risposi sorridendo ancora, il bus arrivo, ma era così stipato di gente che gli unici posti che trovammo li dovemmo cedere ai nonnetti di poco prima, con il dispiacere di Honey.

Così stemmo tutto il tempo inpiedi, tenendoci ai pali, cosa molto difficile per una rupofoba come me.

Le persone affette da rupofobia, sono quelle persone ossessionate dalla pulizia, il mio stadio non è  di quelli gravi ho una piccola ossessione per l’ordine e per l’igiene.

Honey lo sa, poiché da quando mi ha conosciuto il suo essere caotica è stato ridimensionato, perciò lo notò immediatamente e cercò di distrarmi.

«Lo sai che sta mattina ho conosciuto un ragazzo? »

Mi domandò lei, suonava più come un’affermazione che altro ma …

« È un tipo OK!»

Continuò con aria sognante, le sorrisi anche se ero in cuor mio ero abbastanza gelosa.

Honey aveva già dato il suo primo bacio come aveva anche avuto diversi ragazzi, con cui non credo abbia giocato a carte tutto il tempo.

Mentre io ero ancora vergine, in tutti i sensi, nessun primo bacio, nessun ragazzo … A parte Harry, ma lui non contava,

eravamo tutti e due sotto gli effetti della nostra prima sbronza di gruppo e non ci ricordavamo di nulla.

Poi Harry Styles per me è il migliore AMICO, perciò del tutto asessuato.

Vivendo nell’ombra di Honey i ragazzi non mi notavano neppure, non che Honey non mi avesse mai fatto conoscere ragazzi o che non mi avesse organizzato appuntamenti al buio,

ma per strani motivi, a me oscuri, non andavo mai bene.

MAI.

«Dai, racconta racconta! »

Le dissi, sinceramente felice per lei, scacciando quei pensieri negativi.

«Beh, ieri sono tornata alle quattro perché Pitt stava facendo cose con una

 e non mia riaccompagnato all’ora prestabilita. Mia  madre mi ha beccato e mi ha fatto una super strigliata …»

una smorfia di dissenso gli comparve in viso, le feci segno di continuare la narrazione,

prese fiato e continuò,

«Diciamo che io sono riuscita ha sistemare la situazione con qualche, mamma scusa blah blah blah e non lo faro più blah blah blah e cose così. Però dopo che mamma mia aveva perdonata, quel bastardello di Darren  si è lamentato dicendo tipo che puniscono solo lui in casa e mamma gli ha detto che anche io avrei avuto la mia punizione»

Si bloccò per poter riprender fiato quando un dosso preso male dall’autista ci fece fare un salto, per poco non cadevamo entrambe.

«Indovina chi questa mattina alle nove stava portando a spasso le salsicce con le zambe della signora Benton»

Io scoppia a ridere, me la immaginavo li sul marciapiede con qui cuccioli al guinzaglio che imprecava ogni cinque secondi contro tutto e tutti, assolutamente una scena imperdibile.

«Poi mentre mi fermavo a Sr. Finger road, Bucefalo ha pisciato su questo ragazzo, che si è incazzato con me, tu mi conosci e sai che non è da me essere sveglia alle nove del mattino e che odio le punizioni e a tutto ciò unisci il fatto che mi stavo riprendendo da una sbronza e non avevo caffeina in corpo. »

Sparò di getto, mi faceva morire con quelle sue espressioni,

« Perciò anche io dopo un po’ sono scoppiata, abbiamo iniziato a urlarci contro, poi “PUFF!”

 – smise di reggersi e con le mani fece scomparire un oggetto invisibile davanti a lei, come fanno i prestigiatori.-

ci siamo guardati negl’occhi e abbiamo smesso di litigare, poi così mi ha chiesto di andare a prendere un caffè.

CONTA CHE È CARINISSIMO E DOLCISSIMO … ACCHI AZZURRO CIELO E UN MERAV ...»

« EIH TU RAGAZZINA, FINISCILA DI’ URLARE STAI DISTURBANDO TUTTI !»

Ci gridò contro la signora anziana a cui avevo ceduto il posto, Honey le rivolse un’occhiata in cagnesco e prima che potesse dire cose di cui si sarebbe pentita, anzi di cui IO mi sarei pentita, le tappai la bocca con una mia mano.

Tutti sentirono una serie di mugolii privi di senso.

La nostra fermata arrivò e scendemmo.

«Spero che non le diano la pensione a quella vecchiaccia. »

Io risi, faceva sempre così era esilarante.

Andammo prima a fare le compere per le nostre madri poi andammo al negozio di CD, lì ci fu una vera lotta fra me Honey per avere il CD,

la vinsi io ma prima di  andare alla cassa mi accorsi che mi mancavano 6 sterline e mi vergognavo troppo per chiederle a Honey, perciò senza darle nessuna spiegazione glie lo cedetti.

Lei ne fu molto sospettosa, forse perché si era resa conto che io ci tenevo molto,  ma non mi disse nulla.

Mentre lei pagava andai al piano superiore del locale per vedere se ci poteva essere qualcosa che mi sarebbe potuto interessare, NIENTE !

 

Accanto a me c’era un ragazzo biondo con una felpa col cappuccio tirato su,  che soppesava due album , uno dei 3OH!3 e uno di Sean Paul .

Ardua decisione, per un fautore della musica commerciale.

Risi di me stessa, quello sarebbe stato un commento cinico e sprezzante di Honey, non mio, quella ragazza mi stava plagiando a sua immagine e somiglianza.

Però se fossi stata in quel ragazzo avrei scelto… BEH, decisione complessa….

Ottimi entrambi.

«3OH!3, Si ! Io comprerei loro.»

Dissi ad alta voce, me ne resi conto solo quando il ragazzo si girò verso di me e mi guardo con sguardo confuso, io mi tinsi di bordeaux .

«Stai parlando con me?»

Domandò lui dubbioso, io scossi la testa energicamente, poi sgranai gli occhi, dovevo sembrare proprio una deficiente ,

«Ah…»

«No aspetta, si! C’è no…Aspetta !»

Farneticai,

“Oddio che impiastro che sono! Altro che Bridget Jhones …!

pensai fra me e me, feci un lungo respiro,

«Stavo pensando a quello che hai fra le mani…»

“QUELLO CHE HAI FRA LE MANI? MA DI CHE MALATTIA SOFFRI CARA?”

Lui mi guardò, poi guardò gli album che teneva fra le mani incerto.

«Dici i CD?»

«Si, Sean Paul è forte ma io preferisco i 3OH!3»

Sul viso gli si stampò un gran sorriso, poi annuì convinto, cosa che mi fece calmare.

«Anche io tifo per 3OH!3, ma Sean Paul mi ha cresciuto, devo essergli fedele o tradirlo con il primo che passa ?»

Io risi divertita, mi passai una mano fra i capelli rossi.

«Credo che si farebbe tradire dal duetto che ha fatto dei Featuring con tipe dal calibro di Kesha e Katy Perry . »

Lui continuò a sorridere.

«Credo che tu abbia ragione, Sean  mi dispiace ma questa volta hai perso

-Detto ciò diede un bacio all’album di Sean Paul per poi rimetterlo sul suo scaffale, non prima però di avergli sussurrato un teatrale “ti amo”.

Io risi.-  Una nuova era si è aperta ai miei occhi.»

Disse alzando al cielo l’album dei 3oH!3, si girò a guardami, io divenni di nuovo rossa per l’imbarazzo.

«Io mi chiamo Niall Horan»

Disse porgendomi la mano, non occupata dal CD.

«Che nome meravigliosa….»

Sussurrai a me stessa, forse troppo ad alta voce perché lui mi fece un caloroso sorriso.

«Io sono Bonnie Annely, e ora sono terribilmente imbarazzata, ciao. E goditi il CD!»

Dissi scappando alla cassa, dalla mia amica.

Avevo fatto sin troppe figure di merda nella stessa giornata, per di più con lo stesso ragazzo, scossi la testa energicamente mentre scendevo come una saetta le scale.

«scema scema scema scema scema scmea… Goditi il CD? GODITI IL CD! CHE MI RAPPRESENTA QUESTA FRASE ?»

Blaterai contro la parte meno intelligente del mio cervello, quella che si faceva, sfortunatamente, sempre avanti con i ragazzi.

“Honey crederà che sono scomparsa, che amica del cazzo! Scappare senza avvertire, sarà preoccupata”.

«EMH, BONNIE !»

Mi urlò dietro il biondo, mi sentii afferrare per la manica della camicetta bianca, che indossavo.

«Si ?»

Domandai girandomi verso di lui, eravamo a metà rampa e se non mi fossi tenuta al corrimano sarei caduta giù dalle scale, per via dei suoi occhi erano spettacolari azzurri ma erano non solo azzurri …

Cazzo se era magnifico !

«Ti sembrerà sfacciato, ma mi chiedevo se… mi daresti il tuo numero, così ti avvertirò di com’è il CD»

Io strabuzzai gli occhi, come accadeva  di solito a Willi il coiote quando vede Bip-Bip.

«Ok… DAVVERO?»

“Che domande intelligenti che fai !”

Mi rimproverai,

«Beh si, se non ti sembra brutto, non sono un maniaco o uno stalker.»

Gli sorrisi poi, sul retro del foglietto che della spesa di mia sorella gli scrissi il mio numero, la mano mi tremava.

«Scusa ma c’è una mia amica sotto che mi aspetta, devo andare.»

Dissi, facendo una smorfia, lui sembrò dispiaciuto poi mi sorrise e mi salutò con un lieve leggero bacio sulla guancia.

Finii le scale facendo due gradini alla volta per la felicità.

Per la prima volta in diciassette anni il 95% della mia mente diceva che quel ragazzo probabilmente mi avrebbe chiamato, perché  seriamente interessato a me.

  
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