Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: _Des    31/07/2012    12 recensioni
- “ Se lo credi, scommettiamo. Ti piace giocare? “ – sul mio volto si stampò un enorme punto interrogativo che lo indusse a sorridere ancora.
M’imbestialiva il fatto che lui fosse così calmo, così pacato e non si scomponesse mai, qualità che mi avrebbe fatto perdere qualsiasi scommessa già in partenza.
- “ Si? “ –
- “ Allora facciamo un gioco: parliamo al telefono, usciamo insieme, ridiamo e scherziamo..” – si fermò proprio sul più bello, lo guardai ancora perplessa per poi chiedergli:
- “ E poi? “ – lui sorrise quasi con dolcezza, una dolcezza differente dalle altre. Posò una mano sopra una delle mie guancie e rispose, quasi fosse la risposta più logica al mondo:
- “ E poi niente, il primo che s’innamora perde. “ – sbarrai gli occhi, fissandolo.
Era serio. 

**
- “ Prepara le cento sterline. “ – il moro batté una mano sul petto del riccio che lo osservava, convinto che il piano del suo amico sarebbe andato a puttane.
- “ Tu prepara a rimanerci scottato. “ – 
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Scommettiamo. Ti piace giocare? '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“E adesso che sei dovunque sei,
chissà se ti arriva il mio pensiero.
Chissà se ne ridi o se ti fa piacere.”
Ligabue-Il mio pensiero

 
Nome: Samanta Destiny Wilson, anche detta Sam.
Età: 18enne.
Capelli: scuri, cadenti in dolci boccoli.
Occhi: marroni, piuttosto scuri, di forma allungata e con lunghe ciglia a contornarli.
Labbra: rosee.
Altezza: un metro e settanta o poco più.
Corporatura: magra non eccessivamente.
Carattere: tipo di ragazza che a primo impatto appare sicura di sé, forse troppo, ma che in realtà nasconde un’immensa sensibilità.
Se mi fossi dovuta descrivere, questa sarebbe stata sicuramente la descrizione più dettagliata che sarei stata capace di dare di me stessa.
Del mondo che mi circondava, al contrario, sarei stata capace di riportare tutto ciò che avevo osservato e che mi sembrava dovesse essere di estrema importanza, anche il dettaglio che ad occhi altrui sarebbe risultato futile.
E se mi avessero chiesto di scrivere sopra un foglio bianco i nomi corrispondenti alle persone più importanti della mia vita e di descrivere , anche in poche righe, come loro mi apparivano, io lo avrei fatto senza alcun tipo di ostacolo.
 
 
Liam: 19enne, capitano della squadra di football, single. Alto, muscoloso, capelli corti del colore del miele. Occhi scuri, identici ai miei. Labbra più scure e sottili.
Secchione non dichiarato, dolce, romantico e atletico.
La perfezione fatta persona.
Tra l’altro sa cantare.. come la mettiamo?!
 
Juliette: capitano delle cheerleader, una delle ragazze più ambite della scuola, nonché sorella del capitano della squadra di football. Alta, con corpo perfetto, capelli biondi e occhi color nocciola, a contrasto con quelli miei e di Liam, ereditati dai Payne. Aveva la mia stessa età e forse proprio per questo avevamo un rapporto stupendo. Era fidanzata con un componente della squadra, migliore amico di Liam. Voleva davvero bene a quel ragazzo e ormai facevano coppia fissa dall’inizio dell’anno scolastico.
 
A tal proposito il suo nome era Niall Horan: ragazzo irlandese, con un sorriso pazzesco, playboy, finto biondo, in tinta con gli occhi azzurri.
Aveva una pelle color latte che, magicamente, d’estate diventava scurissima. Conviveva con la fama di essere uno dei ragazzi più belli della scuola.
Era impegnato seriamente con mia cugina Juliette e ciò mi rendeva fiera di lui. Specie perché  tra di noi c’era un rapporto particolare.
Eravamo amici sin da piccolissimi e sapevo che tipo di ragazzo fosse. Uno apposto, in parole povere.
 
Avrei potuto definire Liam, Juliette e Niall come quel genere di persone rinomate nella scuola che comunque non avevano perso la testa perché mai se l’erano montata.
 
Poi c’era Hayley.. Hayley Steven: migliore amica mia e di Juliette sin dai tempi dell’elementari e nostra compagna di stanza al college. Aveva lunghi capelli rossi, talmente lisci da causare struggenti dilemmi a qualsiasi parrucchiere nel momento in cui gli si richiedeva di arricciarli, quando per lei era un vero gioco da ragazzi dargli la piega che più desiderava. Ma erano gli occhi profondi a farle fare colpo.
Hayley era quel tipo di ragazza con il sorriso perennemente sulle labbra. Unica. Spesso insicura, non cosciente del fatto che agli altri appariva la perfezione fatta persona. Credo fosse questo il suo vero punto di forza.
 
Infine, ma non meno importante, c’era Louis William Tomlinson, detto più comunemente Tommo: 19enne dai capelli lisci castani, morbidi, gli occhi azzurri come l’oceano e uno spiccato senso dell’originalità.
Vestiva sempre di bretelle e maglie a righe e se queste ultime fossero state arancioni o tendenti al rosso, non sarebbe stata una sorpresa. Amava quei colori ed era giusto ammettere che gli stavano una meraviglia.
Era un po’ puttaniere il mio migliore amico, ma mai aveva osato farmi soffrire. Eravamo sempre lui ed io. Nei campetti da calcio, con un pallone usato, quasi del tutto distrutto, convinti di poterne fare il giocattolo più bello al mondo.
Eravamo io e lui. Nel teatro della scuola, presi a lanciarci palline di carta per il puro gusto di far trovare l’altro nei guai e poi salvarlo dalle grinfie dei prof, per sentirsi eroi o per passare un pomeriggio in punizione assieme.
Eravamo lui ed io. Io e lui. Niente contava, tranne noi.
 
Uscii da casa Payne e immediatamente sentii il freddo pungere la mia pelle.
Nonostante abitassi a Londra da sempre, mai mi ero abituata al freddo impossibile che si abbatteva sulla città durante l’inverno.
Tenevo strette nelle mani le uniche due valigie che avevo portato con me dal college e che in quel momento stavo posizionando ancora una volta nell’auto dello zio Payne, Brian, per far ritorno tra le mura della stanza del college.
Finite le vacanze natalizie che, come al solito, avevo passato con i miei genitori, con gli zii e con Liam e Juliette in qualche paese nelle vicinanze fino al capodanno, stavo facendo ritorno al college, accompagnata dai fratelli Payne.
- “ Agitata? “ – domandò mia madre. Era a conoscenza della mia abile capacità di mascherare i sentimenti in presenza di altri, per non destare preoccupazione. Soprattutto, sapeva che al ritorno in qualsiasi scuola avevo la tremarella. Sciocca paura.
- “ A dire il vero.. sì. “ – ammisi, più a me stessa che a lei. Avevo passato l’intera mattina stessa e la giornata precedente, facendo credere a chiunque mi stesse vicino che non ero affatto preoccupata per il rientro dalle vacanze.. in realtà quel natale era stato traumatico per me.
- “ Devi semplicemente stare calma. Tutto si risolverà per il meglio.” – cara dolce mamma. Solo lei era a conoscenza del vero perché della mia insicurezza. Paura differente dagli anni precedenti.
Se prima temevo il rientro per la svogliatezza, quella volta era diverso. Avevo paura di rientrare per avvenimenti poco precedenti al Natale.
- “ Ho commesso una cazzata, mamma.”  - sospirai.
- “ Sì, l’hai commessa. Proprio per questo sarai più giudiziosa. “ – sorrisi. Riusciva a comprendermi anche quando mi trovavo nel torto. Amavo mia madre. – “ E se avrai bisogno, io sarò pronta ad aiutarti. “ – aggiunse poi, abbracciandomi forte. Ci saremo lasciate ancora e spesso avevo nostalgia di lei e di casa.
- “ Ti voglio bene. “ – sussurrai, stretta tra le sue braccia.
- “ Anch’io bambina mia. “ – le stampai un bacio veloce sulla guancia, prima di avvicinarmi al papà che mi attendeva a braccia aperte poco più in là. Salutai anche lui, poi la zia e mi avviai in auto.
Liam e Juliette attendevano solo me, proprio in macchina a causa del freddo.
- “ Sempre l’ultima, eh. “ – ribadì Liam, scherzando. Peccato che io non fossi in vena di scherzi.
- “ Sempre rompi palle, eh. “ – lui sorrise, poi mi strinse tra le sue braccia, preparandosi al viaggio. Volevo un bene particolare a mio cugino.. era il fratello che mai avevo avuto, il fratello maggiore con precisione.
- “ Mi fate sentire un imbecille, qui davanti da sola. “ – lagnò Juliette, dal posto passeggeri al fianco del guidatore.
- “ Mi spiace, ma qui siamo al completo..” – rispose Liam. Juliette lo fulminò dallo specchietto retrovisore, osservando scrupolosamente i due posti liberi che circondavano me e Liam, uno a testa.
Stava per aggiungere altro, ma scaltri io e Liam ci allungammo in modo tale che non rimanesse spazio nemmeno per una sola persona. Eravamo maligni, lo ammetto.
- “ Bastardi.. qui da sola, mi fanno stare. “ – sbraitò la mia migliore amica, fulminandomi con lo sguardo. Da Liam c’era d’aspettarselo, da me non proprio. O forse sì. Io e Liam eravamo fin troppo complici in qualsiasi tipo di situazione.
- “ Ci sono io, piccola.” – esordì zio Brian, salendo in auto.
Ancora, io e Liam ci guardammo e frenammo le risate, mentre sentivamo Juliette mugugnare qualcosa.
Che il divertimento avesse inizio.
 
Aprii la porta della camera del college e rimasi dinanzi la soglia, impalata, intenta a fissarne ogni particolare. Tutto era al suo posto: i poster della Lovato, di Rihanna e di Beyonce attaccati sulla parete a destra, quelli di Jay Z ed Eminem contendevano la parete a sinistra, foto dell’infanzia mia, di Juliette di Hayley, insieme, risaltavano sulla parete centrale.
I tre letti, disposti l’uno al fianco dell’altro, erano rimasti intatti e le loro lenzuola pulite emanavano odore di lavanda.
I mobili erano stranamente in ordine, come lasciati alla partenza.
Quella era casa mia.
- “ Vuoi deciderti ad entrare..? “ – domandò Juliette, dandomi qualche bottarella per passare con le valigie. A differenza mia ne aveva portate con sé parecchie.. era maniaca del look, ma l’amavo così com’era.
- “ Si. “ – risposi appena, battendo la porta alle mie spalle. Giravo su me stessa, osservando ogni cosa con estrema attenzione. Ero confusa ancora, dopo aver passato quasi un mese lontano dalla scuola per via delle vacanze.
- “ Sei strana. “ – affermò mia cugina, osservandomi. – “ Prima di partire per le vacanze lo eri e lo sei anche ora che siamo tornate. “ – annuii, distrattamente. La verità era che non potevo svelarle cosa realmente mi passava per la testa.
L’avrei solo fatta arrabbiare, lo sapevo bene.
- “ Sono solo stanca. “ – mormorai.
- “ Di già? “ – chiese, ridendo. Feci altrettanto, accennando un sì poco convincente. Cominciammo a sistemare la nostra roba, nell’attesa che Hayley arrivasse. Le lezioni sarebbero ricominciate due giorni più tardi e per non avere problemi avevamo programmato, come molti altri alunni, di tornare il venerdì, trascorrere il week-end nel college e riabituarci all’ambiente per la ripresa delle lezioni del lunedì.
«Chissà se tra loro c’è anche lui.»pensai, alludendo ad una persona in particolare tra la massa di studenti che era tornata quel giorno stesso.
Quel ‘lui’ mi tormentava da settimane, oramai.
Non fisicamente.. intendo, il suo ricordo mi perseguitava ed io ne soffrivo.
Avevo il bisogno petulante di sfogarmi con qualcuno che non fosse parte della famiglia, che non fosse stata una delle mie migliori amiche.
In realtà avrei potuto parlare della mia situazione scomoda con chiunque, purché non facesse parte di quel college, non abitasse a Londra, anzi in Gran Bretagna, non parlasse inglese e non capisse nemmeno una virgola del monologo a cui avrei dato inizio.
Teoricamente avrei potuto parlarne con chiunque, praticamente con nessuno.
I miei pensieri vennero interrotti dal cigolio della porta che veniva aperta e spalancata nell’istante successivo. Un sorriso comparve sul mio volto. Lei era arrivata.
Mi voltai di scatto e la vidi: Hayley indossava un cappellino nero stile francesina, che le copriva appena la massa di capelli rossi. Una sciarpa intonata a perfezione con il capellino, in lana. Ed una giacca nera che, contrariamente al suo solito look, nulla aveva di casual.
Era proprio stata in Francia.
- “ Hayley! “ – urlai, correndo ad abbracciarla. Feci cadere tutto quel che in mano aveva, portando automaticamente su di noi lo sguardo di ogni passante nel dormitorio. E ne aveva di roba, sembravano più regali.
Fu tanto il rumore che Juliette si precipitò fuori dal bagno, mentre sistemava i suoi amati cosmetici, da considerarsi un miracolo!
- “ Ciao Tesoro. Sì anch’io sono contenta di vederti. Però lasciami respirare.. “ – disse la rossa stretta tra le mie abbraccia.
- “ Assolutamente no, mi sei mancata! “ – affermai ancora, con voce da bimba.
- “ E se poi soffoco e muoio come te lo do il nuovo cd della Lovato? “ – domandò, consapevole che per Demi tutto avrei fatto, persino distaccarmi da lei, cosa che avvenne in un millesimo di secondo.
- “ Non mi stai mentendo. “ – le puntai un dito contro, giusto per intimarle la verità.
- “ Ti sembro il tipo che mente?! “ – ridendo, ammisi che aveva ragione. Hayley salutò Juliette che, come me, era entusiasta del suo ritorno dalla Francia. Non averla tra i piedi quell’anno, per le vacanze natalizie, fu un colpo al cuore.
E chi mi conosceva bene, intuiva che quando scherzando ripetevo quelle stesse parole –è un colpo al cuore- in chiave ironica, in fin dei conti non scherzavo affatto.
- “ Avete già iniziato? “ – la rossa indicò il mucchio delle nostre valigie. E con nostre valigie intendo le valigie di Juliette visto che le mie erano due, in confronto alle sue. Un numero a caso: cinque.
Annuimmo alla sua domanda.
- “ Ma da poco. “ – aggiunsi poi io.
- “ Bene, pupe. Diamoci dentro! “ – esclamò quella matta di una coinquilina che ci ritrovavamo io e Juliette, la stessa coinquilina che sfilò dalla borsa a tracolla un ipod da collegare allo stereo, per ascoltare una compilation di canzoni, forse non proprio a caso. 


my space: 
MA CIAAAAAAAAAAO.
Eccomi con un nuovo capitolo. 
Diciamo che, essendo solo l'inizio, non c'è ancora
nulla di sostanzioso, ma non vi deluderò. 
Abbiate pazienza, la storia si evolverà 
tra non molto. ;) 

Ho deciso in quali giorni postare. 
Ogni Martedì e Sabato sera. 
In questo modo non dovrò avvisarvi
di passare per ogni capitolo e lo
saprete da voi.  (: 

In sostanza, spero che il primo 
vero capitolo sia stato di vostro gradimento e.. 
ALLA PROSSIMA, PEPI. 

P.S. Grazie per ogni recensione lasciata. Ringrazio
anche chi ha messo la storia tra 
le preferite.ricordate.seguite. 
Vi voglio bene, ragazze. 

-Desy. 
Follow me on twitter: xthirlwallsbow

Juliette. 

Hayley. 

Sam. 

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _Des