La notte era tarda, il resto degli inquilini dormiva, ma Zayn non amava seguire le regole casomai trasgredirle.
Nella penombra, fingendo il sonno, l’osservai agitarsi, tastare alcuni dei suoi indumenti con sicurezza ingannevole per prelevarne un piccolo pacchettino che aprì e dal quale estrasse un oggetto. Capii di cosa si trattasse, quando scorsi il lume di un accendino, accostarlo: una sigaretta.
Mi domandai da quanto avesse ripreso a fumare, se sapesse che, a seguito di tutte le problematiche affrontate, il fumo sarebbe solo stato capace d’infliggergli un ennesimo male.
Ma, ammirandolo spalancare la finestra della nostra stanza e poggiarsi sul davanzale, mentre con calma estenuante conduceva la sigaretta alla bocca per aspirarla e rigettare il fumo, che nella notte assumeva un colorito bianco acceso, mi sorpresi a ritenerlo ammaliante in ogni gesto compiuto, tremendamente accattivante.
Riflettendoci, ricordai che solitamente il fumatore fa uso del fumo colto in determinati stati d’animo. E Zayn ne attraversava svariati. Avrei voluto che, dalla prima all’ultima, mi fossero rivelate le situazioni in cui ne godeva gli effetti.
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n. 1: La sigaretta post sesso.
Sequel di "Scommettiamo. Ti piace giocare?"

‘Ti odio.’
‘Tua madre ha commesso un immenso errore mettendoti al mondo.’
‘Sto odiando tuo padre per non aver utilizzato il preservativo.’
‘Fai semplicemente schifo, lascia in pace Zayn.’
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«Devo lasciarti, Perrie. Io e te non possiamo stare più insieme.» gorgogliò.
«Stai rinunciando a me, Zayn. A noi.» bisbigliò quella che da sempre possedeva una voce spettacolare, ma che in quegli istanti non aveva intenzione di esporsi in tutta la sua bellezza, causa singhiozzi trattenuti.
«Lo fai per loro, vero?»
«No, Pez.» smentì, scuotendo la testa. «Lo faccio per te.»

«A tredici anni incuriosivo dei ragazzi, senza rendermene conto.
A diciannove non li incuriosivo. Li facevo dannare.
A tredici anni mi piacevano i ragazzi, le storie sdolcinate e tentavo di esser ricambiata.
A diciannove non dovevo semplicemente piacere ai ragazzi. Dovevo sedurli.. e poi ucciderli.»
Avevano due facce, l’una l’estremo dell’altra, e mai se ne sarebbero disfatti. –Double Face

SOSPESA PER IL MOMENTO