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Autore: Isabriel    31/07/2012    1 recensioni
Fan Fiction sul XIII Apostolo un po' "sopra le righe" scritta da due fans nel tentativo di colmare il vuoto che questa serie ha lasciato con la sua "fine".
E' stata scritta immaginando perchè Claudia abbia chiesto alla sua segretaria di annullare tutti gli
appuntamenti della settimana
Insomma,nessuno di voi moriva dalla voglia di chiedere a Claudia PERCHE'?!
La storia,dopo i primi tre capitoli si evolverà in un modo completamente diverso,buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Serventi: “Allora, da cosa preferisci iniziare? Dovrei parlarti della tua vita, della tua famiglia o di Stefano Munari?”

Gabriel: “Cosa c’entra il padre di Claudia in tutto questo?”

Serventi: “Allora, iniziamo dalle cose di minor importanza…Stefano si trova nella mia dimora, è tenuto sotto controllo da Esther,che mi ha appena fatto questa sorpresina” dice lanciando un occhiata alla poltrona vuota macchiata dal sangue del dottore.

Gabriel sposta il suo sguardo verso la poltrona,rabbrividisce e torna ad osservare fisso Serventi. Sa che non può fare niente,l’unica cosa che gli riesce in quel momento è ascoltare,forse da tutte quelle informazioni riuscirà a ricavare qualcosa di buono.

Serventi: “Eheh, curioso come si possano abbindolare facilmente le persone vero?! È bastato farle credere che fossi deluso da lei e per riscattarsi ha ucciso il dottore di sua spontanea volontà…ma torniamo a noi,il signor Munari potrebbe fare la sua stessa fine,dipende da come andranno le cose tra me e te!”

Serventi fissa Gabriel.

Serventi: “Inoltre,ti sarei grato se non andassi a sbandierare tutta questa nostra conversazione, soprattutto a Claudia…potrebbe mettersi in mezzo e sinceramente non mi voglio sporcare le mani più di tanto…”

Gabriel: “Non vedo perché dovresti uccidere il signor Munari…per me non ha alcuna importanza e nemmeno per Claudia,è il peggior ostaggio che potessi trovare.”

Dice Gabriel cercando di non far trapelare nessuna emozione dal suo sguardo.

Serventi sembra leggermente turbato dalla rivelazione di Gabriel,tuttavia non si lascia abbindolare,probabilmente sa che sta mentendo.

Serventi: “Passiamo a noi,Gabriel ho deciso di non affrontarti qui,ma nella mia dimora…voglio fare le cose per bene questa volta e sono sicuro che è quello che vuoi anche tu. Come ben saprai,sono un uomo d’onore, mantengo le mie promesse. Quindi questa volta avremo uno scontro equo, solo io e te senza intrusi. Cosa ne pensi?”

Gabriel: “A differenza tua,tengo molto a chi mi sta vicino,quindi accetto le tue condizioni.Dimmi il luogo per il nostro incontro e mi farò trovare.”

Serventi: “No,questo no…vedi,non mi fido così ciecamente di te. So già che uscito da qua,correrai in congregazione ad avvisare i tuoi piccoli aiutanti. Il luogo lo saprai quando sarà il momento giusto,non ti preoccupare,te ne accorgerai da solo del mio segnale.”

Gabriel: “Bene,vedo che non ti basta la mia parola.Io devo fidarmi di te,di tutto quello che mi hai detto…mentre tu?! Tu non mi dici niente,solo piccoli accenni.Certo,mi sembra equa come cosa. Ma non ti preoccupare,non mi tirerò di certo indietro.”

Serventi: “perfetto. Allora possiamo salutarci qui. A presto Gabriel,molto presto.”

Gabriel: “A presto…e io non sarei così convinto della sua vittoria.Questa volta,la pagherà per tutto il male che ha fatto!”

Serventi: “vedremo…”

Detto questo Serventi si volta ed esce dalla porta di casa,Gabriel fa per seguirlo,ma appena riapre la porta di Serventi non c’era più l’ombra.

 

 

 **

 

Gabriel esce dalla casa del dottore.

L'incontro con Serventi l'ha sconvolto, non si aspettava che potesse comparire così da un momento all'altro e soprattutto non in quel modo.

Si mette il casco, recupera le chiavi della moto dalla tasca della giacca e parte per il caos di Roma.

Pochi minuti dopo si trova all'ingresso della congregazione.

Lascia la moto vicino al portone e sale di corsa le scale.

Trova Isaia per il lungo corridoio, sta uscendo.

Gabriel: “Isaia...”

Isaia: “...Gabriel...stavo uscendo.”

Gabriel: “Vieni un attimo, ti devo parlare.”

Isaia allarmato lo guarda.

Isaia: “E' successo qualcosa?”

Gabriel si guarda attorno, c'è troppa gente per parlare.

Gabriel: “Non qui...andiamo nel tuo studio.”

Isaia allarmato cerca le chiavi dello studio nella borsa e i due ripercorrono il corridoio della congregazione.

Arrivano alla porta, Isaia, un po' agitato, ci mette qualche secondo ad aprire la porta. Sa che è successo qualcosa, Gabriel non si sarebbe mai comportato così se tutto fosse andato bene.

Gabriel entra nello studio e chiude la porta dietro di se, poi le si appoggia contro.

Isaia non parla, non c'è bisogno di chiedere, sa che è successo qualcosa, ormai è palese.

Gabriel: “Ho visto Serventi...”

Isaia colto alla sprovvista, si aspettava qualsiasi cosa, ma non che il gran capo si facesse vedere

così, rimane immobile.

Gabriel: “Vuole finirla...o almeno è quello che mi ha fatto capire.”

Isaia: “In che senso finirla?”

Gabriel: “Solo io e lui, qualcuno dovrà morire.”

Isaia: “Stai scherzando vero?”

Gabriel: “No.”

Isaia: “Fammi capire tu hai accettato di suicidarti?”

Gabriel: “Non ho scelta...”

Isaia: “Ma cosa stai dicendo?...Certo che hai scelta.”

Gabriel: “No invece...”

Isaia: “Sei impazzito???”

Gabriel: “Ha rapito il padre di Claudia...”

Isaia immobile di fianco la scrivania non risponde.

Gabriel: “Cosa c'è?”

Isaia ci mette qualche secondo per riprendersi.

Isaia: “Lo sapevo...non dovevo aiutarlo.”

Gabriel: “Aiutare chi?”

Isaia con un lungo respiro inizia a raccontare del padre di Claudia.

Isaia: “...è così che qualche mese fa sono andato a prenderlo in stazione, è stato da me per qualche

tempo e poi se ne è andato. Sapeva delle cose, ma non più di quelle che sappiamo noi e poi era qui solo per la figlia.”

Era la seconda mazzata per Gabriel in meno di un'ora. Il suo amico lo aveva tradito, di nuovo.

Gabriel: “Ti rendi conto di quello che hai fatto?” parla con voce bassa e atona.

Isaia non ha più parole, rimane vicino alla scrivania a guardare Gabriel sempre più arrabbiato.

Gabriel: “Perchè non me lo hai detto?...Perchè?”

Isaia non risponde.

Gabriel: “ISAIA PERCHE'???” urla.

Isaia: “Se ti avessi detto che c'era il padre di Claudia qui...come avresti reagito?”

Gabriel: “Non è una buona scusa...sai tutto quello che ha combinato quello in questi mesi? Sai che ha cercato di metterci i bastoni fra le ruote dall'inizio? Sai cosa ha fatto a Claudia qualche settimana

fa? No, certo che no… tu sei impegnato a leggere i tuoi dannatissimi libri...”

Isaia: “Gabriel, io...”

Gabriel: “Tu niente, Isaia!!!”

Isaia: “Gabriel, ascoltami...”

Gabriel si volta di scatto verso Isaia tirandogli un pugno tra naso e mascella.

Isaia cade sulla poltrona poco lontana e si massaggia la bocca, del sangue gli cola dal taglio sul labbro.

Per qualche minuto i due rimangono in silenzio, chiusi nello studio.

Gabriel: “Scusami...” mormora, quasi impercettibile.

Isaia si volta verso Gabriel, ancora girato di schiena. Gabriel si volta e guardare l'amico.

Isaia: “Almeno questa volta me la sono meritata...” un piccolo sorriso gli incurva le labbra macchiate di sangue.

Gabriel: “Mi dispiace...veramente, non so cosa mi è preso.. io”

Isaia: “Zitto...”

Gabriel ammutolisce.

Isaia: “Sono io quello che ha il torto sta volta, hai ragione su tutto...anche sul pugno.”

Gabriel: “Isaia...”

Isaia: “Fermo. Mi devi solo dire una cosa...la vuoi ancora questa vita?”

Gabriel: “Cosa intendi?”

Isaia: “Credi che non me ne sia accorto?...” Sorride “L'ami?”

Gabriel: “...Claudia?”

Isaia: “Non hai molte scelte o si o no...”

Gabriel esitante non riesce a nasconde ancora la verità al suo amico.

Gabriel: “....s...si.”

Isaia: “Quindi la prima domanda che ti ho fatto come risposta è inevitabilmente no...”

Gabriel non sa come rispondere, è la prima volta che racconta quello che prova a qualcuno e si sente a disagio.

Isaia: “Prenditi la tua vita, è inutile che continui a star qua se il tuo cuore va altrove...”

Gabriel: “Si, senti...forse dovresti fare un salto al pronto soccorso, magari ti danno due punti al

labbro..:”

Isaia: “Non cambiare discorso..”

Gabriel si volta per raggiungere la porta.

Isaia: “Gabriel...Serventi deve sparire e tu potrai fare la tua vita...”

Gabriel, una mano già sulla maniglia della porta, si volta verso Isaia.

Isaia: “...non farti ammazzare...”

Gabriel fa un piccolo cenno con la testa ed esce dalla congregazione.

   
 
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